(Minghui.org) Una praticante di settantatré anni della città di Wuhan, nell’Hubei, ha fatto appello, lo stesso giorno in cui è stata condannata a sei anni per aver praticato il Falun Gong. Il giorno seguente la famiglia ha presentato un reclamo contro il giudice che presiedeva la corte per averla condannata ingiustamente.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Zhou Xiuhua è stata arrestata a casa il 15 luglio 2020. Dopo che lei ed il marito sono stati portati al commissariato di Wujiashanjie per essere interrogati, la polizia ha passato ore a perquisire la loro casa mentre nessun familiare era presente. Quando il giorno dopo i coniugi sono stati rilasciati, hanno scoperto che i libri del Falun Gong e due preziosi volumi di francobolli erano spariti. Su insistenza di Zhou gli agenti hanno accettato di fornire un elenco degli oggetti confiscati che non includeva i francobolli. La lista non riportava i nomi o le firme degli ispettori che avevano condotto la perquisizione, né il sigillo della polizia o la data.

Zhou è stata convocata alla stazione di polizia il 28 gennaio dell’anno scorso. Quando è arrivata, gli agenti l'hanno portata in ospedale per un esame medco ma, nonostante non l’abbia superato per quattro volte, hanno comunque costretto la prigione numero uno della città di Wuhan ad accettarla. Dopo che il suo caso è stato trasferito dalla procura del distretto di Dongxihu a quella del distretto di Hanyang nel febbraio dell’anno scorso, è stata trasferita al centro di detenzione numero uno di Wuhan.

Zhou è stata incriminata ed il suo caso è stato presentato al tribunale del distretto di Hanyang nel giugno dell’anno scorso. Il 22 dicembre è stata processata tramite una video conferenza della durata di venti minuti. La famiglia aveva chiesto di poterla rappresentare in tribunale come difensore non avvocato, ma il giudice che presiedeva, Deng Wei, ha insistito nel nominarne uno incaricato di dichiararsi colpevole per lei.

Il 26 gennaio di quest’anno Yang Kuo, un impiegato del tribunale intermedio di Wuhan, ha informato la famiglia di Zhou che è stata condannata a sei anni. L’uomo si è anche recato personalmente al centro di detenzione per consegnare il verdetto a Zhou. Non è chiaro perché Yang, della corte d'appello, invece di qualcuno della corte di primo grado, abbia notificato la condanna. Zhou il giorno stesso ha fatto appello al verdetto.

Il giorno dopo, il 27 gennaio, i familiari hanno sporto denuncia contro il giudice Deng Wei del tribunale distrettuale dell’Hanyang, la Procura distrettuale, la Procura della città di Wuhan, la Procura dell’Hubei, lo stesso tribunale dell’Hanyang ed il tribunale intermedio della città di Wuhan.

La sua famiglia si è lamentata del fatto che, secondo la legge cinese, se un imputato ha già un avvocato, il tribunale non dovrebbe nominare un ulteriore rappresentante legale ma, anche se il giudice Deng sapeva che Zhou aveva affidato la sua difesa ad un familiare, ha comunque nominato un avvocato per lei, senza chiedere il consenso e senza nemmeno informarla. Inoltre il giudice ha ignorato che la polizia avesse confiscato illegalmente i suoi effetti personali e perquisito la casa senza la presenza dei familiari, tenendoli all'oscuro dell'udienza.

Il 28 gennaio la famiglia di Zhou ha chiesto al tribunale superiore di poterla rappresentare nel caso di appello, ma non è chiaro se la richiesta della praticante e quella dei familiari siano state accettate.

Informazioni di contatto dei perpetratori:

Yang Kuo (杨阔), cancelliere, Tribunale intermedio della città di Wuhan: +86-27-65686614

Zhang Yong (张勇), funzionario, Tribunale intermedio di Wuhan: +86-27-65686762

Deng Wei (邓玮), giudice, tribunale del distretto dell’Hanyang: +86-27-84586522, +86-18717176081

(Altre informazioni di contatto dei colpevoli sono disponibili nell'articolo originale cinese).