(Minghui.org) Ho sperimentato molte cose nella mia coltivazione. Vorrei condividere alcune storie su come la gente comune si è risvegliata alla verità.

La trasformazione di una tossicodipendente

Sono stata arrestata illegalmente e rinchiusa in un centro di detenzione per tre anni. Durante quel periodo ho interagito con tutti i tipi di persone.

Nella struttura, quelle che erano appena arrivate venivano spesso fatte vittime di prepotenze, specialmente coloro che non avevano molti soldi e non potevano permettersi di comprare nulla. Solo quando agivano da sorveglianti per i capi delle detenute potevano ottenere le loro necessità quotidiane.

Naturalmente, noi praticanti le abbiamo sempre trattate con gentilezza, condividendo con loro i nostri beni personali, indipendentemente da chi fossero, qualunque fosse il motivo per cui erano in prigione e come ci avessero trattate.

Erano poi libere di scegliere se restituirci o no i prodotti in un secondo momento. Prendevamo l'iniziativa di assistere le persone anziane o malate, facendo cose come aiutarle a lavare i vestiti.

Una volta è stata ammessa al centro di detenzione una tossicodipendente di circa cinquant'anni. Quando i suoi sintomi di astinenza si manifestavano all'improvviso, aveva sempre urgente bisogno di mangiare qualcosa.

All'inizio, era in grado di comprare qualcosa con i soldi che aveva depositato presso il centro. Era piuttosto generosa, disposta a condividere le sue cose con le compagne di cella, nondimeno abbiamo sempre gentilmente rifiutato la sua offerta.

Alla fine ha esaurito tutti i risparmi e la sua famiglia non le ha dato altro denaro. Non poteva mangiare il cibo della prigione perché aveva un sapore orribile e l'avrebbe fatta ammalare.

Quando era a corto di necessità quotidiane, le ho dato le mie. Ho anche condiviso con lei ciò che la mia famiglia mi inviava.

Mi sono anche occupata di farle il bucato. Le altre carcerate che prima stavano sempre con lei, adesso le stavano alla larga. La sua famiglia ha ricominciato a mandarle altri soldi solo dopo aver visto le condizioni in cui versava.

Quando il primo giorno è arrivata e le ho chiarito i fatti sulla Dafa, lei non ha voluto ascoltare e ha persino cercato di stare lontano da noi, perché pensava che fossimo “ossessionate”. Nondimeno, dopo un po', si è mostrata disposta a sedersi accanto a me per conoscere la verità.

Ha detto: “In precedenza non conoscevo nessuno che praticasse la Falun Dafa. La propaganda televisiva sui praticanti che ho ascoltato, mi ha totalmente mandato fuori strada!”.

“Ma dopo averti conosciuto, mi rendo conto che sei davvero gentile. Il Partito Comunista Cinese (PCC) si inventa proprio le cose!”.

Quando ha condiviso con me come le altre detenute l'hanno trattata rispetto a noi, ho detto: “Il nostro Maestro ci richiede di essere persone buone ovunque siamo e di attenerci strettamente agli standard di Verità, Compassione e Tolleranza”.

Un giorno ha tirato fuori un pezzo di carta per farmelo leggere. Era un articolo intitolato: “Ho avuto modo di constatare che i praticanti della Falun Dafa sono tutti brave persone”, ed elencava vari esempi dettagliati.

Raccontava del miracolo di come era riuscita a smettere di drogarsi recitando sinceramente la frase: “La Falun Dafa è meravigliosa! Verità, Compassione e Tolleranza sono meravigliose!”.

Mi ha detto: “Presto uscirai da qui. Quando lo farai, ti prego di inviare questo articolo al sito web Minghui per me”.

Ha aggiunto: “Aspetta solo che esca da qui e dirò a tutti che la Falun Dafa è meravigliosa!”.


Il medico del centro di detenzione cambia idea

C'era una dottoressa al centro di detenzione, il cui cognome era Wang, la quale, oltre a offendere e picchiare le praticanti quando facevano lo sciopero della fame per protestare contro la persecuzione, ordinava alle guardie e alle detenute di alimentarle con la forza.

Poiché maltrattava le praticanti, era sempre sfortunata. Una detenuta di nome Ali (alias) era una delle sue pazienti e successivamente è diventata sua amica.

Ali aveva circa vent'anni ed era stata condannata a morte. A quel tempo stava facendo ricorso contro la sua condanna.

Comandava lei nella sua cella e picchiava chiunque si sentisse di picchiare. Nondimeno spesso le parlavo, ero gentile con lei e me ne prendevo cura.

Di conseguenza, le piaceva condividere le sue idee con me. Mi ha detto che il direttore del centro di detenzione criticava spesso Wang, dicendo cose del tipo: “Il marito di Wang ha una relazione con qualcun'altra, suo figlio va male a scuola, ecc.”.

Inoltre, ha raccontato che a Wang era stato diagnosticato un cancro cervicale allo stadio iniziale. Così ho detto ad Ali di farle sapere che avrebbe potuto redimersi dalle sue malefatte e cambiare il suo destino recitando la frase: “La Falun Dafa è meravigliosa; Verità, Compassione e Tolleranza sono meravigliose”, e trattando le praticanti gentilmente.

Ali ha riferito questo messaggio a Wang, ma lei non le ha creduto.

Una mattina Wang è entrata nel nostro reparto zoppicando. In seguito ha raccontato ad Ali di essere ruzzolata giù per le scale e di essersi rotta una gamba.

Ha anche detto di credere veramente, in base a ciò che le era successo, che il bene e il male ricevessero la loro giusta ricompensa. Si è poi scoperto che il venerdì precedente, dopo il lavoro, aveva visto un volantino di chiarimento della verità appeso alla porta, e che senza neanche guardarlo, l'aveva gettato nel bidone della spazzatura. Un paio di giorni dopo, si era rotta la gamba.

Il Maestro ha detto:

“... in quanto discepoli della Dafa coltivate la benevolenza e dovete essere compassionevoli con gli esseri viventi. In quanto a come quelle vite debbano ripagare i loro debiti, naturalmente c'è la Fa che lo stabilisce. Che lui debba o meno rimanere viene stabilito dai criteri della Fa. Quindi, come discepoli della Dafa, fate semplicemente del vostro meglio per salvarli; è tutto”. (“Insegnamento della Fa alla conferenza della Fa di Atlanta 2003”, Insegnamento della Fa nelle conferenze IV)

Anche se Wang aveva trattato crudelmente le praticanti, ho comunque cercato, mentre ne avevo la possibilità, di salvarla chiarendole i fatti. Un giorno mi ha chiesto di andare fuori con lei per innaffiare le piante.

Ho colto l'occasione per continuare a chiarirle la verità sulla Falun Dafa. Le ho detto: “Per favore, non mettere il tuo destino in pericolo. Se manterrai pensieri gentili, avrai buona fortuna e sarai al sicuro”.

È probabile che finalmente avesse capito la verità, perché da quel momento in poi non ha più perseguitato le praticanti.

Una volta è andata a cercare Ali e le ha dato alcuni volantini, chiedendole di passarmeli per dimostrarmi che questa volta li aveva tenuti.

Ha detto ad Ali che, pochi giorni prima, era andata all'ospedale per sottoporsi a un esame di controllo e aveva scoperto che il suo tumore era benigno.

Le guardie apprendono la verità

Le guardie del centro di detenzione spesso ci chiamavano per “parlare”, e ogni volta che era il mio turno, cercavo di cogliere l'occasione per chiarire loro i fatti.

Sentivo che avevamo una relazione predestinata con chiunque venissimo in contatto. Ho sempre parlato loro della bellezza della Dafa e di come ne ho tratto beneficio. Ho anche detto loro che dimettendosi dal PCC, avrebbero potuto assicurarsi la salvezza.

Una volta una guardia mi ha chiamato per uscire fuori con lei e chiesto di aiutarla a educare altre detenute. Le ho detto: “Tu sai che siamo tutte brave persone. Perché ci tieni ancora qui?”.

Lei ha risposto: “Beh, non abbiamo l'autorizzazione per liberarti. Ma se farai i tuoi esercizi e studierai i tuoi insegnamenti, fingeremo di non vedere nulla”.