(Minghui.org) Fin dall'infanzia alle persone nella Cina comunista viene insegnato che il Partito Comunista Cinese (PCC) è la “madre” del popolo cinese e che devono “amare il Partito e il Paese” come amano i loro genitori biologici.

Per la maggior parte dei cinesi la Cina e il Partito Comunista Cinese sono la stessa cosa. Il PCC sfrutta il loro forte senso di patriottismo per mantenere il controllo sulle loro menti.

Ad esempio, quando un Paese occidentale critica il PCC per qualsiasi cosa, il Partito afferma: “L'imperialismo occidentale non ha mai smesso di cercare di annientarci”. Ciò provoca ondate di fanatici insulti da parte dei suoi seguaci arrabbiati, che credono che quello sia l'unico modo per dimostrare la loro “dignità” e la loro “fiducia nazionale”.

D'altra parte, se un cinese esprime un'opinione che non piace al PCC, sarà visto come un traditore del Paese e verrà sottoposto a varie forme di punizione, inclusa la morte.

Di seguito riportiamo alcuni esempi.

Chu Anping: “estrema destra”

Chu Anping era un noto studioso, giornalista liberale e cronista durante l'era della Repubblica in Cina; redattore del Guangming Daily, dopo la salita al potere del PCC, nel 1957 è stato epurato per aver criticato la cattiva condotta della governance del PCC precedente la Campagna anti-destra, progettata per eliminare gli intellettuali che non mostravano abbastanza lealtà verso il PCC.

Chu scrisse in uno dei suoi articoli, prima che il PCC salisse al potere:

“Ad essere onesti, in termini di libertà, è ancora una questione di “più” o “meno” sotto il dominio del Partito Nazionale, ma sarebbe una questione di “avere” o “non avere affatto” se rimarrà in carica il Partito Comunista.

In effetti al Partito Comunista non interessa affatto una costituzione. Quello che stanno veramente cercando sono l'espansione dell'esercito e del territorio.

Per i comunisti ci sono solo i “nemici” o “noi”. Accetteranno solo quelli che li seguono e considereranno quelli che non lo fanno come nemici. Non c'è senso di umanità o amicizia per i comunisti.”

Chu, mentre lavorava sotto il regime comunista, criticò il lavoro degli autocrati del PCC e descrisse la Cina come un “Impero del Partito”, facendo arrabbiare i principali leader del PCC. Nel 1957 Chu venne accusato di essere appartenente “all'estrema destra”, evenne punito e bandito dalla vita pubblica.

Chu subì altre persecuzioni durante la “Rivoluzione culturale” e a settembre del 1966 scomparve. Nessuno sa esattamente cosa gli sia successo, anche se alcuni affermano che si sia suicidato.

La tragica vita di Qu Xiao

Qu Xiao, uno dei tre eloquenti oratori maggiormente proclamati nel regime del PCC, ha avuto una vita tragica.

Suo padre fu schiacciato da un camion sovietico nel 1951, quando aveva 19 anni, e nel 1957 venne espulso perché appartenente alla “destra”, dato che si sospettava fosse anti-sovietico a causa della morte di suo padre. Nel 1958 venne portato in un campo di lavoro forzato e rilasciato nel 1961. Dopo l'inizio della Rivoluzione Culturale avvenuta nel 1966, nel 1968 venne arrestato e condannato a 20 anni di reclusione per aver fatto commenti “controrivoluzionari”. Fu rilasciato nel 1979.

Nonostante l'ingiustizia e la perdita della sua libertà per decenni, Qu Xiao non è riuscito a vedere che la causa principale della sua sofferenza era il PCC e ha continuato a credere alle sue bugie e alla sua propaganda.

Nel 1985, notando che era un oratore pubblico di talento, il PCC lo reclutò per lavorare nel suo dipartimento di propaganda, organizzandogli dei discorsi che decantassero lodi al PCC in 2.500 incontri, e per fare il lavaggio del cervello a innumerevoli giovani in tutta la Cina.

Alla fine degli anni '80 il PCC inviò Qu Xiao negli Stati Uniti per parlare con gli studenti cinesi che studiavano all'estero. Lo scopo era quello d'ispirare il loro patriottismo e rafforzare la lealtà verso il Partito.

Il professor Wang Rongzu, uno storico cinese comunista di Taiwan, venne invitato a quel primo discorso durante il tour americano di Qu Xiao.

Come sempre, Qu Xiao fece una presentazione toccante ed emozionante, raccontando i colpi di scena della sua tragica vita, in particolare i suoi anni di miseria dietro le sbarre. Le lacrime gli scorrevano sul viso mentre raccontava i momenti più dolorosi.

Ma alla fine cambiò improvvisamente tono e proclamò con zelo fervore: “Il Partito Comunista è la nostra cara madre. Anche se può capitare che una madre tratti suo figlio in maniera sbagliata, si potrà mai smettere di amarla? Non dovremmo mai vendicarci e metterci contro il Partito”.

Queste narrazioni sarebbero state senza dubbio accolte con un forte applauso in Cina, ma non negli Stati Uniti. Appena Xiao ebbe finito di parlare, il professor Wang di Taiwan si alzò in piedi e disse emozionato: “Sono profondamente turbato e molto arrabbiato che un giovane studioso sia stato incarcerato per 14 anni senza motivo!”.

“Ho letto resoconti simili quando ero a Taiwan, ma niente di così grave, niente di reale come quello che ho sentito proprio ora. Mi ha fatto molto arrabbiare sapere come il PCC tratti la sua gente”.

“Il Partito Comunista è una madre? Come può una madre torturare suo figlio per così tanto tempo? Anche la peggior matrigna non sarebbe così crudele. Come può il Partito aspettarsi che i suoi figli maltrattati gli siano fedeli?! ”. Il professor Wang proseguì, ignorando chi cercasse di fermarlo. “In qualsiasi società civile ciò che fanno verrebbe punito dalla legge!”.

Qu Xiao impallidì, visibilmente scosso dalle inattese osservazioni del professor Wang.

Temendo che i suoi discorsi negli Stati Uniti potessero ritorcersigli contro, Qu Xiao annullò poi i successivi incontri. Dopo essere tornato in Cina smise di partecipare alle attività pubbliche e non molto tempo dopo soffrì di una malattia alla testa e perse la capacità di parlare. È morto nel 2003.

“Non mandare in onda i nostri panni sporchi”

Il PCC esalta sempre le sue “buone azioni” e si attribuisce qualsiasi risultato raggiunto dal popolo. Se qualcosa va storto, cerca di trovare un capro espiatorio e mette a tacere le persone dicendo loro di non mandare in onda i panni sporchi dei cinesi, ricordando a tutti che le cattive notizie non dovrebbero uscire fuori dalla famiglia.

Tuttavia la verità verrà sempre alla luce prima o poi, e sempre più persone sono pronte a dire la verità nonostante la stretta morsa del PCC.

Fang Fang (Wang Fang), una nota scrittrice in Cina, recentemente si è guadagnata l'attenzione internazionale grazie ai suoi resoconti quotidiani sui social media riguardo ciò che stava accadendo durante il blocco di Wuhan. Nel suo diario ha descritto le paure, le frustrazioni, le difficoltà e le aspirazioni della gente del posto, ma ha fatto anche alcuni commenti negativi sulla gestione burocratica del PCC durante l'epidemia di coronavirus.

Anche se Fang Fang non ha detto che il PCC è malvagio e non ha messo in discussione il suo totalitarismo, che è la causa principale della pandemia, presto si è trovata bersaglio di critiche da parte di molti cittadini “patriottici” che l'hanno definita “bugiarda” e “traditrice” perché aveva “mandato in onda i loro panni sporchi in pubblico”.

Questo è molto simile a quello che successe a Boris Pasternak, che scrisse il romanzo: Il Dr. Zhivago. Nel libro Pasternak descriveva i principali eventi che circondavano la rivoluzione di ottobre in Russia da una prospettiva umanistica.

Nel 1958, dopo che fu annunciato che Pasternak aveva vinto il Premio Nobel, il dipartimento di propaganda dell'ex Unione Sovietica lanciò un attacco contro di lui, accusandolo di minare la “rivoluzione rossa” e di compiacere i nemici dell'Unione Sovietica. Il dottor Zhivago, pubblicato per la prima volta da una casa editrice occidentale, fu il primo libro bandito da un regime per motivi politici.

La purga politica ebbe un pesante tributo sulla sua salute e Pasternak morì di cancro ai polmoni due anni dopo. In una delle sue ultime poesie scrisse: “Perso, come una bestia incarcerata... Sono davvero così corrotto, un malfattore, persino un assassino? ...Credo che il giorno sia vicino, il giorno in cui il cuore benevolo supererà la rabbia e le bassezze, anche qui”.

Una nuova Cina senza il PCC ci attende

Verso la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, il comunismo nell'Europa orientale e nell'Unione Sovietica si è disintegrato, segnando la fine della guerra fredda e la completa sconfitta del movimento comunista internazionale. I paesi dell'Europa orientale, della Russia e di altri stati del Commonwealth of Independent States (CIS), dopo aver eliminato il tumore maligno del comunismo, sono entrati in una nuova era che abbraccia la libertà e l'umanità.

La disintegrazione pacifica dell'ex Unione Sovietica ha mostrato al mondo che una nuova era basata sulla libertà e l'umanità è possibile solo senza il governo autocratico del Partito Comunista, e solo disintegrando il Partito Comunista Cinese il popolo cinese potrà godere della vera libertà, dei diritti umani fondamentali e della felicità.

In vista del rapido risveglio della Comunità internazionale e delle persone in Cina, quel giorno non sarà troppo lontano. Le persone devono prepararsi e il modo migliore per accogliere una nuova Cina è dare un taglio netto con il malvagio e ingannevole PCC.