(Minghui.org) Cinque anni dopo essersi laureato, Li Ming, originario della Cina nord-orientale, è stato condannato a quindici anni di carcere per aver parlato con la gente della sua fede nel Falun Gong, una pratica di coltivazione per mente e corpo che dal 1999 è perseguitata in Cina. Quando finalmente nel gennaio scorso è stato rilasciato, a casa ha trovato una situazione drammatica: la madre emaciata e costretta a letto ed il padre malato che riusciva a malapena a gattonare.

Li, ora quarantenne, nel 1995 era stato ammesso al Politecnico dell’Henan, che è una delle migliori università della provincia, e contemporaneamente aveva anche iniziato a praticare il Falun Gong. Tuttavia, nello stesso anno in cui si è laureato ha avuto inizio la persecuzione del Falun Gong. In seguito ha ricevuto un’ottima offerta di lavoro in un’altra città, ma ha rinunciato preferendo rimanere presso l’ateneo locale per poter chiarire la verità ai suoi concittadini, spiegando loro quanto la persecuzione fosse sbagliata.

Tuttavia nel dicembre 2004, mentre parlava con la gente della pratica qualcuno, ingannato dalla propaganda del regime comunista cinese contro il Falun Gong, lo ha segnalato alla polizia che, dopo essere sopraggiunta sul posto, lo ha arrestato.

Più tardi, durante il processo al termine del quale aveva ricevuto una condanna a quindici anni da scontare presso la prigione di Xinmi nell’Henan, Li ha estratto uno striscione con scritto "La Falun Dafa è buona" e l'ha tenuto aperto sopra la sua testa.

Nella prigione Xinmi, i praticanti del Falun Gong vengono torturati nel tentativo di costringerli a rinunciare al loro credo. Durante la lunga prigionia, anche lui è stato privato del sonno, costretto a stare fermo, seduto o accovacciato per interi giorni e picchiato ferocemente quando rifiutava di eseguire le richieste delle guardie: ciononostante la sua fede non ha mai vacillato.

Li è poi stato anticipamene rilasciato a gennaio di quest’anno e quando i praticanti locali sono andati a prenderlo, sono rimasti sconvolti nel vederlo gravemente malnutrito, con la carnagione scura e parzialmente calvo.

Quando poi, dopo diversi giorni di viaggio, è ritornato nella sua città natale nel nord-est della Cina, una volta entrato in casa si è trovato di fronte una scena drammatica: la madre paralizzata costretta a letto e il padre che, nonostante fosse gravemente malato da non poter più camminare, stava lottando per prendersi cura di sua moglie e fare le faccende domestiche.

I suoi genitori sono sempre stati fieri di avere un figlio sano, leale, premuroso, intelligente e bravo studente che purtroppo, per la sua fede nei principi di Verità, Compassione e Tolleranza, è stato trattato come un criminale ed ha passato gli anni più produttivi della sua vita in prigione.

Negli ultimi quindici anni, nel tentativo di far liberare il loro figlio ingiustamente imprigionato, si sono costantemente recati presso varie agenzie governative. Nondimeno, questa continua pressione e stress accumulati nel tempo hanno peggiorato la loro salute e non si sono più potuti curare perché avevano finito i soldi.