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Sichuan: Donna di sessantotto anni incastrata dalle autorità e torturata durante i due anni in prigione Di un corrispondente Minghui della provincia dello Sichuan, Cina.

06 Ott. 2018

(Minghui.org) Cao Naixin di sessantotto anni è una pensionata che ha lavorato presso la fabbrica dellaseta di Naxi a Luzhou, nello Sichuan.

Il 5 Aprile 2016 la donna è stata ingiustamente accusata ed arrestata illegalmenteper un crimine non commesso, dopo che la polizia ha prodotto false testimonianzeche hanno portato la praticante ad esseresegretamente processata e condannata a due anni di prigione. La donna è stata rilasciata di recente..

La serie di eventi che hanno portato all'arresto e alla reclusione di Cao, indicano che le autorità avevano progettato l’intero incidente per incastrare la donna, che era già sotto controllo, perché praticante del Falun Gong.

Incastrata da un vigile urbano

Il 5 aprile 2016 Cao si è recata in città per un appuntamento dal parrucchiere al quale doveva seguire una visita a sua nipote. Dopo essere scesa dall'autobus si è seduta su una panchina, dove nelle vicinanze un signore anziano ed un netturbino hanno iniziato a parlare riguardo ad alcuni materiali del Falun Gong.

Allora l’anziano, che aveva con sè alcuni CD, li ha tirati fuori invitando Cao a prenderne, inserendone alcuni nella borsa della donna prima di andarsene. Un vigile, che aveva osservato la scena, l'ha fermato interrogandolo sui quei CD, dopodiché l'ufficiale ne ha presi degli altri, è andato verso la donna, glieli ha infilati nella borsa ed ha chiamato la polizia per farla arrestare.

Più tardi la polizia ha comunicato al figlio di Cao che la praticante sarebbe stata trattenuta per cinque giorni, tuttavia due giorni dopo è stata trasferita in un centro di detenzione seppureandando contro la legge.

Il 7 aprile 2016 la donna doveva presumibilmente essere interrogata, ma l'agente di polizia della Divisione di sicurezza interna continuava a scrivere senza farle domande, e quando lei ha chiesto di poter parlare, l'ufficiale le ha ordinato di firmare il rapporto e imporvi le impronte digitali. Perfino un altro agente ha firmato lo stesso documento senza leggerlo e poi se ne andato.

Processo segreto

La praticante è stata trattenuta per mesi senza essere al corrente di essere stata processata, né di cosa fosse stata accusata e nè tanto meno che avrebbe potuto assumere un avvocato difensore.

Perciò, quando è stata segretamente processata in prigione, erano presenti solo dei membri della Corte di Jiangyang poiché nessun familiare della donna era stato informato.

Quando la donna ha constatato che le accuse contro di lei erano state messe su dalla polizia di sicurezza interna durante il precedente interrogatorio, ha provato a spiegare cosa fosse accaduto, da dove proveniva il materiale, di come le prove erano state create dal vigile e del modo in cui era stata interrogata. Tuttavia, dopo aver ignorato la sua dichiarazione, l'hanno condannata a due anni di prigione.

Trasferita dal centro di detenzione, alla prigione

Per quindici mesi Cao è stata detenuta nel centro di detenzione di Naxi a Luzhou e poi trasferita in una prigione.

La donna ha dichiarato:

“Un giorno mi è stato detto che dovevo essere trasferita in un altro luogo senza dirmi dove e che dovevo andarciimmediatamente. Non mi è stato permesso di prendere nessun effetto personale come i miei vestiti o altri oggetti che si utilizzano quotidianamente; al momento del trasferimento indossavo solo delle ciabatte. Il personale del centro di detenzione di Naxi era pienamente consapevole del fatto che ero stata incastrata e condannata ingiustamente, ma temendo di essere denunciati al partito, hanno ignorato la cosa e non hanno informato la mia famiglia. Durante il trasferimento alla prigione femminile sono stata ammanettata ed incatenata.”

Cao è stata imprigionata nel reparto n.5 della prigione femminile di Longquan, dove era sorvegliata ventiquattro ore su ventiquattro da due detenute e veniva sottoposta a pressioni per abbandonare la sua fede attraverso la visione forzata di programmi diffamatori contro il Falun Gong.

In caso d'inosservanza delle regole della prigione si era costretti a stare in piedi immobile contro il muro per oltre dieci ore al giorno, le altre restrizioni previste sono ad esempio il divieto di usare il bagno.

Torturata

Cao ha dichiarato:

“Le mie gambe erano ferite e non sono mai guarite completamente. Nonostante zoppicassi, sono stata costretta a stare in piedi contro il muro per molte oreeforzata ad ascoltare programmi televisivi che diffamavano ilFalun Gong. In un'occasione la detenuta Long Qingmei mi ha chiesto cosa pensassi di quelle registrazioni, e quando le ho detto di non averleguardatemi ha presa a schiaffi. Quando poi ho riferito a una guardia di essere stata colpita, miha risposto in maniera sarcastica: “Davvero? Dove ti sei fatta male?”.

“Alle carcerate è stato comunicato che avrebbero ricevuto uno sconto di pena se avessero maltrattato i praticanti della Falun Dafa.I metodi di tortura includevano lostare in piedi per molte ore insieme alla privazione del cibo e del sonno”.

Col passare del tempo, poiché la sua gamba si era gonfiata e il pus che fuoriusciva le colava verso i piedi, la donna è stata portata all’ospedale della prigione, dove ha scoperto che i praticanti nel reparto n.6 venivano trattati ancora peggio. Quelli che persistevanonel loro credo nel Falun Gong, sono ammanettati ed incatenati alla sedia di ferro.

La signora Zhang Lihui, praticante di Luzhou, è stata vista addirittura legata ad un albero.

Tra le praticanti detenute nella prigione femminile di Longquan ci sono: Liang Wende, Luo Suizhen, Tang Tianmin, Zhang Guangxian, Yang Taizhen, Feng Deqiong, Zhang Lihui, Li Qun.

Da quando il Partito Comunista Cinese (PCC) ha iniziato la persecuzione del Falun Gong la praticante Cao è stata portata in un centro di lavaggio del cervello e rinchiusa in un campo di lavoro forzato per ben due volte.