(Minghui.org) Più di 720.480 persone in 199 Paesi e regioni si sono rivelate positive al coronavirus di Wuhan al 29 marzo 2020. Escludendo Cina e Iran, i cui risultati ufficiali sono ampiamente considerati sottostimati, gli Stati Uniti hanno il maggior numero di casi di infezione, seguiti da Italia, Spagna e Germania.

Tra i Paesi più colpiti, l'Italia ha il più alto tasso di mortalità: 11% (10.779 decessi su 97.689 casi d’infezione).

Mentre il Partito Comunista Cinese (PCC) rivendica la vittoria nella sua battaglia contro il virus, i funzionari di governo nei Paesi occidentali sono sempre più espliciti nel criticare la sistematica campagna di disinformazione del PCC volta ad addossare colpe ad altri e insabbiare l'accaduto.

Il Segretario di Stato Americano: il PCC ‘rappresenta una sostanziale minaccia per la nostra salute e il nostro stile di vita’

Il 25 marzo, Mike Pompeo, segretario di stato americano, durante una conferenza stampa a seguito di un incontro virtuale con il Gruppo dei Sette (G7), ha dichiarato: “Il Partito Comunista Cinese rappresenta una minaccia sostanziale per la nostra salute, il nostro stile di vita, come chiaramente dimostrato dall'epidemia del virus di Wuhan. Il PCC minaccia anche di minare l'ordine libero e aperto che ha sostenuto la nostra reciproca prosperità e sicurezza nei Paesi del G7. Ho invitato tutti i Paesi a lavorare insieme per proteggere le Nazioni Unite e altre organizzazioni dalla sua influenza maligna e autoritarismo. Noi Paesi del G7 dobbiamo promuovere i nostri valori condivisi di libertà, sovranità, buon governo, trasparenza, responsabilità e spingere anche le Nazioni Unite a sostenere questi principi.”

“Inizialmente, quando era chiaro che si trattava di un problema, la Cina ne era già a conoscenza. Ѐ stato il primo Paese a sapere del rischio mondiale derivante da questo virus e le autorità hanno ripetutamente ritardato la condivisione di tali informazioni con il mondo. Vogliamo disperatamente lavorare con tutti i Paesi del mondo. Questa è una pandemia globale. Questo situazione è un qualcosa che gli Stati Uniti vogliono affrontare con tutti i Paesi, inclusa la Cina, per capire come risolverla, per mantenere in vita quante più persone, per mantenere in salute quante più persone e poi per ripristinare le nostre economie decimate dal virus di Wuhan”.

Ha anche detto che questo “non è il momento per ‘le recriminazioni e le responsabilità’. “Ma quel momento arriverà, dopo che saremo riusciti ad affrontare questa crisi, dopo che saremo riusciti a rimettere in piedi le economie, verrà un tempo per il mondo per valutare la responsabilità di ciò che è accaduto”.

Il Congresso degli Stati Uniti propone delle risoluzioni per accusare il PCC come responsabile della Pandemia

Il 24 marzo, Jim Banks e Seth Moulton, rappresentanti della Camera americana, hanno presentato una risoluzione che condanna la cattiva gestione dell'epidemia di coronavirus da parte del PCC.

La risoluzione bipartisan accusa le autorità del PCC di aver censurato i medici che esponevano le informazioni sul coronavirus e ridotto gli sforzi degli scienziati nello studiare repentinamente la malattia. La risoluzione cita anche uno studio dell'Università di Southampton, nel quale viene predetto che, se la Cina avesse intrapreso azioni tre settimane prima, la diffusione del coronavirus sarebbe stata ridotta del 95% a livello globale.

Lo stesso giorno, anche il senatore Josh Hawley ha proposto una risoluzione che illustra in dettaglio come il PCC abbia nascosto le informazioni sul virus che successivamente si è evoluto in una pandemia. Chiede ‘un’indagine internazionale’ sulla gestione dell'epidemia da parte del PCC e chiede al PCC di compensare il mondo “per il danno causato dalla sua decisione di nascondere l'emergere e la diffusione del COVID 19 durante le prime settimane dell'epidemia.”

La rappresentante Elise Stefanik ha presentato una risoluzione analoga alla Camera.

Il senatore Hawley ha riferito a Fox News che il governo degli Stati Uniti si era offerto di inviare squadre mediche e scienziati in Cina per assisterli nella loro risposta all'epidemia. “La Cina ha detto di no ... ci hanno mentito e sono rimasti fermi per settimane, settimane e settimane e questo è costato migliaia di morti al mondo e a questo Paese”, ha riferito lo stesso Senatore.

Senatore italiano: il PCC è “Il cancro del pianeta”

In risposta ai crescenti casi in Italia, Maurizio Gasparri, schietto Senatore ed ex Ministro delle Comunicazioni, il 17 marzo ha pubblicato un video online in cui critica il PCC per aver mentito sul coronavirus, definendo il regime comunista come “il cancro del pianeta”.

Gasparri ha affermato che il PCC “non ha mai detto la verità sul coronavirus sin dall'inizio. È un Paese che ha deliberatamente ritardato e fornito false informazioni sotto la guida della dittatura del Partito Comunista. Questa Cina è il cancro del pianeta. Dobbiamo davvero affrontarlo con coraggio usando metodi economici e finanziari. I Paesi europei devono svegliarsi dopo quello che è successo in Italia. Mai e poi mai farsi ingannare dalle bugie del PCC. L'attuale Cina sotto la dittatura del regime comunista non è una risorsa per il mondo, ma solo un pericolo!”

Gasparri ha anche osservato che mentre il PCC si sta vantando di aver ‘donato’ all’Italia 30 tonnellate di forniture mediche, in realtà l'Italia le ha dovute pagare.

Vice Primo Ministro giapponese: i dati della Cina “non sono attendibili”

Poiché in Cina sono stati segnalati pochissimi nuovi casi, Taro Aso, vice primo ministro giapponese nonché ministro delle finanze, ha affermato che tali dati “non possono essere considerati attendibili”.

Aso ha dichiarato al Upper House Finance Committee giapponese: “La situazione attuale è iniziata in Cina. È meglio non fidarsi dei numeri che escono dal Paese in cui tutto ha avuto inizio”.

In merito alla petizione che chiede al capo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di rassegnare le dimissioni per la sua gestione della pandemia coronavirus, Aso ha affermato che molte persone temono che l'OMS sia in realtà una ‘Organizzazione Cinese della Sanità’, riferendosi alla stretta relazione tra Cina e OMS e come quest’ultima abbia accettato, senza ulteriori indagini, le cifre del coronavirus riportate dalle autorità cinesi.

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