(Minghui.org) Una donna di cinquantasette anni è stata picchiata dalla polizia dopo essersi rifiutata di firmare una dichiarazione contraffatta che la accusava di praticare il Falun Gong, una disciplina per la mente ed il corpo perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Zhou Minglan è imprigionata nel centro di detenzione numero due di Qingdao dal giorno del suo arresto avvenuto il 10 marzo 2019; la donna è stata denunciata per aver distribuito materiale del Falun Gong nel villaggio di Jiaozhou situato nella provincia dello Shandong. Suo marito è molto preoccupato per le sue condizioni.

Maltrattata e minacciata

Zhou è originaria della provincia dello Sichuan: nel 2017 si è trasferita nella città di Jiaozhou per evitare di essere arrestata per la sua fede, ma è stata arrestata due anni dopo a causa dei suoi continui sforzi per sensibilizzare la gente nei confronti della persecuzione della pratica.

Mentre si recavano alla stazione di polizia un agente, quando lei gli ha consigliato di non prendere parte alla persecuzione, l’ha presa a schiaffi.

Alla stazione di polizia gli agenti hanno cercato di forzare la donna a firmare una falsa trascrizione dell’interrogatorio, ma quando Zhou si è rifiutata di assecondarli è stata avvolta in una tenda ed un agente le ha sbattuto la testa contro il muro per diverse volte, lasciandole il capo dolente per più di quattro giorni. La polizia ha ripetutamente gridato alla donna: “Se continui a non cooperare ti sotterreremo viva”.

La polizia ha poi portato Zhou in una stanza senza telecamere dove le guardie le hanno intimato di inginocchiarsi, ma la donna si è rifiutata ed è stata scaraventata a terra: nell’impatto il suo ginocchio sinistro è stato ferito gravemente.

Quando Zhou ha dichiarato che il Falun Gong è legale in Cina e che insegna alle persone ad essere buone, un agente le ha colpito il viso con una scarpa e subito dopo, insieme ad altre guardie, ha costretto la donna a lasciare le sue impronte digitali sulla dichiarazione che avevano preparato.

Dal momento in cui è stata arrestata, alle nove del mattino del 10 marzo, la polizia non ha fornito alla donna nessun tipo di cibo, né acqua fino alla sera dell’11 marzo quando è stata portata al centro di detenzione. Durante la visita medica per l’accettazione alla prigione la praticante non era in grado di parlare a causa della sete, così le è stato concesso di bere un bicchiere d’acqua.

Vita rinnovata grazie al Falun Gong

Zhou è nata in una famiglia povera, è la quarta di sette figli ed i suoi genitori non avevano soldi per mandarla a scuola. Si è sposata all’età di vent’anni, ma suo marito aveva un brutto carattere e la maltrattava spesso picchiandola e insultandola.

I suoi suoceri la bullizzavano e si approfittavano di lei: a causa delle continue sofferenze la donna ha provato diverse volte a togliersi la vita ma ogni volta è stata salvata.

In seguito ha chiesto il divorzio ed ha cresciuto suo figlio da sola.

La serie di sfortunati eventi è continuata con dei problemi di saluti; la donna ha avuto problemi allo stomaco ed al fegato, oltre ad altri sintomi. Nell’ottobre del 2008 si è rotta una gamba mentre era a lavoro, è stata costretta in ospedale per sette mesi ed ha speso tutti i suoi risparmi, ma le sue condizioni non miglioravano.

Nel dicembre 2009 Zhou è stata introdotta alla pratica del Falun Gong e dopo un mese di pratica degli esercizi la sua salute è migliorata e tutti i sintomi sono scomparsi.

La praticante si è riscoperta più compassionevole e gentile, si è risposata con il suo ex marito ed ha iniziato a prendersi cura dei suoceri.

La donna ha cominciato a condividere la sua storia con altre persone ed a chiarire la verità riguardo alla propaganda demoniaca perpetrata dal regime comunista nei confronti del Falun Gong. Il 2 agosto 2017, dopo che la polizia è venuta a saperlo, ha fatto irruzione nella sua casa e le ha sequestrato computer, stampante e tutto il materiale relativo al Falun Gong. Al momento dell’irruzione la praticante non era in casa, così gli agenti ha arrestato il figlio e lo ha trattenuto per un giorno presso la stazione di polizia.

Alcuni agenti si sono appostati fuori dalla sua abitazione per arrestarla al suo ritorno, così Zhou è stata costretta a trasferirsi nella provincia dello Shandong, dove è stata però arrestata due anni dopo.