(Minghui.org) La praticante sessantaquattrenne Li Xiufen residente a Yingkou, aveva già scontato due anni di lavori forzati nel 2000 e un anno di carcere nel 2016 per aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong, una pratica per corpo e mente che dal luglio 1999 è perseguitata dal regime comunista cinese.

Quando nel dicembre 2017 la donna ha presentato alle stazioni di polizia locali due documenti governativi dimostranti che la persecuzione del Falun Gong non è supportata da basi legali, è stata arrestata e intorno al settembre 2018 condannata a tre anni di carcere.

Arresto e detenzione

Il 27 giugno 2017 al termine del suo mandato è stata rilasciata, ma meno di sei mesi dopo, il 5 dicembre, è stata nuovamente arrestata quando si è recata alle stazioni di polizia di Dongqiao e di Xinxing per consegnare due documenti governativi: la lista pubblicata dal Ministero di Pubblica Sicurezza con le quattordici organizzazioni di culto tra le quali non è nominato il Falun Gong e l'annuncio n. 50 dell'amministrazione generale della stampa e pubblicazione cinese che nel 2011 ha abrogato il divieto di pubblicazione dei libri del Falun Gong.

Dopo il suo arresto, più di venti di poliziotti della stazione di polizia di Xinxing hanno saccheggiato la sua casa. In seguito, un giorno prima della scadenza della sua detenzione amministrativa, è stata sottoposta a detenzione penale ed il 19 dicembre è stata condotta al carcere di Yingkou.

L'avvocato confuta le accuse infondate

Il 6 agosto 2018 la donna è comparsa presso il tribunale distrettuale di Zhanqian ed il suo avvocato ha presentato una dichiarazione di non colpevolezza a suo nome, chiedendone l'assoluzione.

Quando durante l'udienza il Pubblico Ministero l'ha accusata di "usare un culto per minare le forze dell'ordine", un pretesto standard usato dal regime comunista cinese allo scopo di incastrare e imprigionare i praticanti del Falun Gong, l’avvocato ha ribattuto che tale disciplina spirituale non è mai stata nella lista dei culti e che nessuna legge l'ha mai criminalizzata. Ha anche sottolineato che entrambi i documenti che la sua cliente ha presentato alla polizia sono articoli governativi accessibili pubblicamente e non materiali sul Falun Gong come definito dall'accusa. L'avvocato ha inoltre sostenuto che l'atto compiuto dalla sua assistita non ha causato alcun danno alla società o ad altri e tanto meno ha pregiudicato l'applicazione della legge.

Ha poi continuato dicendo che anche se l'imputata avesse promosso il Falun Gong sarebbe stato legale perché come afferma l'articolo 36 della Costituzione: "I cittadini della Repubblica popolare cinese godono della libertà di credo religioso".

Il giudice ha riprodotto un video di sorveglianza che mostra Li mentre consegna i documenti alla polizia, ma mancava quella presunta parte in cui le parlava con i poliziotti degli effetti benefici del Falun Gong sulla salute, in base alla quale erastata rinviata a giudizio.

Prove inammissibili

La polizia, durante il processo, ha esibito un avviso di garanzia emesso nei confronti della praticante ed un elenco degli oggetti confiscati in casa sua, ma l'avvocato ha sostenuto che per legge la prova fisica degli oggetti confiscati deve essere presentata in tribunale e ha testimoniato contro la polizia per aver violato le procedure legali ai fini di arrestare la sua cliente.

Il legale ha continuato dicendo che gli agenti hanno saccheggiato l’abitazione senza mostrare alcun mandato di perquisizione, per cui hanno violato i seguenti articoli di legge:

  1. L'articolo 39 della Costituzione recita: "Le residenze dei cittadini della repubblica popolare cinese sono inviolabili. La perquisizione e l'intrusione nell’abitazione di un cittadino è vietata”.
  2. L'articolo 245 del Codice Penale stabilisce che: “Chiunque perquisisca illecitamente il corpo o il domicilio altrui oppure si introduce illecitamente nel domicilio altrui, è punito con la reclusione pari o inferiore a tre anni o con l’arresto. Il funzionario giudiziario che, abusando dei poteri inerenti alle sue funzioni, commette il fatto di cui al primo comma, è punito con pena aggravata".

Inoltre la polizia ha omesso di fornire a Li o alla sua famiglia un elenco degli oggetti confiscati che per legge devono essere identificati dal convenuto prima che possano essere utilizzati come prove dell'accusa.

Quando l’anno scorso Li è stata arrestata, gli agenti non hanno mai consegnato a lei o alla sua famiglia una copia del suo avviso di detenzione amministrativa.

Testimoni non presenti al processo

Il Procuratore ha nominato i tre testimoni dell'accusa che non erano però presenti per un confronto: il primo è Bai Zhaoyu, capo della stazione di polizia di Xinxing che ha aperto i due documenti consegnati dalla praticante e ne ha poi ordinato l'arresto, gli altri due sono Wang Pinheng e Ding Ruibin, che hanno presentato due dichiarazioni scritte quasi identiche affermando che la donna aveva parlato loro degli effetti benefici del Falun Gong sulla salute ed aveva ammesso di aver consegnato i due documenti governativi alla polizia.

Nuovamente condannata per la sua fede

Al termine dell'udienza il giudice che presiedeva la seduta non ha emesso un verdetto, ma recentemente i suoi familiari hanno saputo dall'avvocato che Li è stata condannata a tre anni di prigione.

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