(Minghui.org) [Nota dell'editore] Questa serie di articoli sono una ristampa della traduzione italiana del libro pubblicato da Epoch Times, chiamato "Come lo spettro del comunismo controlla il nostro mondo", a cura della redazione dei "Nove Commentari sul Partito Comunista".

Lista dei capitoli

Come lo Spettro del Comunismo controlla il nostro mondo: Prefazione
Come lo Spettro del Comunismo controlla il nostro mondo: Introduzione
Capitolo 1: Le strategie dello Spettro del Comunismo per distruggere l’umanità
Capitolo 2: Gli inizi europei del Comunismo
Capitolo 3: Le uccisioni di massa in Oriente
Capitolo 4: Esportare la Rivoluzione
Capitolo 5: L’infiltrazione comunista in Occidente
Capitolo 6: La ribellione contro Dio
Capitolo 7: La distruzione della famiglia
Capitolo 8: Il Comunismo semina il caos nella politica
Capitolo 9: La trappola economica del Comunismo
Capitolo 10: Utilizzare le leggi per fini malvagi
Capitolo 11: Profanare le Arti
Capitolo 12: Sabotare l’educazione
Capitolo 13: Assoggettare i mezzi di comunicazione
Capitolo 14: Cultura popolare, dall’indulgenza al declino morale
Capitolo 15: Le radici comuniste del Terrorismo
Capitolo 16: I fattori comunisti dietro l’Ambientalismo
Capitolo 17: Le radici comuniste della globalizzazione
Capitolo 18: Le ambizioni di controllo globale del Partito Comunista Cinese
Come lo Spettro del Comunismo controlla il nostro mondo: Conclusione

Cosa è incluso in questa parte?

Capitolo 12: Sabotare l’educazione


Capitolo 12 (Parte I): Sabotare l’educazione

Indice dei contenuti

Introduzione

1. Lo Spettro del Comunismo nelle Università occidentali
a. L’inclinazione delle Università verso le ideologie di Sinistra
b. Rimodellare l’Università tradizionale con l’ideologia comunista
• Come la rivoluzione occupa la conversazione nelle discipline umanistiche in America
• Le teorie comuniste sono ovunque nel mondo accademico
• La politicizzazione della ricerca letteraria
• L’ideologia marxista
• Marxismo Postmoderno
c. Utilizzare i nuovi campi accademici per promuovere l’infiltrazione ideologica di Sinistra
d. Promuovere l’estremismo di Sinistra
e. Negare le grandi tradizioni americane
f. La lotta contro i testi classici della civiltà occidentale
g. Monopolizzare i libri di testo e gli studi umanistici
h. L’Università della “Rieducazione”: lavaggio del cervello e corruzione della morale

Note bibliografiche

Capitolo 12 (Parte II): Sabotare l’educazione

Indice dei contenuti

2. Elementi comunisti nell’istruzione primaria e secondaria
a. L’appiattimento culturale degli studenti
b. La natura distruttiva dell’educazione progressista
• Da Rousseau a Dewey
• Come viziare gli studenti
• Educazione centrata sugli studenti
c. Istruzione: un mezzo per traviare gli studenti
• Ateismo ed evoluzione
• L’ideologia comunista
d. Manipolazione psicologica
• Psicologia ed educazione
• Relativismo morale
•“Educare alla morte” e alla prevenzione della droga
• Educazione sessuale pornografica
• Autostima ed egocentrismo
e. L’infiltrazione nell’educazione
• Il controllo sull’educazione elementare e media negli Stati Uniti
• Il ruolo dei sindacati degli insegnanti
• Estromettere la famiglia nell’educazione dei bambini
• Usare i tecnicismi per ingannare e confondere
• Modificare profondamenti le materie e i libri di testo
• Riforma dell’istruzione: Una lotta dialettica

3. L’obiettivo finale: distruggere l’istruzione in Oriente e in Occidente

Conclusione: Ritornare all’educazione tradizionale

Note bibliografiche

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CAPITOLO 12 (PARTE I): SABOTARE L’EDUCAZIONE

Introduzione

L’istruzione svolge un ruolo importante nel promuovere il benessere individuale e l’autorealizzazione, mantenendo la stabilità sociale e assicurando il futuro di una Nazione. Nessuna grande civiltà nella storia dell’umanità ha preso l’istruzione alla leggera.

L’obiettivo dell’educazione è quello di mantenere gli standard morali dell’umanità e preservare la cultura trasmessa dalle divinità all’Umanità. È il mezzo tramite il quale arte e conoscenza vengono impartite ed esprime le modalità con le quali le persone interagiscono tra loro.

Tradizionalmente le persone ben educate rispettano il Cielo, credono in Dio e seguono la virtù della benevolenza. Possiedono una vasta conoscenza della cultura tradizionale e padroneggiano uno o più mestieri. Dedicandosi alle loro vocazioni, credono nell’importanza di trattare gli altri con gentilezza. Svolgono il ruolo di pilastri della società, guardiani della civiltà e rappresentano le élite di un Paese. Con il loro straordinario carattere e comportamento si guadagnano il sostegno delle divinità e ricevono benedizioni.

Per distruggere l’Umanità, lo Spettro del Comunismo mira a spezzare i legami tra gli esseri umani e Dio. Attaccare e distruggere l’educazione tradizionale è un passo indispensabile: il Comunismo ha quindi adottato strategie differenti, per colpire i Paesi in Oriente e in Occidente.

Nei Paesi orientali, dove le tradizioni culturali sono profondamente radicate, non è sufficiente usare le menzogne per ingannare un intero popolo. Per questo si è reso necessario il massacro sistematico delle élite tradizionali, così da impedire fisicamente la trasmissione del patrimonio culturale alla generazione successiva, bombardando allo stesso tempo il resto della popolazione con un’incessante propaganda.

La Storia e le radici della cultura occidentale, dalle manifestazioni relativamente più dirette e tangibili rispetto all’Oriente, hanno dato al Comunismo un terreno fertile per contaminare in modo subdolo le società e colpire il settore educativo. La corruzione intellettuale subìta dai giovani occidentali è molto più grave se paragonata a quello che è accaduto ad esempio in Cina.

Nel 2016 il risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti ha sbalordito molte persone — in particolare i giovani studenti universitari — a causa della costante diffamazione dei maggiori mezzi di comunicazione nei confronti dei candidati conservatori, assieme a una serie di sondaggi fuorvianti condotti prima del voto.

In seguito alla vittoria di Donald Trump nelle Università degli Stati Uniti si è fatto strada un fenomeno che può apparire ridicolo a prima vista. Alcuni studenti hanno chiesto alle autorità scolastiche — e ottenuto — di non partecipare alle lezioni o di rimandare gli esami. La causa? Lo stress emotivo e l’ansia che ritengono di sentire in seguito al risultato delle elezioni.

Al fine di alleviare i “traumi emotivi” sofferti dagli studenti, alcune prestigiose scuole negli Stai Uniti hanno organizzato varie “attività terapeutiche”. Tra queste: giocare con il pongo, con i mattoncini per le costruzioni, fare i disegni con i pastelli, soffiare le bolle di sapone. Alcune scuole hanno anche messo a disposizione animali da compagnia come gatti e cani, così che gli studenti potessero trarne conforto. Molte Università hanno fornito consulenze psicologiche e gruppi di sostegno che hanno chiamato “recupero post-elezione” o “supporto post-elezione”. [1]

Se un regolare processo democratico, quale l’elezione del Presidente degli Stati Uniti, diventa più terrificante di un disastro naturale o di un attacco terroristico, dimostra il totale fallimento del sistema educativo americano. Gli studenti universitari, che dovrebbero essere maturi e razionali, sono diventati intolleranti e infantili di fronte al cambiamento e alle avversità.

Il crollo dell’istruzione americana è una delle cose più angoscianti successe in America negli ultimi decenni. È un segnale che la missione dello Spettro del Comunismo — infiltrarsi e corrompere la società occidentale dall’interno — ha avuto successo.

Questo capitolo si concentra principalmente sugli Stati Uniti per mostrare un esempio di come l’educazione nelle società libere sia stata danneggiata dal Comunismo. Il lettore può applicare la stessa logica per comprendere come l’ambito educativo sia stato colpito, in modo simile, anche in altri Paesi.

L’infiltrazione comunista nell’educazione americana si manifesta in almeno cinque aree.

  1. Promuovere direttamente l’ideologia comunista tra i giovani: l’ideologia comunista ha gradualmente assunto il controllo del mondo accademico occidentale; non solo si è infiltrata all’interno di importanti campi di studio tradizionali ma ha istituito anche nuove “scienze”, riconducibili alla sua influenza ideologica. Letteratura, storia, filosofia, scienze sociali, antropologia, giurisprudenza, arti multimediali e altre specializzazioni sono state inondate da vari elementi, originati dalla teoria marxista; allo stesso tempo, il concetto di “politicamente corretto” è lo strumento usato per censurare il libero pensiero nei poli universitari.
  1. Ridurre l’interesse delle nuove generazioni verso la cultura tradizionale: la cultura e il pensiero tradizionale, la realtà della Storia e la letteratura classica vengono calunniate ed emarginate in modi diversi.
  2. Abbassare gli standard scolastici a partire dalle scuole materne ed elementari: poiché l’istruzione è stata progressivamente semplificata, gli studenti delle nuove generazioni stanno diventando meno alfabetizzati e con ridotte capacità di calcolo. Possiedono meno conoscenze e la loro capacità di pensare in modo critico non si è sviluppata. È difficile per questi studenti gestire in modo logico e diretto situazioni basilari nella loro vita personale e nella società; ed è ancora più difficile per loro riconoscere e comprendere gli inganni creati dal Comunismo.
  3. Usare nozioni deviate per indottrinare gli studenti: una volta che i bambini crescono, i concetti instillati in loro diventano così forti da essere una seconda natura. È per loro quasi impossibile identificare tali concetti per poi correggerli.
  4. Alimentare l’egoismo, l’avidità e le debolezze degli studenti: non solo gli studenti sono stati condizionati ad opporsi all’autorità e alla tradizione, ma il loro ego è stato gonfiato oltremodo. Dato che sono convinti che tutto sia loro dovuto, la capacità di comprendere e tollerare opinioni diverse diminuisce sempre più. Risultato: il percorso di crescita psicologica, da attraversare fronteggiando conflitti e prove non si compie, e gli studenti rimangono degli eterni bambini.

Il Comunismo ha quasi raggiunto i suoi obiettivi, in tutti e cinque i settori. L’ideologia di Sinistra è prevalente nelle Università americane; gli accademici dalle idee che divergono da tale ideologia sono stati relegati a ricoprire cattedre minori o è stato impedito loro di esprimere le loro opinioni in pubblico.

Gli anni dell’università si rivelano essere anni di indottrinamento intensivo, che plasmano e predispongono i laureati al Progressismo. L’Ateismo, la teoria dell’evoluzione e il Materialismo vengono, a quel punto, accettati naturalmente. Lo studente tipo diventa in modo graduale un “fiocco di neve” dalla mentalità ristretta, senza un minimo di buonsenso, alla ricerca di uno stile di vita materialista, evitando le responsabilità delle proprie azioni.

Questi giovani mancano delle conoscenze di base e hanno una visione del mondo ristretta, sanno poco o nulla della storia del loro Paese e del mondo: sono diventati il principale bersaglio delle trappole piazzate dal lo Spettro del Comunismo.

Agli occhi del mondo, gli Stati Uniti sono ancora un Paese importante nel campo dell’istruzione. Da oltre un secolo sono una superpotenza politica, economica e militare e i fondi spesi per l’istruzione superano di gran lunga quelli della maggior parte degli altri Paesi.

Dopo la Seconda guerra mondiale, le possibilità presenti in America hanno attirato persone di talento, provenienti da tutto il mondo. I programmi di laurea STEM [Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica, NdT] e le scuole professionali non sono seconde a nessun altro Paese.

Quello che si è sviluppato negli ultimi anni tuttavia è uno squilibrio interno: la percentuale di studenti stranieri laureati nei programmi STEM supera di gran lunga quella degli studenti americani e il divario aumenta di anno in anno[2]. Questa situazione riflette l’erosione dell’istruzione elementare, secondaria e post-secondaria negli Stati Uniti. Il livello scolastico degli studenti americani è stato abbassato e appiattito, di proposito. Il termine inglese per indicare questo fenomeno — dumbing down — indica l’abbassamento della qualità dell’educazione e la deliberata semplificazione dei contenuti intellettuali, non solo nelle scuole ma anche nei prodotti di largo consumo come libri, riviste, film, videogiochi.

Alcune delle conseguenze di questo appiattimento culturale si stanno manifestando, altre ancora arriveranno.

Nei primi anni ‘80 Yuri Bezmenov (l’ex agente del KGB introdotto nel capitolo 5) ha descritto come l’infiltrazione ideologica comunista in America fosse ormai in via di completamento: «Anche se iniziassimo adesso, proprio ora, se iniziassimo a educare una nuova generazione di americani, ci vorrebbero comunque dai quindici ai vent’anni per invertire la corrente della percezione ideologica della realtà e riportarla allo stato normale. … [3]».

Sono passati circa 30 anni da quando Bezmenov ha rilasciato quell’intervista. Durante questo periodo, anche se abbiamo assistito alla caduta dell’Unione Sovietica e di altri regimi socialisti nell’Europa dell’Est, l’infiltrazione e le azioni sovversive del Comunismo in Occidente non si sono fermate minimamente. Gli elementi comunisti in Occidente considerano da sempre il settore dell’istruzione come un obiettivo primario; stanno avendo successo: hanno preso il controllo delle istituzioni educative a tutti i livelli, dall’ambiente familiare alla pedagogia.

Va sottolineato che più o meno tutti coloro che hanno frequentato l’Università dopo gli anni ’60 sono stati esposti all’influenza comunista. Le scienze umane e sociali sono le più colpite. La maggior parte di chi si è formato in queste discipline è stato inconsapevolmente indottrinato, mentre solo un basso numero di individui ha agito intenzionalmente per promuovere l’ideologia comunista. Di seguito vengono descritti gli obiettivi che il Comunismo aveva programmato di raggiungere, così che le persone possano identificarli e prenderne le distanze.

1. Lo Spettro del Comunismo nelle Università occidentali

a. L’inclinazione delle Università verso le ideologie di Sinistra

Una tra le cause più importanti che spingono gli studenti ad abbracciare l’ideologia socialista o comunista, o ad essere influenzati da ideologie radicali come il Femminismo e l’Ambientalismo (di cui si parlerà più avanti in questo libro), risiede nel fatto che gran parte del personale delle Università nei Paesi occidentali abbia un orientamento ideologico che tende verso la Sinistra.

Uno sondaggio del 2007, intitolato Le opinioni politiche e sociali dei professori americani, ha raccolto le inclinazioni ideologiche di 1.417 docenti universitari a tempo pieno negli Stati Uniti. Tra di loro il 44,1% si considerava liberale, il 46,1% moderato e solo il 9,2% conservatore. Nelle facoltà artistiche, il 61% dei docenti si sono detti liberali, mentre i conservatori rappresentavano solo il 3,9%.

I dati raccolti hanno anche fatto emergere come i membri delle facoltà prossimi al pensionamento siano posizionati più a sinistra rispetto ai nuovi arrivati; tra coloro di età compresa fra i 50 e i 64 anni, il 17,2% si è dichiarato attivista di Sinistra. Il sondaggio ha anche mostrato che la maggior parte del personale universitario intervistato sostiene l’omosessualità e il diritto all’aborto[4].

Studi e sondaggi simili, successivi al 2007, confermano l’inclinazione a sinistra tra i professori universitari negli Stati Uniti. Uno studio pubblicato su Econ Journal Watch nel 2016 ha esaminato i dati relativi alle registrazioni degli elettori nei dipartimenti di storia e scienze sociali, all’interno di 40 importanti Università statunitensi. La ricerca è stata condotta su 7.243 professori: 3.623 si sono dichiarati apertamente democratici e 314 repubblicani; il rapporto è quindi di 11,5 a 1. Tra i cinque dipartimenti esaminati, il dipartimento di Storia era il più disomogeneo, con un rapporto di 35 a 1. Una ricerca simile, condotta nel 1968 tra i professori di Storia, mostra il contrasto: il rapporto tra Democratici e Repubblicani era di 2,7 a 1. Un simile cambiamento è difficile da ignorare[5].

Un altro studio pubblicato nel 2016, basato su dati raccolti nel 2014 negli Stati Uniti, ha rilevato che le inclinazioni politiche erano disomogenee, soprattutto nello Stato del New England. Mentre a livello nazionale il rapporto tra professori liberali e conservatori era di 6 a 1, nel New England questo rapporto era di 28 a 1, decisamente più ampio[6].

Altra ricerca: nel 2016 il Pew Research Center ha intervistato chi si era laureato a partire dal 1994. Il 31% sosteneva di avere opinioni liberali, il 23% si considerava un liberale; solo il 10% sosteneva di avere opinioni conservative e il 17% si considerava un conservatore[7].

Durante un seminario presso l’American Enterprise Institute nel 2016, ai professori e ai ricercatori di sociologia presenti è stato chiesto di esprimere le proprie inclinazioni ideologiche: circa il 18% dei sociologi presenti negli Stati Uniti si considera marxista e solo il 5% conservatore[8].

Il senatore repubblicano Ted Cruz ha commentato la situazione di una prestigiosa scuola di legge che aveva frequentato. «C’erano più persone che si dichiaravano comuniste [in quell’Università] che repubblicane», ha detto. «Se chiedessimo [loro] di votare per far diventare questa Nazione socialista, l’80% della facoltà voterebbe sì e il 10% penserebbe che la scelta sarebbe troppo moderata[9]».

La presenza del Comunismo nel settore dell’educazione americana ha preso piede nel momento in cui ha messo radici negli Stati Uniti. Dall’inizio del XX secolo molti intellettuali americani hanno accettato le idee comuniste o la variante socialista del Fabianismo[10].

Il movimento di Controcultura degli anni ’60 ha portato un gran numero di giovani studenti a disprezzare la tradizione e a opporsi a essa. Non deve sorprendere: durante gli anni della propria formazione, questi studenti vennero fortemente influenzate dal Marxismo culturale e dalle teorie della Scuola di Francoforte.

Quando nel 1973 il presidente Nixon decise il ritiro delle truppe americane dal Vietnam, i gruppi studenteschi associati al movimento contro la guerra cominciarono a chiudere i battenti: il motivo principale della loro protesta era scomparso. Ma il pensiero radicale dei movimenti studenteschi — concepito, nato e cresciuto durante quegli anni — non era certo morto.

Gli studenti radicali hanno portato avanti i loro studi in vari campi sociali e culturali: giornalismo, letteratura, filosofia, sociologia, educazione, arte e via dicendo. Dopo essersi laureati, hanno iniziato la propria carriera all’interno di quelle istituzioni che hanno una grande influenza sulla società e sul mondo culturale: università, mezzi di comunicazione, agenzie governative, organizzazioni non governative. La teoria della “lunga marcia attraverso le istituzioni”, proposta dal marxista Antonio Gramsci, ha funzionato da guida: ha portato gli studenti radicali ad alterare le più importanti tradizioni della civiltà occidentale.

Herbert Marcuse, uno dei filosofi principali della Scuola di Francoforte, era considerato come un “padrino spirituale” dagli studenti occidentali che si ribellavano al sistema. Nel 1974 Marcuse affermò che la Nuova Sinistra non era morta e che «risorgerà nelle Università[11]». In effetti, la Nuova Sinistra non solo era riuscita a sopravvivere, ma la “lunga marcia” ebbe un enorme successo, riuscendo a raggiungere il cuore delle istituzioni. Un professore radicale scrisse che:

«Dopo la guerra del Vietnam, molti di noi non si sono messi a sedere davanti a una scrivania; abbiamo iniziato a ricoprire posizioni accademiche. Al termine della guerra [del Vietnam], la nostra visibilità è calata e per un po’ di tempo — per coloro che non seguivano gli eventi — sembrava fossimo scomparsi. Ora che abbiamo un ruolo ufficiale, il lavoro di rimodellamento delle Università può iniziare sul serio». [12]

Roger Kimball è un critico d’arte e autore di alcuni libri, tra i quali, nel 1989, Tenured Radicals: How Politics Has Corrupted Higher Education [Radicali in cattedra, come la politica ha corrotto l’istruzione superiore]. Il termine “radicali in cattedra” si riferisce agli studenti attivi nei movimenti contro la guerra, per i diritti civili o nella corrente femminista degli anni ’60, che in seguito sono entrati nelle Università come professori, per poi arrivare a ricoprire una cattedra di ruolo negli anni ‘80. Da lì in poi hanno inculcato negli studenti il loro sistema di valori politici, arrivando a creare una nuova generazione di sovversivi. Alcuni, tra questi “radicali in cattedra”, ricoprono il ruolo di capo di dipartimento o preside di Facoltà.

Lo scopo del loro lavoro scientifico non è quello di esplorare la verità, ma piuttosto usare l’ambiente universitario come uno strumento per colpire la civiltà e le tradizioni occidentali. Mirano a sovvertire la società tradizionale e il sistema politico, generando nuovi rivoluzionari.

Una volta assunti in pianta stabile, tali professori possono partecipare ai vari comitati interni così che la loro voce abbia una notevole risonanza: dal selezionare e arruolare nuovi membri della facoltà, al definire gli standard accademici, al vagliare gli argomenti per le tesi di laurea, fino al definire la direzione della ricerca e degli studi.

I radicali in cattedra hanno ampio potere nell’escludere i candidati che ritengono non essere conformi alla loro ideologia. Per questo motivo, gli aspiranti professori e ricercatori che mantengono valori tradizionali, così come coloro che insegnano e fanno ricerca secondo i concetti classici, vengono costantemente emarginati. Una volta che i professori della vecchia generazione vanno in pensione, le nuove leve che li sostituiscono sono per lo più studiosi di Sinistra, indottrinati con idee comuniste.

Gramsci non solo ha coniato il detto “la lunga marcia attraverso le istituzioni” ma ha anche diviso gli intellettuali in due settori: intellettuali tradizionali e intellettuali organici. I primi sono la spina dorsale, coloro che sorreggono la cultura tradizionale e l’ordine sociale; i secondi, appartenenti alle nuove classi o ai gruppi emergenti, svolgono un ruolo creativo nel processo di lotta per l’egemonia della classe a cui decidono di appartenere[13]. Il “proletariato” utilizza gli intellettuali organici durante il cammino verso la conquista dell’egemonia culturale, per poi arrivare al dominio della politica.

Molti radicali in cattedra considerano sé stessi come “intellettuali organici”, posizionandosi nella classe sociale che si oppone al sistema attuale. Proprio come Gramsci, essi seguono una massima di Marx: «I filosofi hanno solamente interpretato il mondo, in vari modi. Il punto, però, è cambiarlo[14]».

Per la Sinistra l’educazione non ha lo scopo di impartire l’essenza della conoscenza e della civiltà umana, bensì di preparare gli studenti alla politica radicale, all’attivismo sociale e al lavorare per la “giustizia sociale”. Dopo la laurea e l’ingresso nella società, gli ex studenti arrivano a sfogare le loro insoddisfazioni, nei confronti del sistema attuale, ribellandosi contro la cultura tradizionale e invocando una rivoluzione distruttiva.

b. Rimodellare l’Università tradizionale con l’ideologia comunista

Il Marxismo-Leninismo è l’ideologia che guida ogni aspetto culturale presente nei Paesi controllati dai regimi comunisti; in Occidente la libertà accademica è un aspetto fondamentale in ciascun Paese. A parte gli onnipresenti standard morali e le norme accademiche, non dovrebbero esserci pregiudizi a favore di particolari tendenze intellettuali. A partire dagli anni ’30 tuttavia il Socialismo, il Comunismo, il Marxismo e gli elementi della Scuola di Francoforte sono entrati con gran forza nelle Università occidentali, alterando gravemente le discipline umanistiche e sociali.

  • Come la rivoluzione occupa la conversazione nelle discipline umanistiche in America
  • Il libro The Victims’ Revolution: The Rise of Identity Studies and the Closing of the Liberal Mind [La rivoluzione delle vittime: la crescita degli studi delle identità e la fine del pensiero liberale] uscito nel 2012, analizza i cambiamenti nell’istruzione superiore americana a partire dagli anni ‘60. L’autore, Bruce Bawer chiede ad Alan Charles Kors, uno storico dell’Università della Pennsylvania, di elencare le tre persone che secondo lui avessero avuto la più profonda influenza sulle discipline umanistiche negli Stati Uniti. Kors citò immediatamente tre libri di altrettanti autori: Quaderni del carcere di Antonio Gramsci, La Pedagogia degli oppressi di Paulo Freire e I dannati della Terra di Frantz Fanon[15].

    Gramsci non ha bisogno di ulteriore introduzione in quanto il suo lavoro è stato descritto nei capitoli precedenti. Freire, teorico educativo brasiliano, adorava Lenin, Mao, Castro e Che Guevara. La sua opera La Pedagogia degli oppressi, pubblicata nel 1968 e tradotta in inglese due anni dopo, è diventata parte delle letture obbligatorie per gli istituti accademici degli Stati Uniti.

    Nell’analisi presentata da Bawer troviamo anche Sol Stern, autore ed educatore. Commentando La Pedagogia degli oppressi, Stern ha sottolineato che l’opera non si occupa di problemi educativi specifici, ma è piuttosto «un trattato politico utopico, che auspica il rovesciamento dell’egemonia capitalistica e la creazione di una società senza classi[16]». L’opera di Freire non fa altro che reiterare il punto di vista comunista che nel mondo esistono solo due tipi di persone: l’oppressore e l’oppresso. Gli oppressi dovrebbero rifiutare l’educazione che ricevono, essere risvegliati alle loro miserabili circostanze e istigati a ribellarsi all’oppressore

    Per quanto riguarda Frantz Fanon, nato negli anni ‘20 a Martinica, un’isola nel Mar dei Caraibi, e si unì alla guerra algerina contro il dominio coloniale francese. Il suo libro I dannati della Terra venne pubblicato nel 1961, con una prefazione dell’esistenzialista e comunista francese Jean-Paul Sartre. La teoria di Fanon venne efficacemente riassunta da Sarte: i colonizzatori occidentali sono l’incarnazione del male, mentre i non occidentali sono intrinsecamente nobili, in virtù del loro essere colonizzati e sfruttati.

    Fanon invitava gli abitanti delle colonie a ribellarsi contro la classe dirigente, usando la violenza come elemento di unità. Il suo pensiero era che, a livello individuale, la violenza è una forza purificatrice. «[La violenza] Libera il nativo dal suo complesso di inferiorità, dalla disperazione e dalla non azione, lo rende impavido e gli restituisce il rispetto di sé[17]».

    Abbracciando le idee di Fanon, Sartre scrisse nella prefazione: «Giacché, durante i primi giorni della rivolta, occorre uccidere: far fuori un europeo è prendere due piccioni con una fava, si sopprime nello stesso tempo un oppressore e un oppresso: restano un uomo morto e un uomo libero; il sopravvissuto, per la prima volta, sente il suolo della sua nazione sotto i suoi piedi[18]».

    Le idee di Gramsci, Freire e Fanon sono descritte in modo ingannevole: invitano le persone a guardare alla Storia e alla società attraverso la lente della lotta di classe. Una volta che la scintilla dell’odio di classe entra nel cuore degli studenti, essi sviluppano odio verso la normale struttura e verso il funzionamento della società, e tendono a opporsi con la violenza. L’unica soluzione a quel punto è la ribellione e la rivoluzione.

    Quale sia il teorico o la scuola di pensiero che abbia avuto la maggiore influenza sulle discipline umanistiche e sociali nelle Università americane è un tema aperto al dibattito. Ciò che è chiaro, tuttavia, è che il Marxismo, la Scuola di Francoforte, le teorie di Freud e il Postmodernismo (che ha lavorato a fianco del Comunismo nel distruggere la cultura e la morale) sono arrivati con lo scopo di dominare questi campi del sapere.

  • Le teorie comuniste sono ovunque nel mondo accademico
  • A partire dagli anni ’60, la letteratura negli Stati Uniti ha visto un cambiamento di paradigma fondamentale, in vari settori, dall’inglese, al francese alla letteratura comparata. Tradizionalmente, i critici letterari apprezzano i valori morali ed estetici delle opere classiche, considerando la letteratura una risorsa importante per allargare gli orizzonti dei lettori, sviluppare il loro carattere morale e coltivare il loro gusto intellettuale. In linea di principio, la teoria letteraria accademica è secondaria rispetto alla letteratura stessa e serve come aiuto alla comprensione e interpretazione di quest’ultima.

    Durante l’apice del movimento di Controcultura degli anni ‘60, sono emerse nuove teorie letterarie nella comunità accademica, permeate di tendenze popolari in ambito filosofico, psicologico e culturale.

    Il rapporto tra teoria e letteratura è stato rovesciato: le opere passate sono state ridotte a mero materiale da usare per convalidare gli approcci interpretativi moderni[19].

    Qual è la sostanza di queste teorie? Prese insieme, interferiscono portano il caos nelle discipline accademiche tradizionali — filosofia, psicologia, sociologia e psicoanalisi — portando gli studenti ad avere una visione distorta della società e della cultura. Il teorico letterario Jonathan Culler sostiene che «La teoria è spesso una critica combattiva delle nozioni del buon senso e, inoltre, un tentativo di dimostrare che ciò che diamo per scontato come ‘senso comune’ è in realtà una costruzione storica, una particolare teoria che ci è sembrata così naturale da non considerarla nemmeno come una teoria [20]».

    In altre parole, le moderne teorie accademiche sminuiscono, invertono e cancellano i concetti di giusto e sbagliato, bene e male, bellezza e bruttezza. Tali concetti, che derivano dalla famiglia tradizionale, dalla fede religiosa e dall’etica, vengono sostituiti con un sistema nefasto e privo di valori positivi. Tolte dal dedalo del loro costrutto accademico, queste cosiddette teorie non sono altro che un miscuglio di Marxismo, psicoanalisi, Decostruzionismo, Poststrutturalismo, Postmodernismo e Scuola di Francoforte.

    Amalgamati assieme, questi principi formano una “coalizione”, che mira a distruggere le fondamenta della civiltà umana e che viene utilizzata dallo Spettro del Comunismo come maschera, così che possa infiltrarsi nel mondo accademico occidentale. Dagli anni ’60 in poi, il Comunismo ha fatto rapidi passi in avanti in alcuni settori come la letteratura, la storia e la filosofia, stabilendo il suo dominio nelle scienze umane e sociali.

    Dire “teoria”, come discusso in precedenza, è più o meno la stessa cosa di dire “teoria critica”. Le sue trasformazioni sono presenti negli studi critici emersi nel campo del diritto, delle etnie e di genere, sulla società, scienza, medicina e via dicendo. La sua pervasività è una manifestazione del successo dell’espansione del Comunismo nel campo accademico ed educativo; un’azione che inquina i giovani con un modo di pensare deviato, e pone le basi per la conseguente distruzione del genere umano.

  • La politicizzazione della ricerca letteraria
  • Dal punto di vista di un critico letterario marxista, l’importanza di un testo letterario non risiede nel suo valore intrinseco, ma piuttosto su come possa riflettere il modo in cui l’ideologia della classe dominante — ad esempio in termini di genere o etnia — sia diventata tale. Da questo punto di vista, i classici non rivestono alcun valore intrinseco. Un importante teorico letterario marxista americano ha dichiarato apertamente che la «prospettiva politica» costituisce «l’orizzonte assoluto della lettura e di ogni interpretazione[21]». Vale a dire che tutte le opere letterarie dovrebbero essere trattate come allegorie politiche; solo quando i significati profondi relativi alla classe, all’etnia, al genere o all’oppressione sessuale vengono portati alla luce, la propria comprensione può essere considerata valida o profonda.

    Le persone provenienti dai Paesi comunisti hanno familiarità con questo tipo di critica letteraria dogmatica. Mao Zedong giudicò come segue Il sogno della camera rossa, uno dei quattro grandi romanzi classici della letteratura cinese: «Quattro famiglie, una feroce lotta di classe e qualche decina di vite umane».

    Nei Paesi comunisti, la conversazione letteraria non è sempre confinata nella torre d’avorio abitata dagli accademici, attraverso dibattiti civili e sofisticati. A volte può servire come stimolo per attuare una campagna sanguinosa.

    In risposta all’appello di Mao Zedong di prendere come esempio Hai Rui [un funzionario imperiale vissuto nella metà del 1500, durante la dinastia Ming, preso come modello per le sue doti di onestà e integrità NdT] lo storico Wu Han scrisse il dramma teatrale Le dimissioni di Hai Rui. Il 10 novembre 1965, il giornale Wenhui News di Shanghai pubblicò una recensione dell’opera teatrale, a firma Yao Wenyuan, venne però pianificata e scritta dalla quarta moglie di Mao, Jiang Qing e dal teorico radicale Zhang Chunqiao. Nel pezzo si sosteneva che Le dimissioni di Hai Rui fosse un’allusione a Peng Dehuai, un generale dell’Esercito di liberazione popolare che era stato allontanato per essersi opposto alle “Tre bandiere rosse”, ovvero le tre politiche del Partito comunista: la costruzione del Socialismo, il Grande balzo in avanti e le comuni popolari. La critica a Le dimissioni di Hai Rui divenne la miccia che innescò la brutalità decennale della Grande rivoluzione culturale in Cina.

    Nell’interpretare le opere letterarie nei termini diretti e inequivocabili della lotta di classe, i “critici” letterari cinesi al soldo del regime comunistaci mostrano le differenze con le argute e sottili critiche letterarie presenti nelle Università occidentali negli ultimi decenni.

    In Occidente la critica letteraria marxista è come un virus: diventa sempre più forte e letale attraverso mutazioni infinite. Utilizza altri costrutti teorici come sue armi: le grandi opere della cultura umana — dai classici dell’antica Grecia e dell’antica Roma, fino a Dante, Shakespeare e ai romanzi vittoriani — si ritrovano trascinate sul tavolo operatorio della letteratura, dove vengono smembrate e ricucite. Questa operazione di critica letteraria si avvale di un gergo arcano per trasmettere un’apparente raffinatezza; in essenza però gli argomenti principali si riducono tipicamente ad accusare i pregiudizi esistenti contro chi fa parte della classe degli oppressi, siano da usare i diritti civili, le donne o le minoranze etniche.

    Le critiche moderne etichettano queste opere come appartenenti alla sovrastruttura della classe dominante e le descrivono come aventi l’effetto di intorpidire le masse, così che non possano riconoscere la loro condizioni di essere oppressi, che non possano raggiungere la coscienza rivoluzionaria di classe. L’accademico inglese Roger Scruton sostiene che: «I metodi utilizzati dal nuovo teorico letterario sono vere armi di sovversione: sono un tentativo di distruggere l’educazione umana dall’interno, di spezzare la catena di mutuo affetto e comprensione che ci lega alla nostra cultura[22]».

  • L’ideologia marxista
  • Il termine “Ideologia” è un concetto centrale nelle discipline umanistiche, influenzate dal Marxismo. Marx metteva assieme la morale, la religione e la metafisica sullo stesso piano, come facenti parti di una stessa ideologia, di uno stesso modo di pensare. Credeva che l’ideologia dominante in una società classista fosse quella della classe dirigente e che i suoi valori non riflettessero la realtà per quello che è, ma piuttosto il suo contrario. [23]

    Il Marxismo del XX secolo ha considerato la distruzione della cultura come una tappa necessaria nella rivoluzione, facendo ampio riferimento al proprio costrutto ideologico nella letteratura. Il marxista ungherese Georg Lukács ha definito l’ideologia come la “falsa coscienza”, in contrapposizione alla vera “coscienza di classe”. Il marxista francese Louis Althusser ha proposto il concetto di “apparati ideologici di stato”, tra i quali la religione, l’educazione, la famiglia, il diritto, la politica, i sindacati, la comunicazione, la cultura e così via; tutti quanti lavorerebbero in congiunzione con un brutale e inumano apparato statale.

    Ogni società ha i suoi difetti che dovrebbero essere articolati e corretti. Tuttavia i marxisti non si occupano di problemi specifici, ma rifiutano il sistema nella sua interezza, considerandolo come una struttura creata e mantenuta dalla classe dirigente per salvaguardare i propri interessi.

    L’espressione “avvelenare il pozzo” è un aspetto importante dell’ossessione marxista nei confronti dell’ideologia e può essere notato nella complessa critica ideologica di Althusser, filosofo francese considerato il principale teorico del cosiddetto Marxismo strutturale. Invece di esaminare i fatti presentati durante una discussione, l’approccio ideologico che porta ad “avvelenare il pozzo”, si basa sullo screditare chi si ha davanti, di accusarlo di avere dei secondi fini o di provenire da un ceto sociale non adatto a comprendere la situazione.

    Così come nessuno vorrà bere l’acqua presa da un pozzo avvelenato, allo stesso modo nessuno vorrà ascoltare l’opinione di chi è stato screditato pubblicamente, indipendentemente da quanto ragionevole o logico il discorso possa essere.

    Althusser, tramite il suo concetto di “apparati ideologici di stato”, rende chiaro l’estremo disprezzo del Comunismo per la società umana: niente è accettabile se non rifiutare completamente la società e portarloa alla distruzione. È una manifestazione dell’obiettivo comunista di sradicare la cultura umana.

    Il concetto marxista di ideologia si basa su proposizioni fasulle, astratte, generalizzate e superflue. L’obiettivo è eliminare i valori morali tradizionali. Da una parte i marxisti mascherano le loro reali intenzioni, esprimendo un’apparente indignazione morale, dall’altra ingannano e condizionano un gran numero di persone con la loro ideologia.

  • Marxismo Postmoderno
  • Sulla scia degli anni ’60, un gruppo di filosofi francesi creò quella che divenne ben presto la più potente arma ideologica, sia per il Marxismo che per il Comunismo, all’interno della comunità accademica americana. Jacques Derrida e Michel Foucault sono tra i principali rappresentanti di questa ideologia: dati recenti ci forniscono un quadro della loro influenza fino ai giorni nostri. Nel 2007 Foucault è stato l’autore più citato all’interno delle pubblicazioni umanistiche, con 2.521 citazioni. Derrida è arrivato terzo, raccogliendo 1.874 citazioni[24]. Alcune ricerche hanno portato alla luce il rapporto tra Postmodernismo e Marxismo[25].

    Consideriamo opportuno riferirsi a entrambe con il termine di Marxismo postmoderno.

    Il linguaggio possiede livelli di significato ambigui e sfaccettati: un testo scritto può dare luogo a interpretazioni diverse. Si tratta di qualcosa di noto fin dai tempi degli antichi greci e della Cina pre-imperiale.

    La teoria del Decostruzionismo di Derrida è un elaborato inganno che unisce Ateismo e Relativismo; esagerando l’ambiguità del linguaggio disgrega anche quei testi il cui significato è chiaro e ben definito.

    A differenza dell’Ateismo convenzionale, Derrida ha espresso il suo punto di vista utilizzando il linguaggio dei filosofi. Di conseguenza le sue opinioni non solo tendono a distruggere il concetto che vi sia Dio, ma anche i principi di razionalità e autorità assieme ai loro significati, che sono associati a valori tradizionali. Questo perché gli studiosi e i teorici allineati con Derrida portano avanti la decostruzione di questi termini. Dopo aver ingannato il pubblico tramite un’apparente profondità intellettuale, la teoria decostruzionista è dilagata all’interno delle discipline umanistiche, risultando uno degli strumenti più potenti del Comunismo per distruggere fede, tradizione e cultura.

    Michel Foucault entrò a far parte del Partito Comunista Francese. L’essenza della sua teoria ruota attorno al concetto che non vi siano verità, bensì diversi livelli di esercitare il potere. Poiché il potere monopolizza il diritto di interpretare la verità, tutto ciò che la verità rivendica è ipocrita e inaffidabile. Nel suo libro Sorvegliare e punire, Foucault pose la seguente domanda: «Non è sorprendente come le prigioni assomiglino alle fabbriche, alle scuole, alle caserme, agli ospedali, che tutte sembrino prigioni?[26]» Nell’equiparare le istituzioni indispensabili della società con le prigioni, e nel chiedere alla gente di rovesciare queste “prigioni”, Foucault mette a nudo la natura antisociale della sua teoria.

    Utilizzando le armi della decostruzione, presenti nelle teorie di Foucault così come in altri elaborati teorici, gli intellettuali hanno stigmatizzato la tradizione e la morale, arrivando a relativizzare tutto quanto. Essi si fanno forti di assiomi come: «interpretare significa fraintendere», «non c’è verità, solo interpretazioni», o «non ci sono fatti, solo interpretazioni». Hanno relativizzato la comprensione di concetti fondamentali come verità, gentilezza, bellezza, giustizia, ecc. per poi distruggerli e e spazzatura.

    I giovani studenti che entrano nelle facoltà umanistiche non osano mettere in discussione l’autorità dei loro insegnanti. Rimanere lucidi sotto il continuo bombardamento ideologico che ne segue è ancora più difficile. Una volta che gli studenti vengono orientati verso lo studio della teoria marxista postmoderna, risulta poi difficile che il loro pensiero possa andare in altre direzioni. Questa è una delle strade principali che l’ideologia comunista ha costruito per entrare nelle scienze umane e gettarli via come se fossero spazzatura.

    c. Utilizzare i nuovi campi accademici per promuovere l’infiltrazione ideologica di Sinistra

    In una società intellettualmente sana gli studi su alcuni settori — come sul genere femminile o sulle varie etnie presenti — riflettono la prosperità della comunità accademica. Dopo il movimento di Controcultura degli anni ’60, tuttavia, alcuni radicali si sono serviti di queste nuove discipline accademiche per diffondere nelle Università e negli istituti di ricerca l’ideologia di Sinistra. Ad esempio, alcuni accademici americani ritengono che l’istituzione di dipartimenti dedicati agli studi afro-americani non sia il risultato di una reale necessità accademica, piuttosto il risultato di un ricatto politico[27].

    Nel 1968, uno sciopero studentesco costrinse il San Francisco State College a fermare le attività didattiche. Sotto la pressione dell’associazione studentesca Black Student Union, l’Università fondò il Dipartimento di Studi Africani, il primo del suo genere negli Stati Uniti. Il dipartimento, concepito principalmente come mezzo per sostenere gli studenti neri, ha poi partorito un campo sociologico unico nel suo genere: quello nel quale sono presenti unicamente gli afro-americani. Risultato: il lavoro e le scoperte degli scienziati afro-americani sono stati messi sotto la luce dei riflettori, non per il valore di quello che avevano prodotto, ma per il colore della pelle di chi ci aveva lavorato sopra. Altra conseguenza: i libri di testo sono stati “aggiornati” con eventi relativi agli afro-americani. Anche matematica, letteratura, storia, filosofia e altre materie hanno subito modifiche simili.

    Ottobre 1968: venti membri della Black Student Union occupano il centro di calcolo della University of California-Santa Barbara. Loro azione e le loro richieste portarono alla fondazione, un anno dopo, del Black Studies Department and the Center for Black Studies Research

    Aprile 1969: oltre cento studenti neri della Cornell University occupano l’edificio amministrativo della scuola. Brandendo fucili e munizioni chiedono l’istituzione di un dipartimento di ricerca per i neri, composto esclusivamente da neri. Un insegnante cerca di fermarli, ma uno dei leader della protesta studentesca parla in toni chiari, minacciando la Cornell University di «avere tre ore di vita». L’Università alla fine si arrese e fondò il terzo dipartimento di ricerca per i neri negli Stati Uniti[28].

    Shelby Steele, capo ricercatore presso la Hoover Institution della Stanford University, in passato si era detto favorevole all’istituzione dei dipartimenti di ricerca per gli afro-americani all’interno delle Università. Il suo pensiero al tempo era che dirigenti e professori universitari provavano un tale “senso di colpa dell’uomo bianco” [il white guilt è detto anche “rimorso dell’Occidente” NdT] che avrebbero accettato qualsiasi richiesta da parte dei rappresentanti dei sindacati studenteschi neri[29]. Allo stesso tempo, gli studi sul genere femminile, sull’America Latina, sugli omosessuali e via dicendo, sono stati introdotti nelle Università americane fino a diventare onnipresenti.

    La premessa di base degli studi sul genere femminile è questa: le differenze di genere non derivano da differenze biologiche, ma sono costruzioni sociali. A causa della presunta soppressione che le donne hanno subito da lungo tempo da parte degli uomini e del patriarcato, la prospettiva degli studi sul genere femminile è quella di innescare la coscienza sociale femminile, apportando cambiamenti sociali globali; secondo questa visione una rivoluzione sarebbe il passo successivo.

    Una professoressa femminista dell’Università della California-Santa Cruz è cresciuta in una famosa famiglia comunista. Mostrando con orgoglio le sue credenziali di attivista, sia comunista che omosessuale, ha ricoperto il ruolo di “insegnante del Femminismo” a partire dagli anni ’80. La professoressa considera il suo orientamento sessuale come uno stile di vita atto a far scaturire la propria coscienza politica, decidento di dedicarsi all’insegnamento dopo che un attivista comunista le aveva detto che quella doveva essere la sua missione. In una dichiarazione pubblica,ha affermato infatti che «l’insegnamento è diventato per me una forma di attivismo politico»: ha quindi fondato il Dipartimento di Studi Femministi dell’Università della California-Santa Cruz [30] e in uno dei suoi corsi di studio ha descritto l’omosessualità femminile come «la più alta forma di femminismo[31]».

    L’Università del Missouri tiene dei corsi per preparare gli studenti a considerare le questioni del Femminismo, della letteratura, del genere e della pace, a partire dalle posizioni della Sinistra. Ad esempio, un corso chiamato Outlaw Gender [Mettere fuorilegge il genere] vede i sessi come «categorie artificiali prodotte da una particolare cultura», piuttosto che il risultato di un evento naturale. Negli studenti è stato instillato un solo punto di vista: esiste un’oppressione basata sul genere e una discriminazione contro le varie identità di genere [32].

    Come discusso nel capitolo 5, il movimento contro la guerra apparso in Occidente dopo la Seconda guerra mondiale venne fortemente influenzato dall’infiltrazione comunista. Negli ultimi decenni è apparso un nuovo corso di laurea nelle Università: Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e la pace. I ricercatori David Horowitz e Jacob Laksin hanno esaminato oltre 250 organizzazioni aventi un qualche tipo di collegamento con questo ambito accademico. La loro conclusione è stata che queste organizzazioni erano di natura politica e non accademica. Il loro scopo era quello di reclutare studenti di Sinistra, che si opponessero alla guerra[33].

    Horowitz e Laksin hanno utilizzato un popolare libro di testo, Peace and Conflict Studies, come riferimento per esporre le motivazioni ideologiche dietro alla creazione delle Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e la pace. Il libro di testo fa leva su dissertazioni marxiste per spiegare i problemi legati alla povertà e alla fame. Gli autori criticano aspramente i proprietari terrieri e i commercianti agricoli, sostenendo che è stata la loro avidità ad aver causato la morte per fame di centinaia di milioni di persone. Anche se l’argomento trattato appare essere contro la violenza, vi è però una forma di prevaricazione alla quale non solo l’autore non si oppone, ma di fatto elogia: quella commessa nel corso della rivoluzione proletaria.

    In una sezione di Peace and Conflict Studies si può leggere quanto segue: «Anche se Cuba è lontana dall’essere un paradiso in Terra, e alcuni diritti individuali e libertà civili non sono ancora ampiamente praticati, il caso di Cuba indica che le rivoluzioni violente possono talvolta portare a condizioni di vita generalmente migliori per molte persone». Il libro non fa alcun riferimento alla dittatura di Fidel Castro o ai catastrofici risultati della rivoluzione cubana.

    Dal momento che è stato scritto dopo l’11 settembre, Peace and Conflict Studies ha toccato anche i problemi del terrorismo. Sorprendentemente, i suoi autori sembrano avere simpatia per i terroristi, mettendo il termine terrorista tra virgolette. Hanno poi difeso questa loro scelta sostenendo che: «Mettere ‘terrorista’ tra virgolette può essere irritante per alcuni lettori, che la considerano una chiara e precisa qualifica. Lo facciamo, tuttavia, non per minimizzare l’orrore di tali atti, ma per sottolineare il valore di una giusta indignazione, riconoscendo che spesso chi viene considerato ‘terrorista’ da alcune persone, può essere un ‘combattente per la libertà’ per altre[34]».

    Il mondo accademico dovrebbe essere obiettivo ed evitare di dare spazio a un’agenda politica. Questi nuovi campi accademici hanno adottato una posizione ideologica: chi insegna materie nel corso di studi sulle donne deve abbracciare il femminismo; chi lavora allo studio della popolazione nera negli Stati Uniti deve credere che le difficoltà politiche, economiche e culturali degli afro-americani siano il risultato della discriminazione da parte dei bianchi. Il punto di partenza non è esplorare la verità, ma promuovere una struttura ideologica.

    Queste nuove materie sono i sottoprodotti della rivoluzione culturale americana. Nate all’interno delle Università, hanno ampliato la propria portata, chiedendo sempre più fondi e reclutando sempre più studenti, cosa che porta a rafforzare ulteriormente queste materie, già profondamente radicate nel mondo accademico.

    Questi nuovi campi accademici sono stati creati da persone malintenzionate che agiscono sotto l’influenza dell’ideologia comunista. Il loro scopo è quello di fomentare ed espandere i conflitti tra i diversi gruppi sociali e incitare all’odio come fase preparatoria della rivoluzione violenta. Inoltre, hanno ben poche relazioni dirette con le persone (afro-americani, donne o altri) che affermano di sostenere.

    d. Promuovere l’estremismo di Sinistra

    David Horowitz e Jacob Laksin hanno pubblicato il loro lavoro di ricerca nel libro One-Party Classroom: How Radical Professors at America’s Top Colleges Indoctrinate Students and Undermine Our Democracy [Il partito unico in aula: come i professori radicali delle migliori università americane indottrinano gli studenti e mettono in pericolo la nostra democrazia]. Gli autori elencano circa 150 corsi, presenti in dodici Università, che sono chiaramente improntati all’ideologia di Sinistra.

    Mentre in alcuni corsi il loro intento politico viene mascherato con un linguaggio accademico, in altri vengono trascurati perfino i principi accademici di base e la somiglianza con i corsi politici obbligatori nei Paesi comunisti è palese.

    L’Università della California-Santa Cruz propone un corso intitolato Teoria e pratica della resistenza e dei movimenti sociali. La descrizione che segue il titolo è: «L’obiettivo di questo seminario è di imparare come organizzare una rivoluzione. Impareremo ciò che le comunità passate e presenti hanno fatto e stanno facendo per resistere, confrontare e superare i sistemi di potere che includono, tra gli altri, il Capitalismo globale, l’oppressione statale e il razzismo[35]».

    Bill Ayers, professore emerito presso l’University of Illinois a Chicago, proviene dai movimenti radicali degli anni ‘60: era il leader del gruppo Weather Underground (chiamato inizialmente Weatherman e che si autodefiniva come gruppo comunista rivoluzionario), una fazione del movimento Studenti per una Società Democratica (SDS). Nel 1969 il gruppo Weatherman diventò la prima organizzazione americana ad essere riconosciuta come terrorista dal governo a stelle e strisce. Il suo scopo era di coordinare gli studenti radicali; questi ultimi poi avrebbero preso parte in attività terroristiche, orchestrate per infiammare i conflitti razziali.

    Il gruppo Weatherman è stato responsabile dei bombardamenti contro il Campidoglio americano, la sede principale della polizia di New York, il Pentagono e gli uffici della Guardia nazionale. Una famosa frase di Ayers lascia intendere l’obiettivo: «Uccidete tutti i ricchi. Sfasciate le loro auto e i loro appartamenti. Portate a casa la rivoluzione, uccidete i vostri genitori[36]». Le pubblicazioni accademiche di Ayers sono coerenti con il suo curriculum. Sostiene infatti la necessità di superare i “pregiudizi” nei confronti dei giovani che si sono resi autori di violenti reati[37].

    Negli anni ‘70 una rete di progressisti di Sinistra riuscì ad impedire all’FBI di arrestare Ayers e negli anni ‘80, riuscì ad aggirare la legge ed evitare di fare i conti con la giustizia americana. Diventato membro dell’University of Illinois a Chicago, Ayers iniziò a studiare nel campo dell’educazione, specializzandosi nella prima infanzia. Nonostante ciò le sue opinioni politiche sono rimaste invariate, e non ha mostrato rimorso per gli attacchi terroristici compiuti. Ayers è diventato successivamente Professore associato, poi Professore ordinario, infine ha raggiunto la sua attuale posizione: Professore emerito. Ha anche ricevuto il titolo di Senior University Scholar, la più alta onorificenza universitaria negli Stati Uniti.

    Ogni titolo ricevuto da Ayer è il risultato di una decisione congiunta dei suoi colleghi di dipartimento. Questo riflette il tacito riconoscimento e sostegno dell’Università al suo passato di terrorista.

    e. Negare le grandi tradizioni americane

    Nel 2014 un gruppo di studenti politicamente impegnati della Texas Tech University condusse un sondaggio, ponendo tre domande: «Chi ha vinto la guerra civile?»; «Chi è il nostro vice presidente?»; «Da quale Paese ci siamo resi indipendenti?» Molti studenti non avevano idea di quali potessero essere le risposte, anche se dovrebbero essere conoscenze di base. Pur ignorando questi fatti fondamentali sulla politica e la storia del proprio Paese, gli studenti erano però ben informati sui dettagli delle star del cinema e delle loro relazioni amorose[38].

    Nel 2008, l’Intercollegiate Studies Institute condusse un’indagine con campionamento casuale su 2.508 americani. I risultati furono che solo la metà degli intervistati sapeva i nomi dei tre rami del governo americano[39]. Nel questionario vi erano 33 semplici domande di orientamento civico, alle quali rispondere: il 71% degli intervistati raggiunse un punteggio del 49% (di risposte corrette), un risultato da considerarsi equivalente a una bocciatura[40].

    Imparare la Storia del proprio Paese non è solo un processo atto ad apprendere come la propria Nazione sia stata fondata, ma serve anche a comprendere il tipo di valori su cui la Nazione è stata costruita e ciò che serve per preservare queste tradizioni. Solo allora il suo popolo avrà a cuore ciò che ha ottenuto, proteggerà l’eredità nazionale e la trasmetterà alle generazioni future.

    Dimenticare la Storia è come distruggere la tradizione di un Paese. Le persone che non conoscono i loro doveri civici rendono possibile la formazione di un governo totalitario. Nel caso dei sondaggi citati sopra non possiamo fare a meno di chiederci: cosa è successo all’insegnamento della Storia americana e all’educazione civica? Le risposte si trovano nei libri di testo e negli insegnanti.

    Howard Zinn, seguace di Marx, è l’autore di un noto libro: Storia del popolo americano dal 1492 a oggi. Il tema del libro ruota attorno alla premessa che tutte le gesta eroiche e gli episodi che hanno ispirato la Storia americana siano bugie spudorate, affermando che la Storia degli Stati Uniti sia invece un tetro viaggio, costellato di soppressioni, privazioni e genocidi[41].

    Un Professore di economia presso l’Università di Boston ritiene che i terroristi che sono nemici degli Stati Uniti, siano coloro che combattono realmente per la libertà; mentre gli Stati Uniti rappresentano il vero male. In un articolo pubblicato nel 2004, ha equiparato i terroristi che hanno compiuto gli attentati dell’11 settembre 2001 ai ribelli americani che, nel 1775, hanno sparato i primi colpi durante la battaglia Lexington, dando inizio alla guerra per l’indipendenza. [42]

    f. La lotta contro i testi classici della civiltà occidentale

    Nel 1988 gli studenti radicali e gli insegnanti dell’Università di Stanford protestarono contro il corso universitario chiamato Civiltà Occidentale. Tra i loro slogan vi erano chiare incitazioni alla fine della civiltà occidentale (“Hey, hey, ho, ho! Western Civilization has got to go!”). L’Università di Stanford accettò le richieste dei manifestanti e sostituì il corso un altro: Culture, Idee, Valori, dalle evidenti caratteristiche multiculturali. Anche se il nuovo corso non aveva rimosso i testi classici occidentali — di Omero, Platone, Sant’Agostino, Dante Alighieri, Shakespeare — ogni semestre il corso doveva includere opere di alcune autrici, di alcuni gruppi minoritari e di coloro considerati vittime di oppressione.

    L’allora segretario all’istruzione statunitense William Bennett disapprovò il cambiamento, considerandolo un programma di studio creato attraverso l’intimidazione. Ciononostante, molte importanti Università hanno iniziato a percorrere, da allora, la stessa direzione; le Università minori, per non essere lasciate indietro, hanno seguito gli stessi passi. In pochi anni, l’insegnamento degli studi umanistici nelle Università americane conobbe una profonda trasformazione.

    Nella sua opera Illiberal Education [Educazione Illiberale], l’autore conservatore Dinesh D’Souza ha preso come riferimento il libro Mi chiamo Rigoberta Menchù per spiegare la direzione ideologica del nuovo corso Culture, Idee, Valori dell’Università di Stanford. Il libro approfondisce le esperienze di vita di una giovane nativa americana del guatemala, Rigoberta Menchu. Dopo l’insensato assassinio dei suoi genitori durante un massacro, decide di intraprendere la strada della rivolta, nel corso della quale si radicalizza sempre di più.

    Rigoberta si identifica con il movimento indigeno americano in Sud America. Lo scopo è la lotta per il diritto all’autodeterminazione, opponendosi alla cultura latinoamericana europeista. Prima diventa una femminista, poi socialista e alla fine si riconosce come marxista. Verso la fine del libro si trova a Parigi, dove partecipa alle assemblee del Fronte Popolare, dove discute di argomenti come gli adolescenti borghesi e le bombe Molotov. Un capitolo del libro è intitolato Rigoberta rinuncia al matrimonio e alla maternità[43].

    La corrente del politicamente corretto ha portato ad espellere i classici dalle Università americane; i risultati sono vari e deleteri, alcuni dei quali descritti di seguito.

    1. Uno stile di scrittura di bassa qualità, dal contenuto poco profondo. La narrazione si concentra su storie rivoluzionarie o incentrate sul punto di vista delle vittime. Questo porta a sostituire le opere classiche e la loro eterna profondità.
    2. Il confronto tra questo tipo di letteratura e i classici sembra concedere ai primi un posto tra i classici, aumentando notevolmente la loro influenza nel pensiero degli studenti. Mettere i testi classici allo stesso livello di queste opere comuni porta a banalizzare e relativizzare i classici.
    3. I temi presenti nei testi classici vengono interpretati attraverso la teoria critica, gli studi culturali, la politica d’identità e il politicamente corretto. Gli studiosi esaminano con cura le opere di Shakespeare, annotando il razzismo e il sessismo, le tendenze omosessuali tra i personaggi e così via, distorcendo e insultando le opere classiche.
    4. Gli studenti inculcati con questo tipo di atteggiamento mentale trovano i nobili personaggi, i grandi risultati e le lezioni morali rappresentate nei classici poco credibili e sviluppano l’istinto di giudicarli sotto una luce negativa e cinica.

    Nell’educazione letteraria tradizionale, i temi principali dei classici sono principalmente l’amore universale, la giustizia, la lealtà, il coraggio, lo spirito di sacrificio, assieme ad altri valori morali. L’educazione storica ruota intorno a grandi eventi che riguardano l’istituzione e lo sviluppo della Nazione e dei suoi valori fondamentali.

    Poiché i classici della letteratura occidentale sono quasi tutti scritti da uomini bianchi ed europei, la Sinistra utilizza la bandiera del multiculturalismo e del Femminismo affinché, tra i testi che la gente deve leggere, siano presenti testi scritti da donne, persone che appartengono a minoranze etniche e così via. Per quanto riguarda l’insegnamento della Storia, l’educazione moderna descrive il percorso storico di un Paese come se fosse cupo e ambiguo, pervaso dalla schiavitù e sfruttamento delle donne e di altri gruppi minoritari. L’obiettivo non è più quello di trasmettere l’eredità tradizionale, ma infondere un senso di colpa verso le donne e le minoranze.

    Considerando che le persone hanno a disposizione un tempo limitato da poter usare per leggere ed istruirsi — quando l’educazione viene appositamente progettata per enfatizzare le opere politicamente corrette — il tempo da poter dedicare alla lettura dei classici si riduce. Il risultato è che generazioni di studenti sono stati separati dalle radici della loro cultura, in particolare dal sistema di valori che ha origine dalla fede religiosa e che si trasmette attraverso la cultura. La cultura di ogni etnia ha origine dal divino; Le culture possono essere diverse, ma non si dovrebbero mescolare assieme, farlo significa andare verso la distruzione dei legami tra l’etnia a cui la cultura appartiene e le divinità che l’hanno creata.

    g. Monopolizzare i libri di testo e gli studi umanistici

    L’economista Paul Samuelson ha descritto il potere che i libri di testo possiedono nei seguenti termini: «Non mi interessano coloro che scrivono le leggi di una Nazione — o chi firma i trattati [tra gli Stati] — se io posso scrivere i manuali di economia». I libri di testo, dall’ampia diffusione e dall’autorità riconosciuta, possono esercitare un’enorme influenza sugli studenti, di conseguenza chi li scrive ha le chiavi per aprire le menti dei giovani e di plasmarle.

    Studiosi e professori radicali, dopo aver ottenuto una cattedra e una certa reputazione, acquisiscono il controllo degli uffici e dei comitati che presiedono le pubblicazioni universitarie. Usano questo potere per inserire nei materiali didattici gli elementi della loro ideologia, così da imporla ai loro studenti. In alcuni campi accademici, le opere marxiste sono le più presenti tra i libri di testo e tra le letture scelte dai professori, rispetto a una qualsiasi altra scuola di pensiero. La già citata Storia del popolo americano dal 1492 a oggi di Howard Zinn è una lettura obbligatoria in molte facoltà di storia, economia, letteratura e studi sulle donne.

    Una volta che la Sinistra può beneficiare della forza dei numeri, è in grado di usare il meccanismo della revisione paritaria [la peer-review è un tipo di valutazione effettuata tra colleghi dello stesso rango, NdT] all’interno della comunità accademica degli Stati Uniti, così da liquidare chi sostenga opinioni diverse. Qualsiasi articolo accademico che sfidi le ideologie della Sinistra è destinato a essere rifiutato da chi fa parte di quella corrente.

    In molte riviste umanistiche, essendo guidate dalla teoria critica, abbondano un oscuro gergo tecnico. I loro temi principali sono il rifiuto del divino, il rifiuto della cultura tradizionale e l’incitamento a compiere rivoluzioni per rovesciare l’attuale ordine sociale, politico ed economico. Una categoria di studiosi lavora per dimostrare che tutta la morale e gli standard tradizionali, compreso il processo scientifico, sono costruzioni sociali il cui scopo è quello di salvaguardare il potere della classe dominante e di forzare le loro norme e leggi su tutta la società.

    Nel 1996 Alan Sokal, professore di fisica presso la New York University, pubblicò un articolo su Social Text, la rivista di studi culturali della Duke University. Il suo articolo era intitolato Transgressing the Boundaries: Towards a Transformative Hermeneutics of Quantum Gravity [Infrangere le barriere: verso un’ermeneutica trasformativa della gravità quantistica]. Con 109 note a piè di pagina e utilizzando 219 fonti come riferimento, l’articolo sosteneva che la «gravità quantistica» fosse un costrutto dalla società e del linguaggio[45].

    Lo stesso giorno in cui l’articolo qui sopra venne pubblicato, Sokal pubblicò anche una dichiarazione su un’altra rivista — Lingua Franca — sostenendo che l’articolo non fosse altro che uno scherzo. Quando si era messo in contatto con Social Text, Sokal aveva proposto l’articolo come un esperimento di fisica quantistica sugli studi culturali[46].

    Durante un’intervista radio al programma All Things Considered, riguardo al suo cosiddetto “articolo”, Sokal ricordò di aver preso ispirazione dal libro Higher Superstition, pubblicato nel 1994. La tesi dell’autore del libro era che alcune riviste che si occupano di discipline umanistiche sono pronte a pubblicare qualsiasi cosa, a patto che contenga «il giusto pensiero di Sinistra», citando noti intellettuali di Sinistra. Sokal decise di mettere alla prova tale tesi, per cui riempì il suo pezzo con termini derivanti dalle ideologie di Sinistra, citazioni inutili, così come pure e semplici assurdità[47].

    Più tardi Sokal descrisse l’effetto del suo “articolo”: «I risultati del mio piccolo esperimento dimostrano, come minimo, che alcuni settori di tendenza della Sinistra accademica americana sono diventati intellettualmente pigri. Ai redattori di Social Text è piaciuto il mio articolo perché ne hanno apprezzato la seguente conclusione: ‘Il contenuto e la metodologia della scienza postmoderna forniscono un potente supporto intellettuale al progetto politico progressista’. A quanto pare non hanno sentito il bisogno di analizzare la qualità delle fonti, la forza di persuasione degli argomenti presentati e neanche la rilevanza dei ragionamenti dietro la conclusione che ho rivendicato». L’approccio ironico di Sokal ha evidenziato la mancanza di principi accademici o di credibilità nei campi della teoria critica e degli studi culturali.

    Osservando i titoli delle riviste presenti agli incontri annuali delle grandi associazioni accademiche statunitensi, l’infiltrazione comunista, nelle scienze sociali negli ultimi decenni, è evidente. La Modern Language Association, la più grande di queste società, conta circa venticinquemila membri, composti principalmente da professori e studiosi nel campo della ricerca e dell’istruzione linguistica moderna. Oltre diecimila persone partecipano alla conferenza annuale dell’associazione.

    Gran parte degli articoli elencati sul sito web dell’associazione rientrano nel quadro ideologico del Marxismo, della Scuola di Francoforte, della decostruzione, del Post-strutturalismo e di altre teorie devianti. Altri articoli presentano il Femminismo, lo studio di tematiche omosessuali, la politica dell’identità e altre tendenze radicali. Organizzazioni simili, compresa l’American Sociological Association, riflettono tematiche simili, anche se in misure diverse.

    Nelle università americane alcuni corsi umanistici sono obbligatori, indipendentemente dalla specializzazione dello studente; è una tradizione nell’educazione umanistica. Oggi, i corsi obbligatori sono per lo più tenuti da professori nei settori della letteratura, Storia, filosofia e scienze sociali. Lo studioso americano Thomas Sowell ha notato che i corsi obbligatori, come implica il termine, non lasciano agli studenti alcuna alternativa di scelta. I professori che insegnano tali corsi il più delle volte usano la loro aula come opportunità per diffondere le loro ideologie di Sinistra, servendosi del voto per spingere gli studenti ad accettare le loro opinioni. Gli studenti che osano sfidare il punto di vista di uno di questi professori sono puniti con un voto più basso[49]. Il punto di vista marxista di questi professori, nell’ambito delle scienze sociali, non solo corrompe gli studenti, ma influenza negativamente quasi tutto il corpo studentesco.

    Gli studenti universitari chiedono di essere rispettati come se fossero degli adulti, ma le loro conoscenze ed esperienze pratiche sono limitate. Nell’ambiente relativamente chiuso dell’Università, pochi tra loro possono sospettare che rinomati professori possano approfittare della loro fiducia, con lo scopo di infondere in loro una serie di ideologie e valori completamente sbagliati e dannosi. I genitori pagano tasse scolastiche costose per permettere ai loro figli di padroneggiare conoscenze e competenze da usare per trovare il loro posto nella società. Come potrebbero immaginare che anni preziosi nella vita dei loro figli vengano utilizzati per trasformarli in seguaci di ideologie radicali che li influenzeranno per il resto della loro vita?

    I giovani, generazione dopo generazione, sono entrati in un sistema educativo di questo tipo: pesantemente influenzato dallo Spettro del Comunismo. Studiando i libri di testo scritti dalla Sinistra e interiorizzando le loro teorie deviate, accelerano di fatto il declino della cultura, della morale e dell’umanità stessa.

    h. L’Università della “Rieducazione”: lavaggio del cervello e corruzione della moralità

    A partire dagli anni ’80, con la diffusione dell’ideologia marxista all’interno dell’Università, la politica dei poli universitari si è concentrata sempre più sul prevenire commenti “offensivi”, specialmente quando rivolti alle donne o alle minoranze etniche. Secondo il ricercatore americano Donald Alexander Downs, dal 1987 al 1992, circa trecento Università negli USA hanno attuato politiche per regolare la libertà di parola, creando un sistema paralegale che proibisce l’utilizzo di un linguaggio ritenuto offensivo, quando si tratta di certi gruppi e argomenti “sensibili”[50].

    Coloro che sostengono questi divieti possono avere nobili intenzioni, ma le loro azioni portano a un risultato ridicolo, dato che un numero sempre maggiore di persone rivendica il diritto a non essere offeso. Anche se tale diritto non esiste secondo la legge, l’influenza del Marxismo culturale ha permesso a chiunque di ritenersi parte di un gruppo “oppresso”: che sua per l’appartenenza culturale, per la discendenza familiare, per il colore della pelle, per il genere o l’orientamento sessuale, e così via. Il personale amministrativo delle varie università ha costantemente riservato un trattamento privilegiato a coloro che dichiarano essere vittime di qualcosa.

    Secondo la logica marxista gli oppressi — da un punto di vista morale — hanno sempre ragione, in ogni circostanza. Molte persone non osano mettere in discussione l’autenticità di questa o quella rivendicazione. Questa logica assurda si basa sulla distorsione dei criteri utilizzati per valutare la moralità. Con l’intensificarsi delle identità e dei sentimenti di gruppo — nel Leninismo e nello Stalinismo questo fenomeno è considerato un alto livello di coscienza di classe — e persone abbandonano inconsciamente gli standard tradizionali per giudicare bene e male, sostituendoli con il pensiero di gruppo. Questo si è manifestato soprattutto negli stati comunisti totalitari, dove il proletariato è “oppresso”, quindi le uccisioni degli “oppressori” (proprietari terrieri e imprenditori) vengono giustificate.

    La tendenza a ritenere, in modo arbitrario, un certo linguaggio offensivo o discriminatorio è iniziata a causa di alcuni intellettuali marxisti che hanno fabbricato una serie di nuovi concetti così da ampliare la definizione di discriminazione. Tra questi troviamo opinioni come “micro-aggressioni”, “attenzione: contenuti offensivi”, “spazi sicuri” e così via. I dirigenti universitari hanno di riflesso introdotto politiche corrispondenti e corsi obbligatori, come la formazione alla sensibilità e alla diversità.

    La “micro aggressione” si riferisce a un’offesa non verbale presente nella vita quotidiana: i presunti colpevoli potrebbero essere completamente inconsapevoli delle implicazioni delle loro azioni. Questo tipo di offesa o ignoranza involontaria è etichettata come “insensibilità” — il Leninismo o lo Stalinismo lo considererebbero un basso livello di coscienza sociale.

    I corsi sulla cosiddetta formazione alla sensibilità sono diventati un aspetto importante, durante il periodo di ambientamento riservato alle matricole che entrano all’Università. Agli studenti viene comunicato quello che non si può dire e quali vestiti non si possano indossare, così da non commettere una micro aggressione, violando perciò le norme universitarie.

    In alcune università, la frase “Benvenuti in America” non può essere pronunciata: potrebbe essere vista come discriminazione e considerata una micro aggressione. Potrebbe offendere gruppi etnici che storicamente hanno subìto un trattamento ingiusto negli Stati Uniti, come i nativi americani, gli africani, i giapponesi e i cinesi. La frase potrebbe ricordare loro le umiliazioni subìte dai loro antenati.

    Di seguito alcune dichiarazioni facenti parte di una lunga lista, ritenute micro aggressioni dall’Università della California: “Gli Stati Uniti sono un melting pot” (discriminazione razziale), “Gli Stati Uniti sono una terra piena di opportunità” e “Uomini e donne hanno le stesse possibilità di successo” (negando il genere o la disuguaglianza etnica). Le micro aggressioni sono motivo di disciplina amministrativa, in quanto impediscono la creazione di “spazi sicuri”.

    Un caso tipico di micro aggressione si è verificato nella Purdue University a Indianapolis, nell’Indiana. Uno studente bianco ha violato l’ordinanza sulle molestie razziali perché stava leggendo un libro intitolato Notre Dame vs. the Klan: How the Fighting Irish Defeated the Ku Klux Klan [Notre Dame contro il Klan: come gli irlandesi hanno sconfitto il Ku Klux Klan]. L’immagine di copertina — una foto di un incontro del Ku Klux Klanoffese un altro studente. L’ufficio amministrativo dell’Università concluse che leggendo quel libro lo studente aveva violato le regole relative alla discriminazione razziale. In seguito alla reazione dello studente e il supporto di alcuni gruppi, l’Università fece marcia indietro, considerando lo studente non colpevole[52].

    La formazione alla sensibilità e la formazione alla diversità possono essere paragonabili ai programmi di rieducazione che hanno avuto luogo nell’ex Unione Sovietica e in Cina. Lo scopo della rieducazione è quello di rafforzare i concetti di classe: La borghesia e i proprietari terrieri (in modo analogo ai maschi bianchi) devono riconoscere il loro peccato originale, in quanto membri della classe oppressiva, mentre i gruppi presumibilmente oppressi devono poter sviluppare una “corretta” comprensione della “cultura borghese”. Il lavoro svolto serve a rimuovere quella che viene chiamata “oppressione interiorizzata”, così che gli oppressi possano giungere a riconoscere la loro condizione di sfruttati. Tutto molto simile a come l’educazione femminista insegna alle donne a considerare la femminilità tradizionale come un costrutto del patriarcato.

    Seguendo l’analisi marxista delle classi sociali, il piano personale è visto come politico: si considera sbagliato cercare di comprendere un problema dal punto di vista dell’oppressore. Pertanto, per riformare la visione del mondo e attuare completamente il programma marxista, le parole e le azioni che negano l’oppressione di classe o la lotta di classe vengono punite severamente. La formazione sulla sensibilità serve a far trasparire pienamente “l’ingiustizia sociale”, così da riorientare il punto di vista dei gruppi oppressi (donne, minoranze etniche, omosessuali, ecc.).

    Nel 2013, la Northwestern University richiese a tutti gli studenti di completare un corso sulla diversità prima di potersi laureare. Secondo le istruzioni della scuola, dopo il completamento del corso di studi, gli studenti sarebbero stati in grado di «espandere la loro capacità di pensare in modo critico» (imparando a distinguere una classe sociale), «riconoscere la propria posizione in un sistema ingiusto» (riconoscendo la componente di classe) e «rivedere i propri poteri e privilegi» (per mettersi nei panni della classe “oppressa”)[53].

    Un altro esempio è il programma di rieducazione ideologica iniziato nel 2007 presso l’Università del Delaware. Definito come un “trattamento” per correggere gli atteggiamenti e le convinzioni scorrette, questo programma è stato reso obbligatorio per 7.000 studenti. Il suo obiettivo dichiarato è quello di far accettare agli studenti prospettive prestabilite su temi come politica, etnie, genere e ambientalismo.

    Nelle Università, agli assistenti, è richiesto di parlare individualmente con ogni studente e di fornire loro questionari con domande relative a quale etnia e genere preferirebbero avere un appuntamento sentimentale. L’obiettivo è di rendere gli studenti più aperti agli incontri al di fuori del proprio gruppo etnico.

    Un altro esempio: un’assistente ha chiesto a una studentessa il momento in cui aveva scoperto la sua identità di genere (in contrapposizione al suo sesso biologico); quando la studentessa ha risposto che non era qualcosa che riguardasse l’assistente, quest’ultima l’ha denunciata all’amministrazione dell’Università[54].

    Questo indottrinamento politico di massa non solo ha confuso gli standard relativi ai valori morali, ma ha anche rafforzato notevolmente l’egoismo e l’individualismo. Ciò che i giovani studenti imparano è che possono usare i sentimenti politicizzati di un certo gruppo (la politica d’identità) per perseguire i propri desideri individuali. Semplicemente presentando sé stessi come facenti parte di un gruppo che si suppone sia soggetto a oppressione, sono in grado di accusare e minacciare gli altri, che siano i professori o i datori di lavoro, il che appare utile per arrivare a ottenere un beneficio personale. Quando le opinioni altrui non sono in linea con le proprie, vengono viste come un’offesa e possono essere denunciate all’Università. Il risultato che si ottiene è quello di limitare il diritto di parola di queste persone. Quando le opinioni espresse all’interno delle pubblicazioni degli studenti conservatori sono considerate spiacevoli, si può ritenere appropriato che tali pubblicazioni vengano date alle fiamme.

    Sentirsi offesi, o meno, è una questione soggettiva, riguarda i propri sentimenti. Eppure, al giorno d’oggi, anche i sentimenti sono vagliati attraverso prove oggettive. Si è raggiunto il punto in cui i professori universitari devono costantemente menare il can per l’aia. Recentemente negli Stati Uniti, molti studenti richiedono ai professori di annunciare la presenza di “contenuti offensivi”, prima di iniziare la lezione: alcuni argomenti potrebbero causare reazioni emotive negative. Negli ultimi anni, anche opere come Il mercante di Venezia di Shakespeare e Le metamorfosi dell’antico poeta romano Ovidio, sono finite nella lista che contiene “materiale sensibile”. Alcune Università raccomandano addirittura di evitare il più possibile le opere che potrebbero provocare emozioni negli studenti[55].

    Per molti studenti cresciuti in questo tipo di ambiente è facile sentirsi feriti nell’orgoglio, e cercano di fare di tutto per evitarlo. L’identità di gruppo (un’altra versione della “coscienza di classe” predicata dal Comunismo) promossa nelle Università, porta gli studenti a ignorare l’esistenza di un proprio pensiero indipendente e di quello che comporti la responsabilità personale. Come gli studenti radicali degli anni ’60 — che sono diventati oggigiorno i loro professori — questi studenti sono contro la tradizione. Si abbandonano alla promiscuità sessuale, alla dipendenza da alcol e all’abuso di droghe. Le loro conversazioni sono piene di imprecazioni. Eppure, sotto il guscio del disprezzo per le convenzioni mondane ci sono cuori e anime fragili, incapaci di sopportare il minimo colpo o battuta d’arresto, per non parlare di assumersi reali responsabilità.

    L’educazione tradizionale promuove l’autocontrollo, il pensiero indipendente, il senso di responsabilità e il comprendere gli altri. Lo Spettro del Comunismo ha lavorato incessantemente affinché i membri delle future generazioni abbandonino completamente qualsiasi condotta morale, così da diventare servitori del Comunismo stesso, che potrà poi comandare apertamente su tutto il mondo.

    Note Bibliografiche

    [1] Robby Soave, “Elite Campuses Offer Students Coloring Books, Puppies to Get Over Trump,” Daily Beast,

    https://www.thedailybeast.com/elite ̶campuses ̶offer ̶students ̶coloring ̶books ̶puppies ̶to ̶get ̶over ̶trump.

    [2] Elizabeth Redden, “Foreign Students and Graduate STEM Enrollment,” Inside Higher Ed, October 11, 2017, https://www.insidehighered.com/quicktakes/2017/10/11/foreign ̶students ̶and ̶graduate ̶stem ̶enrollment.

    [3] G. Edward Griffin, Deception Was My Job: A Conversation with Yuri Bezmenov, Former Propagandist for the KGB, (American Media, 1984).

    [4] Scott Jaschik, “Professors and Politics: What the Research Says,” Inside Higher Ed, February 27, 2017, .

    [5] Ibid.

    [6] Ibid.

    [7] Ibid.

    [8] “The Close ̶Minded Campus? The Stifling of Ideas in American Universities,” American Enterprise Institute website, June 8, 2016, https://www.aei.org/events/the ̶close ̶minded ̶campus ̶the ̶stifling ̶of ̶ideas ̶in ̶american ̶universities/.

    [9] Fred Schwartz and David Noebel, You Can Still Trust the Communists… to Be Communists (Socialists and Progressives too) (Manitou Springs, Colo.: Christian Anti ̶Communism Crusade, 2010), 2–3.

    [10] Zygmund Dobbs, “American Fabianism,” Keynes at Harvard: Economic Deception as a Political Credo. (Veritas Foundation, 1960), Chapter III.

    [11] Robin S. Eubanks, Credentialed to Destroy: How and Why Education Became a Weapon (2013), 26.

    [12] Walter Williams, More Liberty Means Less Government: Our Founders Knew This Well (Stanford: Hoover Institution Press, 1999), 126.

    [13] David Macey, “Organic Intellectual,” The Penguin Dictionary of Critical Theory (London: Penguin Books, 2000), 282.

    [14] Karl Marx, “Theses On Feuerbach” (Marx/Engels Selected Works, Volume One), 13–15.

    [15] Bruce Bawer, The Victims’ Revolution: The Rise of Identity Studies and the Closing of the Liberal Mind (New York: Broadside Books, 2012), Chapter 1.

    [16] Ibid.

    [17] Franz Fanon, The Wretched of the Earth, trans. Constance Farrington (New York: Grove Press, 1963), 92.

    [18] Jean Paul Sartre, “Preface,” The Wretched of the Earth, by Franz Fanon, 22.

    [19] Roger Kimball, Tenured Radicals: How Politics Has Corrupted Our Higher Education, revised edition (Chicago: Ivan R. Dee, 1998), 25–29.

    [20] Jonathan Culler, Literary Theory: A Very Short Introduction (Oxford: Oxford University Press, 1997), 4.

    [21] Fredrick Jameson, The Political Unconscious: Narrative as a Socially Symbolic Act (Ithaca, NY: Cornell University Press, 1981), Chapter 1.

    [22] Roger Kimball, “An Update, 1998,” Tenured Radicals: How Politics Has Corrupted Our Higher Education, 3rd Edition (Chicago: Ivan R. Dee, 2008), xviii.

    [23] Karl Marx, “The German Ideology” (Progress Publishers, 1968).

    [24] “Most Cited Authors of Books in the Humanities, 2007,” Times Higher Education, https://www.uky.edu/~eushe2/Bandura/BanduraTopHumanities.pdf.

    [25] Joshua Phillip, “Jordan Peterson Exposes the Postmodernist Agenda,” The Epoch Times, June 21, 2017, .

    [26] Roger Kimball, “The Perversion of Foucault,” The New Criterion, March 1993, https://www.newcriterion.com/issues/1993/3/the ̶perversions ̶of ̶m ̶foucault.

    [27] David Horowitz and Jacob Laksin, One Party Classroom (New York: Crown Forum, 2009), 51.

    [28] Ibid., 51–52.

    [29] Bawer, The Victims’ Revolution: The Rise of Identity Studies and the Closing of the Liberal Mind, Chapter 3.

    [30] Horowitz and Laksin, One Party Classroom, 3.

    [31] David Horowitz, The Professors: The 101 Most Dangerous Academics in America (Washington D.C.: Regnery Publishing, Inc., 2013), 84–5.

    [32] Horowitz and Laksin, One Party Classroom, 212.

    [33] David Horowitz, Indoctrinate U.: The Left’s War against Academic Freedom (New York: Encounter Books, 2009), Chapter 4.

    [34] Ibid.

    [35] Horowitz and Laksin, One Party Classroom, 1–2

    [36] Quoted from http://www.azquotes.com/author/691 ̶Bill_Ayers.

    [37] Horowitz, The Professors: The 101 Most Dangerous Academics in America, 102.

    [38] “Who Won the Civil War? Tough Question,” National Public Radio, November 18, 2014, .

    [39] “Summary of Our Fading Heritage: Americans Fail a Basic Test on Their History and Institutions,” Intercollegiate Studies Institute Website, https://www.americancivicliteracy.org/2008/summary_summary.html.

    [40] “Study: Americans Don’t Know Much About History,” July 17, 2009, https://www.nbclosangeles.com/news/local/Study ̶Americans ̶Dont ̶Know ̶About ̶Much ̶About ̶History.html.

    [41] Howard Zinn, A People’s History of the United States (New York: Harper Collins, 2003).

    [42] Horowitz, The Professors: The 101 Most Dangerous Academics in America, 74.

    [43] Dinesh D’ Souza, Illiberal Education: The Politics of Race and Sex on Campus (New York: The Free Press, 1991), 71.

    [44] Paul Samuelson, “Foreword,” in The Principles of Economics Course, eds. Phillips Saunders and William B. Walstad (New York: McGraw ̶Hill College, 1990).

    [45] Alan D. Sokal, “Transgressing the Boundaries: Toward a Transformative Hermeneutics of Quantum Gravity,” Social Text No. 46/47 (Spring–Summer, 1996), 217–252.

    [46] Alan D. Sokal, “A Physicist Experiments with Cultural Studies,” Lingua Franca (June 5, 1996). Available at http://www.physics.nyu.edu/faculty/sokal/lingua_franca_v4/lingua_franca_v4.html.

    [47] Alan D. Sokal, “Parody,” “All Things Considered,” National Public Radio, May 15, 1996, https://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=1043441.

    [48] Alan D. Sokal, “Revelation: A Physicist Experiments with Cultural Studies,” in Sokal Hoax: The Sham That Shook the Academy, ed. The Editors of Lingua Franca (Lincoln, NE: University of Nebraska Press, 2000), 52.

    [49] Thomas Sowell, Inside American Education: The Decline, The Deception, The Dogma (New York: The Free Press, 1993), 212–213.

    [50] Donald Alexander Downs, Restoring Free Speech and Liberty on Campus (Oakland, CA: Independent Institute, 2004), 51.

    [51] Eugene Volokh, “UC Teaching Faculty Members Not to Criticize Race ̶Based Affirmative Action, Call America ‘Melting Pot,’ and More,” The Washington Post, June 16, 2015, https://www.washingtonpost.com/news/volokh ̶conspiracy/wp/2015/06/16/uc ̶teaching ̶faculty ̶members ̶not ̶to ̶criticize ̶race ̶based ̶affirmative ̶action ̶call ̶america ̶melting ̶pot ̶and ̶more/?utm_term=.c9a452fdb00f.

    [52] “Victory at IUPUI: Student ̶Employee Found Guilty of Racial Harassment for Reading a Book Now Cleared of All Charges,” Foundation for Individual Rights in Education, https://www.thefire.org/victory ̶at ̶iupui ̶student ̶employee ̶found ̶guilty ̶of ̶racial ̶harassment ̶for ̶reading ̶a ̶book ̶now ̶cleared ̶of ̶all ̶charges/.

    [53] “Colleges Become Re ̶Education Camps in Age of Diversity,” Investor’s Business Daily, https://www.investors.com/politics/editorials/students ̶indoctrinated ̶in ̶leftist ̶politics/.

    [54] Greg Lukianoff, “University of Delaware: Students Required to Undergo Ideological Reeducation,” Foundation for Individual Rights in Education, https://www.thefire.org/cases/university ̶of ̶delaware ̶students ̶required ̶to ̶undergo ̶ideological ̶reeducation/.

    CAPITOLO 12 (PARTE II): SABOTARE L’EDUCAZIONE

    2. Elementi comunisti nell’istruzione primaria e secondaria

    Sebbene il Comunismo eserciti la maggior parte della sua influenza a livello universitario, l’istruzione primaria e secondaria non sono state risparmiate. Il suo influsso ha danneggiato lo sviluppo intellettuale e la maturità dei bambini, rendendoli più suscettibili alle influenze di Sinistra, nel momento in cui frequenteranno l’università. Questa influenza ha portato generazioni di studenti ad avere sempre meno conoscenze, meno capacità di ragionare e di intraprendere un processo volto al pensiero critico. Tutto ciò va avanti da oltre un centinaio di anni. A dare il via a questa tendenza è stato il movimento dell’educazione progressista, guidato da John Dewey. Le riforme educative successive hanno seguito generalmente gli stessi passi.

    Come nel capitolo precedente, gli Stati Uniti vengono presi come Paese di riferimento per mostrare e discutere l’azione dello Spettro del Comunismo nei Paesi occidentali.

    L’istruzione primaria e secondaria negli Stati Uniti, oltre a instillare l’ateismo, la teoria dell’evoluzione e l’ideologia comunista, porta avanti una manipolazione psicologica che distrugge il credo e la morale tradizionale degli studenti. L’istruzione inculca anche il relativismo morale e i concetti moderni, che portano ad avere atteggiamenti depravati. Questo avviene in tutti i settori dell’istruzione. Queste manipolazioni sono effettuate in modo sofisticato, rendendo pressoché impossibile agli studenti e al pubblico proteggersi da questa tendenza.

    a. L’appiattimento culturale degli studenti

    Negli Stati Uniti, dai Presidenti ai parlamentari, dai sindaci ai membri delle commissioni scolastiche, tutti sono nominati dagli elettori. Affinché la politica possa portare avanti strategie che verranno realizzate in un modo veramente vantaggioso per tutti, non solo dipende dal livello morale del pubblico, ma anche dal livello di conoscenze e comprensione che vi è presente nella società. Quando gli elettori non conoscono la Storia, i sistemi politici, economici e le questioni sociali, una volta alle urne avranno difficoltà a scegliere con saggezza i funzionari governativi che hanno in programma gli interessi fondamentali e a lungo termine del loro Paese e della società. Tutto ciò pone il Paese in una situazione pericolosa.

    Nel 1983 il Dipartimento dell’Educazione degli Stati Uniti commissionò una ricerca a un gruppo di esperti. Il risultato, frutto di 18 mesi di ricerche, fu un rapporto intitolato A Nation at Risk [Una nazione a rischio]. Il documento sintetizza il punto centrale: «Perché possa funzionare, il nostro Paese necessita di cittadini in grado di raggiungere una visione comune su questioni complesse, spesso con breve preavviso e sulla base di prove contrastanti o incomplete. L’educazione aiuta a formare queste visioni comuni, un punto che Thomas Jefferson ha reso esplicito molto tempo fa nel suo famoso motto: “Non conosco una garanzia per mantenere i poteri ultimi della società, che non sia la gente; se riteniamo che le persone non siano abbastanza illuminate da controllare il potere con il giusto arbitrio, il rimedio non è quello di togliere loro il controllo, ma di sviluppare tale arbitrio”».

    Individui dalle scarse conoscenze e capacità di pensiero critico non sono in grado di riconoscere menzogne e inganni: l’educazione gioca un ruolo enorme in questo senso. Dato che gli elementi comunisti si sono infiltrati a tutti i livelli del sistema educativo, rendendo gli studenti stolti e ignoranti, la realtà è che generazione dopo generazione i cittadini sono sempre vulnerabili a essere manipolati.

    Il rapporto Una nazione a rischio espone ulteriori elementi da tenere in considerazione: «Le basi educative della nostra società sono attualmente erose da una marea crescente di mediocrità, essa minaccia il futuro stesso della nostra nazione e del nostro popolo».

    «Se una potenza straniera ostile avesse tentato di imporre in America il mediocre sistema educativo che esiste oggi, lo avremmo considerato un atto di guerra».

    «Abbiamo sprecato i risultati ottenuti a livello studentesco sulla scia della crisi dello Sputnik. Abbiamo smantellato quei sistemi di supporto essenziali che ci hanno fatto raggiungere importanti risultati. Abbiamo, in effetti, commesso un atto di disarmo educativo, unilaterale e sconsiderato[1]».

    Nel documento viene citato l’analista Paul Copperman: «Per la prima volta nella storia del nostro Paese, la formazione educativa di una generazione non supererà, non eguaglierà e non si avvicinerà nemmeno a quella dei loro genitori».

    Alcuni dati presentati nel rapporto risultano scioccanti: gli studenti americani finiscono spesso nelle ultime posizioni della classifica relativa alle prove internazionali; 23 milioni di adulti americani sono considerati analfabeti funzionali, ovvero hanno un capacità di alfabetizzazione elementare e sono incapaci di soddisfare le complesse esigenze odierne della società e del mondo del lavoro.

    Il rapporto di analfabetismo funzionale è del 13% tra i diciassettenni e può raggiungere il 40% tra le minoranze. Dal 1963 al 1980, i voti raggiunti nel SAT (Scholastic Aptitude Test, il principale test attitudinale utilizzato per l’ammissione ai college statunitensi NdT) sono scesi di oltre 50 punti, il punteggio medio della lingua inglese è sceso di quasi 40 punti. «Molti diciassettenni non possiedono le competenze intellettuali ‘superiori’ che ci si dovrebbe aspettare da loro. Quasi il 40% non riesce a comprendere il significato presente in un testo; solo il 20% di loro è in grado di scrivere un tema soddisfacente e solo il 30% di loro può risolvere un problema matematico che richieda diversi passaggi[2]».

    Dopo gli anni ’80, alcune persone nel campo dell’educazione americana, sia capaci che preoccupate per la situazione, lanciarono la campagna Back to Basics [Torniamo alle basi].

    È servito a fermare il declino dell’educazione americana? Nel 2008, Mark Bauerlein, professore di Inglese alla Emory University, ha pubblicatoil libro The Dumbest Generation [La Generazione più Stupida]. Il primo capitolo del libro incrocia i risultati degli esami e dei sondaggi del Dipartimento dell’Educazione e delle organizzazioni non governative, esponendo le lacune nelle conoscenze degli studenti americani in Storia, educazione civica, matematica, scienze, tecnologia, belle arti e altri campi. Nel 2001 l’esame di Storia del National Education Progress Assessment [organizzazione sotto il Dipartimento dell’Educazione che si occupa di valutare le conoscenze degli studenti americani NdT] ha visto il 57% degli studenti ottenere un punteggio inferiore alla sufficienza e solo l’1% ha conseguito un punteggio ottimo. Come esempio prendiamo la domanda: «Quale Paese era alleato con gli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale?» Il 52% ha scelto Germania, Giappone e Italia, invece che l’Unione Sovietica. I risultati in altre aree sono stati altrettanto deludenti[3].

    Il declino nella qualità dell’istruzione negli Stati Uniti è evidente. Dagli anni ’90 si è diffuso il termine dumbing down [traducibile in italiano come “appiattimento culturale”, indica l’abbassamento della qualità dell’educazione e la deliberata semplificazione dei contenuti intellettuali, non solo nelle scuole ma anche nei prodotti di largo consumo come libri, riviste, film, videogiochi NdT]

    Il termine è apparso in molti libri che trattano l’argomento dell’educazione negli USA, diventando un concetto che gli educatori americani non possono evitare. John Taylor Gatto, professore e ricercatore educativo a New York City, ha scritto: «Se prendiamo un libro di matematica o di retorica di quinta elementare del 1850 possiamo notare come i testi di allora fossero a un livello che oggi sarebbe considerato universitario [4]».

    Per evitare che il sistema educativo americano proietti un’immagine negativa, nel 1994 l’organizzazione Educational Testing Service (ETS, la più grande organizzazione privata al mondo per la valutazione dei test educativi) ) ha dovuto ridefinire i punteggi del SAT.

    Nel 1941, quando il SAT adottò l’attuale forma moderna, il punteggio medio dell’esame di lingua era 500 (la fascia alta superava gli 800 punti). Negli anni ’90 il punteggio medio è sceso a 424 punti. Di fatto l’ETS ha ridefinito i parametri, considerando un 424 come se fosse un 500[5].

    Il calo nella qualità dell’istruzione non si riflette solo nella caduta dell’alfabetizzazione degli studenti. A causa della mancanza di conoscenze di base, le capacità di pensiero critico degli studenti americani sono diminuite drasticamente. Negli anni ‘90 lo studioso Thomas Sowell scrisse: «Non è che Johnny non sappia leggere, o addirittura che Johnny non sappia pensare. Johnny non sa cosa significhi pensare, perché in molte scuole pubbliche il ragionamento razionale viene spesso confuso con le emozioni[6]».

    I leader studenteschi attivi nelle contestazioni violente degli anni ’60 erano in grado di parlare in modo eloquente. I giovani di oggi che partecipano alle manifestazioni e alle proteste, quando vengono intervistati dalle televisioni, raramente riescono a esprimere chiaramente le loro richieste. Mancano sia di buon senso sia di raziocinio.

    La ragione del declino nei voti nelle graduatorie non è data dal fatto che gli studenti di oggi siano meno intelligenti di quelli di ieri, ma che lo Spettro del Comunismo sta conducendo una guerra silenziosa contro le generazioni future, usando il sistema educativo come un’arma. Charlotte Thomson Iserbyt è l’autrice del libro The Deliberate Dumbing Down of America: A Chronological Paper Trail [Cronologia dell’intenzionale appiattimento culturale dell’America] e ha ricoperto il ruolo di consulente politico per il Dipartimento dell’Educazione degli Stati Uniti negli anni ’80. In un’occasione ha commentato: «La ragione per cui gli americani non capiscono questa guerra è perché è stata combattuta in segreto nelle scuole della nostra Nazione, prendendo di mira i nostri bambini, prigionieri nelle aule[7]».

    b. La natura distruttiva dell’educazione progressiva

    L’attacco contro la tradizione, nelle scuole primarie e secondarie americane, è iniziato con il movimento educativo progressista, all’inizio del XX secolo. Gli insegnanti e i professori progressisti hanno messo in scena un insieme di teorie e discorsi, con lo scopo di modificare i curricula, annacquare il materiale didattico e abbassare gli standard accademici. Ciò ha portato un enorme danno all’istruzione tradizionale.

    Da Rousseau a Dewey

    John Dewey, il padre dell’educazione progressista americana, è stato fortemente influenzato dalle idee del filosofo francese Jean-Jacques Rousseau, vissuto nel XVIII secolo.

    Rousseau riteneva che le persone fossero buone di natura e che il responsabile del declino morale fosse il degrado sociale. Per Rousseau gli esseri umani erano liberi ed uguali alla nascita e che, se ci fosse un ambiente naturale, ognuno avrebbe potuto valersi dei propri diritti innati. La disuguaglianza, il privilegio, lo sfruttamento e la perdita della gentilezza sono tutti prodotti della civiltà, secondo il modello di pensiero del filosofo francese. Riguardo ai bambini, Rousseau sosteneva che fosse necessario un modello di “educazione naturale”, che li avrebbe lasciati a loro stessi. La sua idea di educazione prevede l’assenza di un qualsiasi insegnamento religioso, morale o culturale.

    In effetti gli umani sono dotati sia di benevolenza sia di malvagità. Senza coltivare la benevolenza, gli aspetti malvagi della natura umana prevarranno, fino al punto che le persone non riterranno nessun metodo troppo spregevole e nessun peccato troppo malvagio. Con la sua elegante retorica, Rousseau attirò molti seguaci. L’influenza deleteria che la sua teoria pedagogica ha avuto sull’educazione occidentale è difficile da valutare.

    Circa un secolo dopo, Dewey riprese da dove Rousseau aveva lasciato, promuovendo di fatto il suo dannoso operato. Secondo Dewey, influenzato dalla teoria dell’evoluzione di Darwin, i bambini dovrebbero essere tolti dalla tutela dei genitori, della religione e della cultura, consentendo loro di avere la libertà di adattarsi al loro ambiente. Dewey era un seguace del pragmatismo e del relativismo morale. Credeva che non ci fosse una moralità immutabile e che le persone potessero agire e comportarsi come meglio credevano. Il concetto di relativismo morale è necessariamente il primo passo da compiere per allontanare l’umanità dalle regole morali stabilite da Dio.

    Dewey era nel gruppo di trentatré persone che firmarono il Manifesto umanista, redatto nel 1933. A differenza degli umanisti del Rinascimento, l’Umanesimo del XX secolo vede al suo centro una sorta di religione laica, radicata nell’Ateismo. Basato su concetti moderni come il materialismo e la teoria dell’evoluzione, considera l’essere umano come una macchina, o la somma di un processo biochimico.

    Usando questo approccio, l’obiettivo dell’educazione è quello di plasmare e guidare i soggetti secondo i desideri dell’educatore, qualcosa di fondamentalmente simile al “nuovo uomo socialista” di Marx. Dewey stesso era un socialista democratico.

    Il filosofo americano Sidney Hook ha commentato che «Dewey ha fornito al marxismo l’epistemologia e la filosofia sociale che Marx aveva in parte ricercato per sé stesso, e in parte abbozzato nelle sue prime opere, ma che non aveva mai adeguatamente precisato[8]».

    Nel 1921, mentre la guerra civile infuriava in tutta la Russia, i sovietici trovarono il tempo di produrre un opuscolo di 72 pagine, contenente estratti dal libro Democrazia e educazione di Dewey. Nel 1929, il rettore della Seconda Università Statale di Mosca, Albert P. Pinkerich, scrisse: «Dewey si avvicina enormemente a Marx e ai comunisti russi [9]». Il biografo Alan Ryan ha scritto che Dewey «ha fornito le armi intellettuali per un Marxismo socialdemocratico presentabile, non totalitario[10]».

    Gli educatori progressisti non nascondono il loro obiettivo: trasformare il modo in cui gli studenti affrontano la loro vita. Per raggiungere tale obiettivo hanno ribaltato tutti gli aspetti presenti nel processo di apprendimento: da come sono strutturate le lezioni, ai materiali usati, dai metodi di insegnamento al rapporto tra insegnanti e studenti. Il focus dell’educazione si è spostata dall’insegnante agli studenti (o ai bambini). L’esperienza personale è considerata superiore alla conoscenza appresa dai libri. Le lezioni tenute dall’insegnante sono retrocesse a favore di progetti e attività pratiche, che hanno un posto di primo piano.

    La rivista conservatrice americana Human Events ha collocato Democrazia e educazione di Dewey al quinto posto nella sua top ten dei libri più dannosi pubblicati nel XIX e XX secolo. Nella recensione si legge che Dewey «calunnia l’istruzione che si concentra sullo sviluppo di un carattere tradizionale che porta a dotare i bambini di conoscenze pratiche, incoraggiando invece l’insegnamento di certe ‘abilità’ del pensiero[11]».

    Ci sono stati dei critici letterari che hanno sostenuto fin dall’inizio la tendenza progressista dell’educazione al lavoro. Nel 1949 il libro And Madly Teach: A Layman Looks at Public School Education [La follia dell’insegnamento: osservazioni sulla scuola pubblica] confutava in modo conciso ma completo i principi dell’educazione progressiva[12]. Gli insegnanti progressisti hanno respinto al mittente le varie opinioni contrarie, etichettando come “reazionari” coloro che opponevano, e usando vari mezzi per metterli a tacere o ignorarli.

    Dewey ha trascorso oltre cinquant’anni come professore di ruolo alla Columbia University di New York. Durante il periodo in cui Dewey dirigeva il programma di training per i nuovi professori, almeno il 2’% di tutti gli insegnanti delle scuole primarie e secondarie riceveva la propria istruzione alla Columbia University.

    A differenza di figure come Marx, Engels, Lenin, Stalin o Mao Zedong, Dewey non aveva alcuna aspirazione a diventare un guru rivoluzionario o a conquistare il mondo. Per tutta la sua vita ha svolto il ruolo di accademico e professore, ma il sistema educativo che ha creato è diventato uno degli strumenti più potenti del Comunismo.

    Come viziare gli studenti

    Secondo la teoria dell’educazione di Rousseau, gli esseri umani nascono buoni e liberi, ma sono resi cattivi dalla società. Pertanto, il metodo migliore per educare è quello di lasciare i bambini completamente liberi, così che abbiano spazio per il loro sviluppo autonomo, e imprevedibile.

    Sotto l’influenza del pensiero di Rousseau, gli educatori progressisti come Dewey spesso fanno da cassa di risonanza a questo tipo di idee; alcuni esempi: non si dovrebbero forzare i valori dei genitori o degli insegnanti sugli studenti; ai bambini dovrebbe essere permesso di giungere ai propri giudizi e decisioni durante il processo di crescita.

    Il poeta inglese Samuel Taylor Coleridge replicò elegantemente a questo tipo di visione: «[John] Thelwall ha sempre pensato che sia molto ingiusto influenzare la mente di un bambino, inculcandogli qualsiasi opinione prima che possa arrivare alla maturità, ed essere in grado di scegliere da sé. Gli mostrai il mio orto e gli dissi che era un giardino botanico. “Ma come” disse lui, “ma se è coperto di erbacce”, “Oh,” risposi io “è solo perché non è ancora giunto alla giusta età quando potrà decidere. Le erbacce, come vedi, si sono prese la libertà di crescere e ho pensato che fosse ingiusto convincere il terreno ad avere rose e fragole”[14]».

    Il poeta usò quell’analogia in maniera sagace per trasmettere all’amico un principio: etica e saggezza vanno coltivate con cura, proprio come un orto. Senza controllare il campo, le erbacce prenderanno il sopravvento. Abbandonare i bambini a sé stessi è come abbandonarli all’influenza degli elementi negativi nella società: significherebbe agire in maniera irresponsabile e un’estrema negligenza. Il bene e il male fanno contemporaneamente parte della natura umana. Sebbene i bambini siano più semplici e puri degli adulti, sono comunque suscettibili a comportamenti negativi come pigrizia, gelosia, competitività, egoismo. La società è come una grande tinozza di tintura. Se i bambini, che possiedono naturalmente sia una parte buona che cattiva, non sono adeguatamente istruiti, allora quando saranno arrivati all’età in cui saranno «maturi e pronti a prendere decisioni», sarà troppo tardi: cattivi elementi e cattive abitudini li avranno contaminati, educarli sarà inutile.

    Questo tipo di indulgenza nei confronti degli studenti ha raggiunto il suo apice nell’opera pedagogica Summerhill: Un approccio radicale all’educazione. L’autore, A.S. Neill, fondò nel 1921 un collegio in Inghilterra, la Summerhill School, per bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni. La scuola concedeva ai bambini una completa autonomia: erano in grado di decidere se partecipare o meno alle lezioni, o quale lezione seguire. Neil venne fortemente influenzato dal filosofo Wilhelm Reich della Scuola di Francoforte, forte sostenitore della libertà sessuale; i due si scrivevano regolarmente.

    Oltre alle materie, la scuola era anche estremamente permissiva sull’etica, la disciplina e le relazioni tra maschi e femmine. Tutto era improntato ad andare contro la tradizione. Ragazzi e ragazze potevano darsi appuntamenti e addirittura vivere insieme, situazioni che la scuola non solo avrebbe ignorato, ma addirittura facilitato. Neil permetteva al personale e agli studenti di nuotare nudi insieme in piscina. Il suo figliastro, 35 anni, insegnava ceramica e spesso si portava a casa le ragazze più grandi[15].

    Neil racconta nel suo libro che: « Ogni allievo presente a Summerhill sa bene, dai miei discorsi e dai miei libri, che approvo l’avere una vita sessuale attiva per tutti coloro che lo vogliono, qualunque sia la loro età[16]».

    Neil ha accennato che, se non fosse stato proibito dalla legge, avrebbe permesso a ragazzi e ragazze di dormire insieme[17]. Quando Summerhill fu pubblicato divenne rapidamente un bestseller. Solo negli anni ‘70 ha venduto oltre tre milioni di copie, diventando un “classico”; gli insegnanti lo avrebbero poi reso una lettura obbligatoria per i loro studenti.

    Un antico detto cinese dice: «Un insegnante rigoroso produce studenti eccezionali». Anche in Occidente è comprovato che un insegnante rigoroso porti propri studenti a raggiungere risultati migliori. Anche l’influenza sul comportamento degli studenti sarà migliore[18].

    Purtroppo, negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali l’influenza del Progressismo e dell’autonomia educativa, hanno portato a emanare leggi che limitano l’influenza dei genitori o degli insegnanti nella gestione degli studenti. Ciò ha fatto sì che gli insegnanti abbiano paura di disciplinare gli studenti. Le cattive abitudini degli studenti non vengono corrette in modo tempestivo, causando un precipitoso declino del loro senso morale, così come dei loro risultati accademici.

    Educazione centrata sugli studenti

    La funzione più importante dell’educazione è quella di mantenere e trasmettere la cultura tradizionale della Storia umana. Gli insegnanti sono il cardine che collega il passato a beneficio del futuro. Secondo un detto cinese «Un insegnante è colui che trasmette il Tao, insegna le lezioni e chiarisce la confusione». Il pensiero educativo progressista di Dewey ha cancellato l’autorità degli insegnanti e ne ha declassato l’importanza. La sua posizione è anti-intellettuale e contro il buon senso. In sostanza va contro l’educazione stessa.

    I sostenitori dell’educazione progressista sbandierano il fatto che l’educazione debba mettere gli studenti al centro di tutto: devono essere lasciati liberi di ricercare quello che desiderano e giungere alle proprie conclusioni. I libri di testo tradizionali contengono migliaia di anni di civiltà umana, come si può pretendere che tutto ciò venga analizzato da un giovane così velocemente? La vera intenzione dell’educazione progressista è quella di separare gli studenti dalla cultura tradizionale. Negare l’autorità degli insegnanti nel processo educativo significa negare il loro ruolo nel portare avanti le conoscenze della civiltà. Questo è uno dei fini del Comunismo.

    Nel suo libro Seven Myths About Education [Sette miti sull’educazione] Daisy Christodoulou ha analizzato e smentito sette luoghi comuni ampiamente diffusi. Tra questi: presentare fatti impedisca la comprensione della situazione; l’istruzione guidata dagli insegnanti è passiva; i progetti e le attività sono il modo migliore per imparare; insegnare la conoscenza è indottrinare e altri ancora[19]. La maggior parte di questi miti derivano dall’educazione progressista, ma dopo essere stati tramandati per diverse generazioni, sono diventati una piaga per la cultura educativa. Essendo inglese, Christodoulou prende come esempio ciò che accade nel Regno Unito, ma i concetti “educativi” progressisti hanno danneggiato il mondo intero.

    Prendiamo ad esempio il primo luogo comune. L’educazione moderna ha degradato i metodi tradizionali relativi alla memorizzazione, alla lettura ad alta voce e metodi simili, definendoli meccanici e ripetitivi. Molti hanno familiarità con queste critiche. Rousseau ha attaccato l’attività di memorizzare, così come le lezioni tenute a voce da un insegnante nel suo romanzo Emil. Gli educatori progressisti,seguaci di Dewey, hanno a loro volta promosso tali teorie.

    Nel 1955, lo psicologo educativo americano Benjamin Bloom propose una sua metodologia volta all’apprendimento. Chiama Tassonomia di Bloom, divide la cognizione umana in sei livelli, dal basso verso l’alto: ricordare, comprendere, applicare, analizzare, valutare, creare.

    Gli ultimi tre livelli fanno parte del tipo di pensiero di ordine superiore, in quanto tali abilità implicano un’analisi completa. I punti di forza e di debolezza della classificazione di Bloom non verranno analizzati qui, ma presi come riferimento per mostrare che da quando questa metodologia è stata proposta, gli educatori progressisti hanno usato il pretesto di coltivare il cosiddetto “pensiero di ordine superiore” per indebolire l’insegnamento della conoscenza nelle scuole.

    Chiunque abbia un minimo di buon senso, sa che possedere certe conoscenze di base serve come punto di partenza per poter svolgere qualsiasi compito intellettuale. Senza una notevole scorta di conoscenze, i cosiddetti pensieri di ordine superiore, il pensiero critico e il pensiero creativo sono termini che portano fuori strada, sia sé stessi che altre persone. Il sistema di classificazione di Bloom fornisce una giustificazione, apparentemente scientifica, per l’imperscrutabile approccio degli educatori progressisti.

    La teoria dell’istruzione che pone lo studente in primo piano, ha tra i suoi pilastri la necessità di lasciare scegliere agli studenti, secondo i loro interessi — sia quello che vogliono imparare che quello che non vogliono imparare. Questa teoria sostiene anche che gli insegnanti dovrebbero trasmettere agli studenti solo ciò a cui questi ultimi sono interessati.

    Questa idea appare plausibile, ma è necessario analizzarla, per capire se sia proprio così. Ogni insegnante vorrebbe far sì che i giovani alunni, i bambini, possano imparare divertendosi. Considerando la giovane età, essi hanno conoscenze superficiali e una visione limitata, non sono in grado di giudicare ciò che è importante da imparare e ciò che non lo è. Gli insegnanti devono assumersi la responsabilità di guidare gli studenti, così che possano andare oltre gli interessi superficiali e ampliare le loro visioni e la loro comprensione. Altrimenti la conseguenza è di condurli a una infantilizzazione permanente. Portando avanti un’istruzione incentrata in tal modo sugli studenti, gli educatori ingannano gli studenti stessi e i loro genitori, il che è irresponsabile per la società in generale.

    Ricerche e sondaggi evidenziano la tendenza degli adulti nella società americana a rimanere in una sorta di bolla dell’adolescenza più a lungo di altre popolazioni. Nel 2002 l’Accademia nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d’America ha definito l’adolescenza come il periodo di tempo che va dai 12 ai 30 anni di età. La MacArthur Foundation si è spinta oltre, sostenendo che si diventi adulti a 34 anni[20]. La responsabilità di questa prolungata adolescenza è da addossare al sistema educativo e ai mezzi di comunicazione.

    Una delle giustificazioni dell’educazione progressista per abbassare i requisiti dell’insegnamento è che, in seguito alla diffusione dell’educazione, sempre più persone si iscrivono a scuole o corsi di formazione di livello secondario e post-secondario, quindi il livello medio dei risultati non può essere così alto come in passato. Si tratta di un’interpretazione errata. In una società democratica l’istruzione dovrebbe consentire, a coloro che non hanno avuto l’opportunità di ricevere un’istruzione in precedenza, di poter studiare. Non certo per abbassare gli standard dell’insegnamento, o per far sì che tutti ricevano un’istruzione di qualità inferiore.

    Il Progressismo pretende di sostituire gli insegnamenti classici come il greco e il latino, considerati inutili, con corsi più contemporanei. Eppure, la maggior parte delle scuole non ha introdotto corsi di qualità utili alla vita moderna, come approfondimenti in matematica, economia e storia moderna. Gli educatori progressisti promuovono invece lezioni per imparare a guidare, cucinare, sulla bellezza e sulla prevenzione degli incidenti, che non hanno nulla a che fare con le realtà accademiche. I programmi di studio e le riforme nei metodi di insegnamento, promossi dagli educatori progressisti, ingannano gli studenti che non sono ancora ben informati, così come i genitori che si rivolgono alle scuole, agli insegnanti e ai cosiddetti esperti.

    Alcuni dei metodi di insegnamento proposti dall’educazione progressista non devono essere considerati completamente inutili, se applicati ad alcune materie e aree di apprendimento. Tuttavia, prendendo in esame il movimento educativo progressista, il suo specifico background e i risultati che ha ottenuto, appare evidente come l’educazione progressista sia in contrasto con l’educazione tradizionale, mutando di fatto l’educazione stessa, per poi rovinarla.

    A differenza di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao Zedong, Dewey non aveva né l’ambizione di essere un rivoluzionario né l’arroganza di voler lanciare una rivoluzione mondiale. Se consideriamo la sua vita sotto questa prospettiva, è chiaramente uno studioso e un professore, ma il movimento educativo che ha lanciato è diventato uno degli strumenti più utili al Comunismo per rendere instabile la società umana.

    c. L’istruzione: un mezzo per traviare gli studenti

    Il 20 aprile 1999, due studenti della scuola superiore Columbine in Colorado uccisero dieci studenti e un professore, oltre a ferire oltre venti persone; il massacro era stato accuratamente pianificato. La tragedia sconvolse gli Stati Uniti. Lo domanda che tutti si fecero riguardava le motivazioni dietro l’attacco compiuto dai due studenti che, a sangue freddo, uccisero i loro compagni di classe e un insegnante che conoscevano da anni.

    Confrontando i fenomeni sociali in diversi periodi storici, gli educatori notano che, fino agli anni ’60, i problemi di comportamento negli studenti americani erano minori: si trattava di cose come arrivare in ritardo, parlare in classe senza permesso o masticare la gomma. Dopo gli anni ’80, sono arrivati problemi ben peggiori: eccessivo consumo di alcolici, abuso di droghe, sesso prematrimoniale, gravidanze adolescenziali, suicidi, bande di strada, sparatorie indiscriminate. La situazione stava peggiorando e, per chi era in grado di vedere quello che stava succedendo, era preoccupante. Ben pochi però erano a conoscenza delle vere radici di un tale cambiamento, e nessuno era in grado prescrivere una medicina appropriata per la malattia. Il deterioramento e la deformazione degli standard morali della gioventù americana non sono accaduti per caso.

    Ateismo ed evoluzione

    Frederick Charles Schwarz, autore del libro You Can Trust The Communists …… to Be Communists [Puoi credere ai comunisti… che saranno comunisti] è stato un pioniere delle campagne di sensibilizzazione dei pericoli del Comunismo. Tra i suoi commenti: «I tre principi base del Comunismo sono l’Ateismo, l’evoluzione e il determinismo economico. I tre principi base del sistema scolastico pubblico americano sono Ateismo, evoluzione e determinismo economico[21]». Dal suo ragionamento traspare come gli elementi chiave dell’ideologia comunista siano stati adottati nelle scuole pubbliche americane.

    Il divino ha creato l’Umanità e ha stabilito gli standard morali che dovrebbero regolare la vita umana. La fede nel divino pone le basi della morale per la società e sostiene l’esistenza del mondo umano. Il Comunismo al contrario diffonde con forza l’Ateismo e la teoria dell’evoluzione nelle scuole: si tratta di un processo volto a distruggere la morale, si tratta di qualcosa di prevedibile negli Stati apertamente comunisti come Cina ed ex Unione Sovietica, mentre viene attuato in modo coercitivo negli Stati occidentali.

    Con il pretesto della separazione tra Chiesa e Stato, la Sinistra si è opposta all’insegnamento del creazionismo nelle scuole pubbliche, promuovendo la teoria dell’evoluzione, un confine che le scuole pubbliche non osano oltrepassare. Questo tipo di educazione porta inevitabilmente a far diminuire il numero di credenti religiosi, poiché ai bambini viene detto che la teoria dell’evoluzione è una verità scientifica e non deve essere messa in discussione.

    A partire dagli anni ’60, i tribunali degli Stati Uniti hanno obbligato le scuole pubbliche a rimuovere lo studio della Bibbia, con il pretesto di attuare la separazione tra Chiesa e Stato. Un tribunale ha stabilito che gli studenti avevano libertà di parola e di stampa, a meno che l’argomento non fosse religioso, da quel punto in poi i loro discorsi verranno considerati incostituzionali[22].

    Nel 1987, agli studenti delle scuole pubbliche dell’Alaska fu richiesto di non usare la parola “Natale” poiché conteneva la parola “Cristo”. Nel 1987, un tribunale federale della Virginia ha stabilito che i giornali omosessuali potevano essere distribuiti all’interno di una scuola superiore, mentre i giornali religiosi vennero vietati. Nel 1993 a un insegnante di musica di una scuola elementare della città di Colorado Springs, in Colorado, fu proibito l’insegnamento di canti natalizi, a causa di presunte violazioni della separazione tra Chiesa e Stato[23].

    Negli Stati Uniti sia il materiale didattico che le attitudinali sono stati sottoposti a un controllo eccessivamente rigoroso, a causa dell’orientamento antiteista del sistema educativo, da sommare a decenni di politicamente corretto. Nel 1997, Diane Ravitch, storica dell’educazione, analizzò il materiale dei test presso un Dipartimento del Ministero dell’Educazione degli Stati Uniti e con grande sorpresa, scoprì che la massima «Dio aiuta coloro che si aiutano» era stata cambiata in «Si dovrebbe cercare di risolvere le cose da soli, dove possibile», la ragione era la presenza della parola “Dio” nel testo originale[24].

    Da un lato, il sistema educativo pubblico americano ha rimosso la fede in Dio dalle scuole con il pretesto della separazione tra Chiesa e Stato. Dall’altro lato, la teoria dell’evoluzione, con le sue lacune non risolte, è stata ritenuta una verità manifesta da infondere nei bambini, i quali non hanno conoscenze o difese mentali. I bambini tendono a credere nell’autorità dei loro insegnanti.

    I genitori con credenze religiose insegnano ai loro figli a rispettare gli altri, ma i bambini che sono inculcati con la teoria dell’evoluzione arrivano a sfidare l’educazione religiosa impartita dai loro genitori. Come minimo, non prenderanno più sul serio l’istruzione religiosa dei loro genitori. Il risultato è che l’educazione allontana i bambini dai genitori credenti. Il problema più impegnativo da affrontare per le famiglie credenti è l’educazione dei loro figli ed è l’aspetto più malvagio del sistema educativo anti-teistico.

    L’ideologia comunista

    Il quinto capitolo di questo libro illustra la natura del politicamente corretto: funziona come polizia del pensiero al servizio del Comunismo, utilizzando una serie di standard politici distorti per sostituire gli autentici standard morali. A partire dagli anni ’30, il Comunismo si è gradualmente inserito nelle scuole americane. Da allora in poi, il politicamente corretto ha svolto un ruolo di primo piano nel sistema educativo americano. Quando viene messo in pratica, si presenta in diverse forme, alcune delle quali sono estremamente ingannevoli.

    E. Merrill Root è l’autore di Brainwashing in the High Schools, [Lavaggio del cervello nelle Scuole Superiori] pubblicato negli anni ’50. Root condusse ricerche su undici libri di testo di Storia, utilizzati nell’Illinois tra il 1950 e il 1952. Quello che scoprì è che la Storia americana veniva descritta come una lotta di potere tra ricchi e poveri, tra pochi privilegiati e la massa degli svantaggiati. Si tratta dell’essenza del determinismo economico marxiano. Questo tipo di materiale didattico promuove lo sviluppo di un governo globale, che pone l’accento sulle preoccupazioni globali al di sopra di quelle di ogni singolo popolo, con il fine di arrivare al Socialismo globale[25].

    Nel 2013, un distretto scolastico del Minnesota attuò un progetto intitolato All for All [Tutti per tutti], che poneva al centro dell’insegnamento l’uguaglianza etnica, riferita alle politiche dell’identità. Questa ideologia considera gli scarsi risultati scolastici, ottenuti dagli studenti di alcuni gruppi etnici minoritari, come una conseguenza della sistematica discriminazione etnica. Da questa premessa partono le azioni dedicate a smantellare il “privilegio di essere bianchi”. Il progetto richiedeva che tutte le attività didattiche fossero basate sull’uguaglianza etnica, e che fossero impiegati solo insegnanti e amministratori profondamente consapevoli dei problemi associati appunto all’uguaglianza etnica.

    Il progetto iniziò dagli asili nido ma il grosso del lavoro di modellamento ideologico venne svolto nelle scuole superiori: le lezioni si concentravano sui temi della colonizzazione e della migrazione, così come sulle costruzioni sociali relative all’etnia, alla classe sociale e al genere. Nel programma veniva spiegato che «Entro la fine dell’anno, avrete …. imparato ad applicare la lente marxista [sic], femminista, postcoloniale [e] psicoanalitica… alla letteratura[26]».

    Dal luglio 2016, la California ha adottato un nuovo programma di scienze sociali per le scuole elementari e superiori. La struttura originale, che già tendeva a Sinistra, venne resa ancora più simile alla propaganda ideologica di Sinistra. Contenuti che dovrebbero essere enfatizzati nei corsi di Storia e scienze sociali — come lo spirito dei padri fondatori degli Stati Uniti e la storia militare, politica e diplomatica — sono stati annacquati o ignorati. Al contrario, il movimento di Controcultura degli anni ’60 venne messo in risalto con passione, così da apparire come se fosse tra i principi fondanti della nazione.

    Questo percorso di studi esprimeva un quadro teorico relativo al sesso e alla famiglia chiaramente anti-tradizionale. Prendiamo ad esempio i corsi di terza superiore. Il programma di studi affermava di concentrarsi sui movimenti per i diritti delle minoranze, delle tribù e delle religioni, così come delle donne e delle lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT). In realtà, le religioni furono raramente menzionate, mentre la maggior parte dello spazio venne dedicato alle minoranze sessuali. In particolare, i gruppi LGBT furono quelli maggiormente trattati nei corsi di Storia. Le tematiche LGBT furono descritte con un tono chiaramente favorevole alla cosiddetta “liberazione sessuale”. Esempio: nel corso venne suggerito che la paura dell’AIDS fu una causa della diminuzione dell’impatto del movimento di liberazione sessuale[27].

    Il contenuto sessuale era presente in molti capitoli dei libri di testo, togliendo spazio ad altre tematiche degne di attenzione per i giovani. Ad esempio, nel corso sulla Prima Guerra Mondiale, gli studenti difficilmente vengono a conoscenza del ruolo determinante svolto dall’esercito americano, mentre non mancano descrizioni di come i soldati americani abbiano trovato soddisfacenti i costumi sessuali europei[28]. Questo programma di studi di Sinistra è pieno di distorsioni e pregiudizi, che guidano gli studenti a odiare il proprio Paese. Anche se il programma in questione è stato adottato dalla California, l’impatto di questo approccio è stato nazionale[29].

    d. Manipolazione psicologica

    Un altro metodo utilizzato per corrompere moralmente gli studenti è il condizionamento psicologico presente nel settore dell’educazione; di fatto si tratta di iniettare negli studenti il relativismo morale.

    Nel marzo 1984 centinaia di genitori e insegnanti americani parteciparono ai dibattiti organizzati in sette città per la modifica dei diritti degli studenti. Le deposizioni raccolte durante i dibattiti raggiunsero oltre 1.300 pagine. Phyllis Schlafly, attivista politica conservatrice ha inserito alcune di quelle deposizioni nel suo libro Child Abuse in the Classroom [Abusi sui bambini in classe], pubblicato nell’agosto 1984.

    Schlafly riassume le questioni presentati nei dibattiti, tra cui il considerare “l’educazione come terapia”. A differenza dell’educazione tradizionale, che mira a trasmettere conoscenza, l’educazione come terapia si concentra sui cambiamenti nelle emozioni e negli atteggiamenti degli studenti. Questo tipo di “educazione” utilizza l’insegnamento per attuare trabocchetti psicologici sugli studenti. Alcuni esempi: viene richiesto agli studenti di compilare questionari su argomenti personali; i bambini sono costretti a prendere decisioni come se fossero adulti, valutando questioni come il suicidio e l’omicidio, il matrimonio e il divorzio, l’aborto e l’adozione[30].

    In effetti, tali corsi non sono stati istituiti per la salute psicologica degli studenti, lo scopo era di alterare i valori degli studenti attraverso il condizionamento psicologico.

    Psicologia ed educazione

    L’educazione moderna è fortemente basata sulla filosofia e la psicologia. Oltre all’educazione progressista di John Dewey, che ha avuto un enorme impatto sul sistema educativo statunitense, ci sono anche la psicoanalisi di Sigmund Freud e la psicologia umanistica di Carl Rogers; inoltre abbiamo la teoria critica della Scuola di Francoforte, che combina i lavori di Marx e Freud.

    Herbert Marcuse, teorico della Scuola di Francoforte, pretendeva che le inibizioni venissero rimosse, in modo che i giovani potessero liberare i loro istinti naturali e assecondare i loro capricci personali[31]. Fu questa ideologia che contribuì ad accelerare la formazione della Controcultura degli anni ‘60.

    Brock Chisholm, uno psicologo canadese, è stato il primo direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Profondamente influenzato dalle suddette scuole di pensiero sulla psicologia, nel 1946 commentò pubblicamente: «Quale distorsione psicologica di base si può trovare in ogni civiltà …? Deve essere una forza che scoraggi la capacità di vedere e riconoscere i fatti… che produca inferiorità, senso di colpa e paura… L’unica forza psicologica in grado di produrre queste perversioni è la morale, il concetto di giusto e sbagliato. … [Questo] senso di inferiorità, senso di colpa e paura imposti artificialmente, sono comunemente noti come “peccato” … produce buona parte del disadattamento sociale e dell’infelicità presente nel mondo… Liberarsi dalla moralità significa essere liberi di osservare, pensare e comportarsi in modo sensato. … Per liberare la razza umana dal peso paralizzante del bene e del male, devono essere gli psichiatri ad assumersi per primi questa responsabilità[32]».

    Basandosi su idee ingannevoli, Chisholm propose una teoria scioccante: per liberare l’individuo dal dolore psicologico, la morale e il concetto di giusto e sbagliato devono essere neutralizzati; si lanciò quindi in una guerra contro la morale. Apparentemente influenzato da Chisholm, lo psicologo umanista Carl Rogers ideò lezioni di “chiarimento dei valori”, con lo scopo di sradicare i valori tradizionali e i concetti di giusto e sbagliato.

    Di fatto il relativismo morale di Dewey, il rifiuto delle inibizioni da parte della Scuola di Francoforte e le teorie psicologiche di Chisholm lavorarono insieme per attaccare e danneggiare i valori tradizionali. Hanno distrutto i bastioni della moralità, che si ergevano a difesa della gioventù, nelle scuole pubbliche.

    Relativismo morale

    Nelle scuole americane negli anni ’70 agli studenti era richiesto di risolvere il seguente problema, creato dagli insegnanti per “far pensare” gli studenti. La storia era questa: Una nave affonda e il capitano, diversi bambini, una donna incinta e un uomo gay salgono su una scialuppa di salvataggio, che però è sovraccarica; una persona deve scendere. Gli insegnanti chiedevano agli studenti di discutere e decidere chi dovesse scendere dalla scialuppa di salvataggio, il che significava dover rinunciare alla propria vita. L’insegnante non commentava o giudicava le risposte degli studenti.

    Questa storia è stata spesso usata nelle classi di “chiarimento dei valori”, emerse negli anni ’70. Queste classi sono state usate anche in riferimento al processo decisionale, l’educazione affettiva, il programma di prevenzione sulla droga (chiamato Quest) e l’educazione sessuale.

    William Kilpatrick, autore di Why Johnny Can’t Tell Right From Wrong, [Perchè Johnny non è in grado di distinguere il giusto dallo sbagliato] considerava che queste lezioni avessero «trasformato le discussioni in classe in ‘chiacchiere da bar’: ognuno dice la sua, ma non si raggiunge una conclusione. Il risultato è che abbiamo aule dove gli insegnanti si comportano come ospiti di un talk show, dove si commentano i benefici dello scambio di coppia e del cannibalismo e dove si insegna ai bambini a masturbarsi. Ciò ha portato una grande confusione sull’importanza dei valori morali per gli studenti: il dover mettere in discussione dei valori che non hanno veramente assimilato, disimparare i valori trasmessi loro in casa e infine vedere sempre il giusto e lo sbagliato come qualcosa di soggettivo. Tutto ciò ha creato una generazione di analfabeti morali: studenti che conoscono i propri sentimenti ma non conoscono la propria cultura [33]».

    Lo studioso Thomas Sowell comprese che queste lezioni utilizzavano le stesse misure impiegate nei Paesi totalitari per attuare il lavaggio del cervello nelle persone. Esse includono quanto segue: «Stress emotivo, shock o de-sensibilizzazione, per abbattere la resistenza intellettuale ed emotiva; isolamento, fisico o emotivo, dalle fonti familiari che fungono da sostegno emotivo; esame incrociato dei valori preesistenti, spesso utilizzando il condizionamento di gruppo; spogliare l’individuo dalle normali difese personali, come la riservatezza, la dignità, la capacità di capire quando rifiutare di partecipare; premiare l’accettazione di nuovi atteggiamenti, valori e credenze[34]».

    Sowell osservò che le lezioni avevano in comune l’incoraggiare gli studenti a ribellarsi ai valori morali tradizionali, insegnati dai genitori e dalla società. Le lezioni venivano condotte in modo neutrale o “non giudicante”. In altre parole, l’insegnante non distingueva tra giusto e sbagliato, ma cercava di far capire quello che potesse far sentire bene un individuo. Gli insegnanti si concentravano sui «sentimenti dell’individuo, piuttosto che sui requisiti necessari a far funzionare la società o sulle esigenze per poter avere un’analisi intellettuale [35]».

    “Educare alla morte” e alla prevenzione della droga

    Settembre 1990: il canale tv ABC trasmette un programma che provoca forti preoccupazioni nel pubblico. Nel video trasmesso una scuola porta gli studenti a visitare un obitorio come parte del nuovo corso di “educazione alla morte”. Gli studenti si ritrovano tra i cadaveri, li guardano ed è permesso loro di toccarli[36].

    Tra le attività proposte agli studenti durante le lezioni di educazione alla morte: scrivere il proprio epitaffio, scegliere la cassa da morto, organizzare il proprio funerale e scrivere il proprio necrologio. Un questionario di educazione alla morte includeva quanto segue:

    «Come pensi che morirai?»

    «Quando pensi che morirai?»

    «Hai mai conosciuto qualcuno che è morto violentemente?»

    «Quando è stata l’ultima volta che hai pianto? Lacrime copiose o dolore silenzioso? Hai pianto da solo o con qualcun altro vicino?»

    «Credi nell’aldilà?» [37]

    Ovviamente queste domande non hanno nulla a che fare con lo studio. Sono state create per valutare i punti di vista degli studenti sulla vita, le loro credenze religiose e la loro personalità. Alcune delle domande sono volte a suscitare reazioni particolari e possono avere un impatto psicologico negativo sugli adolescenti.

    La giustificazione che ha portato a istituire il corso sull’educazione alla morte è che possa aiutare gli studenti a stabilire il giusto atteggiamento di fronte alla morte. Tuttavia, negli Stati Uniti si sono verificati casi di suicidio tra gli adolescenti presenti alle lezioni. Anche se una relazione di causa-effetto non è stata stabilita scientificamente, per i genitori è ragionevole sospettare, e temere, che esporre degli studenti psicologicamente immaturi alla morte e al suicidio, possa portare a sviluppare depressione e disperazione, cause scatenanti del suicidio.

    Anche l’educazione alla prevenzione sulla droga è diventata molto popolare nelle scuole. Nel 1976, il Dr. Richard Blum della Stanford University intraprese uno studio, che sarebbe durato quattro anni, su un corso di formazione per la prevenzione della droga chiamato Decide [Decidere]. Il risultato dello studio fu che coloro che seguirono il corso hanno dimostrato una capacità di resistere alle droghe più scarsa rispetto a chi non lo aveva seguito.

    Tra il 1978 e il 1985, il professor Stephen Jurs condusse un progetto di ricerca che metteva a confronto la percentuale di fumatori, e di chi faceva uso di sostanze, tra gli studenti che avevano frequentato il corso Quest con quelli che invece non vi avevano partecipato. Coloro che non avevano seguito il corso avevano abbassato o mantenuto la stessa quantità di sigarette fumate, così come avevano diminuito l’uso di sostanze stupefacenti[38.]

    Né l’educazione alla morte né l’educazione alla prevenzione della droga hanno generato il risultato atteso, ma qual era il vero scopo della loro introduzione? Lo scopo era quello di “contagiare” i bambini. I bambini sono molto curiosi, ma le loro fondamenta morali sono immature. Situazioni nuove o considerate strane stimolano la loro curiosità e possono condurli a camminare su un percorso equivoco. In parallelo, tale educazione tende a desensibilizzare gli studenti, portandoli a considerare la violenza, la pornografia, l’orrore e la decadenza morale come elementi normali della vita di tutti i giorni. La loro indulgenza verso il male aumenta a sua volta. Tutte queste attività fanno parte di un esercizio volto a utilizzare in modo malvagio l’arte e diffondere violenza e pornografia, così da portare al declino morale.

    Educazione sessuale pornografica

    Sia in Oriente che in Occidente, il sesso è sempre stato considerato un argomento tabù da affrontare in pubblico. Per entrambe le tradizioni il divino aveva stabilito che la condotta sessuale dovesse avvenire solo all’interno del matrimonio. Tutte le altre forme di condotta sessuale sono quindi considerate promiscue e peccaminose, violando le norme divine della morale. Questo approccio rende la sessualità e il matrimonio inseparabili. Il sesso non può essere oggetto di discussione pubblica in una società che funzioni correttamente. Nella società tradizionale, i giovani ricevevano un’educazione in fisiologia, l’educazione sessuale presente al giorno d’oggi non era considerata necessaria.

    Il concetto moderno di educazione sessuale venne introdotto per la prima volta dal filosofo ungherese György Lukács. Il suo scopo era quello di rovesciare completamente i valori tradizionali occidentali. Nel 1919 Lukács ricopriva il ruolo di commissario popolare per l’istruzione e la cultura, all’interno del regime bolscevico ungherese (che ebbe vita breve). Lukács sviluppò un programma di educazione sessuale dall’approccio radicale: insegnava agli studenti «l’amore libero, i rapporti sessuali e quanto fosse superato il matrimonio[39]».

    La rivoluzione sessuale degli anni ’60 ha annientato i valori tradizionali occidentali. Le malattie sessualmente trasmissibili e le gravidanze adolescenziali hanno iniziato ad aumentare rapidamente. È in queste circostanze che coloro che intendevano risolvere questi problemi sociali promossero l’educazione sessuale. In un sistema educativo che si era già allontanato dagli insegnamenti morali tradizionali, questo tipo di educazione sessuale dava solamente importanza alla prevenzione e alle precauzioni (come prevenire le malattie e le gravidanze indesiderate), mentre ignorava tutti gli aspetti morali collegati al sesso, considerandolo separato dal matrimonio.

    Questa forma di “educazione” è poi diventata uno strumento per distruggere i giovani: esposti alla promiscuità, all’omosessualità, all’adulterio sono arrivati a considerare normali questi comportamenti. Il risultato? Le generazioni più giovani si abbandonano a ciò che pensano rientri nella sfera della “libertà”, ma in realtà si incamminano su un percorso che li allontana dagli standard impartiti dal divino. Questa sorta di educazione sessuale, dalla scuola elementare in poi, ha distrutto i valori tradizionali legati alla famiglia, alla responsabilità individuale, all’amore, alla castità, al senso di vergogna, all’autocontrollo, alla fedeltà.

    La forma di educazione progressista di John Dewey, definita “imparare facendo” è uno strumento utile per i marxisti. Il programma di educazione sessuale Focus on Kids, ampiamente promosso negli Stati Uniti dal Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CDC), richiede agli insegnanti di sottoporre gli studenti a una cosiddetta “gara di preservativi”: ogni studente deve mettere un preservativo su un fallo di plastico, e poi toglierlo. Chi finisce più velocemente vince[40].

    Be Proud! Be Responsible! [Sii orgoglioso! Sii Responsabile!] è un altro programma di educazione sessuale approvato dal CDC e promosso da Planned Parenthood [associazione che raggruppa le realtà attive nel fornire servizi legati alla riproduzione NdT], così come da altre organizzazioni educative. Nel programma si richiede agli studenti di partecipare a dei giochi di ruolo; esempio: due ragazze devono discutere di sesso sicuro. L’insegnante è incaricato di far sì che gli studenti pongano domande riguardo all’intimità presente tra partner sessuali[41]. La maggior parte delle persone che hanno ancora valori tradizionali nei loro cuori, non vedono differenze tra questa presunta educazione e la pornografia infantile.

    Planned Parenthood, il principale sostenitore del programma, è il più grande centro di educazione sessuale negli Stati Uniti, ed è presente anche all’estero in dodici Paesi, promuovendo, tra le altre cose, anche il diritto all’aborto. Il gruppo era precedentemente conosciuto come la Lega americana per il controllo delle nascite. La sua fondatrice, Margaret Sanger, era una socialista progressista che adorava la Russia di Stalin, Paese che visitò per rendere omaggio alla rivoluzione socialista.

    Sanger è stata una determinata sostenitrice del movimento di liberazione sessuale: affermava che aver avuto relazioni extraconiugali «mi abbiano davvero liberata[42]» e che le donne avessero il diritto di diventare madri single. Come se non bastasse scrisse a una nipote di sedici anni, dicendole che avere rapporti sessuali «tre volte al giorno è accettabile[43]». Sanger fondò la Lega per il controllo delle nascite come conseguenza del suo stile di vita promiscuo; nei corsi di educazione sessuale creati da questa organizzazione, utilizzati al giorno d’oggi, non è difficile vedere come la liberazione sessuale degli anni ‘60 abbia radici che affondano nell’ideologia comunista.

    It’s Perfectly Normal [È perfettamente normale] è un libro sull’educazione sessuale che è stato tradotto in 30 lingue e ha venduto oltre 1 milione di copie in tutto il mondo. Il libro contiene quasi cento fumetti dove i protagonisti sono nudi; le storie presentate sono usate per descrivere sentimenti e sensazioni fisiche nell’atto della masturbazione, sia eterosessuale che omosessuale, così come metodi di controllo delle nascite e l’aborto. L’autore sostiene che i bambini abbiano il diritto di conoscere tutte queste informazioni[44]. Il tema principale del libro è che questa varietà di comportamenti sessuali sia da considerare “normale”, e che nessuno dovrebbe essere soggetto a un qualsiasi giudizio morale.

    In un libro di testo di educazione sessuale ampiamente utilizzato nelle scuole superiori, l’autore si rivolge direttamente ai ragazzi, dicendo loro come alcune religioni considerino il sesso al di fuori del matrimonio peccaminoso e che: «Dovrete decidere voi stessi quanto tutto ciò sia importante[45]». Per riassumere, questa visione sostiene che tutti i valori siano relativi e che i bambini e i ragazzi debbano decidere da soli cosa sia giusto o sbagliato.

    Oggi le scuole pubbliche americane hanno due classi di educazione sessuale. Una classe, fortemente promossa dalle organizzazioni educative, è stata descritta in precedenza: include l’educazione sul comportamento sessuale, il controllo delle nascite, la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e simili. L’altro tipo insegna ai giovani a controllare il loro desiderio sessuale, non discute il controllo delle nascite e incoraggia l’avere rapporti sessuali dopo il matrimonio.

    È innegabile che la morale sociale, specialmente gli atteggiamenti nei confronti della sessualità, si siano in generale allontanati dalla tradizionale morale, basata sulla fede. I media e internet sono inondati di contenuti pornografici, che trascinano i bambini verso l’orlo dell’abisso.

    Nel settore dell’educazione, controllato dall’ateismo, la maggior parte delle scuole pubbliche che seguono la “neutralità dei valori” non vogliono o non osano insegnare ai bambini che il sesso al di fuori del matrimonio sia osceno e immorale, né insegnano ai bambini il bene e il male sulla base dei principi morali tradizionali.

    L’educazione sessuale è ancora oggi un tema controverso nella società. Diversi settori della società hanno affrontato il tema del sesso sicuro, concentrandosi sul tasso di gravidanza adolescenziale e sul tasso di malattie sessualmente trasmissibili. Tuttavia, dal momento che le scuole impartiscono insegnamenti agli adolescenti riguardo ai comportamenti sessuali è logico attendersi un aumento dei rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, il che viola la tradizionale moralità sessuale. Ma anche se non ci fossero gravidanze adolescenziali o malattie a trasmissione sessuale, ciò significa che tutto va bene quando gli adolescenti si abbandonano alla promiscuità?

    In Europa, dove la cultura sessuale è ancora più permissiva che negli Stati Uniti, il tasso di gravidanze adolescenziali è la metà di quello degli Stati Uniti, grazie ad una educazione sessuale “efficace”. Alcune persone ne sono felici, mentre altre sono molto preoccupate. Indipendentemente da queste cifre, dato che la decadenza nei confronti della condotta sessuale è in aumento, lo Spettro del Comunismo avrà raggiunto il suo obiettivo di distruggere la morale umana.

    Autostima ed egocentrismo

    Dagli anni ’60, un nuovo dogma è stato fortemente promosso nel campo dell’educazione negli Stati Uniti. Si tratta del dogma “autostima”: è da ritenere responsabile dell’aver fatto diminuire la qualità nel settore dell’educazione.

    In superficie, l’autostima dovrebbe riferirsi alla consapevolezza di avere fiducia e rispetto verso sé stessi, come risultato delle proprie capacità e dei risultati ottenuti. Tuttavia, l’autostima promossa nelle scuole americane è qualcosa di completamente diverso. Un libro tratta questo aspetto:The Feel-Good Curriculum: The Dumbing Down of America’s Kids in the Name of Self-Esteem, [La scuola ti farà stare bene: L’appiattimento culturale dei ragazzi americani in nome dell’autostima] L’autrice del libro, Maureen Stout, descrive un fenomeno molto comune nelle scuole americane: gli studenti si preoccupano dei loro voti, ma non di ciò che hanno imparato o degli sforzi compiuti per ottenerli.

    Gli studenti pretendono di ottenere voti migliori e gli insegnanti, per soddisfare le loro richieste, sono costretti a ridurre il grado di difficoltà degli esami. Come conseguenza gli studenti si impegnano ancora di meno e ottengono risultati perfino peggiori rispetto a prima. I professori sembrano essersi abituati a questo fenomeno: sono ormai convinti che la scuola dovrebbe essere come il grembo materno, ovvero isolata dal mondo esterno, in modo che gli studenti possano vivere uno stato di costante conforto emotivo. Tali persone non possono però crescere intellettualmente o sviluppare la resilienza necessaria ad affrontare la vita dopo la fine degli studi. L’attenzione sembra concentrarsi sui sentimenti degli studenti, non sulla loro crescita complessiva[46].

    Come molti esperti hanno sottolineato, il dogma dell’autostima confonde causa ed effetto. L’autostima è il risultato di aver compiuto uno sforzo, non una condizione preliminare per arrivare al risultato. In altre parole, sentirsi bene con sé stessi non porta necessariamente a raggiungere gli obiettivi, bensì ci si sente bene dopo averli raggiunti.

    Questa concezione errata del concetto di autostima è il sottoprodotto dell’approccio psicoterapeutico nell’educazione, a partire dagli anni ’60 in poi. L’educazione psicoterapeutica ha finito per indottrinare un gran numero di giovani, portandoli a pensare che tutto sia loro dovuto e a sviluppare un atteggiamento propenso al vittimismo. Maureen Stout osserva questa mentalità nel linguaggio quotidiano: «Voglio fare quello che voglio, come voglio e quando voglio, e niente e nessuno mi fermerà» è un’affermazione comune tra i giovani.

    L’educazione americana ingigantisce le idee di libertà ed egocentrismo in nome dell’autostima sentimentale. Questo approccio all’educazione produce una generazione di giovani che non valorizzano la moralità e non si assumono responsabilità. Si preoccupano solo dei propri sentimenti piuttosto che di quelli degli altri. Perseguono il divertimento ma cercano di evitare sforzi, sacrifici e sofferenze. Questo ha danneggiato le relazioni sociali in un modo difficile da aggiustare.

    e. L’infiltrazione dell’educazione

    Il controllo sull’educazione elementare e media

    Per un lungo periodo di tempo, dopo la fondazione degli Stati Uniti, il governo federale non era coinvolto nel settore dell’istruzione. Gestire l’educazione spettava alla Chiesa assieme al governo di ciascuno Stato. Il governo federale istituì il Dipartimento dell’Educazione (ED) nel 1979. Da allora la sua giurisdizione è stata ampliata: attualmente l’ED esercita la sua autorità sui programmi educativi e sull’allocazione dei bilanci, qualcosa che supera di gran lunga il potere che aveva in precedenza. I genitori, i distretti scolastici e i governi statali, che un tempo avevano una maggiore voce in capitolo sull’educazione, sono sempre più costretti a prendere ordini dai funzionari del governo federale; hanno gradualmente perso il potere di decidere che cosa verrà insegnato nelle scuole e come verrà insegnato.

    Il potere è neutro. Coloro che lo utilizzano possono compiere del bene o fare del male. La centralizzazione del potere in sé non è necessariamente una cosa negativa. Si tratta di come la persona o l’istituzione usi il suo potere, e quali siano i suoi obiettivi. La centralizzazione del potere nell’educazione americana è una questione importante, perché il Marxismo si è infiltrato a tutti i livelli delle agenzie governative, specialmente nella burocrazia centrale. In tali circostanze, una volta presa una decisione sbagliata, l’impatto è gigantesco. Alcuni individui, per quanto consapevoli della situazione possano essere, non sono semplicemente in grado di invertire la rotta.

    Come spiegato da Beverly K. Eakman, autrice ed ex insegnante, uno dei risultati della centralizzazione del potere nell’educazione americana è stato che i funzionari responsabili dell’educazione non possono, in un breve periodo di tempo, determinare come i loro programmi si svilupperanno e quale tipo di impatto potranno creare nel lungo termine. Molte persone hanno una visione limitata e, anche se alcuni singoli eventi possono aver sollevato dei dubbi, la maggior parte delle persone non ha il tempo, l’energia, le risorse o il coraggio di indagare in autonomia. Anche se sorgono dei sospetti, senza essere a conoscenza di tutti i pezzi del puzzle, queste persone possono fare ben poco, che non sia obbedire a ciò che viene detto loro dai loro superiori. Si crea un macchinario gigantesco, all’interno del quale ogni individuo è semplicemente un ingranaggio. È difficile vedere le conseguenze delle loro decisioni sugli studenti e sulla società; di conseguenza il peso della responsabilità morale che potrebbero sentire sulle loro spalle si affievolisce[48]. Lo Spettro del Comunismo può approfittare delle debolezze di questo sistema e abbattere le difese della società, una dopo l’altra.

    I corsi per diventare professori, le case editrici, le organizzazioni educative e le istituzioni che preparano gli insegnanti hanno un impatto decisivo sull’istruzione. Sono tutte realtà destinate a diventare obiettivi di infiltrazione dell’ideologia comunista.

    Il ruolo dei sindacati degli insegnanti

    Il nono capitolo di questo libro parla di come lo Spettro del Comunismo manipoli e utilizzi i sindacati. I sindacati degli insegnanti sono diventati una delle ragioni principali del fallimento dell’educazione americana. I sindacati non si preoccupano di migliorare la qualità dell’istruzione, bensì sono diventate organizzazioni professionali che premiano il fallimento, proteggono l’incompetenza e soffocano gli insegnanti responsabili che lavorano e si dedicano veramente a fornire un insegnamento agli studenti.

    Tracey Bailey è un’insegnante di scienze in una scuola superiore. Nel 1993 vinse il primo premio come “Insegnante dell’anno”[49]. A quel tempo, il capo della Federazione americana degli insegnanti non nascose la sua soddisfazione, poiché un membro del sindacato aveva vinto quel prestigioso riconoscimento. La verità: non solo Bailey non era più membro della Federazione ma riteneva che i maggiori sindacati degli insegnanti fossero precisamente la ragione del fallimento dell’istruzione pubblica americana, che fossero parte del problema piuttosto che della soluzione. Il punto di vista di Bailey era che i sindacati sono semplicemente un gruppo di interesse che protegge lo status quo, un pilastro di un sistema che premia la mediocrità e l’incompetenza[50].

    Negli Stati Uniti i maggiori sindacati degli insegnanti hanno una significativa disponibilità finanziaria, un’influenza profonda nel settore dell’educazione e sono classificati come una delle lobby politiche più importanti del Paese. I sindacati degli insegnanti sono diventati il principale ostacolo per attuare una riforma positiva del sistema educativo. Prendendo come esempio la California Teachers Association (CTA, Associazione degli insegnanti della California) si può vedere come riceva enormi fondi dai suoi membri. Fondi da usare per donazioni di ordine legislativo o politico. Nel 1991, la California ha cercato di inserire una proposta (chiamata Proposition 174) nel proprio ordinamento scolastico che avrebbe permesso alle famiglie di usare i buoni scolastici forniti dal governo statale per poter scegliere la scuola dove mandare i propri figli.

    Il CTA non solo ha bloccato la proposta, ma ha anche obbligato una scuola a disdire il contratto che avevano firmato con un’azienda per la fornitura di cibo, azienda che aveva donato 25.000 dollari per tale proposta[51].

    Estromettere la famiglia nell’educazione dei bambini

    Un altro obiettivo chiave dello Spettro del Comunismo è di allontanare i bambini dai genitori il prima possibile, e prendere il controllo della loro educazione in modo che venga gestita dalla comunità o dallo Stato. Non è un’impresa facile da compiere ma il meccanismo messo in moto, seppure in silenzio, sta portando la società in quella direzione.

    Nei Paesi comunisti gli studenti sono incoraggiati a troncare i rapporti con i genitori che fanno parte della classe borghese; il tempo che gli studenti trascorrono a scuola viene aumentato, dato che l’educazione è incentrata sul passare gli esami. Ciò riduce l’impatto che i genitori hanno sui propri figli. Nei Paesi occidentali vengono utilizzati approcci diversi per far sì che la famiglia non possa avere contatti con i bambini. Oltre al già citato aumento delle ore da passare a scuola, ci sono anche l’abbassamento dell’età minima per frequentare la scuola, rendere di fatto impossibile agli studenti portare a casa i libri di testo e il materiale didattico, e scoraggiare gli studenti dal condividere con i genitori gli argomenti controversi che hanno imparato in classe.

    Corsi come quello sul “chiarimento dei valori” cercano di separare gli studenti dai loro genitori. Un genitore di uno studente che frequenta il corso Quest ha commentato: «Sembrava che dovessero sempre mettere i genitori in cattiva luce. In un esempio di rapporto tra padre e figlio, il padre era sempre prepotente, sempre troppo severo, sempre ingiusto». Il messaggio che cercavano di far passare tramite corsi del genere è che i genitori non capiscono i figli, ma la scuola sì[52].

    Può capitare che, da un punto di vista legale, gli studenti debbano ottenere il consenso dei genitori prima di poter partecipare a determinate attività. In tali occasioni, gli insegnanti o il personale amministrativo scolastico usano espressioni fuorvianti e ambigue per rendere difficile ai genitori conoscere i dettagli di ciò che stanno per accettare. Quando i genitori avanzano richieste, le autorità scolastiche hanno i loro metodi per gestire la cosa: procrastinano, si sottraggono alle responsabilità, si limitano a portare avanti il tutto in modo formale. Alcuni esempi: la scuola può affermare che i genitori non hanno conoscenze professionali in materia di istruzione, che altri distretti scolastici stanno facendo la stessa cosa, che solo la vostra famiglia si sta lamentando, e così via.

    La maggior parte dei genitori non hanno il tempo e le risorse per discutere a lungo con la scuola o il distretto scolastico. Inoltre sanno che il proprio figlio finirà la scuola in pochi anni. Quindi preferiscono non agitare le acque e rimanere in silenzio. Nel frattempo però lo studente è di fatto tenuto in ostaggio dalla scuola, mentre i genitori non osano offendere le autorità scolastiche. Non hanno altra scelta se non quella di astenersi dal protestare. Quando i genitori disapprovano le pratiche educative, le autorità scolastiche possono etichettarli come estremisti, bigotti religiosi, fanatici, fascisti e via dicendo. In questo modo, le autorità scolastiche dissuadono gli altri genitori dall’esprimere le loro obiezioni[53].

    Usare i tecnicismi per ingannare e confondere

    In precedenza, abbiamo citato il libro di Charlotte Thomson Iserbyt Cronologia dell’intenzionale appiattimento culturale dell’America. I problemi nel settore educativo sono segnalati all’inizio del libro:

    «La ragione per cui gli americani non capiscono questa è una guerra è perché è stata combattuta in segreto, nelle scuole della nostra nazione, prendendo di mira i nostri bambini, prigionieri nelle classi. Data la posta in gioco di questa guerra vengono utilizzati strumenti molto sofisticati ed efficaci:

    • Dialettica hegeliana (senso comune, consenso e compromesso).
    • Gradualismo (due passi in avanti, un passo indietro).
    • Inganno semantico (ridefinire i termini dell’accordo per raggiungere un consenso senza che venga compreso)».

    Anche Phillis Schlafly ha scritto di questo fenomeno. Nella prefazione al suo libro Abusi sui bambini in classe, ha descritto come i corsi di psicoterapia utilizzino tutta una serie di termini speciali, così da impedire ai genitori di comprendere il vero scopo e i metodi che verranno impiegati. Questi termini includono: modificazione del comportamento, pensiero critico di ordine superiore, ragionamento morale, e così via[54].

    Per decenni, gli educatori americani hanno creato o utilizzato un’incredibile gamma di termini, tra i quali: costruttivismo, apprendimento cooperativo, apprendimento esperienziale, comprensione profonda, problem-solving, istruzione basata sull’indagine e sui risultati, apprendimento personalizzato, comprensione concettuale, abilità procedurali, apprendimento permanente, istruzione interattiva studente-insegnante, ecc. L’elenco è lungo. Alcuni concetti appaiono ragionevoli, ma analizzando il loro contesto e il risultato a cui conducono, si può vedere che il loro scopo sia quello di screditare l’educazione tradizionale e promuovere l’appiattimento educativo. Sono esempi di lingua esopica e della neolingua orwelliana: la chiave di lettura è quella di ribaltare il significato che la parola o la frase porta con sè[55].

    Modificare profondamenti le materie e i libri di testo

    Il libretto None Dare Call It Treason [Nessuno osa definirlo un tradimento], pubblicato negli anni ’60, analizza la riforma dei libri di testo avvenuta negli anni ’30. Questa riforma ha messo assieme i contenuti di diverse materie — come storia, geografia, sociologia, economia e scienze politiche — raccogliendoli in una serie di libri di testo. Così facendo sono stati messi da parte i contenuti, il sistema di valori e il modo tradizionale di codificare i libri di testo.

    «Così come il pregiudizio antireligioso era evidente, così la propaganda per il controllo socialista era ovvia[56]»; un esempio è che i libri di testo declassarono i protagonisti della Storia americana e la Costituzione degli Stati Uniti.

    Questa collana di libri di testo era molto estesa e non rientrava nell’ambito di alcuna disciplina tradizionale; pertanto, gli esperti di varie discipline non vi prestarono molta attenzione. Molti anni dopo, quando il pubblico si rese conto del problema e iniziò a protestare, era già troppo tardi: 5 milioni di studenti avevano ricevuto la loro educazione usando quei libri. Oggi, nelle scuole primarie e secondarie degli Stati Uniti, la storia, la geografia, l’educazione civica e così via rientrano nella categoria dei cosiddetti “studi sociali”, e il modo in cui vengono trattate queste materie è lo stesso.

    Se le modifiche ai libri di testo fossero state trasparenti, sarebbero state messe in discussione e osteggiate dagli esperti e dai genitori. I libri di testo appena pubblicati, che mescolano più materie insieme, non appartengono a una categoria in modo chiaro, per cui gli esperti hanno difficoltà a valutarne il contenuto al di là della propria professione. In questo modo è relativamente facile per i libri di testo passare i controlli ed essere accettati da un Distretto scolastico e dalla società.

    Dopo dieci o venti anni ci possono essere delle persone in grado di vedere il complotto presente dietro questa serie di libri di testo. Tuttavia, nel momento in cui vogliono far sentire la loro voce, si trovano davanti studenti ormai cresciuti e insegnanti ormai abituati ai tali libri di testo e metodi di insegnamento. Diventa quindi impossibile riportare i libri di testo alla loro forma tradizionale. Anche se un piccolo numero di persone si rende conto dei gravi difetti dei libri di testo, non vengono ascoltati dal pubblico e hanno poche probabilità di influenzare i processi decisionali. Quando le loro richieste si fanno più energiche, l’altra parte reagisce lanciando un altro ciclo di riforme, diluendo ulteriormente i contenuti tradizionali e inserendo altre idee di Sinistra. Dopo alcune di queste riforme, la nuova generazione di studenti si ritrova a essere separata dalla tradizione, rendendo quasi impossibile tornare indietro.

    Gli aggiornamenti ai libri di testo negli Stati Uniti vengono effettuati molto frequentemente. Per alcuni il motivo è che le conoscenze a disposizione aumentano a un ritmo sempre più rapido. In realtà, le conoscenze di base da acquisire nella scuola primaria e secondaria non dovrebbero cambiare di molto. Allora perché sono stati pubblicati e ripubblicati così tanti libri di testo? La ragione superficiale è che gli editori sono in concorrenza tra loro. Per aumentare i profitti fanno in modo che i libri di testo non possano essere riutilizzati negli anni a venire dagli studenti. Ma ad un livello più profondo, proprio come la riorganizzazione dei contenuti dei libri di testo, il processo è stato utilizzato per distorcere i materiali didattici per la prossima generazione.

    Riforma dell’istruzione: una lotta dialettica

    A partire dagli anni ’50 e ’60, l’istruzione americana ha attraversato una serie di riforme, che non hanno portato i miglioramenti attesi nella qualità dell’istruzione. Nel 1981, i punteggi SAT degli studenti americani hanno raggiunto il minimo storico; come risposta è stato elaborato e pubblicato il rapporto Una Nazione a rischio ed è stato istituito il movimento Back to Basics [Torniamo alle basi] nel settore dell’educazione. Al fine di invertire l’imbarazzante situazione negli Stati Uniti, diversi governi, a partire dagli anni ’90, hanno dato il via a un riordino del campo dell’istruzione su larga scala — ma i risultati ottenuti non sono stati incoraggianti. Non solo non vi sono stati miglioramenti, ma le varie riforme hanno causato problemi ancora più difficili da risolvere[57].

    Crediamo che la maggior parte delle persone coinvolte nella riforma dell’istruzione abbia un sincero desiderio di fare del bene, sia agli studenti sia alla società, ma a causa dell’influenza di varie ideologie scorrette le loro intenzioni spesso si rivelano essere controproducenti. Molte di queste riforme hanno di fatto promosso l’ideologia comunista.

    L’infiltrazione comunista avvenuta nell’istruzione tramite le varie riforme, proprio come quelle realizzate in altri campi, non ha lo scopo di vincere la guerra dopo una singola battaglia, ma nemmeno è migliorare le condizioni degli studenti. A contrario, lo scopo è far sì che i risultati sbandierati nel promuovere la riforma, per farla approvare, falliscano: si potrà così giustificare la prossima riforma.

    C’è una deviazione sempre più profonda che allontana costantemente le persone dalla tradizione. Questa è la dialettica della lotta: un passo indietro e poi due in avanti. In questo modo, la gente non si accorgerà che la tradizione è scomparsa, ma si chiederà: tradizione? Che cosa significa?

    3. L’obiettivo finale: distruggere l’istruzione in Oriente e in Occidente

    Lo Spettro del Comunismo, per arrivare a corrompere l’educazione in Occidente, può attendere anche centinaia di anni: questo obiettivo può essere raggiunto attraverso varie generazioni, modificando l’educazione tramite l’ideologia progressista.

    La situazione in Cina offre un esempio perfetto. Le tradizioni culturali cinesi sono radicate nel popolo cinese, in quanto provengono da 5.000 anni di Storia. Quando i comunisti sono andati al potere in Cina, hanno approfittato di un tratto del carattere cinese — volere arrivare al successo rapidamente e ottenere benefici immediati — per implementare dei metodi radicali che, in pochi decenni, hanno separato il popolo cinese dalla propria tradizione culturale. In questo modo, lo Spettro del Comunismo ha raggiunto il suo obiettivo: corrompere l’educazione e l’umanità presente in Cina.

    All’inizio del XX secolo, quando l’educazione progressista di Dewey iniziò a diffondersi negli Stati Uniti e a corrodere il tessuto sociale, i cinesi che rientrarono in Cina dagli Stati Uniti divennero i pionieri della moderna “educazione” cinese. I cannoni inglesi avevano distrutto l’autostima del popolo cinese e gli intellettuali erano ansiosi di trovare un modo per rafforzare la nazione. I comunisti sfruttarono queste condizioni per innescare il cosiddetto Movimento per la Nuova Cultura, che ripudiava le tradizioni cinesi.

    Tale movimento attaccò la cultura e fu come una prova generale della Grande rivoluzione culturale degli anni ‘60. Il Movimento per la Nuova Cultura ebbe tre rappresentanti principali: Hu Shi, discepolo di Dewey; Chen Duxiu, uno dei fondatori del Partito Comunista Cinese; Lu Xun, in seguito elogiato da Mao Zedong che lo riteneva il Comandante in capo della rivoluzione culturale cinese. Anche Li Dazhao, altro fondatore del Partito Comunista Cinese, assunse successivamente un ruolo importante nel movimento culturale.

    Il Movimento per la Nuova Cultura criticava il tradizionale percorso di sviluppo della Cina, attribuendo la debolezza dimostrata sul campo di battaglia davanti alle potenze europee, alla cultura tradizionale confuciana. La soluzione proposta era di abolire il Confucianesimo. La cultura tradizionale era vista come vecchia, retrograda, mentre la cultura occidentale nel suo insieme era considerata come qualcosa di nuovo e perciò migliore. Le credenze tradizionali vennero criticate in quanto considerate non in accordo con le teorie scientifiche e con i dettami della democrazia. Questo movimento fu il precursore del fervente Movimento del 4 maggio 1919, dando il via alla prima ondata di profonda sovversione dell’etica e dei valori tradizionali. Allo stesso tempo, gettò le basi per l’ingresso del Marxismo nel Paese, permettendogli di mettere radici, germogliare e crescere.

    Tra i maggiori danni causati dal Movimento per la Nuova Cultura nel settore dell’istruzione vi è la campagna per promuovere la divulgazione della lingua cinese scritta. Come sostenuto da Hu Shi l’insegnamento della lingua cinese nelle scuole elementari venne sostituito dall’insegnamento del cinese scritto in volgare. Di conseguenza, dopo solo una generazione, la maggior parte dei cinesi ebbe difficoltà a leggere e comprendere il cinese classico. Ciò significa che le opere della letteratura tradizionale, come il Libro dei Mutamenti, gli Annali delle primavere e degli autunni, il Dao De Jing [conosciuto anche come Tao Te Ching, in italiano Il Libro della Via e della Virtù NdT], Huangdi Neijing [Il Canone di Medicina Interna dell’Imperatore] e altri testi tradizionali erano ormai inaccessibili allo studente comune. Vennero invece trattati come qualcosa di esoterico, da essere preso in considerazione solo per ricerche specialistiche. I 5.000 anni di gloriosa civiltà cinese vennero trasformati in un semplice ornamento.

    Lo sviluppo millenario della cultura cinese è ritenuto un lavoro svolto dalle divinità, che hanno predisposto la separazione tra lingua scritta e lingua parlata. In Cina, nel corso della Storia, diversi gruppi etnici vennero assimilati alla cultura cinese, e le città che svolgevano il ruolo di centro culturale cambiarono costantemente, per cui la lingua parlata era in continua evoluzione. Ma grazie alla separazione tra la lingua cinese parlata e il cinese classico usato nella scrittura, quest’ultimo è rimasto in gran parte invariato. Gli studenti della dinastia Qing potevano leggere e comprendere i classici della dinastia Song, della dinastia Tang e persino i testi precedenti alla dinastia Qin. Questo ha permesso alla cultura e alla letteratura tradizionale cinese di essere trasmessa ininterrottamente nel corso di migliaia di anni.

    Lo Spettro del Comunismo ha portato il popolo cinese a tagliare le proprie radici culturali, associando la lingua scritta con la lingua parlata. In questo modo è diventato facile mescolare parole e frasi che portano a deviare dai concetti tradizionali, spingendo così il popolo cinese ancora più lontano dalla tradizione.

    Le campagne di alfabetizzazione e divulgazione della cultura, intraprese dal Partito Comunista Cinese (PCC) nell’ambito delle scuole elementari, hanno sottoposto gli studenti a un diretto ed evidente lavaggio del cervello; le prime frasi apprese dagli studenti durante le classi di alfabetizzazione in prima elementare erano propaganda pura e semplice: «lunga vita al presidente Mao», «la società del passato era malvagia» e «il malvagio imperialismo americano»; frasi che esemplificano pienamente la chiara etica di lotta di classe, basata sull’odio, richiesta dal PCC.

    Rispetto alle idee deviate che l’educazione progressista inserisce nei libri per bambini, questi approcci sono essenzialmente una forma di indottrinamento ideologico imposto ai giovani, nonostante differiscano nettamente nel metodo. I bambini cinesi educati in questo modo, una volta cresciuti, difenderanno il regime tirannico del PCC di propria iniziativa, attaccando coloro che sostengono invece valori universali. I bambini educati nell’ambiente occidentale, d’altra parte, una volta cresciuti, entrano a far parte delle folle di studenti arrabbiati, che ostacolano le conferenze dove si discute di valori tradizionali, accusando i partecipanti di discriminazione.

    Poco dopo la presa del potere, il PCC lanciò la campagna di riforma del pensiero contro gli intellettuali, concentrandosi sulle università e sulle scuole superiori. Il suo obiettivo principale era quello di cambiare le opinioni degli intellettuali, costringendoli a rinunciare ai principi morali tradizionali, così da abbandonare la filosofia del migliorare prima sé stessi, per poi migliorare la famiglia, lo Stato e il mondo. Il PCC impiegò una visione di classe marxista del mondo e della vita, dal punto di vista della classe proletaria.

    I professori della vecchia generazione dovettero ripetutamente sottoporsi alle cosiddette “autocritiche” e “confessioni”, accettando di essere denunciati, monitorati e criticati dai loro stessi colleghi e studenti. Vennero anche forzati a riconoscere ed eliminare i loro “pensieri controrivoluzionari”, che il PCC considerava come delle aggressioni contro la classe proletaria. Naturalmente, questo processo fu molto più intenso rispetto all’educazione alla sensibilità in atto oggi in Occidente. Alcuni professori si suicidarono a causa delle umiliazione subite[58].

    In seguito il PCC iniziò ad attuare dei cambiamenti nelle facoltà e nei vari dipartimenti delle università. I corsi di filosofia, sociologia e quelli relativi alle discipline umanistiche vennero notevolmente ridotti, incorporati o eliminati del tutto. Molti corsi di studio contenevano solo materie scientifiche e di ingegneria, in stile sovietico. La motivazione è da ricercare nella natura del PCC, che vede qualsiasi prospettiva ideologica indipendente sulla politica e sulle questioni sociali come una minaccia al suo dominio tirannico. Queste “minacce ideologiche” provenivano dalle facoltà umanistiche, che godevano di libertà accademica dai tempi della Repubblica popolare cinese. In contemporanea, la politica e la filosofia marxista furono rese obbligatorie a tutti gli studenti. L’intero processo è stato completato in circa tre anni. In Occidente lo Spettro del Comunismo ha avuto bisogno di un’intera generazione per istituire nuove discipline, sempre con l’obiettivo dell’indottrinamento ideologico e per diffondere il pensiero marxista all’interno dell’ Università. Anche se la velocità con cui questi processi si diffusero in Cina e nei Paesi Occidentali fu diversa, il risultato è simile.

    Nel 1958 il PCC iniziò la sua rivoluzione educativa; i seguenti elementi nel processo occorso sono degni di nota:

    1. L’educazione venne utilizzata come strumento da utilizzare al servizio del proletariato. Sotto la guida del Comitato del Partito, gli studenti furono organizzati per preparare il piano di studi e il materiale didattico. Nel dipartimento di lingua cinese dell’Università di Pechino, sessanta studenti trascorsero trenta giorni per scrivere un trattato di 700.000 caratteri, intitolato Storia della letteratura cinese[59].

    Questo esemplifica pienamente il metodo usato dall’educazione progressista: i metodi di insegnamento sono incentrati sugli studenti, focalizzati sul fornire un “apprendimento esplorativo” e un “apprendimento cooperativo”, ovvero cosa imparare e come impararlo è un qualcosa che dovrebbe essere discusso e deciso dagli studenti stessi. L’obiettivo era chiaro: eliminare le “superstizioni” verso le figure autorevoli — così da infondere un atteggiamento contrario alla tradizione — ed esaltare l’egocentrismo degli studenti. Il tutto per gettare le basi della ribellione che sarebbe sfociata nella Rivoluzione culturale.

    1. Il legame tra l’istruzione e la produttività doveva essere accentuato. Ogni scuola aveva almeno una fabbrica al suo interno; durante il culmine del Grande balzo in avanti, insegnanti e studenti lavoravano l’acciaio e la terra. La Renmin University of China, un’università che in precedenza si era concentrata sulle discipline sociali, gestiva 108 fabbriche. All’apparenza lo scopo era permettere agli studenti di “imparare facendo”, ma la realtà era che gli studenti non impararono nulla.
    2. Durante la Grande rivoluzione culturale gli studenti vennero mobilitati per distruggere tutto ciò che, nel patrimonio culturale cinese, potesse essere associato alla cultura tradizionale; sia che avesse una forma tangibile o intangibile (vedi Capitolo Sei per maggiori dettagli). Questi avvenimenti andavano in parallelo al movimento della Controcultura che in quegli anni era presente in Occidente. Dopo l’inizio della Grande rivoluzione culturale Mao Zedong ritenne che la situazione degli “intellettuali borghesi” alla guida delle scuole non dovesse continuare. Il 13 giugno 1966, il PCC diffuse un avviso per la riforma delle ammissioni universitarie, avviando una “campagna di azioni correttive”: vennero aboliti gli esami di ammissione all’università e un gran numero di “contadini-lavoratori-soldato” vennero ammessi come studenti.

    Il film Breaking With Old Ideas [Abbandonare le vecchie idee] è stato realizzato in Cina durante la Grande rivoluzione culturale. La storia si incentrava sulle ragioni di questa riforma: le seguenti frasi, pronunciate dal preside di una scuola nel film, rendono bene l’idea.

    «Un giovane cresciuto in povertà in una fattoria non è abbastanza istruito, ma i calli sulle sue mani, a causa del duro lavoro nei campi, gli danno modo di essere ammesso[all’università]».

    «Ci volete dare la colpa per il loro basso livello di istruzione? No! Questo debito dovrebbe essere saldato dai nazionalisti, i proprietari terrieri e la classe capitalista!»

    In Occidente le cose sono andate avanti in modo diverso, ma sulla stessa traiettoria: un professore ha pubblicato un articolo in cui sosteneva che gli esami di matematica portano alla discriminazione razziale, perché gli studenti di alcune minoranze etniche hanno punteggi di matematica più bassi rispetto agli studenti bianchi[60]. Un altro professore affermava che gli standard matematici, basati sui punteggi più alti raggiunti dagli studenti maschi, portano alla discriminazione di genere contro le femmine, quando sono messe davanti allo stesso standard[61]. Dare modo agli studenti di arrivare al livello universitario grazie ai calli che hanno sulle mani e assegnare voti più bassi in matematica usando la discriminazione razziale e di genere sono tutti metodi che lo Spettro del Comunismo usa per abbassare il livello degli studenti e rallentare la loro crescita intellettuale.

    Al termine della Grande rivoluzione culturale l’esame di ammissione alle università venne reintrodotto in Cina. Da allora in poi, questo esame è diventato una parte fondamentale del sistema educativo: ha assunto il ruolo di obiettivo finale dell’istruzione primaria e superiore. Questo tipo di sistema educativo utilitaristico, trasforma molti studenti in macchine: l’unica cosa che hanno imparato è come fare a superare gli esami. Non hanno la capacità di pensare autonomamente o di distinguere il bene dal male. Allo stesso tempo, la filosofia marxista, la politica e l’economia sono pietre irremovibili: sono materie d’esame obbligatorie.

    Nella mente degli studenti cinesi la tradizione è stata eliminata. Giusto e sbagliato, male e bene, sono elementi valutati secondo gli standard comunisti: dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, molti studenti hanno festeggiato; alunni delle scuole elementari affermano di voler lavorare nel governo per poter fare soldi grazie alla corruzione; studentesse universitarie si prostituiscono e affittano il loro ventre come madri surrogate in cambio di denaro. Lo Spettro del Comunismo ha fatto perdere la rotta alle giovani generazioni.

    Conclusione: Ritornare all’educazione tradizionale

    Il sistema educativo dovrebbe garantire il futuro di un Paese, di una Nazione e della civiltà umana. Si tratta di uno obiettivo per cui si deve lavorare con una mentalità a lungo termine, il cui impatto si estende attraverso i secoli o perfino i millenni. Osservando gli ultimi cento anni, il sistema educativo dei Paesi occidentali è stato danneggiato dall’infiltrazione e dall’influenza dell’ideologia comunista. Genitori e insegnanti hanno le mani legate e non possono dare agli studenti una buona educazione. Le scuole, che avrebbero dovuto coltivare il talento degli studenti, li hanno invece resi bambini viziati e li hanno portati fuori strada. La società è profondamente preoccupata per la mancanza di moralità degli studenti, il basso livello delle loro competenze, le loro fragilità psicologiche e le loro cattive abitudini. A questo vanno aggiunte le tendenze antitradizionali e antisociali in cui sono coinvolti. Siamo testimoni di come le forze del male stiano divorando i giovani, e quindi il futuro dell’umanità.

    Nel libro The Naked Communist [Il comunista nudo], pubblicato nel 1958, sono elencati 45 obiettivi che l’Unione Sovietica avrebe cercato di raggiungere per prendere il controllo, dall’interno, delle società non appartenenti al blocco sovietico. Riguardo all’educazione troviamo i seguenti punti: «Prendere il controllo delle scuole. Utilizzare le scuole come uno strumento per la trasmissione del Socialismo e della propaganda comunista. Semplificare il piano di studi. Prendere il controllo dei sindacati degli insegnanti. Inserire l’ideologia del Partito nei libri di testo»[62].

    Guardando all’istruzione americana nello specifico questi obiettivi non solo sono stati raggiunti, ma la situazione sta sempre più peggiorando. Grazie alla forza politica ed economica degli Stati Uniti, il settore della cultura negli USA è oggetto di ammirazione ed emulazione da parte dei Paesi di tutto il mondo. La maggior parte dei Paesi usa gli Stati Uniti come modello per attuare riforme nell’istruzione. I concetti, il materiale didattico, i metodi di insegnamento e le pratiche di gestione delle scuole hanno influenzato molti Paesi. In una certa misura, far deviare il settore l’istruzione americana equivale a far deviare il modello dell’istruzione negli altri Paesi.

    Nel periodo iniziale della Creazione, così come nei vari periodi in cui la civiltà umana era moralmente corrotta, apparirono esseri illuminati o santi. Questi individui sono stati chiamati “maestri”: Socrate, il fondatore dell’antica civiltà greca, era un educatore; nei Vangeli, anche Gesù si definì un maestro; Il Buddha Sakyamuni aveva dieci nomi, uno dei quali era “il maestro dei Cieli e dell’uomo”; Confucio era un educatore, mentre Lao Zi era stato l’insegnante di Confucio. I loro insegnamenti sono rivolti a come essere umani, come rispettare Dio, come andare d’accordo con gli altri e come migliorare la moralità.

    Questi esseri illuminati e santi sono i più grandi educatori dell’umanità. Le loro parole hanno plasmato le maggiori civiltà e sono diventati i testi classici fondamentali di ogni civiltà. I valori che insegnano e i modi in cui agiscono per migliorare la moralità, permettono ad ogni individuo di raggiungere un’elevazione spirituale e la salute. Gli individui con tali caratteristiche sono essenziali per avere una società sana ed equilibrata. Non c’è da stupirsi se questi grandi educatori sono giunti a una conclusione simile: lo scopo dell’educazione è coltivare il carattere morale.

    L’educazione classica, sia orientale che occidentale è stata praticata per migliaia di anni: è l’eredità della cultura che Dio ha donato agli uomini e conserva quindi esperienze e risorse preziose. Secondo lo spirito dell’educazione classica, sia il talento che l’integrità sono criteri importanti per giudicare il successo dell’educazione. Nel processo di rivitalizzare la tradizione dell’educazione umana, il tesoro rappresentato dall’educazione classica merita che le persone facciano sforzi per conservarlo, esplorarlo e assimilarlo.

    Le persone con alti valori morali sono capaci di autocontrollarsi. È ciò in cui i Padri fondatori degli Stati Uniti facevano affidamento come normativa sociale. Coloro che sono moralmente nobili riceveranno le benedizioni di Dio e, attraverso la diligenza e la saggezza, otterranno abbondanza materiale e soddisfazione spirituale. Ancora più importante, le persone con un’alta moralità permetteranno alla società di proliferare ed esistere per generazioni. Questa è la rivelazione degli esseri illuminati e dei santi — i più grandi educatori dell’umanità — su come la gente di oggi possa tornare alla tradizione.


    Note bibliografiche

    [1] A Nation at Risk, https://www2.ed.gov/pubs/NatAtRisk/risk.html.

    [2] Ibid.

    [3] Mark Bauerlein, The Dumbest Generation: How the Digital Age Stupefies Young Americans and Jeopardizes Our Future (New York: Jeremy P. Tarcher/Penguin, 2008), Chapter One.

    [4] John Taylor Gatto, Dumbing Us Down: The Hidden Curriculum of Compulsory Schooling (Gabriola Island, BC, Candda: New Society Publishers, 2005), 12.

    [5] Charles J. Sykes, Dumbing Down Our Kids: Why American Children Feel Good about Themselves but Can’t Read, Write, or Add (New York: St. Martin’s Griffin, 1995), 148–9.

    [6] Thomas Sowell, Inside American Education (New York: The Free Press, 1993), 4.

    [7] Charlotte Thomson Iserbyt, The Deliberate Dumbing Down of America: A Chronological Paper Trail (Ravenna, Ohio: Conscience Press, 1999), xvii.

    [8] Robin S. Eubanks, Credentialed to Destroy: How and Why Education Became a Weapon (invisibleserfscollar.com, 2013), 48.

    [9] Ibid., 49.

    [10] Ibid., 45–46.

    [11] “Ten Most Harmful Books of the 19th and 20th Centuries,” Human Events, May 31, 2005, http://humanevents.com/2005/05/31/ten-most-harmful-books-of-the-19th-and-20th-centuries/.

    [12] Mortimer Smith, And Madly Teach: A Layman Looks at Public School Education (Chicago: Henry Regnery Company, 1949). See also: Arthur Bestor, Educational Wastelands: The Retreat from Learning in Our Public Schools, 2nd ed. (Champaign, Illinois: University of Illinois Press, 1985).

    [13] John A. Stormer, None Dare Call It Treason (Florissant, Missouri: Liberty Bell Press, 1964), 99.

    [14] I. L. Kandel, “Prejudice the Garden toward Roses?” The American Scholar, Vol. 8, No. 1 (Winter 1938–1939), 77.

    [15] Christopher Turner, “A Conversation about Happiness, Review – A Childhood at Summerhill,” The Guardian, March 28, 2014, https://www.theguardian.com/books/2014/mar/28/conversation-happiness-summerhill-school-review-mikey-cuddihy.

    [16] Alexander Neil, Summerhill School: A Radical Approach to Child Rearing (New York: Hart Publishing Company, 1960), Chapter 3.

    [17] Ibid., Chapter 7.

    [18] Joanne Lipman, “Why Tough Teachers Get Good Results,” The Wall Street Journal, September 27, 2013, https://www.wsj.com/articles/why-tough-teachers-get-good-results-1380323772.

    [19] Daisy Christodoulou, Seven Myths about Education (London: Routledge, 2014).

    [20] Diane West, The Death of the Grown-Up: How America’s Arrested Development Is Bringing down Western Civilization (New York: St. Martin’s Press, 2008), 1–2.

    [21] Fred Schwartz and David Noebel, You Can Still Trust the Communists… to Be Communists (Socialists and Progressives too) (Manitou Springs, CO: Christian Anti-Communism Crusade, 2010), back cover.

    [22] Stein v. Oshinsky, 1965; Collins v. Chandler Unified School District, 1981.

    [23] John Taylor Gatto, The Underground History of American Education: A Schoolteacher’s Intimate Investigation into the Problem of Modern Schooling (The Odysseus Group, 2000), Chapter 14.

    [24] Diane Ravitch, “Education after the Culture Wars,” Dædalus 131, no. 3 (Summer 2002), 5–21.

    [25] Steven Jacobson, Mind Control in the United States (1985), 16, https://archive.org/details/pdfy-6IKtdfWsaYpENGlz.

    [26] “Inside a Public School Social Justice Factory,” The Weekly Standard, February 1, 2018, https://www.weeklystandard.com/katherine-kersten/inside-a-public-school-social-justice-factory.

    [27] History Social-Science Framework (Adopted by the California State Board of Education, July 2016, published by the California Department of Education, Sacramento, 2017), 431, https://www.cde.ca.gov/ci/hs/cf/documents/hssfwchapter16.pdf.

    [28] Ibid., p. 391.

    [29] Stanley Kurtz, “Will California’s Leftist K-12 Curriculum Go National?” National Review, June 1, 2016, https://www.nationalreview.com/corner/will-californias-leftist-k-12-curriculum-go-national/.

    [30] Phyllis Schlafly, ed., Child Abuse in the Classroom (Alton, Illinois: Pere Marquette Press, 1984), 13.

    [31] Herbert Marcuse, Eros and Civilization: A Philosophical Inquiry into Freud (Boston: Beacon Press, 1966), 35.

    [32] B. K. Eakman, Cloning of the American Mind: Eradicating Morality through Education (Lafayette, Louisiana: Huntington House Publishers, 1998), 109.

    [33] William Kilpatrick, Why Johnny Can’t Tell Right from Wrong and What We Can Do about It (New York: Simon & Schuster, 1992), 16–17.

    [34] Thomas Sowell, Inside American Education: The Decline, the Deception, the Dogmas (New York: The Free Press, 1993), 36.

    [35] Ibid., Chapter 3.

    [36] “Death in the Classroom,” 20/20, ABC Network, September 21, 1990, https://www.youtube.com/watch?v=vbiY6Fz6Few.

    [37] Sowell, Inside American Education: The Decline, the Deception, the Dogmas, 38.

    [38] Kilpatrick, Why Johnny Can’t Tell Right from Wrong and What We Can Do about It, 32.

    [39] “We Teach Children Sex … Then Wonder Why They Have It,” Daily Mail, August 1, 2004, http://www.dailymail.co.uk/debate/article-312383/We-teach-children-sex–wonder-it.html.

    [40] “Focus on Youth with ImPACT: Participant’s Manual,” Centers for Disease Control and Prevention, https://effectiveinterventions.cdc.gov/docs/default-source/foy-implementation-materials/FOY_Participant_Manual.pdf?sfvrsn=0.

    [41] Robert Rector, “When Sex Ed Becomes Porn 101,” The Heritage Foundation, August 27, 2003, https://www.heritage.org/education/commentary/when-sex-ed-becomes-porn-101.

    [42] Norman K. Risjord, Populists and Progressives (Rowman & Littlefield, 2005), 267.

    [43] Madeline Gray, Margaret Sanger (New York: Richard Marek Publishers, 1979), 227–228.

    [44] Rebecca Hersher, “It May Be ‘Perfectly Normal,’ But It’s Also Frequently Banned,” National Public Radio, September 21, 2014, https://www.npr.org/2014/09/21/350366435/it-may-be-perfectly-normal-but-its-also-frequently-banned.

    [45] Kilpatrick, Why Johnny Can’t Tell Right from Wrong and What We Can Do about It, 53.

    [46] Maureen Stout, The Feel-Good Curriculum: The Dumbing Down of America’s Kids in the Name of Self-Esteem (Cambridge, Massachusetts: Perseus Publishing, 2000), 1–3.

    [47] Ibid., 17.

    [48] B. K. Eakman, Educating for the ‘New World Order’ (Portland, Oregon: Halcyon House, 1991), 129.

    [49] “Teacher of the Year Ceremony,” C-Span, https://www.c-span.org/video/?39846-1/teacher-year-ceremony

    [50] Sol Stern, “How Teachers’ Unions Handcuff Schools,” The City Journal, Spring 1997, https://www.city-journal.org/html/how-teachers%E2%80%99-unions-handcuff-schools-12102.html.

    [51] Troy Senik, “The Worst Union in America: How the California Teachers Association Betrayed the Schools and Crippled the State,” The City Journal, Spring 2012, https://www.city-journal.org/html/worst-union-america-13470.html.

    [52] Kilpatrick, Why Johnny Can’t Tell Right from Wrong and What We Can Do about It, 39.

    [53] Samuel Blumenfeld and Alex Newman, Crimes of the Educators: How Utopians Are Using Government Schools to Destroy America’s Children (Washington D. C.: WND Books, 2015), Chapter 14.

    [54] Schlafly, Child Abuse in the Classroom, 14.

    [55] Valerie Strauss, “A serious Rant about Education Jargon and How It Hurts Efforts to Improve Schools,” Washington Post, November 11, 2015, https://www.washingtonpost.com/news/answer-sheet/wp/2015/11/11/a-serious-rant-about-education-jargon-and-how-it-hurts-efforts-to-improve-schools/?utm_term=.8ab3d85e9e45.

    [56] Stormer, None Dare Call It Treason, 104–106.

    [57] Regarding the criticism of “common core,” see Duke Pesta, “Duke Pesta on Common Core – Six Years Later,” https://www.youtube.com/watch?v=wyRr6nBEnz4, and Diane Ravitch, “The Common Core Costs Billions and Hurts Students,” New York Times, July 23, 2016, https://www.nytimes.com/2016/07/24/opinion/sunday/the-common-core-costs-billions-and-hurts-students.html.

    [58] There are many such cases. For examples, readers to refer to Zhou Jingwen, Ten Years of Storm: The True Face of China’s Red Regime [風暴十年:中國紅色政權的真面貌], (Hong Kong: shi dai pi ping she [時代批評社], 1962). Web version available in Chinese at https://www.marxists.org/chinese/reference-books/zjw1959/06.htm#2

    [59] Luo Pinghan, “The Educational Revolution of 1958,” Literature History of the Communist Party, Vol. 34

    [60] Robert Gearty, “White Privilege Bolstered by Teaching Math, University Professor Says,” Fox News, October 24, 2017, http://www.foxnews.com/us/2017/10/24/white-privilege-bolstered-by-teaching-math-university-professor-says.html.

    [61] Toni Airaksinen, “Prof Complains about ‘Masculinization of Mathematics,’” Campus Reform, August 24, 2017, https://www.campusreform.org/?ID=9544.

    [62] W. Cleon Skousen, The Naked Communist (Salt Lake City: Izzard Ink Publishing, 1958, 2014), Chapter 12.