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Taiwan: Messa in evidenza la persecuzione del Falun Gong durante la conferenza indo-pacifica

29 Marzo 2019 |   Di un corrispondente Minghui

(Minghui.org) In una recente conferenza internazionale sulla libertà religiosa nella regione indo-pacifica, alti funzionari come Sam Brownback, ambasciatore degli Stati Uniti per la libertà religiosa internazionale e William Brent Christensen, direttore dell'American Institute in Taiwan (AIT), hanno sollevato la questione della persecuzione del Falun Gong.


La conferenza di due giorni, intitolata “Forum regionale sulla libertà religiosa del 2019: Dialogo della società civile sulla protezione della libertà religiosa nella regione indo-pacifica”, ha avuto inizio l'11 marzo a Taipei. All'evento hanno partecipato circa settanta rappresentanti di organizzazioni religiose provenienti da 15 differenti nazioni. Tra gli argomenti discussi vi era la persecuzione da parte del Partito Comunista Cinese (PCC) contro praticanti del Falun Gong, cristiani, tibetani e uiguri.

Ambasciatore degli Stati Uniti: La libertà religiosa dovrebbe essere la norma

11 marzo 2019 - Sam Brownback, ambasciatore degli Stati Uniti per la libertà religiosa internazionale, parla al forum di Taipei per la libertà religiosa

Nel suo discorso al forum, Brownback ha chiesto a Pechino di porre fine a tutte le forme di persecuzione religiosa in Cina. Ha affermato: “Il governo cinese è in guerra con la fede. Ma è una guerra che non vincerà!”. L'ambasciatore ha inoltre elencato gli abusi dei diritti umani perpetrati contro gruppi quali: cattolici, musulmani, tibetani e praticanti della disciplina spirituale del Falun Gong.


Brownback ha osservato: “Il governo cinese ha arrestato e, secondo quanto riferito, torturato i praticanti del Falun Gong, che stando a stime credibili sono stati imprigionati a migliaia”. Secondo il sito web Minghui.org, da quando nel 1999 ha avuto inizio la repressione del gruppo, almeno 4.200 praticanti hanno perso la vita mentre si trovavano sotto custodia della polizia o a causa dei maltrattamenti subiti durante la detenzione. Oltretutto, a causa del blocco delle informazioni in Cina, il numero è probabilmente molto più alto.

Ha aggiunto: “Come qui a Taiwan, la libertà religiosa dovrebbe essere la norma per tutte le persone della regione indo-pacifica e del mondo”.

Funzionari di Taiwan: Sostenere gli oppressi dai regimi autoritari

Durante la cerimonia di apertura del forum, la presidentessa taiwanese Tsai Ing-wen ha riconosciuto che la libertà di credo è a rischio in molte parti del mondo. Ha affermato che, dopo aver testimoniato la sofferenza che le persone provano per il fatto di essere private dei propri diritti e della propria identità, Taiwan “si schiererà dalla parte di coloro che sono privati dei loro diritti religiosi o oppressi da regimi autoritari”.

William Brent Christensen ha elogiato il modello democratico di Taiwan e “l'enorme successo nel fornire protezione legale e rispetto a una vasta gamma di fedi”, tra cui il “Falun Gong, i cui praticanti si radunano liberamente per meditare all'alba nei parchi cittadini”. Ha inoltre affermato che la libertà religiosa è parte dei valori universali che trascendono ogni nazione o razza.

Mettere fine alla persecuzione religiosa

Brownback ha ringraziato Taiwan per essere stato “amico e partner nella promozione di una regione indo-pacifica libera e aperta”. Ha aggiunto: “Per gli Stati Uniti, e certamente per questa amministrazione, quella di promuovere la libertà religiosa in tutto il mondo è una priorità della politica estera”.

Sette praticanti del Falun Gong si sono uniti a rappresentanti di altri gruppi religiosi durante il forum sulla libertà religiosa

In una conferenza stampa è stato chiesto a Brownback se, nel prossimo futuro, il governo degli Stati Uniti avrebbe intrapreso un'azione per fermare la persecuzione del Falun Gong in Cina e sulla possibilità di utilizzare il Global Magnitsky Act per colpire i funzionari cinesi coinvolti nella persecuzione religiosa. L'atto, convertito in legge nel 2016, prevede sanzioni nei confronti degli individui che commettono violazioni dei diritti umani, tra cui il congelamento dei loro beni negli Stati Uniti e il divieto di ingresso negli Stati Uniti.

Nella sua risposta, Brownback ha dichiarato di non poter fornire dettagli sul piano del governo degli Stati Uniti. Ha confermato, tuttavia, che al Congresso si sono svolte discussioni su come “perseguire in modo più energico la libertà religiosa”. Un esempio è il pastore Andrew Brunson che, tramite le sanzioni imposte dal governo degli Stati Uniti, è stato salvato con successo da una detenzione di due anni in Turchia.

L'ambasciatore Brownback ha infine sottolineato che la libertà religiosa promuoverà i diritti umani e con essa una più forte economia e prosperità sociale.