(Minghui.org) Il signor Cao Jihai, praticante del Falun Gong e agricoltore nella Mongolia Interna cinese, è stato arrestato nel novembre 2015 dopo aver presentato una denuncia legale contro l'ex dittatore cinese Jiang Zemin per aver lanciato la persecuzione del Falun Gong. Dal 1999 l'uomo è stato perseguito più volte per la sua fede e incarcerato per un totale di 7 anni prima dell'arresto più recente. Mentre era in custodia è stato torturato quasi alla morte numerose volte e attualmente è ancora incarcerato.

Quello che segue è il resoconto personale della persecuzione che il signor Cao e la sua famiglia hanno subito prima dell'arresto avvenuto a novembre 2015.

“Ho iniziato a coltivare la Falun Dafa nel 1998 e prima di allora ho sofferto di varie malattie. Sono un contadino e il duro lavoro nei campi ha avuto un grosso effetto sul mio corpo, infatti con il tempo la mia salute si è deteriorata. Il Falun Gong ha guarito tutte le mie malattie e non mi sono mai più stancato a lavoro: il mio corpo era ringiovanito ed ero pieno di energia. Ho seguito i principi del Falun Gong di Verità-Compassione-Tolleranza e ho sempre cercato di fare buone azioni ed essere una brava persona. Ho evitato di avere conflitti con gli altri e ho sempre dato più importanza ai bisogni altrui rispetto ai miei. Ho trattato tutti con compassione e la gente del mio villaggio diceva che ero una brava persona.

Tuttavia, dall'inizio della persecuzione nel 1999, i poliziotti venivano spesso a casa mia per molestare me e la mia famiglia. La mia abitazione è stata saccheggiata molte volte e i nostri oggetti personali sono stati più volte confiscati. I poliziotti ci hanno minacciato e ci hanno proibito di parlare alla gente del Falun Gong. Hanno cercato di costringermi a scrivere dichiarazioni di rinuncia alla disciplina. Grazie ai benefici che avevo ottenuto tramite la pratica, mi sono rifiutato di rinunciare alla mia fede e ho continuato a distribuire materiale informativo per aiutare più persone a conoscere la verità sul Falun Gong

Un giorno di novembre del 2000 mentre lavoravo i miei terreni, i poliziotti mi hanno preso e portato alla stazione di polizia locale, dove mi hanno ammanettato ai tubi di riscaldamento per 24 ore, per poi portarmi all'ufficio di pubblica sicurezza. Mi hanno forzatamente divaricato le gambe in spaccata e mi hanno folgorato con manganelli elettrici, comprese le parti intime e dentro la bocca. Molti denti sono caduti a causa delle scosse. Mi hanno appeso con le manettate insieme a una praticante donna per circa 4 ore. Dopo ciò, mi hanno trasferito al centro di detenzione, dove le guardie e i prigionieri mi hanno picchiato e insultato. Sono stato poi tenuto in un centro per il lavaggio del cervello per quattordici mesi e infine rilasciato nel gennaio 2002.

Circa sei mesi dopo, tre persone del governo locale sono venute per portarmi al centro di lavaggio del cervello. Mi sono rifiutato di andare con loro, ma nonostante ció mi hanno trascinato con la forza nella loro auto. Una volta sul posto, il funzionario dell'ufficio 610 ha affermato che se mi fossi rifiutato di scrivere le tre dichiarazioni, sarei stato condannato ai lavori forzati.

Da quel momento, i funzionari dell'ufficio 610 e la polizia venivano spesso a casa mia per molestare la mia famiglia. Si rifiutavano di ascoltarmi quando cercavo di spiegare loro i fatti riguardanti il Falun Gong. Siccome continuavo a distribuire i materiali di chiarimento della verità sono stato arrestato e torturato ancora una volta. Mi hanno rotto una costola e costretto a fare docce fredde in inverno.

Dopo essere stato detenuto per metà anno, mi è stata data una condanna a tre anni di carcere: i funzionari della prigione hanno permesso alle guardie di torturarmi brutalmente. Sono stato costretto a stare in piedi per un lungo periodo di tempo e di conseguenza le gambe si sono gonfiate. Le guardie mi hanno tirato i capelli e mi hanno colpito la testa finché non sono svenuto, facendomi sanguinare la bocca e il naso. Dopo aver ripreso coscienza, hanno cambiato la mia camicia impregnata di sangue con una pulita in modo che gli altri non sapessero cosa mi avevano fatto. Ho scoperto che una costola era rotta dopo essere stato riportato in cella e nonostante questo le guardie hanno continuato a torturarmi fino al momento in cui sono stato rilasciato.

Dopo essere tornato a casa, i poliziotti e il personale dell'ufficio 610 non hanno mai smesso di molestare me e la mia famiglia. Ci minacciavano costantemente e tutti erano traumatizzati a causa dello stress che dovevano sopportare ogni giorno.

Il 12 dicembre 2009 tre poliziotti sono entrati in casa mia senza un mandato, hanno saccheggiato la nostra residenza, aperto la nostra cassaforte e rubato i nostri effetti personali. Mi hanno arrestato e portato all'ufficio di pubblica sicurezza, dove mi hanno legato su una panca della tigre. Otto poliziotti mi hanno preso a pugni e calci. Alla fine delle torture la scopa con cui mi avevano picchiato era spezzata in due e la mia faccia era gonfia e piena di ferite. Mi hanno rotto il timpano sinistro e da allora ho perso l'udito. Le mie mani erano legate a uno sgabello per impedirmi di muovermi. Successivamente, sono stato trasferito in un centro di detenzione.

Sono stato accusato di "usare un culto malvagio per interferire con l'applicazione della legge" e quando in tribunale ho chiesto al procuratore qual'era effettivamente la legge che avevo infranto, egli non è stato in grado di rispondere alla mia domanda, ma ha detto che stavano semplicemente eseguendo gli ordini.

Un giorno, all'interno del centro di detenzione ho gridato "la Falun Dafa è buona!", subito le guardie mi hanno legato a uno sgabello e mi hanno colpito e preso a calci. Ho perso altri denti a causa delle percosse.

Dopo essere stato detenuto per un anno, sono stato trasferito in una prigione dove le guardie e i prigionieri mi hanno brutalmente torturato. Il mio occhio destro e la tempia erano molto gonfi e pieni di lividi. Le guardie hanno detto che avrebbero potuto facilmente uccidermi senza dover affrontare alcuna conseguenza.

Sono stato finalmente rilasciato l'11 dicembre 2013, ma le guardie mi hanno impedito di andare direttamente a casa e mi hanno tenuto in un centro per il lavaggio del cervello altri 15 giorni prima che mi fosse stato permesso di andare.

Nell'estate del 2014 i poliziotti sono tornati nella mia abitazione per portarmi nuovamente al centro di lavaggio del cervello. Quando non sono riusciti a trovarmi, hanno minacciato mia moglie che se non mi fossi presentato mi avrebbero arrestato di nuovo. Mia moglie non ha avuto altra scelta che andare al centro di lavaggio del cervello al posto mio e rimanere per 18 giorni”.