(Minghui.org) Nel novembre dell’anno scorso il Partito Comunista Cinese (PCC) ha avviato una campagna di arresti in massa dei praticanti del Falun Gong nella provincia dello Heilongjiang. Quando abbiamo finalmente ricevuto l’opportunità di fare telefonate per questa iniziativa, era già marzo. Sono tra i membri del team che si occupa di fare telefonate in Cina. Aiutiamo i praticanti locali, supportandoli nel creare gruppi di chiamate, sostenendoli, rafforzandoli, eliminando il male e salvando le persone del posto.

Noi praticanti fuori dalla Cina, dobbiamo provare un senso di urgenza e riconoscere l’importanza dei casi come questo, e per quelli ancora detenuti in prigione, mentre la polizia si prepara a processarli. Se non conosciamo i dettagli, quando facciamo le chiamate potremmo metterci poca forza ed energia.

Siamo parte di un gruppo, non importa dove siamo. Non siamo sulla linea frontale della persecuzione, quindi potrebbe essere difficile per noi avere un’idea di quello che succede. Ma abbiamo mai preso in considerazione che il “lusso” e il “comfort” sono i modi in cui veniamo “perseguitati” noi che viviamo al di fuori dalla Cina? Attenuano il senso di urgenza, di importanza, e l’entusiasmo mentre fronteggiamo una missione così vitale.

Raccomando ai membri della nostra squadra di riesaminare i rapporti del caso prima di telefonare. In particolare, ho riletto il rapporto sul secondo Centro di Detenzione di Harbin, che descrive come tutti i praticanti vengono perquisiti, costretti ad aprire la bocca, divaricare le gambe e a saltare su e giù. Per umiliarli, ogni volta che tornano dall’interrogatorio, ai detenuti viene ordinato di spogliarli di nuovo e farli saltare ancora.

I praticanti del Falun Gong sono stati picchiati, insultati e torturati dalle guardie e dai compagni di cella. Queste erano così affollate che i praticanti dovevano dormire sul fianco per riuscire a sdraiarsi completamente, e non avevano spazio per girarsi.

Noi coltiviamo i nostri cuori e le nostre menti, quindi non dovremmo soltanto osservare le formalità della coltivazione. Alcuni di noi sembrano soddisfatti solo di contare il numero dei progetti in cui siamo coinvolti, a quante attività partecipiamo, e quanto siamo occupati. Il tempo sembra andarsene in fretta, siamo impegnati tutto il giorno, andiamo a letto presto e ci svegliamo tardi. È questo lo stato di un coltivatore? Dov’è l’energia che ci tiene diligenti e disciplinati, spronandoci a procedere, superando i livelli e migliorando? Gli esseri senzienti ci stanno aspettando. Non dovremmo avere più a cuore le loro vite? Noi conosciamo le loro origini e perché sono venuti a questo mondo!

Il Maestro ha detto:

“Questa faccenda è già arrivata alla sua fase finale e sono estremamente preoccupato, eppure non la trattate seriamente. Alla fine, tuttavia, sarà troppo tardi perfino per piangere”. (“Insegnamento della Fa alla Conferenza della Fa di New York 2016”)

Se non proviamo il senso di urgenza, se ci interessiamo solo a vivere una vita agiata, se non riusciamo ad essere severi con noi stessi, allora ci stiamo comportando egoisticamente. Dobbiamo cooperare bene con il gruppo o non saremo in grado di adempiere al nostro dovere aiutando il Maestro a rettificare la Fa.

Dobbiamo veramente guardarci dentro, assicurarci del nostro stato, e non ingannare noi stessi.