(Minghui.org) La signora Fu Guihua, residente a Changchun nella provincia del Jilin, è deceduta due mesi dopo essere stata reclusa nella prigione femminile locala. Era stata arrestata per aver praticato il Falun Gong, una pratica spirituale conosciuta anche come Falun Dafa, perseguitata dai regime comunista cinese dal 1999.

Fu è stata portata al pronto soccorso del primo ospedale dell'Università del Jilin il 25 luglio dello scorso anno ed è deceduta poco dopo. La causa ufficiale della morte è stata imputata alla cirrosi epatica, tuttavia le autorità si sono rifiutate di permettere ai suoi familiari di vederla prima e dopo la sua morte. È stato detto loro che i funzionari della prigione avevano ripetutamente chiesto alle guardie ed alle detenute assegnate al controllo della praticante di firmare le dichiarazioni che affermavano che era morta di malattia, al fine di eludere la responsabilità del suo decesso.

La prigione femminile del Jilin è nota per aver perseguitato le praticanti del Falun Gong negli ultimi due decenni. Secondo le informazioni disponibili raccolte da Minghui, almeno ventinove praticanti del Jilin sono decedute a causa degli abusi subiti in prigione, e molte altre ancora all’interno subiscono quotidianamente abusi fisici e verbali.

La signora Li Cong, della contea di Nong'an, è stata rinchiusa in una stanza per essersi rifiutata di rinunciare al Falun Gong, e non le è stato permesso di mangiare, bere, usare il bagno o dormire. Una volta è corsa nel corridoio e ha gridato: "La Falun Dafa è buona, Verità, Compassione e Tolleranza sono buone!". Alcune detenute l'hanno trascinata in bagno, le hanno riempito la bocca con uno straccio e le hanno spinto la testa nel water. Un'altra volta l'hanno spogliata nuda e l'hanno picchiata. Inoltre, in pieno inverno, l’hanno lasciata in una stanza con le finestre aperte senza abiti.

La signora Cao Yanfen è stata arrestata il 19 luglio 2019, e successivamente condannata a sette anni di carcere. Poiché si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong, è stata costretta a rimanere seduta su un piccolo sgabello ogni giorno per un lungo periodo di tempo, durante il quale doveva tenere le mani sulle ginocchia senza muoversi, altrimenti sarebbe stata punita. Stare seduta in una posizione del genere per un lungo periodo di tempo le ha provocato arrossamento e gonfiore dei glutei, vesciche, ulcere, sanguinamento ed infezioni nell'area pelvica. Le ha inoltre causato ipertensione e grave gonfiore alle gambe e ai piedi.

Dopo otto mesi Cao si rifiutava ancora di cedere alla richiesta delle guardie che cercavano di obbligarla a rinunciare al Falun Gong. Non le era permesso mangiare, bere, usare il bagno o dormire. Le sue condizioni di salute erano così scadenti che le autorità carcerarie non volevano che la sua famiglia la vedesse. In seguito è stata trasferita in un'altra cella, ma è stata comunque sottoposta ad abusi fisici da parte di altre detenute, e costretta a rimanere seduta su un piccolo sgabello per un lungo periodo di tempo.

Secondo le persone che hanno familiarità con la situazione, le praticanti del Falun Gong recluse nel reparto n. 8 della prigione femminile del Jilin sono perseguitate più duramente. Vengono costrette ad alzarsi alle 4 del mattino ed a partecipare a sessioni di lavaggio del cervello tutto il giorno, tranne durante i pasti e le ore di sonno. Molte praticanti anziane hanno sviluppato ipertensione a causa del disagio mentale.