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Gansu: Brutalità nel carcere femminile. Praticanti del Falun Gong rese disabili o gravemente ferite dalle feroci torture

25 Marzo 2016 |   Di un corrispondente Minghui dalla provincia di Gansu, Cina

(Minghui.org) Secondo i dati rilasciati dal sito Minghui.org riferiti al periodo dal 2006 fino ad oggi, almeno 38 praticanti del Falun Gong incarcerate per la loro fede sono state fatte oggetto di crudeli torture e feroci percosse nel carcere femminile di Gansu. Dopo brevi periodi di detenzione all'interno di questa prigione, molte di loro sono divenute disabili, sono state sfigurate o hanno perso la vista e l'udito.

Oltre la metà delle praticanti sono 50enni e 60enni e svolgono nella società le più svariate professioni: dall'operaia all'impiegata statale, dall'insegnante all'impiegata di banca. Le loro condanne variano dai 3 ai 12 anni di reclusione, con una media di 5,2 anni.

 
Il grafico mostra il rapporto tra il numero delle praticanti condannate e la durata delle condanne loro inflitte nel Carcere femminile di Gansu ed è riferito a 32 pene detentive note di 28 praticanti (4 di loro hanno scontato due condanne separate)

Le guardie istigano le criminali a torturare le praticanti

Nel 2006, la prigione ha istituito una “Divisione di trasformazione”. Le praticanti detenute in altri reparti che hanno resistito alla “trasformazione” (*) e costrette a rinunciare alla loro fede sono state trasferite in questa apposita divisione e torturate, come parte del processo di lavaggio del cervello.

Nella “Divisione di trasformazione”, le guardie carcerarie hanno specificamente selezionato circa due dozzine di criminali tra le 1.800 detenute, per torturare le praticanti. Coloro che tra queste hanno abusato implacabilmente delle praticanti, sono state ricompensate con punti premio e riduzioni della pena.

Le praticanti sono state picchiate, sottoposte con la forza a sessioni di lavaggio del cervello, monitorate per tutto il giorno, private del sonno, dell'uso del bagno e torturate nei modi più svariati.

In particolare, in meno di un anno dal suo primo giorno di carcere, la signora Lu Guiqin è diventata cieca e ha perso conoscenza. Nel giro di pochi mesi dalla sua sentenza, la signora Lu Guihua è diventata gobba e incontinente. Nell'arco del primo anno di reclusione, la signora Han Zhongcui ha perso la mobilità degli arti e gran parte della vista.

Metodi di tortura

Torture fisiche

Le detenute hanno picchiato spesso le praticanti del Falun Gong, le hanno schiaffeggiate e prese a calci nell'inguine con stivali di pelle. Alcune detenute hanno tirato loro i capelli e sbattuto la testa contro il muro, altre hanno sputato loro catarro in faccia e altre ancora hanno contorto i loro arti.

A causa delle percosse, la signora Zhao Cuilan di 60 anni si è ritrovata spesso con gli occhi neri, il naso sanguinante e molti denti rotti.

Una volta, quando per protestare contro gli abusi, la signora Yan Ping ha urlato: “La Falun Dafa è buona!”, una detenuta le ha infilato le dita nella bocca e le ha strappato la carne della parte interna della guancia. In un'altra occasione, la stessa detenuta ha preso a calci la signora Yan all'inguine con stivali di pelle, tanto che la praticante, a causa del forte dolore e dell'infiammazione, ha avuto difficoltà a camminare e a stare seduta per un lungo periodo di tempo.

In conseguenza delle percosse, la signora Han Zhongcui ha perso parzialmente la sensibilità dei piedi e per mantenere l'equilibrio, ha dovuto poggiarli su di un lato. Una detenuta le ha ripetutamente preso a calci una gamba e di conseguenza l'arto si è gravemente gonfiato e coperto di lividi.

La detenuta le ha anche trafitto le mani con una penna appuntita, ritrovandosi le mani gonfie e piene di fori.

Le percosse hanno avuto spesso luogo all'interno dei servizi igienici, dove non ci sono telecamere di sorveglianza. Sovente, le detenute hanno immerso le teste delle praticanti nella cisterna dell'acqua e persino nel wc, fino a far perdere loro conoscenza.

In una occasione, le signore Wang Ruilin e Zhang Xiaoming, entrambe 50enni, sono state costrette a stare in verticale sulle mani per quasi due ore. Le detenute le hanno tenute strettamente sotto controllo e ogni volta che perdevano l'equilibrio, le hanno prese duramente a calci nell'inguine. Alla fine della sessione di tortura, la signora Wang aveva la pressione alta, ha vomitato e come punizione ha subito un altro giro di percosse. Dal momento che, dopo le torture, ha continuato a vomitare per diversi giorni, è stata persino privata dei pasti.

Private delle necessità basilari

Un'altra metodo di tortura comunemente utilizzato nel Carcere femminile di Gansu è quello di privare le praticanti delle loro esigenze quotidiane di base, come mangiare, dormire, usare il bagno e lavarsi i panni.

La signora Li Ya ha ricordato giorni in cui le detenute le hanno impedito di mangiare, mentre altri in cui è stata costretta a mangiare molto più del dovuto. Oltre a questo, racconta di essere stata umiliata venendo costretta a mangiare dentro il bagno.

La signora Zhao Changju ha ricordato che per tre anni, le detenute le hanno limitato l'uso dei servizi igenici e spesso non le hanno permesso di dormire. Una volta, è stata tenuta sveglia per dieci giorni consecutivi. Inoltre, riferisce che le è stato concesso di fare il bucato solo tre volte in un anno, incluso il lavaggio degli indumenti intimi.

La signora Zhao Cuilan di 70 anni ha raccontato invece che le detenute l'hanno picchiata e insultata ogni volta che, nel corso della notte, utilizzava il bagno più di due volte. In alcune circostanze, l'hanno costretta a restare in piedi per tutta la notte, impedendole di usare i servizi igenici, e quando le è capitato di farsi i bisogni nei pantaloni, non le hanno permesso di lavarsi e di cambiarsi. In conseguenza delle torture fisiche e mentali alla quale è stata sottoposta, la praticante ha successivamente sviluppato il morbo di Alzheimer.

A volte, soprattutto durante l'inverno con il riscaldamento spento, le detenute hanno versato dell'acqua sul materasso delle praticanti e le hanno costrette a dormire nel letto bagnato.

Umiliazione

Oltre agli abusi fisici, le detenute hanno attuato spesso svariati modi per umiliare le praticanti.

Una volta, la signora Ta Junrong è stata trascinata fuori dal bagno mentre lo stava usando. Le detenute le hanno strappato i vestiti e l'hanno umiliata di fronte alle altre carcerate. Dopo questa umiliazione, la donna ha cominciato ad avere gli incubi e ha svegliarsi spesso in lacrime.

In un'occasione, le detenute hanno costretto la signora Jin Junmei di 58 anni a camminare nel corridoio senza indossare i pantaloni, mentre una detenuta la seguiva e la riprendeva con una videocamera.

Lavaggio del cervello

I funzionari della prigione si avvalgono inoltre della collaborazione delle detenute per costringere le praticanti a rinunciare alla loro fede. Ogni giorno, le praticanti sono state costrette a guardare i video di propaganda, a scrivere dei “resoconti sui loro pensieri” e a recitare il regolamento della prigione.

Alcune detenute hanno scritto il nome del fondatore del Falun Gong su dei foglietti di carta e costretto le praticanti a calpestarli, a sedersi sopra di loro o a metterli nella loro biancheria intima.

Lavoro forzato

La maggior parte delle praticanti detenute nel Carcere femminile di Gansu sono state anche costrette ad eseguire lavori forzati. Alla signora Cao Fang è stato imposto di confezionare mille cappelli al giorno e quelle volte in cui non è riuscita a raggiungere la quota stabilita, è stata offesa verbalmente dalle altre detenute. Un mese prima della fine del periodo di detenzione della signora Cao, la prigione ha aumentato il suo carico di lavoro, ordinandole di confezionare quasi 5.000 cappelli al giorno.

Qui di seguito sono esposti due casi tra i tanti che mettono in evidenza la brutalità attuata nel Carcere femminile di Gansu.

Maestra divenuta disabile dopo mesi di torture

Quando nel 2013, la maestra d'asilo Lu Guihua, è stata rinchiusa nel carcere, era in salute e piena di energia. Ogni giorno, le detenute l'hanno picchiata, presa a calci nell'inguine e nello stomaco, e spesso gli hanno dato la scossa con i manganelli elettrici. In conseguenza delle torture, ha sviluppato un'infiammazione all'uretra ed è divenuta incontinente, in più il male allo stomaco le ha reso impossibile alimentarsi correttamente.

Una volta, una detenuta l'ha presa a calci da dietro, facendole sbattere la testa su un davanzale di cemento. Nonostante sia rimasta priva di sensi per qualche ora, non è stata sottoposta ad alcuna visita medica.

Mentre stava usando il bagno, le detenute l'hanno trascinata fuori, denudata e picchiata. Poi le hanno infilato a forza un asciugamano nella bocca e le hanno versato addosso dell'acqua ghiacciata.

Dopo alcuni mesi di torture, le sue gambe e la sua schiena erano ferite gravemente. Non riusciva più a stare dritta ed è divenuta storpia. Successivamente, ha avuto un crollo mentale ed è stata ricoverata in un ospedale. Quando è stata riportata in prigione ha avuto difficoltà a camminare ed era incapace di rialzarsi quando cadeva. Nonostante ciò, ogni volta che era a terra le guardie carcerarie la colpivano con il manganello elettrico.

Scariche elettriche e altre torture

Oltre a privare la signora Li Ya del sonno, negarle l'uso del bagno, immergerle la testa nella cisterna dell'acqua, sputarle catarro addosso e costringerla a stare in piedi per lunghi periodi di tempo, le detenute hanno anche drogato la sua acqua potabile per renderla incosciente.

In una giornata gelida, le detenute hanno ripetutamente versato dell'acqua fredda sulle scarpe della signora Li e poi le hanno calpestate con forza per farle sentire ancor più dolore ai piedi.

In un'occasione, una guardia carceraria le ha dato la scossa con il manganello elettrico sul petto, sulla schiena e sul collo, lasciandole cicatrici su tutto il corpo; sul collo in particolare, le è rimasta una cicatrice a forma di anello delle dimensioni di circa tre centimetri.

Elenco delle praticanti condannate al Carcere femminile di Gansu

Qua sotto è riportata una lista delle praticanti di cui è nota l'incarcerazione in questa prigione e la loro relativa condanna:

Li Qiaolian (李巧莲), due condanne separate di 6 e 3 anni; Liao Anan (廖安安), due condanne separate di 5 e 5 anni; He Xiufang (何秀芳), due condanne separate di 4 e 4 anni; Ma Jun (马筠), due condanne separate di 3 e 10 anni; Mao Xiulan (毛秀兰), 12 anni; Wei Zhouxiang (魏周香), 10 anni; Sheng Chunmei (盛春梅), 9 anni; Jin Junmei (金俊梅), 8 anni; Li Xiulan (李秀兰), 7 anni; Lei Zhanxiang (雷占香), 7 anni; Zhang Caiqin (张彩琴), 6 anni; Zhang Xiaoming (张小明), 6 anni; Zhao Changju (赵长菊), 5 anni e mezzo; Li Ya (李亚), 5 anni; Chen Jie (陈洁), 5 anni; Li Cuifang (李翠芳), 4 anni e mezzo; Wang Fengqin (王凤琴), 4 anni e mezzo; Lu Guiqin (路桂芹), 4 anni; Zhang Yuxia (张玉霞), 4 anni; Cao Fang (曹芳), 4 anni; Lu Yinxia (吕银霞), 4 anni; Wei Fengling (韦凤玲), 3 anni e mezzo; Chen Shufen (陈淑芬), 3 anni e mezzo; Cai Shuilan (蔡水兰), 3 anni; Han Zhongcui (韩中翠), 3 anni; Yan Ping (闫萍), 3 anni; Jin Yanping (金彦萍), 3 anni; Jiang Miaoquan (蒋妙全), 3 anni; Lu Guihua (吕桂花), sconosciuta; Ta Junrong (拓俊绒), sconosciuta; Wang Ruizhi (王瑞芝), sconosciuta; Liu Shuping (刘淑萍), sconosciuta; Yue Dingxiang (岳顶香), sconosciuta; Zhang Yanying (张艳英), sconosciuta; Wang Lingzhi (王灵芝), sconosciuta; Shi Xiqin (史喜芹), sconosciuta; Zhao Cuilan (赵翠兰), sconosciuta; Wang Ruilin (王瑞林), sconosciuta.

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(*) GLOSSARIO

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