(Minghui.org): Il 15 dicembre scorso nella città di Nanchong, provincia dello Sichuan, la praticante cinquantenne Chen Bihui è tornata a casa dopo aver trascorso diciannove mesi in prigione per la sua fede nel Falun Gong.

Nel tentativo di farla rinunciare alla pratica spirituale, durante i mesi di detenzione nella prigione femminile di Chengdu, la donna è stata torturata e sottoposta a intense sessioni di lavaggio del cervello .

Torturata nella prigione femminile di Chengdu

Per dieci ore al giorno Chen lavorava nel laboratorio della prigione ed è stata costretta a guardare i filmati di propaganda diffamatoria contro il Falun Gong senza poter chiudere gli occhi per tutta la durata delle immagini.

Inoltre è stata costretta a rimanere in piedi senza potersi muovere nella cella per più di dieci ore al giorno, a volte fino alle due o alle tre del mattino, permettendole di dormire solo per poche ore sul pavimento. I suoi piedi e le sue gambe erano diventate così gonfie che aveva difficoltà a camminare.

Una volta cadendo si è ferita ad un piede, ma l’hanno obbligata a stare in piedi fino all’ora dei pasti, concedendole solo all’ora di pranzo un breve intervallo facendola sedere su una pila di libri e giornali collocati sul pavimento.

Inoltre non le era permesso di comprare alcun tipo di detergente per l’igiene personale o di farsi una doccia, era obbligata a lavarsi i vestiti nel lavabo del bagno e indossarli ancora bagnati.

I sorveglianti della prigione hanno cercato di costringerla ad assumere dei farmaci per la pressione alta, ma Chen si è rifiutata. In seguito la guardia Yang Yonghong le ha messo una camicia di forza e le ha infilato uno straccio sporco in bocca e l’ha fatta portare all’ospedale da quattro detenuti.

Poiché si è rifiutata di scrivere la dichiarazione di garanzia come prova di rinuncia al Falun Gong, è stata insultata e picchiata dalle guardie, che le hanno lasciato molti lividi sul petto.

Gli arresti

Chen e sua sorella Chen Xiulian sono state prima pedinate e poi il 16 giugno 2016 sono state arrestate nei pressi di un mercato locale nel distretto di Shunqing. Gli agenti della stazione di polizia distrettuale e della divisione di sicurezza interna hanno portato le due sorelle al Centro di Detenzione di Huafeng.

La polizia non ha informato la famiglia, che ha saputo dei loro arresti solo il giorno seguente. Successivamente, le due sorelle hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione.

Visita negata all'avvocato

La famiglia di Bihui ha assunto l'avvocato Guo Haiyao per rappresentarla in tribunale. Tuttavia, la visita dell’avvocato nel centro di detenzione è stata interrotta quando la guardia di turno ha riconosciuto il noto avvocato, distintosi per le cause sui diritti umani a Pechino, e a quel punto la praticante è stata subito portata via.

Guo ha protestato con la guardia e gli ha fatto notare che stava violando le procedure. In seguito i parenti della donna hanno assunto un altro avvocato, Tang Tianhao che ha fatto visita alla cliente il 3 agosto.

A gennaio del 2017 le due donne sono state entrambe condannate a due anni e mezzo di carcere dal Tribunale distrettuale di Shunqing. Successivamente le due sorelle hanno fatto appello, ma in aprile i verdetti sono stati confermati e il 3 maggio sono state trasferite nella prigione femminile di Chengdu, dopo essere state detenute per dieci mesi.

Condanne precedenti

Chen Bihui, il 26 novembre 2006, era stata arrestata per la sua fede nel Falun Gong con altri sette praticanti, dagli ufficiali della stazione di polizia distrettuale nella casa di suo padre. La sua abitazione era stata saccheggiata, e la donna dopo essere stata detenuta è stata in seguito portata in un campo di lavoro forzato.

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