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Mia figlia diciassettenne mi aiuta a coltivare

21 Dic. 2017 |   Di una praticante della Falun Dafa nella provincia dello Heilongjiang, in Cina

(Minghui.org) Sono una praticante della Falun Dafa, ma non mi sto coltivando bene secondo i principi della Fa di Verità, Compassione e Tolleranza. Sono stata occupata con il lavoro per la Dafa e ora mi rendo conto di aver trascurato un po’ mia figlia.

Mia figlia ha 17 anni e di recente ha cominciato ad arrabbiarsi facilmente. Mi ha detto: “Mamma, tu non mi ami davvero. Non ho nessuno. Gli altri hanno una madre e un padre, ma io non ho nessuno”.

Anche mio marito era un praticante della Falun Dafa, ma è morto a causa della persecuzione.

Ho chiesto a mia figlia: "Come vorresti che ti amassi?".

Ha risposto: "Se non sai come amarmi, come posso dirtelo?".

Le ho ingenuamente detto: "Ma pago per tutto quello che desideri".

Lei ha replicato: "Mi compri tutto quello che voglio, ma non è quello che mi interessa davvero. Ho bisogno di amore. Mi ami veramente? Ogni volta che abbiamo una discussione, pensi sempre di aver ragione. Hai mai ammesso di aver sbagliato, anche solo una volta? Mi scuso sempre con te ogni volta che ho torto! Pensi di aver fatto quello che la tua coltivazione ti chiede di fare? Direi che non l'hai fatto".

Pur ritenendo di non averle fatto nulla di male, non ho controbattuto. Come praticante ho bisogno di essere compassionevole. Per coltivare la compassione, devo innanzitutto lasciar andare le lamentele e la necessità di incolpare. Pensavo che il mio urlarle contro fosse per un suo vantaggio perché in quel modo la stavo educando, insegnandole ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Tuttavia, mia figlia mi ha detto: "Mamma, e per quanto riguarda la tolleranza? Non è tollerante se urli a qualcuno quando quella persona ha torto. La vera tolleranza consiste nel non perdere la calma quando gli altri sbagliano".

Le sue parole sono state davvero un bel promemoria per me. Qualsiasi cosa faccia, devo considerare prima gli altri.

Di solito protestavo e mi giustificavo con gli altri e guardavo verso l’esterno, ma da quando ho iniziato a guardarmi dentro, ho visto i miei errori e dove devo migliorare, e non mi sono più lamentata con gli altri.