(Minghui.org) Già da giovane ero alla ricerca dello scopo della vita. Mi chiedevo: “Perché una persona viene a questo mondo?”. Ho rivolto la domanda ai miei genitori e agli insegnanti ma nessuno di loro è riuscito a darmi una risposta soddisfacente.

Nell’agosto del 1997 sono immigrata negli Stati Uniti, dove ho scoperto che più di una ventina di giovani che conoscevo, praticavano la Falun Dafa, chiamata anche Falun Gong. Avevo sentito parlare del Falun Gong già nel 1992, quando ero una studentessa universitaria in Cina. In quegli anni c'era un numeroso gruppo di persone che ogni mattina praticava gli esercizi di fronte al mio dormitorio. Pensavo che i praticanti fossero per lo più persone anziane che cercavano di stare in buona salute, invece ho scoperto che molti di loro erano giovani e molto istruiti.

Per curiosità, ho partecipato a un seminario di nove giorni. Dopo aver visto il video della lezione del Maestro Li Hongzhi, ho trovato la risposta alla domanda che mi aveva assillato in tutti quegli anni. Avevo capito la verità della vita! Volevo coltivare e tornare al mio vero sé!

Meno di due anni dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha iniziato la persecuzione della pratica in Cina. Per chiarire la verità sulla propaganda diffamatoria del Falun Gong messa in atto dal PCC, che tutte le agenzie mediatiche del mondo diffondevano, i praticanti della Dafa hanno fondato un proprio media, The Epoch Times, e mi sono unita a loro.

Impedimenti affrontati lavorando a Voice of America

All'inizio del 2004 un amico mi ha inoltrato un annuncio di lavoro di Voice of America [il servizio ufficiale radiotelevisivo del Governo Federale degli Stati Uniti d’America] e mi ha suggerito di provare a candidarmi. Ho superato la prova scritta senza problemi, ma sono stata chiamata al colloquio solo dopo alcuni mesi. Un redattore mi ha detto: “Il punteggio della tua prova scritta è eccellente, ma potresti non essere assunta perché hai detto di essere una giornalista di The Epoch Times... sanno che pratichi il Falun Gong!”.

Il colloquio con i due direttori è durato solo 10 minuti, ma devo aver fatto loro una buona impressione, poiché mi hanno detto di iniziare il lavorare dal giorno dopo.

Nell'autunno del 2004 ho iniziato a lavorare per Voice of America. All'inizio è stato difficile, è capitato diverse volte che una dozzina di colleghi mi attaccassero verbalmente ripetendo le menzogne che il PCC diffondeva sul Falun Gong. Non mi hanno mai dato la possibilità di spiegar loro la verità. Talvolta quando li salutavo venivo persino ignorata.

Ogni settimana ero inserita in un gruppo di lavoro diverso. Una mattina il tizio della scrivania accanto chiacchierava con me; era molto contento di sapere che provenivo da Changchun come lui e mi ha chiesto se ci tornavo spesso. Gli ho risposto che da quando il PCC aveva iniziato la persecuzione del Falun Gong nel 1999 non era potuta tornarci. Appena ha mi sentito pronunciare le parole “Falun Gong” è andato in collera. Vedendolo totalmente fuori controllo sono rimasta in silenzio. Qualche minuto dopo un altro collega si è alzato in piedi e ha chiamato l'altro fuori dall'ufficio.

Il secondo collega è tornato e ha detto: “Non dargli peso! Gli ho solo detto che non può parlare così in ufficio”. Ha raccontato che prima lavorava in una compagnia aerea e che molte volte aveva visto famiglie di praticanti del Falun Gong arrivare a Washington per partecipare a delle attività. Ha chiesto: “È vero che queste persone pagano di tasca propria per partecipare a queste attività?”. Gli ho risposto che era vero e gli ho detto che io stessa avevo pagato il viaggio in aereo dalla Florida a Washington per andare ad un raduno per chiedere la fine della persecuzione.

Poco tempo dopo l'altro collega è tornato in ufficio e ha detto sommessamente: “Mi dispiace. Non era riferito a te personalmente”. Poi mi ha consigliato di rinunciare al Falun Gong ma non ha voluto che gli spiegassi. Alcuni giorni dopo ho saputo che era stato cancellato il programma che conduceva e che lui aveva lasciato l'azienda. Ero dispiaciuta di non avergli potuto chiarire la verità. Spero che possa avere un'altra possibilità.

Durante quei giorni sentivo una tensione tremenda non appena entravo in ufficio. Ho pensato persino di licenziarmi.

Un giorno, quando sono andata a prendere una mia stampa, ho visto che il collega che stava seduto accanto alla stampante, aveva esposto una foto del Maestro Li che veniva intervistato dai giornalisti occidentali. Guardando la foto del Maestro mi sono vergognata di aver prestato attenzione solo a come mi sentivo e di non aver considerato le persone che erano state avvelenate dalle menzogne del PCC. Dal profondo del cuore ho detto al Maestro: “Maestro, non lascerò questo posto adesso. Tramite me, saranno testimoni che i praticanti della Dafa sono brave persone”.

L'ambiente cambia nel momento in cui cambiano i miei pensieri

Un giorno un redattore, vedendo che non c'era nessun altro in giro, mi ha detto: “C'è una cosa che mi sta turbando. Un mio cugino, che studia in una famosa università cinese, pratica il Falun Gong e spesso va a Pechino per fare appello in favore della disciplina spirituale. I suoi genitori sono molto preoccupati per lui, è così giovane. Perché non sembra preoccuparsi del suo futuro?”.

Sono rimasto molto commossa e, trattenendo le lacrime, gli ho detto: “Tuo cugino è straordinario. Quando una persona sa veramente cosa è giusto, non si piega per soldi o per un guadagno personale”.

Il redattore ha annuito. Non molto tempo dopo è stato inviato presso la sede VOA di Pechino. Sono stata felice di vedere che gli articoli che scriveva erano imparziali e molto onesti.

Il maestro ha detto:

“Dopo aver imparato la Falun Dafa, questi impiegati entrano in fabbrica presto ed escono tardi. Lavorano con grande diligenza, accettano tutti gli incarichi che vengono loro assegnati dal capo e hanno smesso di lottare per ottenere dei benefici”. (Quarta lezione, Zhuan Falun)

Mi sono ricordata che avrei sempre dovuto seguire i principi di Verità, Compassione e Tolleranza e l'ho detto al notiziario radiofonico del mattino.

Ogni giorno mi recavo in ufficio all'una del mattino. Iniziavamo a trasmettere nella Cina continentale alle 2:00 e continuavamo fino alle 10:00, dopo di che andavo a fare servizi giornalistici per The Epoch Times, a volte fino a tarda notte.

Gradualmente, i miei colleghi di VOA hanno cominciato a conoscermi e ad apprezzarmi. Un conduttore anziano ha condiviso con me la sua esperienza di lavoro e mi ha consegnato un elenco degli errori che si commettono più frequentemente che lui stesso aveva catalogato nel corso degli anni.

Una conduttrice anziana, che aveva lavorato a VOA per 37 anni, prima di andare in pensione mi ha detto: “Vedo che sei una brava persona. Questo è un ambiente di lavoro complicato, ti prego di fare attenzione alla tua sicurezza”. Poi ha commentato che, anche se usavamo tutti degli pseudonimi quando trasmettevamo, le spie del PCC erano comunque dappertutto e ognuno di noi era monitorato attentamente.

Dopo un anno a VOA molti dei miei colleghi hanno cambiato atteggiamento nei miei confronti, alcuni mi hanno chiesto dettagli sul Falun Gong, altri mi parlavano dei loro problemi familiari perché potessi illuminarli con i principi che avevo assimilato dal Falun Gong. Qualcuno mi ha chiesto di presentare delle amiche ai propri figli; dicevano di fidarsi di me perché praticavo il Falun Gong. Una redattrice mi ha chiesto di raccomandarle una praticante da assumere nello studio del marito avvocato.

Una mattina, mentre trasmettevo il notiziario del mattino con una collega, lei improvvisamente ha avuto dei forti dolori allo stomaco. Vedendo l'espressione di dolore sul suo viso, le ho suggerito di fare gli esercizi del Falun Gong con me e lei ha acconsentito. Durante la pausa di pochi minuti abbiamo fatto il primo esercizio e appena terminato non aveva più mal di stomaco.

Alcuni colleghi mi hanno chiesto in prestito il libro Zhuan Falun. Una di loro ha raccontato di non soffrire più di insonnia da quando ascoltava ogni giorno la musica degli esercizi del Falun Gong nella sua auto mentre andava al lavoro, e di aver portato la figlia presso sito locale di pratica per imparare gli esercizi. Mi ha detto che quando si incontrava con gruppi di altri cinesi, spesso difendeva il Falun Gong basandosi sulle proprie esperienze.

L’incarico più difficile tra i membri della squadra del notiziario televisivo è quello di direttore di produzione: richiede più tempo ed è il più stressante. A tutti nel gruppo era richiesto di ricoprire quel ruolo un giorno alla settimana. Molte volte i colleghi più giovani quando commettevano degli errori piangevano. Mi sono quindi offerta volontaria come direttrice di produzione e ho rinunciato a fare l'annunciatrice; c’era veramente tanto da fare che spesso non facevo mai una pausa. A volte ho dovuto lavorare tutti i giorni della settimana. Come praticante, ho mantenuto la calma e fatto in modo che tutto funzionasse senza intoppi: la collaborazione tra i gruppi, la direzione dei programmi, i conduttori, gli ospiti, le linee telefoniche dirette per il pubblico, i tagli di scena, le immagini, le didascalie e così via. Negli anni successivi non ho mai commesso errori nel lavoro e i colleghi mi erano grati. Una redattrice ha detto che solo al vedermi in ufficio la mattina, si sentiva immediatamente sollevata.

I miei colleghi iniziano a conoscere la verità sul Falun Gong

Nel 2006 VOA ha sviluppato la branca televisiva. Mi è stato assegnato il ruolo di conduttrice radiofonica e televisiva per le notizie in diretta. Questo dimostrava che non si preoccupavano del fatto che fossi una praticante del Falun Gong.

Proprio prima che iniziassi il nuovo incarico, durante la visita del presidente cinese Hu Jintao alla Casa Bianca, una giornalista praticante del Falun Gong ha urlato di fermare il prelievo forzato di organi dai praticanti vivi. Quando questo filmato è stato poi mostrato sulla TV in ufficio, tutti sono rimasti disturbati. Un redattore televisivo ha affermato: “Non possiamo permettere che il Falun Gong entri in casa nostra!”; poi mi ha guardato e ha detto: “Non intendevo te”.

Poiché pensavo che quella praticante non stesse gestendo le cose in modo corretto e che il suo comportamento potesse causarmi dei problemi, sentivo parecchia tensione. Quando mi sono calmata, la pensavo diversamente: ciò che aveva fatto quella praticante avrebbe potuto creare tensioni a lei e alla sua famiglia; non si era comportata così pensando a se stessa. Essendo un medico non poteva permettere che il crimine del prelievo di organi da persone vive continuasse.

Non ho più trovato errori nel suo comportamento e ho condiviso i miei pensieri con i miei colleghi. Presto tutti hanno cominciato a dare maggiore attenzione al prelievo d’organi dai praticanti vivi in Cina, piuttosto che giudicare il gesto di denuncia della giornalista alla Casa Bianca.

Ho iniziato a lavorare al gruppo televisivo come originariamente previsto. Sebbene le notizie di cronaca non fossero la mia specializzazione, né avessi una formazione professionale sulla dizione, il consenso del pubblico indicava che il mio stile calmo e posato era ben accolto. Uno studente laureato dell'Università di Zhejiang mi ha inviato un breve filmato su di me e ha detto che tutti e sei i suoi coinquilini erano miei ammiratori e che avevano affisso la mia foto sulla parete della loro stanza al dormitorio. I dirigenti erano molto soddisfatti del mio lavoro, le cose miglioravano sempre di più.

Quanto più i miei colleghi capivano la verità sul Falun Gong, tanto più iniziavano ad ammirarmi e a sostenermi. Molte volte, non appena finivo la trasmissione, il direttore mi diceva che potevo andarmene perché sapeva che ero molto occupata. Un conduttore televisivo mi ha detto che il padre, professore cinese, apprezzava molto The Epoch Times. Un giornalista che era tornato da un'emittente straniera mi ha detto che qualche volta aveva trasmesso volutamente diverse notizie sul Falun Gong.

Un incidente prima delle mie dimissioni

Dopo aver lavorato a VOA per otto anni, ho deciso di dimettermi perché The Epoch Times aveva bisogno di giornalisti a tempo pieno. Prima di presentare le mie dimissioni, è accaduto un incidente.

Un sabato, dopo che avevamo finito di trasmettere, stavo chiacchierando con un presentatore televisivo quando ad un certo punto un'altra collega si è avvicinata e ha iniziato a urlarmi contro. Il conduttore ha cercato di fermarla, ma lei era fuori controllo e continuava ad urlare e a insultarmi. Ero completamente scioccata! La sua voce ha attratto l’attenzione di tutti i nostri colleghi, che invano hanno cercato di calmarla. Ha continuato a urlare per più di dieci minuti, sostenendo che avevo una pazzia da coltivazione.

Ero ammutolita, pensavo: “Che cosa le ho fatto di male? Quando è che l'ho ferita?”.

Era accaduto che una volta avevo chiesto una pausa e il direttore l'aveva incaricata di sostituirmi. Quel giorno era in ritardo e ha fatto molti errori, perciò il direttore l’aveva rimproverata. Si era laureata alla “Communication University of China” ed era conduttrice in una stazione televisiva in Cina. Pensava di non essere trattata bene a VOA ed era invidiosa di me. Non appena avevo saputo che mi avrebbe sostituto le ho scritto la procedura dettagliata e persino fatto una dimostrazione pratica. All'epoca il direttore di produzione mi aveva detto che la sostituta avrebbe dovuto sapere cosa stava facendo e che non era mia responsabilità insegnarglielo.

Arrivata a casa mi sentivo triste; pensavo che avrei dovuto dimettermi prima, così che questo contrasto non sarebbe successo. In serata ho inviato la lettera di dimissioni al direttore.

Il giorno dopo la maggior parte dei miei colleghi era venuto a conoscenza dell'incidente e molti di loro mi hanno chiamato per confortarmi. Alcuni redattori hanno discusso su come gestire la faccenda, sostenendo che non si poteva permettere che una persona cattiva trionfasse su una buona.

Visto che tutti sapevano dell'incidente, ho pensato di dover dare loro una spiegazione. Ho inviato una e-mail agli oltre 130 colleghi della filiale. Come prima cosa, mi sono scusata sinceramente con quella collega che s’era adirata. Le avevo creato problemi poiché avevo chiesto una pausa, anche se chiedere una pausa era normale. Ho anche detto che pratico il Falun Gong e che durante i miei otto anni a VOA avevo sempre cercato di seguire i principi di Verità, Compassione e Tolleranza e di essere una brava persona. Al di fuori del lavoro, il mio tempo lo dedicavo a cercare di fermare la persecuzione del Falun Gong in Cina. Non mi aspettavo che negli Stati Uniti, una collega mi attaccasse sul lavoro per via della mia fede.

I dirigenti non riuscivano a credere che non avessi reagito quando sono stata insultata, ma lo hanno verificato parlando con molti testimoni, i quali volevano che la collega che si era arrabbiata fosse licenziata. Tre giorni dopo una guardia della sicurezza dell'azienda l'ha accompagnata fuori dall'edificio poiché era stata licenziata. Un dirigente mi ha telefonato per darmi la “buona notizia”, che però a me, ha rattristato. Ho detto che non era quello che volevo. Il direttore non riusciva a capire: “Ti dispiace per lei anche se ti ha trattato in modo così terribile?”.

La notizia dell'incidente si è diffusa in poco tempo tra le edicole di tutta l'area di Washington D.C.. Per diverso tempo i giornalisti di altre testate sono venuti a trovarmi e mi hanno abbracciata durante le diverse attività.

Anche se continuavo a spiegar loro che avevo deciso di dimettermi prima dell'incidente, molti dei miei colleghi mi hanno esortata a restare. Sono rimasta a VOA ancora un altro mese e poi mi sono dimessa formalmente dopo che l'effetto dell'incidente s’era calmato. Una quarantina di colleghi mi hanno organizzato la festa d'addio. In molti mi hanno detto: “Sei davvero una brava persona, siamo stati fortunati ad averti come collega”.

Il giorno in cui sono uscita dall'edificio di VOA, il mio cuore era pieno di gratitudine verso il Maestro. Ho detto nell’intimo del mio cuore: “Maestro, ho mantenuto la mia promessa. Durante gli ultimi otto anni, tutti sono stati testimoni che i praticanti della Falun Dafa sono brave persone”.

Parole conclusive

Pratico la Falun Dafa da 23 anni e questi 23 anni sono stati molto preziosi. Verità, Compassione e Tolleranza mi portano a percorrere una retta via e a superare un ostacolo dopo l'altro. La Dafa mi dà saggezza e forza. Il mio cuore è diventato più grande. Ho compassione per tutti quelli che incontro. Nella Giornata della Falun Dafa, vorrei dire: “Grazie Maestro! La Falun Dafa è buona!”.