(Minghui.org) Chen Haixia è una dei tanti praticanti del Falun Gong in Cina che in questi diciannove anni sono stati detenuti per la propria fede. Da quando è stata arrestata Chen ha sofferto di pressione alta e oltre a vedersi negare la libertà condizionale, è stata costretta a sostenere un processo il 16 aprile 2018.

La praticante, una residente della città di Zhanjiang, è stata arrestata per la prima volta nel novembre 2017, dopo essere stata denunciata per aver distribuito materiali informativi sulla persecuzione del Falun Gong (una disciplina spirituale basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza) da parte del regime comunista cinese. Dopo l'arresto la polizia è inoltre andata nella sua abitazione e le ha confiscato 6000 yuan(circa 785 euro).

Pochi giorni dopo la donna è stata rilasciata, ma presto riportata in custodia senza una spiegazione nel centro di riabilitazione per drogati della città di Leizhou ed è qui che si trova attualmente.

La procura del distretto di Chikan ha inizialmente respinto il suo caso per mancanza di prove, ma a causa delle sollecitazioni della polizia, la donna si trova ora sotto accusa.

Solo quando i due avvocati le hanno fatto visita sono venuti a conoscenza delle condizioni della donna: in diverse occasioni era svenuta a causa della pressione alta e più di una volta hanno dovuto rianimarla. Dopo aver scoperto le torture che ha subito, i legali hanno presentato una richiesta di rilascio con libertà condizionale, ma senza ottenere alcun risultato.

Il giorno del processo, il tribunale distrettuale di Chikan è stato addirittura strettamente pattugliato.

Da notizie sappiamo che quando la polizia ha perquisito l'abitazione di Chen dopo l'arresto, ha confiscato la carta d'identità di suo marito, a cui non è stato permesso partecipare al processo poichè “non aveva” il documento.

Solo il padre della donna e altri due membri della famiglia sono stati ammessi all'interno del tribunale, mentre il resto dei posti sono stati occupati da più di trenta estranei.

Alcuni giorni dopo l'udienza, il padre di Chen ha fatto visita al giudice Huang Qin con una petizione per avere la libertà condizionale della figlia, ottenendo l'attenzione del magistrato che ha fatto sapere che l'avrebbe esaminata.