(Minghui.org) “Voglio trovare un persecutore e chiedergli faccia a faccia: 'Perché hai ucciso cosi tanti praticanti innocenti del Falun Gong? Cosa pensi di ottenere? Perché perseguiti la Falun Dafa?”, ha dichiarato Lakesh, un australiano indiano che il 6 giugno si è unito ai praticanti della Falun Dafa nella Chinatown di Sydney per aiutarli a smascherare la brutale persecuzione che ormai dura da 16 anni.

Il signor Lakesh è uno dei molti australiani che recentemente si sono fatti avanti per sostenere i praticanti della Falun Dafa nei loro sforzi per fermare il prelievo forzato di organi da parte del Partito Comunista Cinese (PCC) dopo aver visto il film documentario “Human Harvest” andato in onda in aprile su diverse emittenti televisive australiane. La situazione in Cina lo ha spinto a informarsi un po' di più sulla Dafa e a unirsi ai praticanti nelle loro attività per aiutarli a porre fine alla persecuzione e ha anche iniziato a imparare gli esercizi.

Praticanti della Falun Dafa parlano con i passanti sulla persecuzione e il prelievo forzato di organi dai praticanti della Dafa e altri prigionieri di coscienza da parte del PCC di fronte al municipio di Sydney
I passanti firmano la petizione che chiede di porre fine alle atrocità che accadono in Cina nella Chinatown di Sydney
Simon Zlatkin (a destra) aiuta a distribuire i volantini e a raccogliere firme per fermare il prelievo forzato di organi a Chinatown.

Anche Simun Zlatkin come il signor Lakesh si a fatto avanti per la Falun Dafa. Ha distribuito volantini a Chinatown e ha chiesto alla gente di firmare la petizione per fermare il prelievo forzato di organi.

“Questa persecuzione è molto malvagia. [Il regime comunista] non dovrebbe fare questo”, ha detto Simon. “Come possono i comunisti uccidere queste persone e vendere i loro organi?! Dobbiamo risolvere immediatamente questo problema”.

Il signor Zlatkin ha aggiunto: “Voglio fare qualcosa per aiutare a fermare la persecuzione e per portare il messaggio al nostro governo. Spero che il nostro governo prenderà delle misure per fermare la persecuzione”.

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