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Liaoning: La proprietaria di un hotel, vittima di 11 anni di incarcerazioni e torture è stata recentemente arrestata per aver citato in giudizio l'ex dittatore cinese

07 Feb. 2016 |   Di un corrispondente Minghui nella provincia di Liaoning, Cina

(Minghui.org) Il 9 novembre 2015, la signora Jiang Wei stava ultimando i preparativi per il matrimonio di sua figlia, quando un gruppo di poliziotti ha fatto irruzione in casa e l'ha arrestata.

 
Jiang Wei

L'ultimo arresto della signora Jiang, residente nella città di Chaoyang, si è verificato in seguito ad un periodo d’incarcerazione durato undici anni (dall'ottobre del 1999 al giugno del 2012). Nel corso di questo periodo, è stata ripetutamente arrestata e rilasciata per essersi rifiutata di rinunciare al suo credo nel Falun Gong.

La signora Jiang, si ritiene vittima della persecuzione del Falun Gong voluta dall’ex leader del Partito Comunista Cinese, Jiang Zemin. Nel giugno del 2015, ha presentato la sua querela agli organi competenti e dopo cinque mesi è stata nuovamente arrestata.

Lo sconvolgimento della vita della proprietaria di un hotel

Un tempo, la signora Jiang gestiva un albergo, dove una trentina di prostitute lavoravano alle sue dipendenze e l'attività ogni anno era molto fruttifera.

Poiché in Cina le attività connesse all'esercizio della prostituzione erano una pratica comune, la Jiang non riconosceva niente d’insolito nella natura dei propri affari. Tuttavia, dopo che nel 1998 ha iniziato a praticare il Falun Gong, ha immediatamente compreso che quello che stava facendo era immorale ed ha così deciso di cessare l’attività.

La signora Jiang è rimasta sconcertata quando nel 1999, Jiang Zemin ha iniziato ad attaccare apertamente il Falun Gong. Si chiedeva, come il regime di Jiang, potesse sostenere che una pratica che insegna a essere delle brave persone, possa essere dannosa per la società. Era determinata a chiedere giustizia per il Falun Gong, tuttavia i suoi appelli al governo e alla popolazione hanno avuto come conseguenza una condanna a tre anni di lavori forzati e ad otto anni di reclusione.

La sua famiglia una volta felice è stata distrutta a causa del tempo che la signora ha trascorso in carcere. Suo marito ha chiesto il divorzio prima ancora del suo rilascio dal campo di lavoro forzato, avvenuto nel giugno del 2002, mentre le due figlie hanno dovuto crescere senza le sue cure.

Nel 2004 la Jiang è stata nuovamente arrestata e detenuta per due mesi. Una delle figlie è stata costretta a pagare tremila yuan, (circa 420 euro) (*).

Torturata per tre anni nella struttura di Masanjia

Nel mese di ottobre del 1999, dopo essersi appellata alla sede del governo di Pechino per rivendicare il diritto di praticare il Falun Gong, la signora Jiang è stata condannata a tre anni di lavori forzati da scontare presso il campo di lavoro di Masanjia, dove è stata ripetutamente torturata, come ha documentato nella sua denuncia penale contro Jiang Zemin.

La signora Jiang ha dettagliatamente documentato i 23 giorni di costanti torture, subite all'interno della Divisione 2 del campo di lavoro.

“Mi sono rifiutata di recitare le regole del campo di lavoro e sono stata sottoposta per ventitré giorni a costanti torture. Quattro detenuti mi hanno picchiata in modo tale da riportare solamente gravi lesioni interne e nessuna ferita visibile”.

“Nei giorni successivi mi hanno “appesa” e in seguito obbligata a stare in piedi per lunghi periodi in una stanza fredda, senza riscaldamento”.

“In conseguenza di questi abusi il mio viso e il mio corpo si erano gonfiati, per cui ho iniziato uno sciopero della fame, come protesta verso questa brutalità. Tuttavia, anziché essere ascoltata, sono stata nuovamente picchiata”.

“Le guardie mi hanno costretto a sedere sul pavimento di cemento dell’ufficio e mi hanno tolto le scarpe e le calze. Due di loro mi hanno calpestato le gambe, ustionato il petto e le piante dei miei piedi con i manganelli elettrici, per oltre trenta minuti”.

Nonostante lo straziante dolore, la signora Jiang si è rifiutata di rinunciare alla sua fede nel Falun Gong, e di conseguenza, le guardie l'hanno trasferita nella Divisione 1 per torturarla ulteriormente.

Vere e proprie menzogne

La signora Jiang è stata anche testimone delle menzogne diffuse dal campo di lavoro riguardo al trattamento verso i praticanti del Falun Gong.

Nel 2001, alcuni reporter della China Central Television (CCTV) hanno intervistato il capo delle guardie Qiu Ping. Dopo aver sentito Qiu vantarsi di come il campo di lavoro si prendesse “premurosamente e amorevolmente cura” dei praticanti, la signora Jiang si è precipitosamente recata al canale televisivo nel tentativo di raccontare ai giornalisti ciò che lei e altri praticanti avevano realmente subito, tuttavia i reporter l’hanno ignorata.

È stato allora che ha compreso che stavano registrando dei programmi di propaganda per diffamare il Falun Gong.

Lunghi turni di lavoro forzato

Alla signora Jiang e ad altri praticanti è stato anche ordinato di confezionare vestiti in una fabbrica lavorando fino a diciassette ore al giorno senza paga. Un giorno le guardie, al fine di rispettare una scadenza di produzione, li hanno costretti a lavorare 36 ore di fila senza mangiare e dormire. A causa del lavoro intensivo e delle condizioni fatiscenti, molti detenuti si sono inevitabilmente sentiti male.

31 giorni d'isolamento

Nel periodo della detenzione, la signora Jiang è stata tenuta in isolamento per trentuno giorni: è stata costretta a dormire su un cuscino a terra, all'interno di una stanza priva di riscaldamento. Non le è stato permesso di indossare il suo cappotto e le sono state negate anche le coperte. Allo scadere dei trentuno giorni era in uno stato di totale disorientamento. Le guardie, invece di fornirle l'assistenza medica, l'hanno ammanettata a un letto con le braccia e le gambe divaricate e l'hanno sottoposta ad alimentazione forzata. A poco a poco ha perduto la capacità di prendersi cura di se stessa e si è ammalata gravemente.

La permanenza di ventinove giorni in un ospedale psichiatrico

Viste le condizioni critiche in cui versava la signora Jiang, le guardie l'hanno inviata in un ospedale psichiatrico dove, prima di essere rilasciata, è rimasta ricoverata per ventinove giorni.

Non aveva alcun ricordo della sua permanenza in ospedale, quanto le era accaduto le è stato riferito da una donna di nome Qu Guilan alla quale la direzione del campo di lavoro aveva assegnato il compito di sorvegliarla durante tutto il giorno.

Secondo quanto racconta la Qu, nei primi giorni di ricovero, venivano somministrate giornalmente alla signora Jang sei bottiglie di farmaci per via endovenosa e tre dosi di pillole non identificate, e questo dopo che le guardie le avevano dato la consueta scarica quotidiana di scosse elettriche.

Nel giro di un mese, la signora Jiang era praticamente a un passo dalla morte. Nel giugno 2002, il campo di lavoro ha chiesto alla sua famiglia 10.900 yuan(circa 1500 euro), (*) per ottenere la libertà condizionata per motivi di salute.

Condannata a otto anni

La Jiang è stata nuovamente arrestata nella sua casa il 2 aprile del 2004. Decine di agenti hanno perquisito la sua casa e confiscato 21.000 yuan (circa 2900 euro), (*) in contanti, un orologio costoso, alcuni computer e i libri del Falun Gong. Quando sua figlia ha chiesto ai funzionari di mostrarle un mandato, è stata arrestata, detenuta per due mesi e costretta a pagare tremila yuan (circa 417 euro).

Prima di essere trasferita nel settembre 2004 nel Carcere Femminile del Liaoning (dove ha scontato otto anni), la signora Jiang è stata alimentata forzatamente con dell'acqua salata concentrata per cinque mesi.

Una volta, le guardie hanno ordinato a un gruppo di prigionieri di picchiarla con le aste delle scope. L'hanno percossa sul petto fino a lesionare i suoi polmoni. Poiché non riusciva più a respirare, è stata ricoverata in ospedale.

La Jiang è stata rinchiusa in una piccola camera d’isolamento per sei mesi e mezzo. Vomitava ogni giorno a causa del freddo e della fame, e alla fine ha sviluppato un cancro allo stomaco.

Per diversi giorni, è stata legata su di un ”letto della morte” (*) – il periodo più lungo è stato di oltre quaranta giorni. Ha lottato invano e quando è stata liberata, era come paralizzata.

Il 27 giugno 2012, tre anni e mezzo dopo il suo rilascio, è stata arrestata nuovamente per aver chiesto giustizia per le torture subite durante la persecuzione.

Antefatto

Nel 1999, Jiang Zemin, capo del Partito Comunista Cinese, scavalcando gli altri membri del comitato permanente del Politburo, ha lanciato una violenta repressione contro il Falun Gong.

Negli ultimi sedici anni, la persecuzione ha causato la morte di molti praticanti di questa disciplina. Gli agenti dell’ufficio 610, hanno inflitto su larga scala minacce, pestaggi, incarcerazioni illegali e torture ai praticanti del Falun Gong. La maggior parte di loro, sono stati torturati per la loro fede e persino uccisi per i loro organi. Jiang Zemin è direttamente responsabile per l'avvio e la continuazione di questa brutale persecuzione.

Nel 10 giugno 1999, sotto la direzione personale dell’ex leader Jiang, il Partito Comunista Cinese, ha istituito un organo di sicurezza extralegale, chiamato Ufficio 610 (*). Quest’ufficio è stato istituito per danneggiare la reputazione dei praticanti del Falun Gong, tagliare le loro risorse finanziarie e distruggerli fisicamente. Ha la precedenza sulle forze di polizia e sul sistema giudiziario e risponde direttamente alle direttive di Jiang Zemin.

La legge cinese, permette ai cittadini di ricorrere alle cause penali e molti praticanti stanno ora esercitando tale diritto, presentando denunce penali contro l'ex dittatore.

(*) GLOSSARIO

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