(Minghui.org) Il 4 maggio 2016 la signora Zhang Meiying della città di Liyang è stata rilasciata dalla prigione femminile di Nanjing, dopo aver scontato tre anni di carcere per la sua fede nel Falun Gong. Tuttavia il suo calvario non è ancora finito. Da quando è tornata a casa, gli agenti dell’Ufficio 610 (*) di Liyang e della stazione di polizia di Ximen l'hanno frequentemente molestata.

Arrestata e imprigionata

L'8 novembre 2013 la signora Huang Wenqin, anch'essa praticante del Falun Gong, è stata seguita dalla polizia mentre si recava a far visita alla signora Zhang. Gli agenti hanno fatto irruzione e arrestato le due donne senza alcun mandato, saccheggiando l'abitazione.

La signora Huang è stata condannata a quattro anni di carcere ed è morta un anno dopo.

La signora Zhang è stata condannata a tre anni di carcere ed è stata portata nella prigione femminile di Nanjing. È stata costretta a partecipare a sessioni di lavaggio del cervello, torturata e obbligata a fare lavori pesanti. A seguito delle torture e degli abusi subiti ha perso la capacità di camminare e prova tuttora dolore alle gambe. Inoltre le è stata sospesa la pensione.

Quanto segue è un resoconto personale delle sue esperienze.

Il 4 luglio 2014 sono stata trasferita nella prigione femminile di Nanjing e detenuta nella casa circondariale n.10, che fa parte del gruppo delle carceri di rigida disciplina. Sebbene la struttura è definita una “prigione civile”, in realtà è un inferno vivente.

Secondo le regole della prigione le detenute non dovrebbero fare gli straordinari, tuttavia le guardie ignoravano questa norma e assegnavano a tutte un pesante carico di lavoro. Molte detenute sono divenute affette da artrosi cervicale e dovevano fare costantemente gli straordinari fino allo sfinimento.

Le praticanti del Falun Gong che non terminavano il quantitativo di lavoro loro assegnato perdevano “punti prestazione” (punti dati alle detenute per ridurre il loro periodo di detenzione) o venivano inviate a una cosiddetta “sessione di studio” dove venivano costrette ad eseguire esercitazioni all'aria aperta indipendentemente dalle condizioni meteorologiche.

Le guardie istigavano anche le detenute criminali a torturare le praticanti. Coloro che le perseguitavano più duramente venivano premiate con molti punti prestazione.

Alle due detenute più “capaci” era stato assegnato il compito di monitorarmi per 24 ore ogni giorno incluso quando andavo al bagno. Durante la notte si univa a loro una carcerata più giovane.

Sono stata costretta a stare seduta immobile su un piccolo sgabello (*) per molto tempo e guardare video di propaganda del Partito Comunista Cinese. In seguito ho dovuto scrivere una “relazione del mio pensiero”. Sono stata anche costretta a leggere libri di propaganda del Partito, mi è stato proibito sia di parlare con le altre, sia di dormire a sufficienza. Quando cercavo di riposare, una delle detenute si sedeva intenzionalmente vicino alla mia testa.

La detenuta Chen Shuangmei ambiva a ottenere un gran quantitativo di punti prestazione, per cui era molto attiva nel torturarmi. Riferiva alle guardie quando parlavo con le altre, limitava i miei movimenti e non mi permetteva neppure di bere un sorso d'acqua.

Dopo un mese sotto costante pressione mentale ero stordita e accusavo frequenti perdite di memoria. Dimenticavo quello che volevo dire prima ancora di aver terminato un discorso e a volte perdevo conoscenza.

Il 20 agosto 201, le mie gambe hanno ceduto e non riuscivo a camminare. In due mesi ho recuperato e sono stata subito assegnata ai lavori pesanti in un laboratorio.

Chen Shuangmei ha cercato di perseguitarmi ancor più duramente per ricevere altri punti prestazione. Mi ha assegnato dei lavori difficili e mi insultava quando non riuscivo consegnare in tempo. Ha sostituito il mio sgabello con uno rotto e mi ha ridotto al minimo lo spazio di lavoro, costringendomi a sedere in una posizione scomoda. Di conseguenza ho riportato forti dolori nella parte bassa della schiena.

L'11 novembre 2014 le mie gambe hanno ceduto nuovamente e sono stata portata in ospedale. Sono stata sottoposta a un controllo di routine, ma non mi è stata data alcuna cura.

Sono stata nuovamente costretta a fare lavori pesanti. Le detenute mi hanno spinta dentro un piccolo carretto di metallo e portata al laboratorio.

Mentre la mia gamba sinistra si è ristabilita, la destra non si era ancora ripresa. Ho continuato ad avvertire dolore a entrambe le gambe.

Il 20 novembre 2015 le mie gambe hanno ceduto per la terza volta, nonostante ciò sono stata ancora costretta a fare lavori pesanti fino a Maggio 2016, giorno in cui sono stata rilasciata. Poiché le mie gambe non si erano ristabilite, ho dovuto essere portata fuori dalla prigione sostenuta da due persone.

Parti coinvolte nella persecuzione della signora Zhang:

Zhou Zhenyun (周振云), agente dell'Ufficio 610 di Liyang: +86-13301497020 (cellulare), +86-519-87261817 (ufficio)
Chen Wenxin (陈文新), agente della stazione di polizia di Ximen: +86-13801492345 (cellulare), +86-519-7896168 (ufficio)


(*) GLOSSARIO

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