(Minghui.org) Recentemente è stato appreso che più di un anno fa un uomo incarcerato per la sua fede è morto in prigione.

La persona in questione si chiama Jin Junbo, era stato arrestato a febbraio del 2014 perchè aveva appeso alcuni volantini che informavano sulla persecuzione che il regime comunista cinese sta attuando contro il Falun Gong, una pratica per il benessere di corpo e mente basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza. All'inizio l'uomo era stato condannato a dodici anni di carcere, ma in seguito la sentenza è stata ridotta in appello a nove anni e mezzo.

Mentre Jin stava scontando la sua pena nella prigione di Dongling, era stato torturato così gravemente che un lato del suo corpo si era paralizzato. Ciò nonostante le autorità della prigione non solo si erano rifiutate di fornirgli cure mediche adeguate, ma avevano anche ordinato al detenuto Zhang Mingguang (successivamente rilasciato a dicembre del 2017) di torturarlo.

A dicembre del 2016, solo dopo che il praticante aveva avuto un'emorragia cerebrale e sanguinamento allo stomaco, la prigione aveva deciso di inviarlo all'ospedale Shenyang 739, e avevano cercato di costringere la sorella a pagare 30.000 yuan (circa 3.868 euro) in cambio della sua libertà condizionata per ragioni mediche.

Il 2 gennaio del 2017 un suo amico era andato a fargli visita in ospedale, ma gli era stato detto che era stato dimesso alcuni giorni prima. Più tardi l'amico aveva appreso che Jin era stato trasferito all'ospedale della prigione di Dongling.

Recentemente si è avuta notizia che a marzo del 2017, all'età di cinquantasei anni, Jin era morto nell'ospedale della prigione

L'uomo non è l'unica vita innocente uccisa in questa prigione, il 6 agosto del 2008 anche il praticante Zheng Shoujun era stato rinchiuso nella stessa struttura, e tredici giorni dopo era deceduto. Quando i suoi famigliari lo avevano visto, avevano notato che la sua testa era gonfia e deformata, il suo addome sporgeva e le mani erano storpiate, tutto ciò evidenziava che era stato duramente picchiato e torturato.