(Minghui.org) Il 26 e 28 ottobre 2018, Lettera da Masanjia, un documentario sulla brutalità contro i praticanti del Falun Gong nei campi di lavoro forzato in Cina, è stato proiettato durante il Cambridge Film Festival. Leon Lee, regista del film, ha riferito di aver visto molte persone tra il pubblico commossi fino alle lacrime mentre guardavano la proiezione.

Organizzatrice del festival: un messaggio forte

Iris Ordorñez, organizzatrice del festival, ha dichiarato di aver scelto Lettera da Masanjia perché attratta da argomenti umanitari e, in particolare, perché questo documentario ha trasmesso un messaggio forte con potenti elementi spirituali.

Iris ha detto che il film narra la vita di persone normali, le cui azioni sembrano insignificanti, ma hanno un impatto enorme; ritiene che il film ispirerà le persone a compiere buone azioni, influenzando positivamente la società. Infine la donna ha espresso la speranza che molte persone, guardando il film, cambieranno la situazione in Cina.

Professore australiano: la tortura è oltre l'immaginazione

John Hodges, un professore australiano di neuroscienze in pensione, ha detto di aver lavorato presso l'ambasciata cinese a Sydney. In quel periodo aveva visto protestare i praticanti del Falun Gong fuori dall'ambasciata, ed ora era lieto di conoscere meglio la situazione in Cina.

Il professore era al corrente della repressione in Cina, ma non sapeva che la tortura era così severa e brutale.

John Krich, uno scrittore e giornalista, ha detto che il documentario lo ha aiutato a farsi un'idea del Falun Gong, diffamato dal Partito Comunista Cinese; il film ha mostrato una forte fede spirituale, che ha guadagnato il suo rispetto per i praticanti del Falun Gong.

Editorialista: è improbabile che il partito comunista cambi

Philip Ward ha detto di essere rimasto molto colpito dal film. Sun Yi, il personaggio principale di Lettera da Masanjia, probabilmente ispirerà le persone a testimoniare contro il danno causato dal comunismo.

Ward ha detto: "È improbabile che il Partito Comunista cambierà", sebbene il sistema dei campi di lavoro forzati sia terminato, altri mezzi sono stati usati dal regime per perseguitare le persone.

David, un altro spettatore, ha detto che il comunismo è un'ideologia pericolosa: "Ha costretto i cinesi a piegarsi al proprio dominio con violenza e torture. Il comunismo ha fallito in numerosi Paesi, ed è un'ideologia non realizzabile".

Regista: Piccola azione ma di grande impatto

Leon Lee, regista di ‘Lettera da Masanjia’, posa accanto a un poster del documentario, durante il Cambridge Film Festival

Il regista Lee ha riferito che molte persone, dopo aver visto il film, gli hanno chiesto come avrebbero potuto aiutare: "Sono stato commosso perché ciò significa che i nostri sforzi non sono stati sprecati. Mostra anche il potere della verità. Quando le persone mi chiedono come possono aiutare, so che dopo aver appreso cosa sta succedendo in Cina, vogliono fare qualcosa per affrontare questo problema".

Lee ha attribuito l’impatto positivo sul pubblico alla perseveranza di Sun. D'altra parte, anche se l’operato di Julie, nel film, potesse sembrare banale, l'effetto è stato molto buono.

Lee spera che le persone che hanno conosciuto questi avvenimenti possano dire agli altri: "Julie è una semplice cittadina americana e questo è ciò che ha fatto nel film. Se incontraste una situazioni simili, cosa fareste?... certo, non abbiamo ricevuto una lettera del genere, ma guardando il film e imparando cosa sta succedendo, non è forse come aver ricevuto una lettera di SOS? "