(Minghui.org) Sotto il regime comunista in Cina, i praticanti del Falun Gong vengono sistematicamente arrestati, detenuti, torturati, sottoposti a lavaggio del cervello e imprigionati per la loro fede. Una famiglia nella provincia dello Hunan ha dovuto sperimentare proprio tutti questi abusi: il padre e il figlio sono stati condannati complessivamente a diciotto anni e mezzo di prigionia, mentre le loro mogli sono state arrestate in più occasioni.

Il 19 luglio la polizia ha arrestato Liao Songlin, settantasette anni di Chenzhou, e l'ha rinchiuso nel centro di detenzione di Chenzhou. Durante il processo che si è tenuto il 27 settembre nel Tribunale distrettuale di Beihu, gli agenti lo hanno ammanettato e gli hanno messo le catene ai piedi nonostante la sua età avanzata, e oltretutto gli hanno vietato di assumere un avvocato. Questa è l'ottava volta che l'uomo viene arrestato; in precedenza era stato imprigionato due volte, prima nel 2003 e poi nel 2008, per un totale di sette anni.

Suo figlio, Liao Zhijun, è stato arrestato sette volte, a seguito di una delle quali è stato detenuto in un campo di lavoro forzato e in altre tre circostanze imprigionato. Le sue condanne al carcere ammontano a un totale di undici anni e cinque mesi.

Padre arrestato otto volte per un totale di sette anni di reclusione

Liao Songlin è un pensionato del centro di accoglienza militare di Chenzhou. Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong nel 1994 molte delle sue malattie sono scomparse, inclusi problemi del sistema nervoso, tubercolosi, prostatite, problemi allo stomaco e gli effetti di una commozione cerebrale causata da un infortunio sul lavoro. Guidato dai principi di Verità, Compassione e Tolleranza ha volontariamente svolto lavori di manutenzione sul posto di lavoro, fatto riparazioni elettroniche per i vicini e partecipato alla gestione del patrimonio comunitario.

A causa della sua fede Liao è stato arrestato per un totale di otto volte. La prima è accaduta nel 2001, a seguito della quale è stato rinchiuso in un centro di lavaggio del cervello, mentre la seconda si è invece verificata nell'agosto del 2002 e in conseguenza della quale è stato rinchiuso nel centro di detenzione di Chenzhou.

Nel 2003 l'uomo è stato arrestato per la terza volta e in seguito condannato a tre anni di reclusione da scontare nella prigione di Jinshi.

Nel maggio 2008 la polizia ha nuovamente preso di mira Liao e la sua famiglia. Mentre le forze dell'ordine si stavano recando a casa dell'uomo per arrestarlo insieme a suo figlio, hanno arrestato per strada anche sua nuora. Hanno confiscato materiali del Falun Gong, DVD, lettori MP3, telefoni cellulari e oltre 5.000 yuan (circa 626 euro) in contanti. In seguito Liao è stato condannato a quattro anni di prigione, mentre suo figlio tre anni e mezzo.


Nel carcere di Jinshi un detenuto di nome Zhang Fanghua è stato incaricato di sorvegliare il praticante, che è stato costretto a fare lavori pesanti senza paga e spesso picchiato. Zhang ha anche scritto frasi che diffamavano la Falun Dafa per poi affiggerle su pareti, tavoli e pavimenti, e quando Liao ha cercato di fermarlo, gli ha ficcato nella bocca degli stracci sporchi e persino imbevuti di urina.


Nell'aprile 2011 gli agenti dell'Ufficio 610 all'interno della prigione hanno intensificato i loro sforzi per costringere i praticanti a rinunciare al loro credo, i più risoluti dei quali sono stati costretti a rimanere immobili per lunghi periodi di tempo senza dormire, accedere al bagno o lavarsi.

Nel dicembre 2016 è avvenuto il quinto arresto dell'uomo, questa volta insieme alla moglie, a seguito del quale entrambi i coniugi, sorpresi a distribuire materiali del Falun Gong in un mercato agricolo, sono stati detenuti per otto ore per l'interrogatorio. La coppia è stata sequestrata di nuovo il 3 gennaio 2017 e detenuta per sei ore e mezzo prima di essere rilasciata.

Gli ultimi due arresti di Liao hanno avuto luogo nel corso di sei mesi, il secondo dei quali, il settimo nel complesso, risale al 16 gennaio 2018; tuttavia, sebbene l'uomo sia stato presto rilasciato, è stato rimesso sotto custodia il 19 luglio. La polizia ha anche tentato di arrestare sua moglie, ma ha rinunciato a causa della sua forte resistenza.

Il praticante è stato quindi inviato al centro di detenzione di Chenzhou. Il 27 settembre è apparso nel Tribunale distrettuale di Beihu, dove gli è stato concesso di pronunciare solo poche frasi per testimoniare in sua difesa. Altri praticanti che si sono presentati per sostenerlo sono stati bloccati all'esterno e sono stati fotografati dalla polizia.

Figlio arrestato sette volte e imprigionato per undici anni e cinque mesi

Liao Zhijun, ex-funzionario addetto al controllo dei treni, è stato arrestato sette volte e imprigionato per un totale di undici anni e cinque mesi per la sua fede

Come suo padre anche il giovane Liao è stato più volte arrestato per la sua fede.

La prima cattura risale al settembre 1999, a seguito della quale è stato detenuto per un mese e multato di 5.000 yuan (630 euro). Il suo secondo arresto è avvenuto invece nel dicembre 2000 ed è stato seguito da un mese di detenzione.

Il 5 marzo 2001 Liao, dopo il terzo arresto, è stato condannato a due anni di lavori forzati, mentre dopo il quarto nel 2007 è stato rinchiuso nel centro di detenzione di Chenzhou per trentotto giorni.

Nel maggio 2008 l'uomo è stato arrestato insieme a suo padre e condannato a tre anni e cinque mesi di reclusione che ha scontato nella prigione di Jinshi. Poiché nella struttura si è rifiutato di lavorare come uno schiavo, è stato spogliato nudo e picchiato mentre era ammanettato dietro la schiena, per farlo soffrire maggiormente. Inoltre è stato ustionato con i manganelli elettrici, tenuto in un'unità di rieducazione intensiva, ammanettato e costretto a stare fermo in piedi per lunghi periodi di tempo. È stato infine rilasciato nel novembre 2011.

Nell'aprile 2013 è stato arrestato per la sesta volta e nel gennaio 2014 condannato a quattro anni di reclusione. Le guardie del carcere di Wangling, in cui era rinchiuso, hanno ordinato ai detenuti di prenderlo a calci e pugni, lasciandogli lividi su tutto il corpo; inoltre hanno proibito ai suoi genitori di visitarlo.

L'ultimo arresto è stato a maggio 2017, mentre distribuiva materiali sul Falun Gong in un mercato agricolo. I suoi genitori hanno allora assunto due avvocati, uno di Pechino e l'altro locale, per rappresentarlo, e mentre quest’ultimo è stato costretto a lasciare il suo incarico su pressione delle autorità, l'avvocato di Pechino lo ha difeso in un processo giudiziario nel febbraio 2018. A marzo il praticante è stato condannato a quattro anni di reclusione e multato 10.000 yuan (1.250 euro). L'uomo è allora ricorso in appello, ma la Corte Intermedia di Chenzhou ha confermato il verdetto originale.

Entrambe le mogli prese di mira per la loro fede

Anche le mogli del padre e del figlio praticano il Falun Gong e sono state prese di mira per la loro fede.

Nel dicembre 2000 la moglie dell'anziano Liao, Meng Qinglian, è andata a Pechino per appellarsi al governo centrale in favore del diritto di praticare il Falun Gong, nondimeno la polizia l'ha arrestata e trattenuta al centro di detenzione di Shijingshan, dove è stata interrogata e schiaffeggiata ripetutamente. Nel gelido inverno, con la temperatura a -7 C°, un agente le ha tolto il cappotto e le ha versato addosso un litro di acqua fredda. La polizia l'ha inoltre legata strettamente e le ha aperto a forza la bocca per somministrarle sostanze sconosciute.

Una volta, nel 2007, tutti e quattro i membri della famiglia, Liao, la moglie, il figlio e la nuora, sono stati arrestati e detenuti contemporaneamente.

Nell'aprile 2013 la moglie del giovane Liao, Zhang Yan, è stata arrestata nello stesso momento del marito; tuttavia lei è stata rilasciata il giorno stesso, mentre il suo coniuge è stato successivamente condannato a quattro anni di carcere.

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