(Minghui.org) Alla fine del 2019, quando è apparsa per la prima volta a Wuhan un'ondata di nuovi casi di polmonite simile alla SARS, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha insabbiato i dati per mesi, fino a quando la situazione si è evoluta in un'epidemia che non poteva più essere tenuta nascosta.

Alcuni giorni dopo che un esperto della salute aveva confermato la possibilità della trasmissione da uomo a uomo del nuovo coronavirus, le autorità hanno bloccato Wuhan, l'epicentro dell'epidemia.

Nei successivi due mesi il virus si è diffuso rapidamente in oltre 170 Paesi in tutto il mondo e l’11 marzo 2020 l’OMS ha dichiarato la pandemia.

Al di fuori della Cina l'Italia è diventata il Paese più colpito contando, al 18 marzo, 35.713 casi confermati, seguita da Iran e Spagna. In Asia, la Corea del Sud segue la Cina con 8.565 casi confermati.

Sebbene molti fattori avrebbero potuto facilitare la rapida diffusione del coronavirus, Italia, Iran, Spagna e Corea del Sud avevano tutte una cosa in comune: una stretta collaborazione con la Cina.

Durante i 70 anni di regime il PCC è stato causa di molte miserie in Cina, dalla Rivoluzione culturale alla Grande carestia, dal massacro di piazza Tiananmen alla persecuzione del Falun Gong e al prelievo di organi dai suoi praticanti.

Quando il PCC intrattiene rapporti commerciali con un Paese, esporta anche la sua ideologia e corruzione comunista, oltre a portare la sua energia viziosa in quel Paese.

Secondo la medicina tradizionale cinese, le piaghe come l'epidemia di coronavirus vengono considerate “qi vizioso” (o “energia viziosa”). Huangdi Neijing (Il classico interiore dell'imperatore giallo), uno dei libri più autorevoli di medicina cinese, contiene una conversazione tra l'Imperatore Giallo e Qi Bo, un rispettabile medico.

Imperatore: Ho sentito che, quando arrivano le piaghe, le persone si contagiano a prescindere dalla loro età. I loro sintomi sono simili ed è difficile curarli. Sa come prevenire l'infezione?

Qi Bo: Quando una persona ha la rettitudine che risiede nel suo animo, nessuna cattiveria è in grado di invaderlo.

Mentre molti altri Paesi hanno messo da parte i loro principi per poter fare affari con la Cina, Taiwan negli ultimi anni ha assunto una posizione dura nei confronti del PCC. La vittoria schiacciante del presidente Tsai Ing-Wen afferma anche la determinazione di Taiwan a sostenere la democrazia e l'opposizione alle minacce di invasione del PCC.

La forte posizione di Taiwan ha bloccato “l’energia viziosa” del Partito, e così quell’isola a sole 130 km dalla Cina, Taiwan, al 18 marzo contava soli 100 casi.

Italia

A marzo 2019 l'Italia è stata la prima nazione del G7 a unirsi alla Belt and Road Initiative in Cina.

La Belt and Road Initiative (BRI), a volte indicata come “la nuova via della seta”, è stata lanciata nel 2013 e mira a espandere l’influenza economica e politica della Cina dall'Asia orientale all'Europa. Molti analisti diffidano dell'ambizione della Cina di diventare una potenza mondiale e sospettano che il BRI possa essere un cavallo di troia per lo sviluppo geografico e l'espansione militare cinese.

Nel 2019, per mostrare la sua amicizia alla Cina, l'Italia ha invitato la polizia cinese, nota per le sue violazioni dei diritti umani, ad aiutarli a pattugliare i siti turistici di Milano e Roma, con la pretesa di aiutare i turisti cinesi a “sentirsi a casa” e “più al sicuro” nel loro viaggio all'estero.

Con l'aumento dei casi di coronavirus in Italia, alcuni netizen hanno rinominto la “One Belt One Road” la “One Belt Virus Road”. [Nota: “uno” e “virus” hanno una pronuncia simile in cinese.]

Iran

Il coronavirus ha altrettanto duramente colpito l'Iran, un altro Paese essenziale per la Belt and Road Initiative della Cina.

L'11 marzo 2020 nell’articolo intitolato “La Partnership strategica con la Cina è alla radice del focolaio di coronavirus in Iran”, il Wallstreet Journal ha riferito che: “Il tragitto esatto del virus non è chiara, ma la partnership strategica dell'Iran con Pechino ha creato una costellazione di potenziali contatti che hanno contribuito a scatenare la malattia chiamata Covid-19”.

In particolare molte persone infettate in Iran sono funzionari del governo. Dall'11 marzo, almeno sei funzionari di alto rango sono morti a causa del Covid-19, tra cui Mohammad-Reza Rahchamani, ex deputato iraniano, e Farzad Tazari, ex funzionario del politburo nella Guardia rivoluzionaria.

Spagna

Dopo che il 31 gennaio 2020 è stato segnalato in Spagna il primo caso di coronavirus, al 18 marzo il numero di casi è cresciuto a quasi 14.769.

Josep Borrell Fontelles, un ex ministro degli esteri spagnolo che ora ricopre il ruolo di alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e vicepresidente della Commissione europea, ad aprile 2019 prima di partecipare al Belt and Road Forum di Pechino ha affermato che la “The Belt and Road” sia la prova che la Cina non considera più sé stessa solo un ricevente, ma che ha iniziato a considerarsi un collaboratore del mondo, e questo è un qualcosa che la Spagna accoglie con favore”.

Sebbene la Spagna non abbia aderito ufficialmente al progetto BRI, ha lavorato con alcune compagnie di trasporto marittimo cinesi in alcuni porti e ha un collegamento ferroviario diretto tra la città cinese di Yiwu e Madrid.

Madrid, la capitale della Spagna, vanta il più grande negozio Huawei al di fuori della Cina. A giugno 2019, anche il colosso spagnolo delle telecomunicazioni, Telefonica, ha scelto Huawei come importante partnership per implementare la rete 5G.

Huawei, una società cinese con profondi legami con il governo e le forze armate cinesi, è nota per il suo ruolo chiave nella sorveglianza di massa del PCC e nelle violazioni dei diritti umani del popolo cinese.

Corea del Sud

In Corea del Sud, sebbene il Paese non abbia partecipato alla Belt and Road Initiative, il presidente Moon Jae-in ha rifiutato di chiudere le porte ai turisti cinesi o a quelli che avevano recentemente viaggiato nella provincia dell'Hubei, anche dopo l'esplosione dei casi di infezione in quella provincia. Nonostante la carenza di mascherine in Corea del Sud, il presidente Moon ha donato oltre 3 milioni di mascherine alla Cina.

L'11 febbraio l'ambasciata sudcoreana in Cina ha dichiarato sul proprio account Weibo sui social media: “Le difficoltà della Cina sono le nostre difficoltà. L'ambasciata sudcoreana vi è vicina!”.

Più di 1,4 milioni di coreani chiedono l'impeachment del presidente Moon. La petizione dice: “Data la risposta di Moon Jae-in alla nuova epidemia, riteniamo che sia più un presidente per la Cina che per la Corea”.

Taiwan

Molte persone attribuiscono il basso numero di casi confermati a Taiwan alla sua forte opposizione nei confronti del PCC, nonché a diversi altri fattori, tra cui la chiusura anticipata delle frontiere e la trasparenza.

Jason Wang, un ricercatore di procedimenti sanitari presso l'Università di Stanford, ha riferito al Deutsche Welle che Taiwan ha appreso la sua lezione 17 anni fa dall'epidemia di SARS. Hanno istituito rapidamente e nelle primissime fasi dell'epidemia un centro di controllo, con esperti di diverse agenzie che agivano rapidamente alle diverse situazioni.

Ha elogiato l'uso della tecnologia e della grossa mole di dati come mezzo per aiutare il governo ad analizzare la storia dei viaggi e i sintomi clinici dei pazienti e per determinare se sono a rischio di contrarre il virus.

Wang ha anche affermato: “Oltre all'uso della tecnologia innovativa, il governo di Taiwan trasmette anche ai pazienti in quarantena il messaggio che il governo si preoccupa veramente del loro benessere. Questo incoraggia un numero maggiore di persone a riferire al governo i propri sintomi e a chiedere aiuto, segnando una grande differenza tra un Paese democratico e uno stato totalitario”.

Hong Kong

In confronto alle rapide azioni di Taiwan per combattere l'epidemia, il governo di Hong Kong non ha implementato molte misure speciali per contenere il virus ed è ancora aperto alle persone che viaggiano continuamente avanti e indietro dal continente.

Ma, rispetto a Shenzhen, la città centro-meridionale del Guangdong a soli 15 minuti di distanza che è stata colpita duramente dal coronavirus, il numero di infezioni a Hong Kong è sorprendentemente basso, e al 18 marzo c'erano soli 193 casi.

Dalla scorsa estate milioni di abitanti di Hong Kong sono scesi in piazza per protestare contro la tirannia del PCC. Gli striscioni che sventolano “Il cielo sta eliminando il PCC” possono essere visti ovunque a Hong Kong.

A novembre 2019, mentre appendeva un grande striscione con scritto “Il cielo sta eliminando il PCC” su un ponte presso l'Università cinese di Hong Kong, uno studente ha riferito al giornalista di The Epoch Times: “Dopo aver messo lo striscione mi sono sentito molto sicuro. Gli Dei ci stanno proteggendo”.

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