(Minghui.org) Yan Rongjie ha fatto appello contro il verdetto emanato il 31 maggio scorso che lo condannava a tre anni e mezzo di reclusione per non aver rinunciato alla sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere di corpo e mente, perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Yan Rongjie

Il cinquantacinquenne Yan, residente a Guangzhou, nel Guangdong, è stato arrestato il 23 luglio dello scorso anno, dopo essere stato segnalato per aver inviato informazioni sul Falun Gong tramite cellulare a diverse persone.

Quella sera la polizia ha perquisito casa sua, terrorizzando il padre ottantenne di Yan, che per il trauma ha smesso di mangiare e un mese dopo ha avuto un infarto.

Dopo sette mesi di detenzione, il Procuratore ha restituito il suo caso alla polizia per insufficienza di prove e infine il 22 febbraio scorso Yan è apparso davanti al tribunale distrettuale di Liwan. Il suo avvocato ha formulato una dichiarazione di non colpevolezza, sostenendo che nessuna legge criminalizza il Falun Gong e che l'informazione che il suo cliente aveva diffuso esponeva i fatti della persecuzione della sua fede, il che non aveva causato alcun danno a nessuno.

Tuttavia il 31 maggio il giudice l'ha condannato alla prigione e sanzionato di 5.000 yuan (circa 640 euro).

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