(Minghui.org) Di recente ho capito il motivo per cui non riuscivo a fare attenzione alle parole: ero troppo impulsiva. Sebbene studiassi diligentemente la Fa, stavo coltivando la Falun Dafa nella complicata società della gente comune ed ero a malapena in grado di comportarmi secondo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Le mie condivisioni con gli amici praticanti erano solo discorsi vuoti. Quando non prestiamo attenzione ai nostri pensieri, come possiamo essere attenti alle parole?

Leggendo la Fa, ho notato le seguenti parole del Maestro Li:

“Quando i Buddisti insegnano a fare attenzione alle parole, intendono che le parole che una persona pronuncia siano dirette dai suoi pensieri; quei pensieri sono azioni. Quando la mente di una persona genera un pensiero, esso la guida a dire o a fare qualcosa, oppure guiderà i suoi organi di senso o i suoi quattro arti. Questo potrebbe essere un certo tipo di attaccamento che hanno le persone comuni”. (Ottava lezione, Zhuan Falun)

Il fare attenzione alle parole è difficile da applicare se non coltiviamo veramente

Durante lo studio di gruppo, un praticante ha condiviso la sua esperienza dopo essere stato rilasciato da un campo di lavori forzati. Ha detto che quando ha guardato dentro di se, ha scoperto di avere dei problemi riguardanti la vera coltivazione. Ha detto con emozione: “La rettifica della Fa sta giungendo alla fine, e ho appena iniziato a coltivare veramente. Ora presto attenzione a ogni mio pensiero e ogni volta che incontro qualche difficoltà, sia piccola che grande, cerco di praticare la vera coltivazione. Anche se si tratta solo di cambiare un idea, ho bisogno di essere attento”.

Ho avuto sentimenti contrastanti dopo averlo ascoltato. Penso che se ci "illuminassimo" senza fare azioni vere, quella non sarebbe una vera coltivazione! Per ogni attaccamento, dal momento in cui ci illuminiamo a qualcosa, c'è sempre un straziante processo di coltivazione prima che questo sia pienamente compreso.

Tutto inizia con l'identificazione dell'attaccamento umano che bisogna rimuovere. Una volta individuato, dobbiamo ripagare dolorosamente il karma persistendo con tutti i nostri sforzi, mantenendo i nostri pensieri retti in ogni momento fino a raggiungere lo standard adeguato. Solo allora possiamo chiamarla vera coltivazione. Una volta che il nostro carattere migliora, gli attaccamenti diminuiscono e la mente si calma. A quel punto, fare davvero attenti alle parole non è così difficile.

Coltivare se stessi e non gli altri

All'inizio della mia coltivazione, ho letto un bel numero di lezioni della Fa. Nonostante ciò, non sapevo come coltivare in un modo efficace. Non sapevo come guardarmi dentro. Quindi, gradualmente, ho usato la Fa per misurare gli altri invece di misurare me stessa. Ho sviluppato forti opinioni su come gli altri non fossero nella Fa, su quali attaccamenti dovessero eliminare e così via. Esprimevo le mie idee con grande consapevolezza di me stessa.

Ho due zie, anche loro praticanti. La più anziana era impegnata con suo nipote e il suo stato di coltivazione non era buono. La più giovane si è preoccupata e mi ha detto che dovevamo aiutarla. Ero d'accordo. Tuttavia, quando è arrivata la zia più anziana, è rimasta con noi soltanto per cinque minuti. Ci siamo sentite male perché non siamo state in grado di discutere con lei delle nostre preoccupazioni.

Il giorno seguente, la zia più giovane ha preso la laringite e non riusciva a parlare. Ero perplessa. Non c'era nulla di sbagliato nelle nostre intenzioni del giorno precedente. Ho pensato e ripensato. Alla fine, mia zia si è resa conto che era il suo attaccamento all'utilizzo della Fa per misurare gli altri. L'altra zia era come uno specchio per me e la zia più giovane. Subito dopo la nostra comprensione, è guarita rapidamente e la laringite è sparita.

Alcuni giorni dopo, la zia più anziana è venuta a casa mia. Questa volta, invece di usare la Fa per aiutarla ad analizzare la situazione e dirle di fare questo e quello, ho semplicemente ascoltato in silenzio. Ho colto l'occasione per esaminare me stessa. Ascoltando attentamente, ho visto molti dei miei difetti che non avevo mai notato prima. Quando l'ho incontrata di nuovo, ha detto che aveva fatto un importante passo in avanti e che era di nuovo in grado di chiarire la verità. Ero felice per lei.

In effetti, la Dafa è magica. Il Maestro ha usato la situazione di mia zia per aiutare me e l'altra zia a vedere i nostri difetti. Ora capisco che quando sono in conflitto con le persone, o qualunque cosa io incontri, senta o veda, sono tutte opportunità per me di guardarmi dentro e migliorare. Ho imparato a non usare la Fa per misurare gli altri e a non usare le mie nozioni umane per giudicare gli altri. Soprattutto, non bisogna imporre le proprie comprensioni agli altri.

Parlare delle nostre illuminazioni è mettersi in mostra

Quando la mia coltivazione è migliorata, non prestavo più attenzione a ciò che gli altri facevano male, né facevo commenti casuali su di loro. Ho colto ogni occasione per guardarmi dentro, per vedere come poter migliorare. Sentivo che il Maestro mi aiutava indicandomi cosa avevo bisogno di coltivare. Ogni singola cosa che mi si presentava conteneva elementi a cui dovevo prestare attenzione. Ho potuto vedere che stavo subendo importanti cambiamenti. Quando condividevo con gli altri praticanti parlavo del processo di guardarsi dentro. Pratico la coltivazione da così tanti anni, ma mi sembra di aver appena iniziato a imparare come farlo. Dopo un certo periodo ho capito che parlare sempre di me stessa ed evitare di parlare degli altri poteva anche essere un attaccamento, come per esempio il volersi mettere in mostra.

Una volta ho consegnato qualcosa a una praticante e lei mi ha invitato a rimanere un po' più a lungo in modo da poter condividere. Attraverso la nostra conversazione, ho scoperto che era piuttosto loquace. Tra le cose di cui mi ha parlato, ha menzionato le tribolazioni che attraversava con suo marito, e ne ha parlato in maniera molto emotiva. Mi sono sforzata di non fare commenti. Poi ho parlato della mia recente esperienza e delle mie comprensioni e non ho fatto nessun commento sugli altri.

Quando stavo per andarmene, la praticante non riusciva ad aprire la porta. Ha provato ad aprirla con una chiave, ma non ha funzionato. Ho pensato: “Questa non è una coincidenza. Forse non avrei dovuto rimanere così a lungo. Oggi non mi sono comportata bene”. Non appena il pensiero è emerso, ho afferrato la maniglia e la porta si è aperta! Sapevo che questo era un avvertimento del Maestro: avrei dovuto prestare attenzione alle mie parole e parlare meno. Dopo essere tornata a casa, mi sono sentita un po' stanca. Mi ci sono voluti diversi giorni per correggere il mio comportamento. Sapevo solo che avrei dovuto coltivare il mio modo di parlare. Ma in realtà non capivo in che modo.

Dopo aver parlato con l'altra praticante della mia tribolazione, ha detto: “Ti stai guardando dentro, il che significa che il Maestro si prende cura di te, ma non è il mio caso. Non ho sentito nulla. Forse non ho fatto bene nella coltivazione e il Maestro non si prende cura di me”. Sono rimasta scioccata. Cosa di quello che ho detto l'ha spinta di pensare in questo modo? Più tardi, mentre recitavo lo Zhuan Falun, mi ha colpito una parte del Mettersi in mostra.

Il Maestro ha detto:

“Noi pratichiamo la coltivazione tra la gente comune e, a causa di ciò, tanti nostri studenti non riescono ad abbandonare molti loro attaccamenti, spesso diventati così naturali che nemmeno li notano più. La tendenza a mettersi in mostra può manifestarsi in ogni situazione, perfino quando si compie una buona azione”. (Zhuan Falun)

“Anche fra noi ci sono casi di questo tipo, dove qualcuno si vanta di praticare un po’ meglio degli altri, oppure di avere una visione più chiara con il terzo occhio o di fare gli esercizi un po’ meglio degli altri”. (Zhuan Falun)

Ho iniziato a capire che quando condividiamo le esperienze di coltivazione, possiamo parlare di ciò a cui ci siamo illuminati. Ma, allo stesso tempo, dobbiamo prestare attenzione a ciò che diciamo e farlo con la giusta moderazione. Tutti sono a un livello diverso e hanno stati di coltivazione differenti. Potremmo trovarci di fronte allo stesso problema, ma capire le cose in modo totalmente diverso. Questo ci porta a gestire un certo problema diversamente. Quando parliamo troppo della nostra comprensione, possiamo facilmente cadere nello stato di mettersi in mostra. Inoltre, rischiamo di interferire con le comprensioni degli altri praticanti e causare gelosie.

Non agire intenzionalmente

In passato, aiutavo spesso i praticanti a mettere insieme le condivisioni scritte per celebrare la Giornata della Falun Dafa. Ho pensato che presentare un articolo di condivisione significava essere al passo con la rettifica della Fa. Così anch'io volevo scrivere la mia condivisione. Il giorno dopo, la mia tastiera si è rotta. Ho pensato: “È successo per impedirmi di scrivere? È sbagliato condividere ciò che intendo scrivere?”. Ero sorpresa.

Diversi giorni dopo, un altro praticante mi ha portato diversi articoli di condivisione. Ha detto di aver parlato con alcuni praticanti e tutti erano desiderosi di partecipare. Così hanno scritto le loro condivisioni per stare al passo con la rettifica della Fa, come gli avevo suggerito. Quando è arrivata la data di scadenza, abbiamo ricevuto tante condivisioni. Ce n'erano alcune molto buone. Ma almeno la metà era senza un vero contenuto. Non esprimevano neanche la gratitudine nei confronti del Maestro e non erano adatte per essere pubblicate su Minghui. Non riuscivo a smettere di pensarci. Perché era successa una cosa del genere? Dove avevo sbagliato? All'improvviso mi è venuta in mente la poesia del Maestro.

“Fare unicamente cose buone è ancora azione,
rimuovere gli attaccamenti è veramente non azione”.

(Non azione, Hong Yin)

Ho visto che il mio desiderio di scrivere una condivisione era forzato. Volevo farlo perché avevo paura di non essere al passo con la rettifica della Fa. Questo è ciò che pensavo ed era ovviamente un attaccamento. Quando ho condiviso con gli altri, questa mia intenzione si è manifestata in quello che dicevo. Questo ha influenzato gli altri, specialmente quelli che non avevano visto l'annuncio su Minghui. Ne erano stati messi al corrente, perché io gliene avevo parlato. Tutti volevano scrivere una condivisione perché nessuno voleva essere escluso dalla rettifica della Fa. Questo è diventato quasi un'interferenza. È stata una grande lezione.

Il Maestro ha detto:

“Vi dirò una verità, l'intero processo di coltivazione di una persona consiste nell'abbandonare incessantemente gli attaccamenti umani”. (Zhuan Falun)

“Il livello del vostro gong è elevato tanto quanto la vostra xinxing; questa è una verità assoluta”. (Zhuan Falun)

Se non coltiviamo il nostro carattere, tutto ciò che facciamo di proposito non ci aiuterà a migliorare. Ad esempio, in passato, c'erano praticanti che sentivano di dover fare causa all'ex dittatore cinese Jiang Zemin. Se non lo avessero fatto, credevano che non avrebbero raggiunto il compimento. C'erano anche quelli che credevano che salvare più esseri senzienti fosse un modo per accumulare virtù.

Questo mi porta alla poesia del Maestro:

“Costruire templi, venerare divinità – sono veramente impegnati,
senza sapere che le loro azioni non portano a nulla;
Illusi e smarriti, sognano invano la strada per il Paradiso Occidentale,
procedendo alla cieca, camminano nella notte, cercando di afferrare la luna nell'acqua”.

(Agire con un intento, Hong Yin)

Cosa ho imparato

Ora capisco che i Fashen del Maestro si prendono cura di tutti i discepoli della Dafa. Siamo discepoli della rettifica della Fa. Dobbiamo fare ogni giorno le tre cose richieste ai praticanti, guardarci dentro e seguire il corso naturale delle cose senza nessuna intenzione. Quando condividiamo con gli altri, non dobbiamo mescolare gli attaccamenti umani e le nostre nozioni né lasciare che i nostri desideri prendano il sopravvento in maniera incontrollata, dobbiamo essere padroni delle nostre azioni.

I discepoli della Dafa devono prendere la Fa come loro Maestro. Per la coltivazione sono davvero necessari sia lo studio della Fa di gruppo che le condivisioni. Al tempo stesso bisogna condividere in modo serio e dobbiamo prestare attenzione a ciò che diciamo. Quando non siamo attenti rischiamo di interferire con gli altri e con la loro capacità di coltivare diligentemente.