(Minghui.org) Zhang Chenghua, una donna di settantotto anni, è stata sequestrata il 27 marzo 2018 alle ore otto, pochi attimi dopo essere uscita dalla sua abitazione, e condotta direttamente presso il tribunale locale di Mishan. In aula il giudice Zhang Ying le ha comunicato la sua condanna ad un anno di prigione e al pagamento di una multa di 10.000 yuan (circa 1300 euro).

La sua famiglia si è precipitata in tribunale due ore dopo, appena saputo che Zhang era in aula, ma quando sono arrivati la donna era già stata trasferita presso il centro di detenzione della città di Jixi. Chiaramente l’udienza era stata un pretesto formale per emettere un verdetto di colpevolezza contro di lei.

Zhang è stata presa di mira perchè ha rifiutato di rinunciare al Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese. Arrestata la prima volta l’11 marzo 2017, la sua casa era stata subito perquisita, ma Wang Haiqing, vice capo della divisione di sicurezza interna della città di Mishan, non ha mai mostrato un mandato di perquisizione, né ha prodotto una lista degli articoli confiscati, così come richiesto dalla legge.

Durante l’interrogatorio Wang ha afferrato la mano di Zhang per rilevare le sue impronte digitali su di un documento che non le è stato permesso di leggere, ma solamente più tardi ha scoperto che si trattava di prove prodotte contro di lei.

Successivamente Wang ha contattato la nipote di Zhang e l'ha costretta a firmare un altro documento, minacciandola di inviare sua nonna al centro di detenzione locale non avesse obbedito. Più tardi la giovane donna ha scoperto di essere stata nominata come testimone a sua insaputa e senza il suo consenso.

Uscita su cauzione la praticante è stata convocata due volte dal procuratore locale: la prima volta le è stato detto di imprimere le sue impronte digitali su alcuni documenti per il suo rilascio, e lei credendo alla menzogna l’ha fatto, la seconda volta le è stato detto che il procuratore avrebbe rigettato il suo caso alla polizia se avesse firmato un documento e così la praticante è caduta nuovamente nel loro inganno.

Il 22 gennaio 2018 Zhang era a casa quando, aprendo la porta, è stata sequestrata da due persone e condotta al tribunale della città di Mishan. Subito ha chiesto loro per quale motivo le avessero nuovamente mentito e gli ufficiali responsabili del suo arresto hanno risposto che quello era l’unico modo per farsi aprire. Mentre ascoltava il procuratore Dong Ming leggere il capo d’accusa, la praticante ha realizzato in quel momento che i documenti che lei e sua nipote avevano firmato sarebbero stati usati come prova contro di lei.

Il giudice ed i suoi assistenti hanno poi cercato di farle firmare altri documenti, ma la donna questa volta ha rifiutato fermamente.

Anche se è stata rilasciata dopo la prima udienza, due mesi dopo è stata ripresa in custodia e condannata in meno di venti minuti.

I familiari della praticante hanno assunto un avvocato locale per l’appello, ma il tribunale intermedio della città di Jixi lo ha intimato di non difenderla e così non ha potuto trasmettere gli aggiornamenti sul suo caso. Il 19 aprile i familiari hanno chiamato la Corte d’Appello ed è stato detto loro che il caso non era ancora stato registrato dalla corte superiore.

Quel giorno i cari di Zhang le hanno fatto visita presso il centro di detenzione locale dove hanno appreso che la Corte d’appello aveva già inviato alcune persone a parlare con lei riguardo al suo caso. In seguito sono ritornati presso la Corte ed hanno presentato una richiesta per rappresentarla in appello, ma il giudice Yang Zongyuan li ha avvisati che non avevano intenzione di tenere un’udienza pubblica.

Ufficiale Wang Haiying: +86-467-5220366, +86-467-5232555, +86-13836516222

Tribunale intermedio della città di Jixi: +86-467-2881848, +86-467-2881953, +86-467-2881849