(Minghui.org) Un residente di Shijiazhuang è stato imprigionato per la sua fede e dopo aver sofferto di un ictus, si trova in condizioni disastrose. Nonostante ciò la prigione ha rifiutato di concedergli l'assistenza medica, sostenendo che avrebbe rivalutato la richiesta dopo sei mesi di trattamento medico in carcere.
Nel novembre del 2013 il signor Zhang Yingtong è stato arrestato per aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese. Nel gennaio del 2016 l'uomo è stato trasferito alla prigione Jidong Branch nella provincia dello Hebei, dopo essere stato condannato a quattro anni nel 2015.
Il 25 agosto 2016 l'uomo di 51 anni è stato colpito da un ictus e ricoverato all'ospedale di Xiehe, dove ha subito un intervento di chirurgia cranica.
Cinque giorni più tardi è stato riportato di nuovo in carcere, anche se il lembo osseo, rimosso durante l'intervento chirurgico, non era stato ancora sostituito. La prigione ha chiesto alla famiglia del praticante di pagare le tasse prima della successiva operazione chirurgica.
Alla moglie è stata negata la possibilità di fargli visita perché anche lei si rifiuta di rinunciare al Falun Gong. Secondo i loro figli, che sono stati autorizzati a vederlo, l'uomo richiede sostegno per camminare, ha difficoltà nel parlare e i suoi occhi sono tremendamente gonfi.
Non è chiaro cosa sia successo al signor Zhang e come da uomo sano che era, ha riscontrato un ictus solo dopo essere stato arrestato. La sua famiglia sospetta che le sessioni di lavaggio del cervello senza fine e il lavoro forzato possono aver giocato un ruolo nella causa dei suoi problemi di salute.
(*)GLOSSARIO