(Minghui.org) Durante il suo processo, Dong Xiangru una donna di settantatré anni della città di Hangzhou ha invitato il Giudice a seguire la legge e non ripetere lo stesso errore già commesso nel precedente caso contro di lei alcuni anni fa.

Resoconto:

La praticante è stata arrestata per la prima volta nel maggio 2006 e condannata a tre anni e mezzo per aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong (noto anche come Falun Dafa), una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese. Durante la sua prigionia è stata gravemente maltrattata e più di una volta è stata portata d’urgenza al pronto soccorso per curarle le ferite e le complicazioni di salute. Fortunatamente, dopo essere stata rilasciata e aver ripreso a fare gli esercizi del Falun Gong si è completamente ripresa.

La polizia locale non ha mai allentato la presa su di lei e il 7 giugno 2017 Zhu Xijun e un altro ufficiale si sono recati a casa della praticante per cercare di costringerla a rinunciare alla sua fede. Poiché si è rifiutata, otto giorni dopo è stata nuovamente arrestata.

Alla centrale l'hanno interrogata per sei ore consecutive prima di portarla al centro di detenzione di Hangzhou, che si è rifiutato di accettarla a causa della sua pressione sanguigna alta. Alle cinque del mattino del 16 giugno la polizia l'ha riportata indietro e a mezzogiorno l’ha rilasciata su libertà condizionata per un anno.

Il 2 aprile 2018 Dong ha ricevuto una copia del verbale di accusa e il 9 maggio ha dovuto presentarsi in tribunale. Prima ha testimoniato in sua difesa, poi il suo avvocato ha presentato delle prove a suo favore, e in seguito anche un membro della famiglia ha sostenuto il diritto costituzionale alla libertà di credo della donna.

Dong testimonia in propria difesa

Il procuratore ha accusato Dong di aver violato l'articolo 300 della legge penale, "usare un'organizzazione di culto per minare l'applicazione della legge".

La praticante ha respinto le accuse infondate e ha risposto: “Poiché il Congresso del Popolo (organo legislativo cinese) non ha mai promulgato una legge che ritenga il Falun Gong un "culto", nel novembre 1999 l'ex dittatore cinese Jiang Zemin ha diretto la Corte e la Procura Suprema del Popolo a far emettere un'interpretazione della legge dell'articolo 300, che chiunque pratica o promuova il Falun Gong sia perseguito nella massima misura possibile”.

“Una nuova interpretazione che ha sostituito la versione del 1999 è entrata in vigore il 1° febbraio 2017. Quest’ultima non menziona il Falun Gong e ha sottolineato che qualsiasi accusa di coinvolgimento in una setta deve essere basata su solide basi giuridiche. Poiché nessuna legge in Cina definisce il Falun Gong un culto, le accuse contro di Dong non hanno una base legale”.

La praticante ha anche sottolineato che non stava parlando solo per se stessa, ma anche per i funzionari del tribunale che stavano ancora seguendo la politica di persecuzione. Inoltre li ha esortati a seguire la legge e ad assolvere lei e numerosi altri praticanti del Falun Gong che sono stati processati per la loro fede.

Ha poi affermato che i praticanti del Falun Gong rischiano la vita per dimostrare l’innocenza della pratica e che non è come viene rappresentata dalla propaganda del Partito Comunista Cinese.

Mancato tentativo delle autorità di fermare l'avvocato dal rappresentare Dong

Dopo di lei è stata la volta del suo avvocato che ha presentato le sue argomentazioni di difesa. Ha spiegato che era arrivato in ritardo all'udienza perché il suo Ufficio giudiziario locale aveva cercato di impedirgli di rappresentare la praticante e ha dovuto superare molti ostacoli per recarsi a Hangzhou per partecipare al processo.

Il giudice Zhang lo ha subito interrotto, ma quando è stato di nuovo autorizzato a parlare, il legale ha confutato le accuse e le prove dell'accusa contro la sua assistita. Ha continuato sostenendo che il presunto video di sorveglianza che mostrava una donna mentre distribuiva ventisei copie di materiali del Falun Gong era sfocato e che non c'erano prove che quella persona fosse la sua cliente.

Il pubblico ministero ha risposto, raccomandando una pena dai tre ai sette anni di prigione.

La famiglia difende Dong

Subito dopo l'intervento dell’avvocato, uno dei membri della famiglia di Dong ha testimoniato esortando la Corte ad assolverla. Dapprima ha iniziato confutando la dichiarazione del pubblico ministero, secondo cui la precedente incarcerazione della donna era un'indicazione che lei era recidiva e poi sostenendo che non avrebbe mai dovuto essere processata per aver esercitato il suo diritto costituzionale alla libertà di credo.

Infine ha terminato rivelando i nome degli agenti del Dipartimento di polizia locale, della Procura e del tribunale, che avevano cercato di impedire loro di assumere un avvocato.

Tribunale distrettuale di Xihu: + 86-571-88497960.

Il Giudice Zhang Yu e l'impiegato Wang Yana.

Procuratore della Procura di Xihu, Fan Lijuan e Ma Rui: + 86-571-87933726, + 86-571-87933718, + 86-571-87982000.

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