(Minghui.org) Nel tentativo di promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, gli Stati Uniti stanno intraprendendo una serie di azioni contro i funzionari del Partito Comunista Cinese (PCC) per aver commesso violazioni dei diritti umani.

Il 21 dicembre, dopo aver imposto il 7 dicembre, sanzioni a 14 vicepresidenti del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo e, il 10 dicembre, ad altri 17 funzionari di governi stranieri e ai loro familiari più stretti, tra cui un ufficiale di polizia cinese che ha partecipato alla persecuzione del Falun Gong, il Dipartimento di Stato americano ha annunciato ulteriori restrizioni di visto per i funzionari cinesi che hanno commesso violazioni dei diritti umani.

«I governanti autoritari della Cina impongono restrizioni draconiane alla libertà di espressione, religione o credo, associazione e al diritto di raduno pacifico del popolo cinese. Gli Stati Uniti sono stati chiari sul fatto che gli autori di abusi dei diritti umani come questi, non sono i benvenuti nel nostro Paese», ha detto il segretario di Stato americano Mike Pompeo in una dichiarazione.

Secondo Pompeo, le aggiuntive restrizioni sono previste dalla sezione 212 (a) (3) (C) dell'Immigration and Nationality Act, che: «limita il rilascio di visti per i funzionari cinesi ritenuti responsabili o complici di politiche o azioni volte a reprimere i praticanti religiosi e spirituali, i membri di gruppi etnici minoritari, i dissidenti, i difensori dei diritti umani, i giornalisti, gli organizzatori del lavoro, gli organizzatori della società civile e i manifestanti pacifici».

«Anche i familiari di tali persone possono essere soggetti a queste ulteriori restrizioni», ha aggiunto.

Pompeo ha anche sottolineato che: «Questa azione dimostra la volontà del governo degli Stati Uniti, di ritenere il Partito Comunista Cinese (PCC) responsabile della crescente repressione contro il popolo cinese. Quest’anno gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni sui visti e sanzioni finanziarie ai funzionari del PCC coinvolti negli orribili abusi che si stanno verificando nello Xinjiang, restrizioni all’accesso in Tibet e la distruzione della promessa di autonomia di Hong Kong. L’azione di oggi crea ulteriori restrizioni applicabili a tutti i funzionari del PCC impegnati in tali attività repressive, indipendentemente dalla loro ubicazione».

Ha dichiarato che gli Stati Uniti sono dalla parte degli individui perseguitati per i loro sforzi pacifici volti a rivendicare i loro diritti. «Chiediamo il loro immediato rilascio ed esortiamo le autorità del PCC a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali a cui il popolo cinese ha diritto, in base alla Dichiarazione universale dei diritti umani».