(Minghui.org) L'ottantaduenne Sun Yixia, una praticante di Suzhou, nello Jiangsu, è stata condannata nel 2017 a un anno e mezzo di prigione per non aver rinunciato a praticare il Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal 1999. La donna ha scontato la sua pena nel carcere femminile di Nantong, dove è stata brutalmente torturata. Quando il 4 aprile scorso è stata rilasciata, era quasi cieca e con la schiena ricurva.

Detenuta illegalmente senza un processo

La mattina del 16 novembre del 2017, Sun è andata per la quinta volta alla Stazione di polizia municipale di Suzhou, per chiedere indietro il suo laptop che le avevano confiscato pochi mesi prima. Tuttavia il direttore non ha voluto incontrarla, e le ha detto di attendere. Poco dopo sono arrivati due agenti in borghese, che dopo averla portata dentro la volante, si sono diretti al quarto centro di detenzione (filiale femminile) di Huangpi, a Suzhou. Lì la praticante è stata reclusa per oltre un mese, senza prima affrontare alcun processo.

L’udienza tenuta segretamente

Il 26 dicembre del 2017 Sun è stata portata al tribunale del parco industriale di Suzhou, per un processo segreto organizzato dall'Ufficio 610 e dalla Sicurezza Nazionale. Il suo avvocato e la sua famiglia, non sono però stati informati.

Nell'aula erano presenti solo Sun, i funzionari giudiziari, i giurati Su Yulin e Ren Yuhua, l'impiegato Gao Junjie, e il giudice Chen Jie. Quest’ultimo dopo soli cinque minuti ha terminato l'udienza, multando e condannando la praticante alla prigione. Dopo che Sun ha rifiutato di pagare la sanzione, è stata reclusa nel carcere femminile di Nantong. Pochi mesi dopo, quando le è stata consegnata una ricevuta di una multa della somma di 2.500 yuan (circa € 320) ha scoperto che il Tribunale aveva costretto la figlia a pagare la contravvenzione.

Torturata nella prigione femminile di Nantong

Il 10 gennaio dello scorso anno, Sun è stata scortata dal centro di detenzione all'ospedale della prigione femminile di Nantong per un esame medico. Anche se lì le è stata diagnosticata l'ipertensione, la polizia l'ha riportata nella decima cella, situata nel secondo braccio della prigione.

Poiché in questa stanza c'erano sedici letti e diciassette prigioniere, Sun ha dovuto dividere un letto largo 80 centimetri con una detenuta, dormendo lateralmente per tre mesi.

Durante il giorno le detenute si alternavano nel sorvegliare la donna. La prigioniera Zhu Renhong, che si definiva un "esperta di trasformazione", ha vietato alla praticante di aprire un conto per acquistare cibo in prigione. Quando in una circostanza una carcerata di nome Napu stava offrendo a Sun degli spuntini, la capo-cella Sun Mengyang l'ha bloccata urlandole: "Puoi buttare via gli snack se vuoi, ma non darli a lei!".

Il secondo reparto è un'unità di supervisione del lavoro ad alta densità, dove le prigioniere si svegliano alle 6:00 del mattino e lavorano nello stabilimento di produzione fino alle 5:30 del pomeriggio. Ogni volta che entrano ed escono dall'impianto, vengono perquisite. Poiché Sun si era rifiutata di fare i lavori forzati, è stata costretta a stare seduta su un piccolo sgabello fino alle 9:30 di sera.

Dopo che nel novembre dello scorso anno la prigione ha intensificato la sua campagna per "trasformare" le praticanti del Falun Gong, le detenute che erano state incaricate di controllare Sun non potevano andare a dormire prima delle 11:00 di sera. Loro erano così risentite contro di lei che si sfogavano maltrattandola con vari mezzi. Un giorno Sun Mengyang l'ha sgridata, "Perché non ti fai trasformare? Per colpa tua dobbiamo restare alzate fino a tardi per controllarti. Ora neanche tu potrai dormire!".

In inverno, quando la praticante chiudeva gli occhi, loro le toglievano la trapunta. Durante quel periodo anche la sua vista era peggiorata.

Ulteriori torture

Liu Delan, condannata per omicidio, durante il turno di sorveglianza ha maledetto, insultato e minacciato Sun, calunniando anche il Falun Gong. Ha perfino tentato di costringerla a firmare una dichiarazione di rinuncia al suo credo, ma la praticante si è rifiutata.

Anche Wu Chuanlian, una donna sui trent'anni, istruttrice politica del secondo reparto, ha provato a "trasformarla", criticandola istericamente attraverso il sistema d'informazione pubblica della prigione.

Nel maggio dello scorso anno, Sun è stata trasferita nel gruppo "hardcore", conosciuto come il "centro del cuore nero". Questo settore ha come compito principale quello di torturare le praticanti che si rifiutano di essere "trasformate". Lì, le prigioniere coinvolte nella prostituzione e nel traffico di esseri umani, hanno intensificato le torture e la sorveglianza su Sun. Circa una dozzina di loro, a turno hanno abusato della praticante, costringendola anche a guardare video di propaganda che diffamavano il Falun Gong.

Quando una mattina di giugno è andata a trovarla sua figlia, quest’ultima è stata trattenuta in prigione. Le autorità carcerarie hanno chiesto che collaborasse con loro per "trasformare" sua madre, qra terrorizzata e non aveva altra scelta che cooperare. Quando ha vista la madre, gemendo le ha chiesto: "Mamma, se non ti 'trasformi', cosa ti succederà quando sarai rilasciata?", e lei le ha risposto fermamente: "In cosa dovrei trasformarmi ora che ho Verità, Compassione e Tolleranza con me? Starò bene una volta fuori di qui!".

Il giorno prima della sua scarcerazione, le guardie hanno insistito che la praticante firmasse delle "dichiarazioni di trasformazione", ma lei si è rifiutata con decisione.

Quando la mattina del 14 aprile scorso Sun è stata rilasciata, sua figlia è andata a prenderla scortata però dal Comitato locale, dal direttore di Hong Mou e da altri due funzionari dell'Ufficio giudiziario del parco industriale di Suzhou.