(Minghui.org) Quando, tra il 2004 ed il 2010, la signora Lin Jianping è stata incarcerata per aver praticato il Falun Gong, è stata sottoposta a continue percosse, alimentazione forzata, iniezioni involontarie di droga, è stata appesa e sottoposta ad altre forme di tortura, perchè si rifiutava di rinunciare alla propria fede.

La donna, sulla sessantina, residente a Qixia nella provincia dello Shandong, è stata nuovamente arrestata il 6 febbraio scorso per aver chiarito i fattisul Falun Gong ad un agente di polizia. Sebbene sia stata rilasciata su cauzione lo stesso giorno, è stata processata dopo che la polizia ha presentato il suo caso ai vertici.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

La signora Lin Jianping prima della persecuzione

Lin ha parlato con un agente fuori dal dipartimento di polizia della città di Qixia il 6 febbraio ed è stata denunciata. Yan Zhigao, dell'ufficio di sicurezza interna, l'ha interrogata alla stazione di polizia di Zhuangyuan diffamando il Falun Gong. Lin non ha risposto alle sue domande ma ha chiarito il fatto che nessuna legge ha mai criminalizzato il Falun Gong in Cina.

La polizia ha trovato l'indirizzo della praticante nel proprio database, dopodiché gli agenti le hanno rubato le chiavi di casa e confiscato oltre quaranta libri del Falun Gong, diversi altoparlanti, schede di memoria, cellulari ed un computer. Sia il marito di Lin che il suo vicino di casa hanno ricevuto l'ordine di firmare l'elenco di confisca. La donna è stata rilasciata su cauzione lo stesso giorno.

Il giorno successivo, l'agente Yan ha bussato nuovamente alla sua porta. Mentre Lin si rifiutava di farlo entrare, la polizia ha chiamato suo marito ed ha minacciato di tornare con un fabbro se non avessero aperto la porta. Lin ha insistito sul fatto di non aver fatto nulla di male praticando il Falun Gong ed ha detto a suo marito che, se avesse fatto entrare la polizia, sarebbe saltata fuori dalla finestra. Dopo aver sentito le sue parole, gli agenti hanno ceduto e se ne sono andati.

La polizia ha chiamato Lin pochi giorni dopo e le ha detto di aver presentato il suo caso al dipartimento di polizia distrettuale. Le è stato anche ordinato di firmare i documenti per il rilascio su cauzione.

Prima del suo ultimo calvario, Lin era stata precedentemente arrestata il 26 settembre 2004. Dapprima era stata condannata a tre anni di lavori forzati, e poi a tre anni di reclusione.

Una volta, nel campo di lavoro di Wang Cun, è stata ammanettata ad un tubo del riscaldamento per sette giorni. Le guardie stringevano le manette facendole diventare le mani livide. È svenuta più volte a causa del dolore, ma le guardie l'accusavano di fingere. Quando in seguito ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la tortura, l'hanno alimentata forzatamente e per aumentare la sua sofferenza le hanno lasciato il sondino nel naso per molto tempo.

Successivamente, dopo essere stata condotta nella prigione femminile della provincia dello Shandong, le guardie le hanno strappato una manciata di capelli, l'hanno rinchiusa in cella d’isolamento e le hanno iniettato droghe sconosciute. È stata anche sottoposta a molti altri metodi di tortura brutali, tra cui soffocamento e percosse. Per umiliarla, una guardia donna una volta l’ha spogliata dei vestiti fino alle mutande e l'ha costretta a sdraiarsi sulpavimento freddo di cemento, in presenza di un'altra guardia maschio.

Mentre Lin era incarcerata, sua suocera di ottant’anni ha implorato il suo rilascio in ginocchio, ed il marito e la figlia hanno passato molte notti insonni.

Preoccupata per lei giorno e notte, la madre di Lin si è ammalata ed è deceduta. Prima della sua morte era terrorizzata dal suono delle sirene della polizia che passavano davanti a casa. Anche la suocera è morta per malattie legate alla depressione.

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