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Henan: Uomo di 61 anni muore dopo aver subito brutali torture

08 Feb. 2016

(Minghui.org) Il 4 gennaio 2016 è morto il sessantenne Yang Zhi, della città di Dancheng. Due anni dopo la sua liberazione da una prigionia durata undici anni.

Appena sette mesi prima della sua scomparsa, l'uomo aveva presentato una denuncia penale contro Jiang Zemin, ritenendo l'ex dittatore cinese responsabile dei suoi ripetuti arresti e della sua lunga prigionia.

Anni di persecuzioni e abusi gli hanno provocato grossi problemi alla salute. Le sue mani tremavano sempre, soffriva di mal di stomaco cronico, non era reattivo ed aveva problemi di memoria. È morto poco dopo esser tornato a casa dall'ospedale.

Di seguito è riportata l'esperienza personale del signor Yang, come dettagliato nella sua denuncia.

Una vita distrutta dalla persecuzione

Ero un uomo impulsivo e litigavo con mia moglie tutti i giorni, tuttavia, nel 1996 le cose sono cambiate quando ho iniziato a praticare il Falun Gong; sono diventato più calmo e ho imparato ad andare d'accordo con mia moglie, al punto che ho iniziato ad aiutarla nelle faccende domestiche, cosa che non era mai accaduta in passato.

Ma la mia vita felice non è durata a lungo a causa di Jiang Zemin, che dopo tre anni dall'inizio della mia pratica, ha iniziato la persecuzione del Falun Gong. Da allora, sono stato arrestato più volte e anche la mia famiglia è stata coinvolta.

Il capo della polizia locale, spesso veniva con i suoi subordinati a saccheggiare la nostra casa nel cuore della notte, spaventando mia moglie e i miei figli, allora bambini. Una volta, entrambi sono stati tenuti in un centro di detenzione per circa un anno, ed in quel periodo avevano solo quindici e tredici anni.

A causa della detenzione, i miei figli hanno dovuto abbandonare la scuola. Ora che sono cresciuti, hanno difficoltà a trovare delle fidanzate, sono tutte spaventate dalla persecuzione e anche i parenti hanno preso le distanze da noi per paura di avere dei problemi.

Primo arresto seguito da un anno di detenzione

Sono stato arrestato per la prima volta nel dicembre del 1999, ero andato a Pechino a fare appello per il Falun Gong; sono stato trattenuto nel centro di detenzione nel quartiere di Xuanwu per una settimana, prima di tornare a Dancheng.

Sono stato liberato l'anno seguente, ma dovevo comunque segnalare ogni giorno la mia presenza alla stazione di polizia della città di Wutai.

Spogliato dell'intimo ed esposto al freddo estremo

Nel dicembre del 2000 sono andato a Pechino di nuovo, a fare appello per il Falun Gong, ma sono stato arrestato non appena sono arrivato in piazza Tiananmen; la polizia mi ha picchiato così forte che da fratturartmi le costole e farmi sanguinare la bocca.

Dopo essere stato portato in una stazione di polizia, sono stato denudato e ammanettato ad un albero nel cortile, la temperatura era di -17 gradi e sono stato lasciato al freddo per cinque giorni, senza che mi venisse dato nè cibo né acqua.

Ho fatto uno sciopero della fame per protestare contro la detenzione illegale e così mi hanno portato di nuovo nel centro di detenzione della città di Dancheng. Le guardie mi hanno rilasciato 18 giorni dopo, quasi morente. Avevo perso quasi la metà del mio peso corporeo.

Due anni di lavori forzati

Dopo il mio rilascio, ogni giorno la polizia locale mi veniva a molestare a casa. Durante il Capodanno cinese nel 2001, mi hanno arrestato di nuovo e mi hanno dato due anni di lavori forzati nel Campo di Lavoro di Xuchang.

Condannato a 11 anni

Dopo il mio rilascio dal campo di lavoro, non ho avuto il coraggio di tornare a casa, così ho girovagato da un posto all'altro per evitare ulteriori arresti; ma il 24 dicembre del 2003, sono stato catturato di nuovo e mandato al centro di detenzione di Luyi, dove sono stato tenuto per un anno e mezzo.

Nel giugno del 2005, le autorità mi hanno condannato a 11 anni di reclusione e trasferito alla prigione di Xinmi, dove sono stato torturato.

Per diversi giorni consecutivi, le guardie mi hanno costretto a rimanere in una posizione fissa (in piedi, seduto o accovacciato), per 24 ore al giorno senza poter dormire o mangiare.

Poi ho ceduto e ho scritto le dichiarazioni di rinuncia alla mia fede. Ma nonostante questo, la mia vita non è divenuta più facile come promesso, sono stato seguito dappertutto da persone assegnate che mi monitoravano e mi impedivano di parlare con altri, facendomi vivere così nella paura.

Le guardie inoltre, costringevano me e altri praticanti, a fare lunghe ore di lavoro senza paga.

Ho ancora i brividi ogni volta che ricordo il mio calvario in prigione. Un capo della divisione ha affermato che non gli importava se un paio di praticanti del Falun Gong morivano. In una riunione, una guardia ha minacciato più di 200 praticanti dicendo: "vi farò soffrire ogni giorno sempre di più!" Un capitano della squadra si vantava dicendo: "Se ti uccido, non si saprà nemmeno come sei morto".

(*)GLOSSARIO

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