(Minghui.org) Una residente nella città di Jiamusi, provincia dell’Heilongjiang, è stata condannata a cinque anni di prigione per aver appeso uno striscione del Falun Gong.

Questo è il quinto arresto della praticante Zhao Guiying, da quando è iniziata la persecuzione del Falun Gong nel 1999. In precedenza è stata detenuta in un campo di lavoro forzato per un anno per aver chiesto giustizia per un altro praticante. Anche la sua famiglia è stata molestata e gli assegni familiari di suo figlio le sono stati revocati perché si è rifiutata di rinunciare al suo credo.

Il Falun Gong è una disciplina per la coltivazione interna che aiuta a migliorare il proprio benessere fisico e mentale. Negli ultimi 20 anni, in Cina, la pratica è stata perseguitata dal Partito Comunista Cinese (PCC).

Cinque anni di carcere per aver appeso uno striscione

Il 18 marzo dello scorso anno due impiegati statali hanno condotto Zhao alla stazione di polizia locale, dopo che qualcuno l'aveva denunciata per aver appeso uno striscione. Il suo arresto è stato convalidato quindici giorni dopo.

La polizia ha presentato il caso di Zhao al procuratore di Jiamusi, che ha rinviato il caso a causa della mancanza di prove. La polizia ha contraffatto ulteriori prove ed ha presentato il suo caso ad un diverso procuratore, che ha poi incriminato Zhao ed il 28 agosto ha deferito il suo caso al tribunale del distretto di Xiangyang.

Due dei suoi familiari sono stati nominati testimoni dell'accusa a loro insaputa.

Nella persecuzione del Falun Gong, la polizia o i pubblici ministeri spesso ingannano i parenti dei praticanti nel fornire informazioni su di loro. Hanno quindi inserito le parole dei familiari nella deposizione senza il loro consenso.

Zhao è stata processata il 5 novembre nel centro di detenzione di Jiamusi e si è dichiarata non colpevole.

Due settimane dopo, tramite un messaggio sul cellulare, il tribunale ha informato la famiglia di Zhao della sua condanna a cinque anni ed al pagamento di una multa di 20.000 yuan (2.650 euro), successivamente ha rifiutato di ricevere i suoi familiari quando sono andati per indagare sul caso. Zhao invece ha fatto ricorso in appello.

Arresti precedenti

La signora Zhao, 67 anni, era contabile nella città di Jiamusi. Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, è guarita da problemi cardiaci, ginecologici, allo stomaco e varie nervosi. Invece di usare i suoi risparmi per le spese ospedaliere, è stata in grado di ricominciare a lavorare sostenendo economicamente la sua famiglia.

La sua ricerca di una vita sana è andata in pezzi quando è iniziata la persecuzione del Falun Gong nel 1999, iniziando a subire diversi arresti per aver sostenuto la sua fede.

Primi tre arresti

Il primo arresto di Zhao è avvenuto nel 2005 mentre stava chiarendo la verità alla gente sulla persecuzione. Quattro ufficiali hanno estorto 2.000 yuan (265 Euro) alla sua famiglia e se li sono spartiti prima di liberarla.

Il suo secondo arresto è avvenuto in una situazione simile alla prima [sebbene i tempi dell'arresto restino da indagare]. Un agente ha rifiutato di rilasciare Zhao finché la sua famiglia non gli ha dato 5.000 yuan (662 euro) in contanti.

Zhao è stata arrestata per la terza volta il 5 aprile 2010 ed ha subito iniziato uno sciopero della fame mentre era detenuta nel centro di detenzione di Nancha. In risposta è stata torturata tramite l'alimentazione forzatamente due volte. In seguito la guardia Jiang Yumin l'ha presa a calci così forte che ha subito ferite gravi. Zhao è stata rilasciata soltanto dieci giorni dopo.

Quarto arresto per aver aiutato un’altra praticante

Ma Chunli, un'altra praticante locale del Falun Gong, è stata condannata a due anni in un campo di lavoro forzato per non aver rinunciato alla sua fede. La praticante è rimasta paralizzata dopo essere stata torturata nel centro di riabilitazione di Harbin. Il figlio minore è rimasto senza nessuno che si prendesse cura di lui e si è visto costretto ad abbandonare la scuola per guadagnarsi da vivere.

Preoccupato per la terribile situazione di Ma, il 22 giugno 2010 suo figlio e Zhao si sono recati alla stazione di polizia di Jiadong per chiedere il rilascio di Ma.

Il capo della polizia, Feng Kaidong, era indifferente alle difficoltà di Ma ed ha interrogato ripetutamente Zhao: «Chi ti ha ordinato di venire qui? Dove vivi? Dacci tutti i tuoi libri del Falun Gong!». Il capo della polizia ha preso a schiaffi Zhao più volte fino a quando non ha accusato vertigini. Dopo averla lasciata in bagno nuda, il capo della polizia apriva con un calcio la porta per umiliarla.

La polizia ha quindi arrestato Zhao, condannandola ad un anno di lavori forzati. Durante la sua detenzione nella prigione di Jiamusi, èstata alimentata forzatamente e sottoposta ad iniezioni di droghe sconosciute. L’11 agosto 2010, dopo essere stata trasferita al centro di riabilitazione dalla droga di Harbin per scontare il suo mandato di lavoro forzato, Zhao era ancora debole a causa delle torture ed vomitava tutto ciò che mangiava. Nonostante la sua cattiva salute, le guardie hanno cercato di costringere Zhao a rinunciare al Falun Gong. Mentre si rifiutava di firmare una dichiarazione di rinuncia, una guardia ha firmato la dichiarazione a suo nome. É stata inoltre sottoposta a varie forme di abuso.

Abuso mentale e fisico

Zhao è stata messa in una cella d'isolamento per aver ricordato ad altri praticanti di non credere alla propaganda di lavaggio del cervello trasmessa dalle guardie. Per rappresaglia, le guardie l’hanno costretta a stare ferma su uno sgabello alto 15 centimetri per 17 ore al giorno. Il sedile era a coste, il che concentrava molta pressione sui glutei che alla fine hanno sviluppato piaghe.

Il cibo che le veniva dato era scarso e poco igienico. Zhao era costantemente affamata, ma le autorità le impedivano di acquistare altro cibo nel negozio del centro di riabilitazione.

Anche il tempo per usare il bagno era limitato, il che era difficile per Zhao perché la sua dieta la rendeva gravemente costipata. Le guardie la trascinavano fuori dal bagno una volta scaduto il tempo, che avesse finito o no.

Le guardie permettevano a Zhao di chiamare casa tre volte all'anno, ma hanno respinto le molte richieste della sua famiglia e del suo avvocato di farle visita di persona.

Lavoro forzato e prolungamento arbitrario della pena

Le autorità del centro di riabilitazione dalla droga facevano impacchettare a Zhao stuzzicadenti e cannucce per lunghe ore ogni giorno senza retribuzione. Zhao ha detto ad un ufficiale che non era in grado di finire la quantità di lavoro a causa della sua cattiva salute: lui non ha obbiettato e le ha detto di fare il più possibile. Alla fine del mese il suo mandato è stato prorogato di un giorno perché non aveva finito la sua quota di lavoro. Ha protestato ed è stata messa in isolamento, dove doveva finire l'intera quota di lavoro ogni giorno prima di poter dormire.

In un'altra occasione Zhao ha rifiutato la richiesta delle autorità di scrivere articoli che diffamazione verso il Falun Gong, così le guardie hanno prolungato la sua condanna di altri due giorni.

Le lunghe e ripetitive ore di lavoro non retribuito oltre all’alimentazione compromessa e l'estrema pressione mentale hanno messo a dura prova la salute di Zhao. Aveva costantemente le vertigini, soffriva di fotofobia, era affaticata e non riusciva a camminare da sola. Le autorità hanno rifiutato di prestarle le cure necessarie nonostante le sue richieste.

Al suo rilascio, suo fratello minore ha dovuto trasportarla sulla schiena mentre lasciavano il centro di riabilitazione.

Molestata per aver fatto causa a Jiang Zemin

Zhao ha descritto nei particolari la sua sofferenza durante gli anni della persecuzione e ha denunciato legalmente Jiang Zemin, l'ex leader cinese che ha avviato la persecuzione nel 1999. Nel 2015 ha presentato la sua denuncia al procuratore supremo ed alla corte suprema.

Nel luglio 2015 due uomini, che si sono rifiutati di rivelare la propria identità, hanno trovato Zhao e l'hanno molestata costantemente.

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