(Minghui.org) Il 21 aprile 2018 Wang Zhian e sua moglie Xia Deyun, assieme alla sorella Xia Dezhen e suo marito Guo Shusen, tutti praticanti del Falun Gong di Dongying nella provincia dello Shandong, sono stati arrestati alla stazione ferroviaria della città dove si erano recati per salutare i genitori in partenza per la loro città natale, nel Nord-Est della Cina.


Quando Guo è passato dal posto di controllo, è stato fermato, probabilmente perché individuato dal sistema di sorveglianza basato sul riconoscimento facciale o in seguito all'utilizzo della sua carta d'identità, ed è stato trovato in possesso di una chiavetta USB. La polizia ha poi arrestato tutti e quattro i praticanti, ha saccheggiato le loro case e confiscato il computer, la stampante e altri oggetti personali di Guo.

Si è appreso in seguito che Guo e la sua consorte sono detenuti nel centro di lavaggio cervello di Jishu, mentre Wang e sua moglie sono rinchiusi in quello di Shengcai. Poiché tutti e quattro i praticanti hanno iniziato uno sciopero della fame, sono stati portati all'ospedale di Shengli, dove sono stati sottoposti a delle iniezioni endovenose e negate loro le richieste di visita dei propri familiari.

Persecuzione implacabile

Wang era un manager nella filiale di una società e ingegnere capo dell'Istituto di ricerca geologica del campo petrolifero di Shengli. Dopo che il Partito Comunista Cinese ha iniziato la persecuzione del Falun Gong, è stato licenziato dal suo lavoro e a partire dall'agosto 1999 detenuto per sei mesi nell'Hotel Huanghe.

Dopo l'inizio della persecuzione Xia Deyun, anche lei ingegnere presso lo stesso istituto del marito, ha perso il lavoro ed è stata condannata a due anni di lavori forzati.

Nel 2010 durante la detenzione della madre, il figlio sedicenne della coppia ha sofferto di depressione ed è stato costretto a ritirarsi dalla scuola superiore.

Nei diciannove anni di persecuzione del Falun Gong l'Ufficio 610 e il dipartimento di polizia di Binhai hanno portato circa un migliaio di praticanti impiegati nel campo petrolifero di Shengli nei centri di lavaggio del cervello della zona, due dei quali sono ancora operativi.

Almeno sei praticanti sono stati detenuti e maltrattati nel reparto di psicologia dell'ospedale di Shengli, dove sono stati sottoposti a iniezioni di farmaci che danneggiano il sistema nervoso e ustionati con scariche elettriche.