(Minghui.org) Il 29 maggio 2018 una residente di Shanghai di nome Liu è stata condannata per la seconda volta a tre anni di prigione per aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong, una pratica di meditazione per il benessere di corpo e mente perseguitata dal regime comunista cinese.

La donna era stata arrestata una prima volta nel 2007, ma dopo il rilascio aveva continuato a praticare. In seguito le autorità cittadine avevano parlato con suo figlio, minacciandolo di chiudergli l'attività se avesse rifiutato di collaborare con loro nella persecuzione della madre.

Le forze dell'ordine hanno anche diffidato i proprietari di immobili locali dall'affittarle un appartamento e di conseguenza lei e suo marito, entrambi sui settantacinque anni, sono stati costretti a spostarsi frequentemente. La praticante ha lavorato nella Provincia dello Xinjiang per trentotto anni prima di ritirarsi e trasferirsi a Shanghai, tuttavia la persecuzione le ha reso impossibile risiedere a lungo nello stesso posto.

Nel 2017 Liu è andata dal capo della Comunità locale Xue Shengyu per chiedere che le fossero restituiti i suoi libri del Falun Gong confiscati, nondimeno il funzionario l'ha denunciata alla Polizia, che poco dopo l'ha arrestata.

Durante il processo che si è tenuto il 29 maggio 2018 l'Avvocato ha difeso il diritto costituzionale alla libertà di credo di Liu. In risposta il Presidente del tribunale l'ha diffidato dall'argomentare sull'illegalità della persecuzione, ma il difensore ha respinto la richiesta irragionevole.

Alla fine dell'udienza il Giudice ha condannato Liu a tre anni di carcere e al pagamento di una multa di 10.000 yuan (circa 1330 euro).