(Minghui.org) A Zhan Shuhua, una praticante sessantenne di Dalian, nella provincia dello Liaoning, sono state negate le visite famigliari da quando è stata imprigionata sei mesi fa per non aver rinunciato alla sua fede nel Falun Gong.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina che mira al miglioramento di mente e corpo, e che è perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Zhan Shuhua è stata condannata a otto anni di prigione e multata di 30.000 yuan (circa 3860 euro) il 31 luglio dell'anno scorso, per aver chiarito la verità sulla persecuzione del Falun Gong tramite telefonate. In seguito il suo appello al verdetto è stato respinto dal Tribunale Intermedio di Dalian.

Il 20 novembre scorso, dopo essere stata portata nella prigione femminile dello Liaoning, le autorità hanno iniziato a negarle le visite famigliari.

Successivamente la sua famiglia ha ricevuto improvvisamente una chiamata ad aprile di quest'anno, che chiedeva loro di depositare 5.000 yuan (circa 640 euro) in un conto bancario fornito dal chiamante, il quale si è identificato come un membro del personale della prigione.

Quando i parenti di Zhan sono andati ad effettuare il deposito, è stato detto loro che il conto era intestato alla prigione femminile dello Liaoning, non a una persona specifica, così hanno richiamato quel numero per verificare il conto bancario, ma il telefono risultava irraggiungibile.

In questo momento la famiglia di Zhan è molto preoccupa per lei, e nonostante abbiano spedito diverse lettere per conoscere la sua situazione, non hanno mai ricevuto risposta