(Minghui.org) Gu Minglong, un residente di Baoding, è stato condannato a cinque anni di prigione per non aver rinunciato alla sua fede nel Falun Gong, una disciplina che aiuta corpo e mente attraverso il miglioramento personale, e perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il praticante cinquantaseienne è stato arrestato il 18 luglio dello scorso anno, mentre distribuiva materiale sul Falun Gong nel villaggio di Niudian. Saputo dell'accaduto la sua famiglia è andata a chiedere il suo rilascio, ricordandogli che nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong, ma la polizia ha rifiutato di ascoltarli.

Anche se la prima volta la Procura locale ha restituito il caso alla polizia per prove insufficienti, alla fine ha approvato l'arresto il 3 agosto e lo ha inoltrato al Tribunale di Dingzhou, che a fine febbraio scorso ha condannato Gu a scontare cinque anni nella prigione di Tangshan.

In precedenza Gu era stato arrestato il 26 maggio 2017, mentre affiggeva locandine con informazioni sul Falun Gong. In quella circostanza, dopo avergli saccheggiato la casa e confiscato i libri del Falun Gong, il computer e altri oggetti personali, gli agenti lo avevano preso a calci e dato un pugno in faccia, causandogli un livido all'occhio sinistro ancora visibile dopo più di un anno. Poi l'avevano legato e portato alla stazione di polizia, dove un agente l'aveva schiaffeggiato sul viso, perché li aveva esortati a non partecipare alla persecuzione.

Gu era stato poi recluso nel centro di detenzione di Dingzhou fino al 4 giugno 2017.

Il praticante è un muratore che dopo aver appreso il Falun Gong e seguendone gli insegnamenti, ha cambiato il suo temperamento nervoso, smettendo di combattere e maledire gli altri, e compreso l'errore ha inoltre pagato i salari arretrati ai suoi dipendenti che avevano lavorato per lui dieci anni prima.