(Minghui.org) Il 24 luglio 2019, durante un intervista con un organo di stampa a Hong Kong, tenutasi il giorno prima di assumere la carica di primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson ha detto che il suo governo sarebbe stato molto “pro-Cina”. Ha anche supportato la 'Nuova via della seta' (Belt and Road Initiative, BRI) del Partito Comunista Cinese (PCC) che è vista da molti come un mezzo di espansione del potere della Cina in Europa.

Inoltre, Johnson ha detto che avrebbe mantenuto il Regno Unito come “l’economia più aperta” agli investimenti cinesi.

Il 27 marzo 2020 Johnson ha annunciato di essere positivo al coronavirus, divenendo il primo capo di un importante Paese occidentale a essere infettato. Il 6 aprile è giunta la notizia che il primo ministro era in terapia intensiva per il peggioramento dei suoi sintomi.

Il coronavirus è stato scoperto per primo da un gruppo di medici professionisti a Wuhan alla fine del 2019, ma il PCC ha zittito i dottori che cercavano di dare l'allarme. La continua copertura e disinformazione del regime cinese hanno portato a una pandemia globale, inducendo alcuni osservatori a chiamarlo il “virus del PCC”. Al 6 aprile, circa 1,3 milioni di persone in oltre 200 Paesi risultavano infettate e oltre 70.000 persone erano morte.

Alcuni membri del Parlamento del Regno Unito credono che la stretta relazione di Johnson con il PCC, inclusi i suoi favoritismi verso Huawei, abbiano messo a rischio il futuro della Nazione. Molti di loro hanno parlato chiaro per smascherare le bugie diffuse dal PCC.

Luce verde per Huawei

Il 28 gennaio 2020 il Consiglio di Sicurezza Nazionale del Regno Unito (NSC), presieduto da Johnson, ha approvato Huawei come fornitore per il 5G nonostante fosse considerato un “venditore ad alto rischio”.

Alcuni membri del Parlamento hanno espresso le loro preoccupazioni. Il deputato Iain Duncan Smith ha affermato: “Dato che siamo in guerra, in un certo senso – sta avendo luogo una guerra cibernetica nella quale la Cina è senza dubbio l’unico partecipante più grande – dovremmo pensarci a dare a una compagnia che è pesantemente finanziata dalla Cina, un Paese che sta rubando senza tregua dati personali e tecnologia, dovremmo pensarci, appunto, a dare loro il diritto di essere in quella che è essenzialmente un area molto, molto delicata della nostra tecnologia; l’idea che faremo questo mi sembra completamente bizzarra”.

A causa della sua connessione con l’esercito cinese, così come per il furto di proprietà intellettuali, il 13 febbraio 2020 il governo americano ha condannato Huawei e due società affiliate, con l’accusa di estorsione federale e cospirazione per aver rubato segreti commerciali da società americane.

Commentando la decisione del Regno Unito, il senatore americano Tom Cotton ha detto: “È come se avessero permesso al KGB di costruire una rete telefonica nel Regno Unito durante la Guerra Fredda”. Tom Tugendhat, parlamentare e presidente del Comitato per gli Affari esteri era d’accordo. Il 9 febbraio ha scritto su Twitter: “Non considereremo mai Huawei 'sicuro'. Deve essere rimosso dai network inglesi il più velocemente possibile”.

L’azione minaccerà probabilmente altri Paesi, inclusa l'alleanza Five Eyes per la condivisione di intelligence, ha sottolineato Nigel Farage, leader del Brexit Party. Oltre all’Inghilterra la Five Eyes include anche l’Australia, il Canada, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti.

Duncan Smith e altri deputati del Partito Conservatore hanno proposto un emendamento affinché Johnson stabilisca un programma per escludere Huawei dalle future reti 5G. Ma il 10 marzo 2020 la House of Commons ha votato a sfavore della misura con 306 voti contro 282.

Il 28 febbraio il Politico ha riportato che quando ha incontrato ostacoli, Huawei ha offerto incentivi a vari Paesi. Nell’articolo si legge: “Nell’ultimo anno la compagnia ha elargito molteplici milioni di euro per investimenti nella ricerca e nei centri manifatturieri a diversi Paesi, tra cui sono inclusi l’Olanda, la Francia, il Regno Unito e la Polonia. Gli investimenti sono spesso stati proposti durante gli incontri in cui i dirigenti di Huawei cercavano di respingere i tentativi di restrizione dell’uso della sua tecnologia 5G”.

Secondo un articolo del Business Insider del 24 settembre 2019, Huawei ha aperto un laboratorio per l’intelligenza artificiale a Londra. La compagnia intende aumentare fino a 200 il numero dei suoi ingegneri a Londra per lavorare alla visione computerizzata associata all'intelligenza artificiale. Da allora ha tenuto vari eventi per promuovere le sue tecnologie 5G.

Il 3 aprile 2019 il giornalista del New York Times Nicholas Kristof ha scritto: “Se a una compagnia come Huawei venisse chiesto di cooperare con le spie della sicurezza di Stato cinese, i suoi dirigenti semplicemente non potrebbero dire di no”.

Stretta relazione con il PCC

In un’intervista dello scorso anno con Phoenix TV, un media di Hong Kong pro-PCC, Johnson ha detto che era “veramente entusiasta” riguardo alla Belt and Road Initiative. Ha affermato: “Siamo molto interessati a quello che il presidente Xi sta facendo [per il piano]”.

Ha anche dichiarato che la Gran Bretagna è stato il primo Paese occidentale ad unirsi alla Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), capitanata dalla Cina. Ha affermato: “Non dimentichiamo che siamo lo Stato più aperto agli investimenti internazionali, in particolare agli investimenti cinesi. Abbiamo per esempio delle società cinesi che sono qui per espandere Hinkley, il grande impianto nucleare”.

Nell’aprile 2012, quando stava facendo la campagna elettorale per la ri-elezione a sindaco di Londra, Johnson ha aperto un account su Weibo, una piattaforma social molto popolare in Cina. Nell’ottobre 2013, durante il primo giorno della sua visita in Cina come sindaco di Londra, ha lanciato la versione cinese del sito ufficiale del governo londinese.

Il 17 giugno 2019 è stato lanciato il programma Shanghai-London Stock Connect, che permette alle borse valori di Londra e Shanghai, di emettere, ammettere al listino ufficiale e negoziare certificati di deposito azionario nei mercati finanziari della controparte.

Sebbene Johnson abbia supportato il movimento democratico di Hong Kong, le sopracitate attività, incluso il lancio del programma Shanghai-London Stock Connect, forniscono un immenso beneficio finanziario al regime comunista in Cina.

Collaborazione con la Cina dopo la Brexit

Mentre da un lato dopo la Brexit ha mantenuto la sua relazione con gli Stati Uniti, dall'altro il Regno Unito ha anche rafforzato i suoi legami commerciali con la Cina. Nel 2018 la Cina è stata il sesto più grande mercato di esportazione del Regno Unito (22,6 bilioni di sterline) e la quarta più grande fonte di importazione (44,7 bilioni di sterline).

Tra gennaio e agosto 2019 le aziende cinesi hanno acquistato 15 compagnie per un valore totale di 8,3 bilioni di dollari. Questo include l’acquisto a febbraio da parte di Ant Financial (una società affiliata di Alibaba) di World First (un intermediatore di valuta straniera), e l’acquisto a giugno da parte di Hillhouse Capital di Loch Lomond Group.

Un articolo della BBC del 13 novembre 2019 ha riportato l’acquisto di British Steel da parte del produttore di acciaio cinese Jingye, che ha offerto di più degli altri acquirenti. Nell’articolo si legge: “A dire il vero è stata l'inondazione di acciaio proveniente dalla sovrapproduzione cinese che ha portato l’industria siderurgica inglese ad avere un momento di estrema difficoltà nel 2016, prima che forti misure dell’UE imponessero elevate tariffe sulle importazioni dell’acciaio cinese e offrissero all’industria inglese un certo grado di protezione” .

A settembre 2019 la Borsa di Hong Kong ha fatto una sorprendente offerta di 37 bilioni di dollari per l’acquisto della Borsa di Londra. Quest’ultima ha rifiutato l’offerta, riferendosi ad essa come “semplicemente non credibile” perfino come base per la negoziazione. Secondo Market Watch, gli analisti hanno detto che parte della preoccupazione era dovuta ai legami della Borsa di Hong Kong con il Partito Comunista di Pechino.

Il 2 gennaio 2020 alcuni media hanno riportato che Pechino voleva fermare il programma Shanghai-London Stock Connect per la posizione del Regno Unito riguardo al movimento democratico di Hong Kong. Dopo il trambusto, comunque, il programma ha continuato normalmente il giorno successivo.

Prendere le distanze dal PCC

I legami stretti con la Cina comunista comportano molti rischi. Riguardo all’approvazione del 5G di Huawei, il 22 febbraio 2020 Nigel Farage ha scritto su Newsweek: “La domanda è: dobbiamo rimanere con le democrazie occidentali che sono sempre state nostre alleate, o dobbiamo gettare il nostro destino nelle mani del Partito Comunista Cinese? Non c’è spazio per un compromesso”.

Ha inoltre detto che molti ex funzionari di governo adesso lavorano per Huawei e ha affermato: “La brutta realtà è che la Cina ha comprato e pagato lo stabilimento del Regno Unito... A favorire l’ingresso di Huawei nella rete 5G inglese è stata l’industria PR con base a Londra”.

Oltre a Boris Johnson, alcune settimane fa suo padre Stanley ha tenuto un incontro di 90 minuti con l’ambasciatore cinese a Londra, Liu Xiaoming. Farage ha scritto: “Johnson senior ha inviato una mail ai funzionari di governo inglesi sottolineando le preoccupazioni di Xiaoming sul fatto che suo figlio Boris non aveva inviato un messaggio di supporto dopo lo scoppio dell’epidemia. Questa intrigante comunicazione è divenuta pubblica perché Johnson senior ha messo accidentalmente tra i destinatari del suo messaggio la BBC”, aggiungendo che anche il fratello e il fratellastro di Boris hanno connessioni con la Cina.

Diversi funzionari governativi e capi di ONG nel Regno Unito hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla vicinanza di Johnson al PCC.

Il 2 aprile 2020, dopo che alcuni difensori della democrazia di Hong Kong sono stati arrestati, il parlamentare David Alton ha pubblicato un commento di Dominic Raab, segretario degli Affari esteri inglese. Raab ha affermato: “Gli arresti di ieri a Hong Kong richiamano alla mente 'il bussare alla porta nel cuore della notte' e il rastrellamento degli oppositori da parte del NKVD/KGB, della Gestapo... Le metodologie e le pratiche della Rivoluzione Culturale, assieme al totalitarismo e all’intolleranza degli Stati autoritari dovrebbero essere consegnati alla storia, non imitati ad Hong Kong”. Alton ha anche esortato Raab a prendere misure per assicurare la libertà di Hong Kong.

Riflettendo sui danni del coronavirus cinese, il parlamentare Duncan Smith ha avvisato riguardo a ulteriori sottomissioni al PCC. Il 28 marzo ha scritto sul Daily Mail un articolo dal titolo “We must stop kowtowing to these despots” (Dobbiamo smettere di inginocchiarci davanti a questi despoti): “Ricordate come George Osborne ha fatto delle nostre relazioni con la Cina un punto principale della politica di governo del Regno Unito? I ministri erano così determinati a incrementare il commercio che erano pronti a fare qualsiasi cosa fosse necessario. A dire il vero mi è stato detto privatamente che questo progetto era chiamato Progetto Kow-Tow – termine che secondo il dizionario Collins significa 'essere servile o ossequioso'”.

Il giornalista e difensore dei diritti umani Benedict Rogers ha scritto su Twitter: “Chiamiamolo il virus del Partito Comunista Cinese”. Luke de Pulford, fondatore della Coalition for Genocide Response e membro della Commissione per i Diritti Umani del Partito Conservatore del Regno Unito, ha scritto su Twitter: “Il Partito Comunista Cinese è l'unico più grande promotore della schiavitù contemporanea”.

Il 31 marzo 2020 il deputato Damian Green ha scritto: “Siamo solo alle prime miglia di questa maratona di emergenza, ma già possiamo vedere alcune delle scelte a lungo termine che i governi dovranno fronteggiare quando sarà finita. La posizione del Regno Unito nei confronti della Cina potrebbe spiacevolmente divenire simile al nostro atteggiamento verso la Russia nelle fasi più pacifiche della Guerra Fredda. Cooperare quando possiamo ma stare in guardia quando dobbiamo”.

Articolo correlato in cinese:

疫情笼罩-英国政治家呼吁认清中共本性