(Minghui.org) Leng Xuefei si trova in una situazione disastrosa, dopo che a giugno dello scorso anno l'ufficio di previdenza sociale locale ha iniziato a trattenerle la pensione, le ha anche richiesto di restituire le indennità già ricevute durante i suoi tre anni e mezzo di prigione. Leng era stata condannata per aver praticato il Falun Gong e durante quel periodo di reclusione, tra il 2013 e il 2016, a causa dell'estrema tortura fisica subita nel tentativo di costringerla a rinunciare alla sua fede, la praticante è quasi morta.

In seguito l'ufficio di previdenza sociale ha interrotto la sua pensione, utilizzando i fondi trattenuti per pagare l'importo che lei si rifiutava di restituire. Come giustificazione, l'ufficio ha citato un recente avviso da parte dei superiori, che impedisce alle persone di ricevere prestazioni pensionistiche mentre scontano pene in carcere. Ora coloro che in passato ne hanno usufruito, sono tenuti a restituire l'intero importo.

Leng non è la prima praticante del Falun Gong che deve affrontare una tale devastazione finanziaria voluta dal regime comunista cinese, il quale nel 1999 aveva promesso di "rovinare i praticanti economicamente, distruggerli fisicamente e danneggiare la loro reputazione". Ad esempio è stato riferito che a Zhang Xiuzhen dello Sichuan e a Wei Xiuying dello Liaoning, sono state ritirate le loro pensioni mentre le autorità locali lavoravano per recuperare i fondi erogati durante la loro prigionia.

Dopo l’inizio della persecuzione, negli anni 2000, il marito di Leng aveva divorziato da lei, e da quel momento la donna non ha più avuto un posto fisso dove vivere.

Suo figlio ora vive in un paese occidentale, mentre lei essendo nella lista nera della polizia, ha difficoltà a ottenere il passaporto per richiedere il visto e senza pensione la sua vita è ancora più difficile.

Vita rinnovata praticando il Falun Gong

Leng era un'impiegata in un magazzino alimentare a Yueyang, che soffriva di dolore acuto alle gambe a causa dell'ernia del disco lombare. Nonostante le medicine che prendeva, la sua situazione continuava a peggiorare.

Quando nella primavera del 1996 un amico le ha raccomandato il Falun Gong dicendole che molte persone praticandolo erano guarite dai loro problemi di salute, Leng aveva trovato un sito di pratica nel parco e imparato gli esercizi. Con il tempo aveva sentito che il dolore alle gambe diminuiva e nei successivi venti anni non si era più ripresentato. La sua vita era divenuta piena di felicità e pace.

Due anni nel campo di lavoro, seguito dal divorzio

Nel luglio 1999 Jiang Zemin, allora leader del regime comunista, aveva scoperto che quasi 100 milioni di cinesi praticavano il Falun Gong e che si stava diffondendo su larga scala, riportando a rivivere i valori tradizionali che il regime aveva cercato di distruggere per far posto alle dottrine comuniste. A quel punto era diventato inquieto e aveva ordinato una persecuzione a livello nazionale, promettendo di sradicarlo dalla Cina in tre mesi, e così milioni di praticanti furono sottoposti ad arresti, condanne a morte e torture.

Per non aver rinunciato alla sua fede, Leng è stata arrestata quattro volte, scontando due anni di lavoro forzato e due pene detentive, per un totale di sette anni e mezzo.

Quando nel 2000 era stata detenuta nel campo di lavoro forzato di Baimalong, le guardie le avevano bloccato le braccia su due letti separati distanti tra loro, e anche quando a causa del dolore la praticante era svenuta, le secondine si erano rifiutate di allentarle le manette.

Subito dopo il Capodanno cinese del 2001, era stata messa in isolamento e tenuta lì per un mese, dove una guardia armata l'aveva colpita alla tempia, facendole venire le vertigini. Non le era permesso di fare il bagno o cambiarsi i vestiti.

Il campo di lavoro in seguito aveva prolungato il suo mandato di un anno perché si rifiutava di rinunciare alla sua fede.

Poco dopo essere stata rilasciata suo marito aveva ottenuto il divorzio e la custodia del loro figlio.

Tuttavia la perdita della sua famiglia non l'aveva demoralizzata, con le risorse limitate che aveva dopo il divorzio, aveva stampato e distribuito volantini informativi sul Falun Gong. Dopo essere stata scoperta la polizia l'aveva inserita in una lista dei ricercati e aveva pubblicato la sua foto per strada, dovendo cosi vagare per qualche anno in modo da non farsi catturare.

Quasi torturata a morte in prigione

Leng era stata arrestata nuovamente nel maggio 2006 e condannata a quattro anni di prigione dal Tribunale distrettuale di Junshan nel novembre 2006. Dopo oltre un anno di carcere nel centro di detenzione locale, era stata trasferita alla prigione femminile dell'Hunan nell'agosto 2007, dove le guardie l'avevano privata del sonno perché si era rifiutata di recitare i regolamenti del carcere. L'avevano inoltre costretta giornalmente a sbucciare fave per molte ore, e così, spesso si tagliava le dita mentre usava un coltello.

Una volta, dopo averle ammanettato le mani dietro la schiena - con un braccio tirato su una spalla per incontrare l'altro tirato su dalla schiena - l'avevano appesa per i polsi, e dopo essere stata slegata aveva continuato a tremare e non aveva potuto usare le mani per molto tempo.

Dopo aver trascorso tre anni in prigione, alla fine era stata rilasciata, non aveva una casa dove tornare o membri della famiglia con cui ricongiungersi.

La praticante era stata arrestata per la quarta volta il 5 maggio 2013 e segretamente condannata a tre anni e mezzo di carcere il 17 ottobre dello stesso anno. Tuttavia quando aveva fatto appello al verdetto, il Tribunale intermedio aveva segretamente confermato la sua condanna senza un'udienza pubblica.

Leng era stata reclusa nuovamente nella prigione femminile dell'Hunan alla fine del 2014, e poi trasferita in un centro per il lavaggio del cervello il 22 gennaio 2015, dove le guardie la costringevano a stare giornalmente in piedi dalle sei del mattino fino alle cinque e mezza di notte, concedendole solo un'ora di sonno. Di conseguenza le sue gambe si erano gravemente gonfiate causandole difficoltà a camminare o usare il bagno, i suoi piedi si erano ricoperti di vesciche che si attaccavano alla sua soletta e la cicatrice si staccava quando si toglieva le scarpe.

Nondimeno le detenute la monitoravano da vicino e se la vedevano chiudere gli occhi, le spruzzavano acqua fredda e le pizzicavano le braccia, rendendogliele ben presto piene di lividi. Inoltre a causa della tortura fisica e della grave privazione del sonno era diventata emaciata ed era quasi morta.

Grazie ad una forte fede aveva sopportato tre anni di torture estreme progettate per distruggere il suo spirito, e infine il 4 novembre 2016 era stata rilasciata.

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