(Minghui.org) La polizia di Shenzhou, nell’Hebei, in un raid di tre giorni ha saccheggiato le case di quindici praticanti del Falun Gong sequestrando oggetti personali, computer, stampanti, lettori MP3, libri della disciplina, opuscoli informativi e arrestando anche cinque praticanti donne.

La mattina del 9 gennaio sono state perquisite le case dei praticanti Genshen, Yanju, Hanlin e Dongzhan, e nel pomeriggio, quella di

Dai Pengpeng. Dongzhan e Pengpeng sono stati arrestati e rinchiusi nel centro di detenzione di Shenzhou, mentre la moglie di Dongzhan è stata portata in una prigione di Shenzhou per scontare una pena di quindici giorni.

Nello stesso giorno quattro agenti del Dipartimento di polizia di Shenzhou sono andati a casa di Sun Li e dopo averle sequestrato il computer e la stampante, l'hanno arrestata e portata al centro di detenzione di Hengshui. In centrale i poliziotti l'hanno interrogata e tentato di costringerla ad ammettere di aver infranto la legge, ma lei ha rifiutato affermando di non aver fatto nulla di sbagliato, poi l'hanno trascinata per i capelli e l'hanno colpita alla testa con un cellulare. Saputo dell'accaduto la sua famiglia ha ingaggiato un avvocato per difenderla.

Il 10 gennaio la polizia ha arrestato il praticante Zheng Cangzhen dal villaggio di Donganzhuan e ha saccheggiato la sua casa.

A casa di un praticante, un agente ha tentato di strappare dei poster sul muro, ma dopo essere stato fermato ha iniziato a calunniare il Falun Gong. Quando poi il praticante gli ha mostrato dei documenti legali e gli ha spiegato che i libri del Falun Gong non erano più vietati, l'ufficiale se ne andato via bruscamente senza dire una parola.

Diversi agenti di polizia hanno cercato di sequestrare i libri e delle foto del Maestro Li Hongzhi (il fondatore del Falun Gong) dalla casa di un altro praticante, il quale li ha fatti andare via inviando un pensiero retto: "Fermatevi!". In quell'istante gli ufficiali hanno rinunciato al loro intento.

Da notare che alcuni funzionari del villaggio ha fatto trapelare informazioni ai praticanti per aiutarli a evitare di essere perseguitati.