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Heilongjiang: Praticante di Harbin condannata a quindici anni per aver acquistato delle decorazioni con sopra scritto un messaggio del Falun Gong

16 Feb. 2017 |   Di un corrispondente Minghui nella provincia dell'Heilongjiang, Cina

(Minghui.org) Il 26 dicembre 2016 la signora Cui Fenglan, una praticante del Falun Gong della città di Harbin, è stata condannata illegalmente (*) a quindici anni di carcere.

Il 6 maggio 2016 è stata arrestata dagli agenti della divisione di sicurezza interna del distretto di Xiangfang per aver acquistato delle decorazioni con sopra scritte le parole Verità, Compassione e Tolleranza (i principi del Falun Gong).

Il 18 novembre 2016 la corte del distretto di Xiangfang ha tenuto un processo in segreto senza avvisare né la famiglia né l'avvocato dell'imputata, che di conseguenza ha dovuto difendersi da sola.

La praticante si è dichiarata non colpevole ed ha chiesto alla corte di condurre un'indagine sugli agenti che al momento dell'irruzione nella sua abitazione le hanno confiscato del denaro in contanti e dei libretti di deposito bancari per un valore di 130 mila yuan (*), tuttavia il giudice ha ignorato la sua richiesta.

Il 6 gennaio 2017 il suo avvocato ha dovuto consegnare personalmente il suo ricorso in appello al giudice della corte del distretto di Xiangfang.

Dal giorno del suo arresto la signora Cui è trattenuta presso il centro di detenzione n.2 di Harbin. Da quando il processo si è concluso, un membro del personale del tribunale ha cercato continuamente di convincerla a firmare i documenti del verdetto, tuttavia lei si è sempre opposta affermando: “Non firmerò. Io non sono colpevole!”.


La signora Cui Fenglan

Storia della persecuzione

La signora Cui pratica il Falun Gong da venti anni. Dopo l'inizio della persecuzione nel luglio 1999 è stata sottoposta ad arresti, torture e detenzioni nei campi di lavoro forzato e nei centri di lavaggio del cervello. È stata inoltre licenziata dal suo lavoro e la sua famiglia è stata distrutta.

In precedenza lavorava come bibliotecaria presso la scuola di polizia armata di Harbin. Nell'aprile del 2000 i funzionari della scuola l'hanno rinchiusa per oltre venti giorni in un ufficio. L'amministrazione ha poi chiamato i suoi familiari ed i suoi amici per sollecitarli a convincerla a rinunciare al Falun Gong, tuttavia dal momento che ha continuato a rifiutarsi, il 18 maggio 2000 è stata licenziata.

Nel giugno del 2001 è stata arrestata a Pechino dove si era recata per appellarsi in favore del diritto di praticare il Falun Gong.

È stata portata e trattenuta per oltre venti giorni al centro di detenzione n.2 di Harbin. Dal momento che si rifiutava di recitare le regole del centro di detenzione è stata privata del sonno e le è stato impedito di usare il bagno. L'hanno anche costretta a stare in piedi e ad accovacciarsi per lunghi periodi di tempo.

Nel luglio del 2001 è stata nuovamente arrestata dagli agenti della stazione di polizia di Songhuajiang per aver parlato alla gente del Falun Gong ed è stata poi portata al centro di detenzione n.2 di Harbin.

Nella struttura ha fatto lo sciopero della fame per oltre venti giorni per protestare contro la detenzione illegale ed in risposta è stata prontamente alimentata con la forza.

Successivamente è stata condannata ad un anno di lavori forzati e il 14 agosto 2001 trasferita nel campo di lavoro di Wanjia. La struttura è ben nota per l'utilizzo di svariati metodi di tortura nel tentativo di costringere i praticanti del Falun Gong a rinunciare al loro credo.

Il 21 agosto 2001 i detenuti le hanno tappato la bocca con del nastro adesivo e l'hanno picchiata per essersi rifiutata di recitare le regole del campo di lavoro. La guardia Wang Min l'ha anche colpita alla faccia con una sedia causandole un taglio di un centimetro e mezzo nell'angolo sinistro della bocca.

Dopo l'aggressione la praticante ha iniziato ad accusare le vertigini, la sua vista si è offuscata ed ha riportato diversi ematomi sulla testa. Il taglio che aveva sulla bocca non smetteva di sanguinare per cui non poteva né mangiare né bere. Tuttora le è rimasta una vistosa cicatrice.


Ricostruzione della tortura: Colpire alla testa con uno sgabello

Costretta ad andarsene da casa

Dopo che la signora Cui è stata rilasciata la polizia locale ha rifiutato di restituirle la sua carta d'identità, di conseguenza per lei era più difficile trovare un lavoro e persino prendere i mezzi pubblici.

Per evitare ulteriori molestie ed arresti è andata via da casa, tuttavia anche gli alloggi che affittava temporaneamente erano spesso perquisiti dalla polizia.

Nel maggio del 2007, in un momento in cui non era in casa, le forze dell'ordine si sono intromesse nel suo appartamento ed hanno confiscato tutti i suoi libri del Falun Gong ed altri effetti personali.