(Minghui.org) Mi chiamo Su Qingling, ho 47 anni, sono una praticante del Falun Gong e sono una ex dipendente della stazione forestale di Yanghe della contea di Yongning, nella provincia di Ningxia.

In gioventù mi è stata diagnosticata l’epilessia ed anche altre malattie. Il mio matrimonio e la mia vita lavorativa erano molto difficili a causa delle mie condizioni di salute, tuttavia, dopo aver cominciato a praticare il Falun Gong nel 1997, sono guarita, non assumevo più medicine e potevo fare bene le faccende di casa ed il mio lavoro. La mia famiglia era sorpresa dall’efficacia del Falun Gong e mi è stata di grande supporto.

Dopo l’inizio della persecuzione del Falun Gong nel luglio del 1999, ho rifiutato di rinunciare al mio credo e sono stata arrestata quattro volte. Nel 2001 sono stata condannata a tre anni di lavori forzati e nel 2004 sono stata carcerata per 42 mesi, in questo periodo sono stata anche torturata.

Nel gennaio 2009, in seguito al mio rilascio, ho perso il mio posto di lavoro e sono stata molestata dalla polizia durante le date sensibili del Partito Comunista Cinese. Mio marito ha divorziato da me due anni dopo, per timore di essere coinvolto.

Tre anni di lavori forzati

I poliziotti mi hanno arrestata nel settembre del 2000, perché avevano sentito dire che i praticanti locali avevano in programma di recarsi a Pechino, per fare appello al diritto di praticare il Falun Gong; sono stata tenuta in detenzione per 15 giorni.

Un mese dopo, sono stata nuovamente arrestata ed incarcerata, nel centro di detenzione della città di Yinchuan, dove sono stata costretta a lavorare per molte ore al giorno. La polizia ha condotto i miei familiari al centro di detenzione (in tutto otto persone), per cercare di persuadermi a rinunciare al Falun Gong. Ho rifiutato e mi hanno condannata a tre anni di lavori forzati.

Il 27 giugno 2001, dopo otto mesi di detenzione, sono stata spostata al campo di lavoro femminile di Yinchuan. La guardie hanno cercato di farmi rinunciare al Falun Gong, si alternavano a parlare con me tutto il giorno e per una settimana mi hanno privato del sonno. La mia epilessia ha avuto una ricaduta dopo la fine della tortura.

Sono stata rilasciata il 21 maggio 2003, qualche mese prima del termine della pena.

Tortura della panca della tigre

Nel mese di aprile 2004, sono stata nuovamente arrestata e sono stata tenuta in detenzione per 20 giorni.

Successivamente, il 19 luglio 2005, sono stata arrestata sul posto di lavoro. La polizia ha perquisito la mia casa e mi ha condotta al centro di detenzione della città di Yinchuan, dove sono stata costretta a lavorare 10 ore al giorno; quando ho chiesto che la mia quantità di lavoro fosse ridotta, sono stata torturata sulla panca della tigre (*) per tre giorni e tre notti; potevo muovere soltanto la testa.

Illustrazione della tortura: panca della tigre

Il mio arresto è stato eseguito nel mese di agosto e la prima udienza si è tenuta alla fine del 2005, conclutasi senza un verdetto.

Il 6 febbraio 2006, ho iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il lavoro forzato intenso, quindi sono stata nuovamente torturata sulla panca della tigre e alimentata forzatamente in modo brutale; mi hanno inserito un tubo attraverso il naso facendomelo saguinare.

Il medico del centro di detenzione mi ha rilasciata dopo tre giorni.

Torturata dopo aver mancato la quota di lavoro

Il 26 febbraio 2006, durante la seconda udienza, sono stata condannata ad una pena detentiva di 42 mesi, ed il 18 maggio sono stata trasferita al carcere femminile di Yinchuan.

In prigione sono stata costretta a lavorare per lunghe ore e torturata se non raggiungevo la mia quota.

Gli altri praticanti sono stati costretti ad assistere alle mie sessioni di lavaggio di cervello (*). Il cibo che ci davano era scarso ed il tempo per andare in bagno era limitato.

A mio fratello non è stato permesso di vedermi prima che lasciasse la Cina, anche a mia sorella è stato negato il diritto di visita, nonostante avesse percorso un lungo viaggio dal Canada.

Al mio rilascio, il 18 gennaio del 2009, ho appreso di essere stata licenziata dal mio lavoro, ho provato a fare ricorso, ma senza successo; i funzionari del governo della contea hanno rifiutato di incontrarmi per discutere la questione.

Come praticante è stato difficile trovare un lavoro anche temporaneo, sono stata assunta per un lavoro da bidella, poi sono stata licenziata quando il capo è venuto a sapere che ero una praticante; tuttavia, con l’aiuto di diversi collaboratori, alla fine mi è stato permesso di restare.

Famiglia implicata e molestata

Mio marito ha sempre sostenuto la mia pratica del Falun Gong, ma dopo l’inizio della persecuzione la polizia locale ha cominciato a molestarmi, non reggendo lo stress e la pressione ha cooperato con la polizia per controllarmi, poi ha divorziato.

Mio figlio è diventato socialmente emarginato a causa della mia situazione.

Nel 2000 uno dei miei fratelli più grandi, non praticante, è stato tenuto in detenzione per tre giorni presso la stazione di polizia; un altro mio fratello è emigrato in Canada poiché non sopportava la pressione. Altri miei fratelli, cognate ed i loro parenti, ne sono stati talmente influenzati che alcuni di loro non volevano più frequentarmi.

(*)GLOSSARIO

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