(Minghui.org) Il 21 maggio 2018 la praticante del Falun Gong Wu Chunhuan, della città di Qinhuangdao, è stata processata dal Tribunale di Changli dopo cinque mesi di detenzione illegale. Al processo l'Avvocato difensore ha dichiarato la sua innocenza e ha chiesto il suo rilascio.


Erano circa le nove del mattino del 24 dicembre 2017 quando Wu è stata arrestata a casa sua da otto poliziotti nel corso di un “consistente” giro di vite sui praticanti del Falun Gong, ordinato dalle autorità provinciali dell'Hebei.

Gli agenti sono arrivati a bordo di tre volanti, hanno saccheggiato l'appartamento della donna e confiscato vari oggetti personali, incluso il PC del figlio. Hanno poi ordinato al figlio (che non è un praticante) e al marito di andare con loro alla stazione di polizia della contea per essere interrogati, e sono stati rilasciati il giorno stesso.

Wu è stata invece portata al centro di detenzione n. 1 della città di Qinhuangdao, dove è rimasta rinchiusa per più di cinque mesi.


Negato agli avvocati il permesso di incontrarsi con Wu e di visionare il caso

Dopo che il caso di Wu è stato depositato presso la Procura della contea di Qinglong, l'Avvocato di Pechino, ingaggiato dai parenti della donna, ha cercato di incontrarla, tuttavia i funzionari del centro di detenzione hanno rifiutato di concedere l'incontro citando una serie di ragioni inventate.

Successivamente un altro avvocato della città di Tianjin si è recato alla Procura di Qinglong per esaminare il dossier della praticante, nondimeno è stato informato che tutti i casi del Falun Gong erano stati trasferiti nella contea di Changli.

In seguito lo studio dell'Avvocato ha subito pressioni dagli agenti di Changli, e al legale è stato chiesto di presentare prima del processo la sua intenzione di rappresentare l'imputata o in alternativa dichiarare la sua colpevolezza. In conclusione il difensore ha abbandonato il caso quattro giorni prima della data dell'udienza.

I parenti di Wu hanno allora assunto un terzo avvocato di Pechino, il quale, oltre a vedersi negare la possibilità di incontrare la sua assistita nel centro di detenzione, ha avuto un solo giorno per prepararsi al processo.

Il legale è andato al Tribunale di Changli per visionare i documenti, ma è stato fatto girare a vuoto. Una guardia gli ha detto che le persone che voleva vedere non erano presenti; dopo aver aspettato per più di un'ora al cancello, ha chiesto aiuto a un'altra guardia che stava passando, e poco dopo una funzionaria è uscita e ha esaminato la sua richiesta.

Poi è arrivato il Giudice per incontrarlo e ha controllato le sue credenziali, contattando l'Ufficio giudiziario di Pechino. L'Avvocato ha detto al Giudice: “Non dovrebbe usare l'ufficio giudiziario per fare pressioni su di me. È contro le normative esistenti”.

Alla fine il legale ha potuto consultare il fascicolo e il giorno seguente partecipare al processo.

Processo aggiornato senza verdetto

All'apertura del Tribunale, fuori dal palazzo di giustizia, c'erano molti agenti in borghese che fotografavano chiunque si aggirasse nell'area, così come coloro che si apprestavano a entrare in aula. Quest'ultimi dovevano anche mostrare la carta d'identità, che a sua volta veniva fotografata insieme alla persona.

Il Giudice e il Pubblico Ministero del processo erano rispettivamente Zhang Qiusheng e Cao Liancai.

Tra le così chiamate prove fornite dal PM, c'erano l'affermazione fittizia che Wu possedeva una stampante e una laminatrice, e alcune testimonianze fabbricate attribuite a suo marito. Tuttavia l'Avvocato ha confutato tutte le accuse nei confronti della praticante.

Durante l'udienza il legale ha citato sei casi di processi simili tenutisi in differenti regioni al termine dei quali gli imputati sono stati tutti assolti, e la notizia ha scioccato sia il Giudice che il pubblico in aula. Tutti i presenti hanno ascoltato attentamente l'arringa dell'Avvocato, che ha presentato una forte difesa per la sua cliente.

In precedenza Wu non aveva rilasciato alcuna confessione né firmato alcuna ammissione di colpevolezza, e quando ha testimoniato, ha riaffermato la sua innocenza, dichiarando di non aver infranto alcuna legge o “interferito con l'applicazione della legge” a dispetto delle accuse contro di lei. Ha inoltre affermato di essere una brava persona che segue i principi di Verità, Compassione e Tolleranza.

Il Giudice non l'ha interrotta mentre parlava.

Dopo due ore il Giudice ha chiesto all'avvocato di fare la richiesta conclusiva. Il difensore ha ribadito che la sua cliente avrebbe dovuto essere assolta, tuttavia la Corte ha aggiornato l'udienza senza emettere alcun verdetto.