(Minghui.org) Recentemente ho assistito alla nuova rappresentazione di Shen Yun del 2021 e una danza mi ha commosso tantissimo [nota: Shen Yun è inaccessibile in Cina, così la New Tang Dynasty Television ha trasmesso lo spettacolo intorno al Capodanno cinese esclusivamente al pubblico della Cina continentale]. Questa danza racconta la storia di Cui Sheng, durante la dinastia Tang, e della sua miracolosa esperienza.

Grazie alla sua buona qualità innata, Cui venne scelto come discepolo da un maestro taoista. Dopo essere stato trasformato in una gru, portò con sé una spada sulla montagna dove stava il maestro, da cui imparò tutto, Cui fu nominato suo erede. Dopo essere diventato un immortale, però, il suo maestro gli disse di tornare indietro sulla Terra e portare a termine i suoi affari in sospeso, compresa la restituzione della spada. Per proteggerlo, gli diede anche due oggetti dotati di poteri: un lasciapassare divino e abiti invisibili. Lo avvertì anche di non sviluppare attaccamenti nel mondo secolare e di non abusare del suo potere.

Cui, dopo aver rimesso la spada al sicuro tuttavia, si affezionò agli abiti invisibili e rimase a gironzolare nel palazzo reale. L’imperatore, che sospettava fosse successo qualcosa di insolito, ordinò ad uno stregone di indagare; col suo potere magico, lo stregone identificò Cui e decise lui stesso di giustiziarlo.

Cui non ebbe altra scelta che presentare il lasciapassare divino e rivelare la sua identità. Sapendo che proveniva dal mondo divino con una missione, lo stregone convinse l’imperatore a liberarlo.

Da questa storia ho imparato molto, specialmente sul nostro ruolo di discepoli della Dafa. Attraverso gli insegnamenti della Dafa, noi conosciamo la nostra missione che è di raccontare alla gente i fatti della Dafa, in modo che essi possano essere salvati e ritornare al divino. Cioè, noi siamo i messaggeri del Creatore. Inoltre, il Maestro ci ha dato il Falun e ci protegge col Fashen, come pure con il potere divino.

Pertanto, quando incontriamo interferenze o pericoli, dovremmo avere chiaro chi siamo.

Il Maestro ha detto:

“Io non sono una persona comune. Io sono un praticante. Non trattatemi in questo modo. Io coltivo la Falun Dafa”.(Sesta lezione, Zhuan Falun)

“Fate bene le cose con dignità e rettitudine, rifiutatele e rafforzate i vostri pensieri retti. «Io sono un discepolo di Li Hongzhi, io non accetto e non riconosco altre pianificazioni», allora esse non oseranno farlo, e tutto potrà essere risolto”. ( Insegnamento della Fa durante la festa della Lanterna 2003)

Se ci dimentichiamo di questo, potremmo riconoscere la persecuzione contro di noi ed esserne vittime.

D’altra parte, essere discepoli della Dafa, non significa che possiamo fare le cose con disinvoltura a nostro piacimento. Prendiamo Cui come esempio. Dopo aver restituito la spada, ha fatto diverse cose che hanno contribuito alla sua tribolazione. Una di queste è stata aiutare una giovane ragazza a recuperare canditi di bacche di biancospino. Questo potrebbe essere un atto innocente per una persona comune, ma per un praticante dovrebbe essere chiaro che gli affari terreni potrebbero essere la conseguenza di relazioni karmiche. Perciò immischiarsi negli affari mondani, specialmente con l’aiuto dei poteri divini, non è appropriato e potrebbe portare conseguenze.

Cui, comunque, dopo aver aiutato la ragazza non si è fermato lì, avendo sviluppato l’attaccamento ai suoi abiti invisibili, è andato a girovagare nel palazzo reale e ha rubato anche del cibo delizioso; cosa che è contro anche ai principi umani di essere una brava persona, per non parlare degli standard per un praticante che sono ben più alti. Non c'è da stupirsi che questa serie di fatti l’abbia portato alla tribolazione di essere individuato e ad affrontare quasi l’esecuzione. Anche se alla fine è riuscito a cavarsela grazie al lasciapassare divino, comunque è stata una macchia sul suo patrimonio spirituale e morale.

Per noi praticanti situazioni simili esistono; essendo rigorosi con noi stessi, dovremmo essere indifferenti agli affari mondani ed evitare le cose che si allontanano dagli standard della Dafa. Altrimenti potremmo incorrere in varie interferenze. Anche se alla fine potremmo cavarcela con l’aiuto del Maestro, le tribolazioni nondimeno indebolirebbero i nostri sforzi nel salvare la gente. Inoltre, certe osservazioni spiacevoli su di noi da parte della persone comuni potrebbero generare un atteggiamento negativo verso la Dafa, che come sappiamo, è contrario alla nostra missione di discepoli della Dafa.

Vorrei concludere questa condivisione con una poesia del Maestro:

Non essere triste

Il corpo giace in prigione – non essere malinconico, non essere triste

Con pensieri retti ed azioni rette, la Fa è qui

Rifletti con calma su quanti attaccamenti tu hai

Liberandoti completamente dai pensieri umani, il male sparisce da solo

(Hong Yin II)

Nota dell’editore: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano le opinioni dell’autore, di cui egli è il solo responsabile. I lettori dovrebbero valutare da soli i meriti dell’articolo.