(Minghui.org) Un residente di Chongqing è comparso in tribunale per la seconda volta per rispondere all'accusa “di utilizzare un culto per minare l'applicazione della legge”, un pretesto standard usato dal regime comunista cinese nel tentativo di incastrare e arrestare i praticanti del Falun Gong.

Il sig. Zhang Jun è stato arrestato il 24 maggio 2016 per aver parlato alla gente del Falun Gong.
Il suo avvocato ha sostenuto che nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong e che il suo cliente non avrebbe mai dovuto essere perseguitato, avendo esercitato il suo diritto costituzionale di libertà di credo.

Il Pubblico Ministero non ha potuto specificare quale legge il sig. Zhang aveva infranto e ha ammesso: “Non abbiamo alcuna evidenza o trovato una qualsiasi legge che dice che il Falun Gong è un culto”. Le parole del Pubblico Ministero sono state registrate nel procedimento giudiziario con la sua firma.

Il sig. Zhang si è presentato in tribunale per la prima volta il 26 ottobre, dove lo stesso Pubblico Ministero ha prodotto solo alcune fotografie della presunta prova d'accusa, senza presentare dei veri elementi come richiesto dalla legge. Il giudice ha interrotto l'udienza in seguito alla protesta dell'avvocato.

L'avvocato dell'accusa si è presentato alla seconda udienza il 23 dicembre con alcuni elementi confiscati dalla residenza del sig. Zhang in seguito al suo arresto. L'avvocato della difesa ha sostenuto che la legge stabilisce che le schede SD e le chiavi flash drives, non possono essere usate come prove, perché il loro contenuto può essere facilmente adulterato. Egli ha inoltre sottolineato che il materiale confiscato non ha danneggiato nessuna persona o società in generale, tanto meno ha minato l'applicazione della legge.

L'avvocato ha richiesto l'assoluzione per il suo cliente, ma il giudice ha aggiornato la seconda udienza senza emettere un verdetto.

Il sig. Zhang, che ha iniziato a praticare il Falun Gong un anno fa, rimane nel centro di detenzione del distretto di Ba'nam.