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Hunan: Strazianti dettagli di ciò che avviene nel campo di lavoro femminile di Baimalong

01 Luglio 2015

(Minghui.org)

Percosse con bastoni elettrici

"Il giorno dopo il mio arrivo al campo, le guardie ci hanno ordinato di indossare un distintivo da detenuti e di fare gli esercizi del mattino. Più di 20 praticanti fra di noi hanno rifiutato di ubbidire. Ho detto: “La nostra detenzione è illegale – noi siamo persone buone che seguono i principi di Verità-Compassione-Tolleranza. Se facciamo qualche esercizio, facciamo gli esercizi del Falun Gong”.

"Cinque o sei guardie maschi e alcune guardie femmine si sono presentati con i bastoni elettrici e ci hanno portato in ufficio. Una guardia mi ha costretto a stare ferma, faccia rivolta verso il muro, ed ha incominciato a percuotere le mie gambe, i piedi e le natiche ripetutamente”.

"Vedevo una luce blu lampeggiante e sentivo lo sfrigolio del bastone elettrico. I miei piedi rimbalzavano a terra ogni volta che il bastone mi toccava”.

"Sentivo urla di dolore provenire dalla stanza accanto, dove altri praticanti venivano torturati nello stesso modo”.

"Continuavo a parlare alle guardie del Falun Gong e ho detto loro di non perseguitare persone innocenti. Una guardia sembrò capire e uscì, dicendo che non si sentiva bene. L’altra ha continuato a colpirmi finché non fui stremata”.

"Sono stata percossa per circa quattro ore. Quando sono stata riportata in cella, ho visto un’insegnante in pensione di Changsha. Il suo volto era coperto di vesciche e le sue labbra erano gonfie a causa delle percosse. Le sue natiche erano coperte di lividi neri e blu".

Ricordi della Signora Chen Liwen

Quanto riportato sopra sono ricordi personali della signora Chen Liwen, 73 anni, un ufficiale in pensione dall’ufficio forestale del distretto di Suxian a Chenzhou, in provincia di Hunan. Nel marzo 2001 è stata illegalmente condannata (*) ad un anno e mezzo di lavori forzati dal locale Ufficio 610(*) per aver praticato il Falun Gong e detenuta nel famigerato campo di lavoro forzato femminile di Baimalong a Zhuzhou.

Prima che il sistema di lavoro forzato fosse smantellato, Baimalong veniva usato come quartiere generale per perseguitare le praticanti del Falun Gong della provincia di Hunan e del sud della Cina. A partire dal 2000, molte donne sono state torturate a morte, rese disabili, ferite o hanno subito danni psichici permanenti.

Di seguito sono riportati ulteriori dettagli di ciò che ricorda.

"Nel maggio dello stesso anno, sono stata trasferita alla divisione n° 7 e ho condiviso la cella con più di 10 praticanti, perlopiù provenienti da Chenzhou”.

"Ci costringevano a stare ferme su piccoli sgabelli per lunghi periodi di tempo ed era molto doloroso. Quando recitavamo gli insegnamenti della Falun Dafa, le guardie accorrevano e ci costringevano a metterci in fila. Ci colpivano con bastoni elettrici in viso, sulle labbra, sul collo e sulla testa, una per una, ripetutamente. La cella era piena di lampi di luci blu e si sentiva lo sfrigolio dei bastoni elettrici”.

I detenuti venivano istigati a maltrattare i praticanti del Falun Gong

"È una pratica comune in Cina, per le guardie dei campi di lavoro forzato, costringere i criminali detenuti a controllare e maltrattare i praticanti del Falun Gong.

"Uno di questi era He Chunyan, una donna alta e forte. Vestiva come un uomo e portava anche i capelli corti come un uomo.

"Una volta abbiamo parlato con lei del Falun Gong e le abbiamo detto di non aiutare, né favorire più i malfattori.

"Lei si vantava:‘Io’ sono colei che ‘si prende cura’ di tutte le praticanti del Falun Gong mandate qui. Io sono grande e forte. Le prendo a pugni, schiaffeggio i loro visi e le colpisco con i gomiti. Se c’è una praticante che si rifiuta di essere trasformata(*) vengo chiamata. Non riesco a ricordare quante di loro ho percosso. La maggior parte di loro sono giovani. Il capo mi supporta e mi ricompensa con dei bonus per ciò che faccio. Vengo retribuita, la mia pena viene ridotta e vengo esonerata dai lavori forzati. Posso andare ovunque nel campo e nessuno mi dà fastidio”.

"È molto triste che, nonostante lei abbia conosciuto i fatti riguardo al Falun Gong, sapesse che i praticanti sono persone gentili e avesse detto che non ci avrebbe più colpito, ha continuato a farlo: la promessa di un guadagno personale era troppo allettante per lei per poter resistere”.

Alimentazione forzata ed iniezioni

"L’alimentazione forzata è stata usata come mezzo di tortura sui praticanti del Falun Gong, così come l’iniezione di farmaci che danneggiano il sistema nervoso”.

"La signora Chen Chujun, non ancora trentenne, è stata detenuta accanto a me nella Divisione n° 7”.

"Ha fatto lo sciopero della fame per protestare contro la persecuzione e spesso urlava: 'La Falun Dafa è buona!'

"Una volta le guardie si sono precipitate dentro la cella, l’hanno percossa con i bastoni elettrici, le hanno riempito la bocca con alcuni calzini sporchi e poi l’hanno appesa per 24 ore”.

"Ogni giorno, veniva trascinata o trasportata in ufficio per l’alimentazione forzata da alcune detenute. Ha rifiutato di collaborare ed è stata coperta di vomito e di cibo”.

"È stata trasferita in diverse divisioni, torturata in ognuna di queste ed è diventata emaciata e debole”.

"Un giorno le ho posto alcune semplici domande, ma lei non ha detto nulla. Mi fissava con un’espressione assente".

Altre donne che hanno sofferto nel campo di lavoro forzato femminile di Baimalong

Mentre la signora Chen, oltre dieci anni fa è sopravvissuta alle torture nel campo di lavoro, non tutti ce l’hanno fatta.

La signora Deng Yulian è stata un’altra vittima di Baimalong. Nell’aprile del 2006, 20 giorni prima del suo rilascio, ha iniziato a tossire, ha perso sensibilità alle dita dei piedi, aveva difficoltà a camminare, la sua vista era sfuocata e ha perso il senso del gusto. A casa, l’unica cosa che riuscisse a mangiare era il porridge. Diventava più debole di giorno in giorno, i suoi muscoli erano atrofizzati ed è diventata magra come uno scheletro.

Nel febbraio 2007, la signora Deng era costretta a letto, non poteva mangiare ed era irriconoscibile per la sua stessa famiglia. È morta il 12 marzo 2007, all’età di 42 anni.

La signora Li Huijuan è una praticante del Falun Gong di Leiyang, in provincia di Hunan. È divenuta mentalmente instabile mentre era detenuta nel campo di lavoro tra il 2009 ed il 2010 e non si è ancora ripresa.

(*)GLOSSARIO

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