(Minghui.org) Sebbene il Partito Comunista Cinese (PCC) sia sopravvissuto al massacro di Piazza Tiananmen, nel 1989, e continui il suo controllo totalitario, molti regimi comunisti nell’Europa orientale non sono sopravvissuti, infatti i governi a partito unico sono crollati, uno dopo l’altro. Il regime Iracheno di Saddam Hussein ha avuto un destino simile. In questi casi, non sono stati processati e puniti solo i principali colpevoli; anche funzionari, collaboratori e persino le élite sociali come giudici, scienziati e accademici hanno subito conseguenze per la loro vergognosa condotta.

Questo cambiamento radicale è apparso per la prima volta in Polonia e in seguito si è esteso agli ex Paesi del Patto di Varsavia come Germania dell’Est, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania, culminando nella disintegrazione del Partito Comunista Sovietico e nel crollo dell’Unione Sovietica. Di seguito sono riportati alcuni esempi.

L’improvvisa caduta di potere di Ceausescu e del Partito Comunista Rumeno

Durante questa ondata anticomunista nell’Europa orientale, tutti i Paesi hanno scelto di porre fine alle agitazioni con elezioni libere e con un trasferimento pacifico del potere dal Partito comunista.

In questi Paesi, la maggior parte dei funzionari di alto rango del Partito Comunista, ha rinunciato volentieri al proprio potere perché potevano vedere per cosa la gente stava veramente lottando e che il Partito Comunista aveva perso terreno. Sapevano che il risultato migliore era seguire la corrente.

La Romania, tuttavia, è stata un’eccezione degna di nota a questo modello di pace.

Poco dopo l’entrata in carica, Nicolae Ceausescu ha istituito una dittatura, ed ha iniziato ad inviare la polizia segreta per monitorare la gente, che ha effettivamente privato le persone della loro libertà di parola e dei diritti umani fondamentali.

Negli anni ’80, è arrivato al punto di emanare la famigerata “grande legge rumena sulla macchina da scrivere”, in base alla quale ogni cittadino, impresa, istituzione e scuola rumena che possedeva una macchina da scrivere doveva chiedere e ottenere il permesso dalla polizia per avere una licenza per il suo uso. Per diventare un dattilografo, si doveva seguire la stessa procedura e fare rapporto alla polizia delle bozze di ciò che lui o lei avrebbe dattilografato; se fosse stato necessario riparare una macchina da scrivere, sia l’utente che la macchina dovevano rinnovare le proprie licenze. Il piano mirava a garantire che qualsiasi frode letterale che venisse digitata potesse essere fatta risalire alla sua fonte.

Ceausescu era anche altamente nepotista quando nominava persone in posizioni importanti. Mentre era alla guida come Segretario Generale del Partito Comunista Rumeno, ha nominato sua moglie come Vice Primo Ministro; anche i suoi figli, parenti e amici sono stati incaricati di importanti dipartimenti governativi. Il loro stile di vita lussuoso andava ben oltre ciò che i normali rumeni dell’epoca avrebbero mai potuto immaginare.

Il 21 dicembre 1989, Ceausescu ha organizzato una manifestazione di massa nella capitale di Bucarest. Durante il suo discorso, una voce che gridava, “Abbasso Ceausescu!” è stata improvvisamente sentita tra la folla, seguita da altre grida come “Morte al criminale!”. I poliziotti armati, che indossavano elmetti, sono stati inviati a circondare le strade vicine e gli ufficiali hanno gridato alla folla perché sì disperdesse.

Si diceva che il ministro della difesa della Romania, Vasile Milea, avesse ordinato al suo esercito di “sparare solo a vuoto”, tuttavia il sindaco di Bucarest ha passato un ordine diverso da Ceausescu ai soldati in prima linea: “Potete sparare [a un giro di vite]. Sparate prima verso il cielo come avvertimento; se non funziona, sparate loro alle gambe!”

Milea è stato successivamente trovato morto nel suo ufficio, a seguito di un presunto suicidio.

La mattina del 22 dicembre, l’esercito precedentemente fedele a Ceausescu ha cambiato parte e iniziato a ritirarsi dal centro della città. La sola polizia non poteva più fermare la folla che protestava. Più tardi, i manifestanti hanno fatto irruzione nel Comitato Centrale del Partito e hanno rimosso le scritte, i ritratti ufficiali e i libri di propaganda di Ceausescu.

In preda al panico, Ceausescu e sua moglie sono fuggiti dal tetto in elicottero verso un sobborgo settentrionale di Bucarest, ma sono stati catturati quel pomeriggio dal Fronte di salvezza nazionale rumeno. Tre giorni dopo, il 25 dicembre, la coppia è stata processata davanti ad una corte marziale per il genocidio di 60.000 cittadini rumeni, l’appropriazione indebita di oltre 1 miliardo di dollari USA, il sabotaggio dell’amministrazione e danni all’economia nazionale.

La coppia è stata giudicata colpevole ed immediatamente giustiziata fuori dall’aula, segnando la fine del Partito Comunista Rumeno.

Saldare i conti per i crimini contro l’umanità

Dopo la caduta del muro di Berlino nel novembre del 1989, il governo della Germania dell’Est (RDT) ha deciso di abbracciare il concetto di liberalizzazione. L’anno successivo si è dissolto diventando uno stato sovrano della Repubblica Federale Tedesca.

Tuttavia, i crimini commessi dall’ex regime comunista non sono sfuggiti alla punizione. Otto anni dopo, i tedeschi hanno iniziato a regolare i conti con l’ex regime comunista della Germania orientale per i loro crimini contro l’umanità.

Egon Krenz, ex leader della Gioventù tedesca libera e ultimo segretario generale del Partito dell’Unità Socialista di Germania (SED), è stato chiamato in giudizio a Berlino per essere processato. Altri due ex membri del Politburo del SED sono comparsi in tribunale. Il processo contro Krenz e due dei suoi seguaci ha rappresentato la causa legale più significativa per la Germania orientale.

Il tribunale ha condannato Krenz a sei anni e mezzo di prigione per aver ucciso persone che hanno tentato di fuggire dalla Germania orientale. Nel 1997 Günther Kleiber, ex membro ed economista del Politurbo del SED, e Günter Shabowski, ex primo segretario del SED, sono stati entrambi condannati a tre anni di prigione con le stesse accuse.

Anche l’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic è stato processato per le sue azioni dittatoriali.

Nel 2001, Milosevic è stato estradato dal Tribunale Penale Internazionale (ICC), un tribunale internazionale dell’Aia, e accusato di 66 crimini durante le tre guerre in Croazia, Bosnia e Kosovo, incluse l’accusa di genocidio; complicità nel genocidio; deportazione; omicidio; persecuzioni per motivi politici, razziali o religiosi; atti disumani e trasferimento forzato; sterminio; reclusione; tortura e uccisione intenzionale.

È morto nel marzo 2006 nella sua cella, nel centro di detenzione della ICC dell’Aia prima che il suo processo potesse essere concluso.

L’esecuzione di Saddam Hussein fornisce un altro caso significativo.

Nel 2003 Saddam Hussein, che era stato il leader della dittatura repressiva irachena dal 1979 al 2003, è stato arrestato dai militari statunitensi durante la guerra lanciata da una coalizione che cercava di deporlo. Successivamente è stato consegnato al provvisorio governo iracheno per essere processato insieme ad altri 11 alti dirigenti della sua amministrazione, per crimini contro l’umanità e altri reati.

Anche se Saddam ha insistito sulla sua innocenza e ha negato tutte le accuse mosse contro di lui, è stato condannato dal Tribunale speciale iracheno per crimini contro l’umanità e condannato a morte per impiccagione il 5 novembre 2006. L’esecuzione è stata eseguita il 30 dicembre dello stesso anno.

I casi di cui sopra mostrano che anche i capi di Stato che commettono crimini contro l’umanità saranno assicurati alla giustizia.

La lustrazione in Polonia

Il 2 aprile 1997, la Polonia ha adottato una nuova Costituzione alla sua Assemblea Nazionale, che ha abrogato tutti i partiti e le organizzazioni politiche con programmi basati su metodi totalitari, come quelli del nazismo, del fascismo e del comunismo.

L’Assemblea nazionale ha anche approvato uno statuto di lustrazione, visto come un processo di resa dei conti con il passato. Richiedeva alle persone che ricoprivano o erano candidati a posizioni pubbliche nello Stato, di fare una dichiarazione sulla loro collaborazione con la polizia segreta sotto l’ex regime comunista. Poiché riguardava solo le persone delle agenzie governative e quelle con un elevato status sociale, lo statuto riguardava non più di 30.000 persone, lasciando non identificati la maggior parte degli ex informatori del servizio di polizia segreto.

Nel 2006, dopo che i fratelli gemelli Jaroslaw e Lech Kaczynski del Partito di Diritto e Giustizia hanno preso le proprie posizioni, rispettivamente di Presidente e Primo Ministro della Polonia, hanno chiesto un’indagine più approfondita e trasparente sulla Polonia dell’era comunista.

I fratelli Kaczynski credevano che la “rete grigia” formata da ex membri del Partito Comunista, economisti corrotti e informatori della polizia segreta avesse ancora il controllo del Paese, causando il caos nella società polacca. Pertanto, è stato necessario continuare l’indagine sul passato.

Il 15 marzo 2007 in Polonia, è stata emanata una nuova legge di lustrazione con articoli aggiuntivi, che mirava ad esporre quei funzionari del governo che avevano collaborato con la polizia segreta nell’ex regime comunista prima del 1989. La legge richiedeva a politici, funzionari governativi, avvocati, presidi di scuole, accademici, giornalisti e dirigenti di aziende statali, di dichiarare per iscritto se avessero collaborato con la polizia segreta comunista. Il governo ha affidato all’Istituto per la Memoria Nazionale di raccogliere e conservare tutte le dichiarazioni per i registri e le indagini.

In base a questa legge, circa 700.000 polacchi avrebbero dovuto confessare e spiegare qualsiasi condotta vergognosa commessa in collaborazione con la polizia segreta, nonché le loro spie e informatori. Chiunque si rifiutasse di compilare il modulo di dichiarazione o mentisse sui fatti sarebbe stato sospeso per dieci anni.

Nel 2008, il Parlamento polacco ha approvato una legge per ridurre significativamente le pensioni degli ex funzionari della polizia segreta e del Partito comunista coinvolti nella repressione dei dissidenti e dei partiti di opposizione. I sostenitori di questa legge ritengono che il trattamento delle pensioni della ex polizia segreta, violi i principi di giustizia sociale stabiliti nella Costituzione polacca, che è stata fortemente criticata dalla sinistra polacca, la quale ha fatto appello alla Corte costituzionale affinché la legge fosse annullata. La loro richiesta è stata respinta.

Dopo l’entrata in vigore della legge nel gennaio 2010, secondo quanto riferito, le pensioni di 40.000 ex funzionari del Partito comunista, agenti di polizia segreti, guardie di frontiera e guardie carcerarie sono state ridotte in media di oltre il 50% per violazioni dei diritti umani.

La legge per gli archivi della Stasi in Germania

In Germania, la “Legge concernente i registri del servizio di sicurezza di stato dell’ex Repubblica democratica tedesca” (nota anche come “Legge sui registri della Stasi”) è stata approvata dal parlamento federale tedesco nel dicembre del 1991. Ai sensi di questa legge, la Germania ha impegnato enormi risorse finanziarie per il ripristino di archivi con documenti distrutti e ha condotto indagini approfondite su circa 3,1 milioni di persone che hanno servito l’ex governo della Germania dell’Est.

I risultati sono stati piuttosto scioccanti: oltre alle 90.000 guardie segrete, la Germania dell’Est ha assunto ben 180 informatori; circa 6 milioni di persone (più di 1/3 della popolazione totale di 17 milioni all’epoca) avevano archiviato dossier segreti contro di loro; 78.000 cittadini sono stati condannati al carcere dal governo comunista, perché accusato di “mettere in pericolo la sicurezza nazionale.”

A seguito delle indagini, 20.000 insegnati su 180.000, sono stati licenziati dal loro impiego, così anche quasi la metà dei giudici e dei pubblici ministeri che erano stati parte nella Germania dell’Est e un certo numero di alti funzionari del SED e alti membri della polizia segreta sono stati perseguiti e condannati.

L’attuazione di tali leggi non solo ricorda alle persone ciò che è accaduto nella storia, ma serve anche come avvertimento per tutti i funzionari del governo che si schierano oggi con il Partito Comunista Cinese (PCC).

La brutalità del PCC di oggi

Da quando il PCC ha preso il potere in Cina nel 1949, ha governato il Paese e il suo popolo con pugno di ferro e decine di milioni di cinesi sono morti per cause innaturali a causa delle sue politiche repressive e purghe politiche. Il PCC ha completamente distrutto la civiltà e i valori morali della Cina di 5.000 anni, attraverso il lavaggio del cervello coercitivo di tutta la popolazione con false credenze atee e dottrine comuniste; ha anche schiacciato tutte le credenze spirituali al di fuori dell’ambito delle sue teorie comuniste.

Le sue mani sono inondate di sangue, a causa delle sue sistematiche persecuzioni verso Cristiani, membri di chiese Cattoliche clandestine, Buddisti tibetani, Uiguri nello Xinjiang e la più brutale di tutte, la persecuzione di decine di milioni di praticanti del Falun Gong che credono nei principi di Verità-Compassione-Tolleranza.

Il PCC è fermamente convinto che il modo più efficace per sostenere il proprio potere sulla Cina sia il lavaggio del cervello del popolo cinese e tenere lontane le persone dalla verità. Per raggiungere questo obiettivo, ha speso miliardi per costruire il “Great Firewall” per imporre la censura di Internet e bloccare siti Web stranieri ostili, strumenti di Internet e applicazioni per telefoni cellulari.

Allo stesso tempo, il PCC ha organizzato un massiccio esercito di commentatori di Internet che pubblicano costantemente post sui social media per manipolare le conversazioni pubbliche a favore del PCC e attaccare i suoi ‘nemici.’

Il PCC sembra avere abbastanza successo nel controllo delle menti dei cinesi. Ad esempio, fino ad oggi, gran parte dei cinesi non è a conoscenza del sanguinoso massacro di migliaia di giovani studenti in Piazza Tiananmen, del 4 giugno 1989.

Il desiderio di potere del PCC non sembra essere limitato alla Cina. I suoi tentacoli si sono ora estesi in tutto il mondo, infiltrandosi in una vasta gamma di settori sociali ed economici attraverso progetti come l’iniziativa “One Belt, One Road” (“Nuova via della seta”), “Made-in-China 2025”, gli Istituti Confucio, la militarizzazione degli isolotti artificiali nel Mar Cinese Meridionale e così via. L’obiettivo finale del PCC, dalle sue stesse parole, è quello di raggiungere la supremazia globale economica, militare ed ideologica.

Ma di fronte a tali gravi minacce alla stabilità socio-economica e alla pace nel mondo, molti politici e leader, nel mondo degli affari e in altri settori, hanno purtroppo fallito nel riconoscere il pericolo rappresentato dal PCC. Continuano a sperare che il PCC cambierà in meglio e diverrà un partner commerciale affidabile.

La comunità internazionale si risveglia

L’insabbiamento intenzionale del PCC sull’insorgenza dell’infezione da coronavirus ha portato in maniera diretta alla devastante pandemia in tutto il mondo. Le sue menzogne e il trasferire la colpa agli altri, hanno risvegliato molte persone della comunità internazionale, che hanno iniziato a vedere il PCC per quello che è.

Le richieste di indagini indipendenti sull’origine del coronavirus e la responsabilità del PCC per i danni causati dalla pandemia, hanno echeggiato nella comunità internazionale.

“Il Partito Comunista Cinese ha mentito. La gente è morta” è una frase che il consigliere della Casa Bianca, Peter Navarro, ha usato ripetutamente quando si riferiva alla pandemia, inviando un messaggio semplice ma potente: il PCC deve essere ritenuto responsabile di tutto il dolore e la sofferenza vissuti dalle persone del mondo.

La recente legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong, approvata dal PCC, è stato un altro campanello di allarme per le persone del mondo, che tengono in grande considerazione la libertà e i diritti umani.

“La Cina ha scelto di infrangere le promesse verso il popolo di Hong Kong e di andare contro i propri obblighi nei confronti della comunità internazionale. Il Regno Unito non volgerà le spalle agli impegni assunti con il popolo di Hong Kong”, ha scritto il segretario degli esteri Dominic Raab su Twitter.

Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, in un tweet del 30 giugno 2020, ha descritto la legislazione come ‘draconiana’ e che avrebbe “posto fine alla libertà di Hong Kong.”

“Lo scopo di questa legge brutale e radicale è quello di spaventare, intimidire e reprimere i cittadini di Hong Kong che chiedono pacificamente le libertà promesse”, ha affermato Nancy Pelosi, presidente della Camera.

“Questa legge rischia di minare seriamente l’elevato grado di autonomia di Hong Kong e di avere un effetto dannoso sull’indipendenza della magistratura e sullo stato di diritto”, ha affermato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. “Noi disapproviamo questa decisione.”

“L’Australia è turbata dalle implicazioni della legge sull’indipendenza giudiziaria di Hong Kong e sui diritti e sulle libertà di cui gode il popolo di Hong Kong, entrambi i quali sono alla base del successo della città”, ha riferito il Ministro degli Esteri australiano Marise Payne.

Ventisette Paesi hanno fatto una dichiarazione congiunta al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e hanno espresso le loro “profonde e crescenti preoccupazioni” per la nuova legge sulla sicurezza.

“L’imposizione della legge senza la partecipazione diretta del popolo, della legislatura o della magistratura di Hong Kong ‘mina’ il principio ‘Un Paese, Due Sistemi’ che garantisce a Hong Kong un alto grado di autonomia, diritti e libertà”, hanno affermato i firmatari, tra cui la Gran Bretagna, Giappone, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Svizzera e 15 stati dell’Unione Europea tra cui Francia, Germania, Paesi Bassi e Svezia.

C’è un detto in cinese: “Chi commette ripetutamente azioni criminali non avrà una buona fine.” Il PCC sta facendo proprio questo e potrebbe non passare molto tempo prima che si disintegri come i partiti comunisti dell’Europa orientale. Quando ciò accadrà, anche coloro che hanno collaborato con il PCC e hanno contribuito spontaneamente ai suoi crimini, saranno ritenuti responsabili. Allontanarsi dal PCC è quindi la scelta migliore per assicurarsi un futuro luminoso.