(Minghui.org) Sono passati due mesi da quando la quarantasettenne Yang Lin, dell'Hebei è detenuta in un centro di lavaggio del cervello per aver rifiutato di rinunciare alla sua fede nel Falun Gong.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina di meditazione per corpo e mente perseguitata dal regime comunista a partire dal 1999.

Dopo che era stata costantemente messa sotto pressione da parte della polizia locale e dal suo supervisore al lavoro perché non voleva rinunciare al Falun Gong, il 9 settembre 2018 la donna è stata arrestata e portata nel centro per il lavaggio del cervello, dove ha fatto uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione e la detenzione arbitraria.

Le autorità locali hanno iniziato a prenderla di mira il 4 marzo 2018, quando la donna è stata fermata in autostrada mentre si recava da Shijiazhuang a Pechino, per far visita ad un amico. La polizia stradale ha controllato il suo documento d'identità e la patente di guida, quindi l'ha trattenuta alla stazione di pedaggio, prima che gli agenti dell'Ufficio 610 locale venissero a prenderla per riportarla a casa.

Quando il giorno successivo è tornata a lavorare alla compagnia elettrica di Shijiazhuang, il suo supervisore le ha domandato se il giorno prima avesse viaggiato verso Pechino. Yang le ha risposto che stava andando a trovare un amico, e così l'uomo ha insistito per avere il nome e l'indirizzo di questa persona, dicendo che era necessario comunicarli alla polizia.

Quando pero Yang si è rifiutata di fornire tali informazioni, venti minuti dopo è arrivato un gruppo di ufficiali del comitato di quartiere e degli affari politici e legali che ha voluto parlare con il supervisore. Dopo che se ne sono andati, l’uomo le ha detto che l'aveva protetta dall’essere portata via dai funzionari, ma in cambio lei doveva scrivergli una dichiarazione di garanzia nella quale si impegnava a non parlare più alla gente del Falun Gong. Le ha anche chiesto di poter dare un'occhiata in casa sua, poiché le autorità locali la consideravano un obiettivo da sorvegliare.

Dopo quel giorno, i funzionari locali hanno continuato a fare pressioni al suo supervisore, finché

il 13 agosto lui le ha dato un ultimatum di due giorni per rinunciare alla sua fede, prima di incorrere in severe punizioni.

Nel tentativo di chiarire loro la verità, Yang ha scritto una lettera aperta al suo supervisore e ai suoi colleghi, raccontando di come la pratica del Falun Gong l'avesse aiutata a riprendersi dai problemi cardiaci, dall'insonnia e dai reumatismi, oltre che guidarla nel fare bene il suo lavoro, e a raccontare la persecuzione illegale.

Per rappresaglia, il 10 settembre le autorità hanno mandato sul suo posto di lavoro il capo del centro del lavaggio del cervello dell'Hebei, Yuan Shuqian, che ha parlato con lei per diverse ore. Al termine del dialogo, poiché Yang ha espresso la sua ferma determinazione di continuare a praticare il Falun Gong, nove giorni dopo è stata arrestata e da allora è rinchiusa nel centro di lavaggio del cervello.

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